Prima delle 10, tutti i reparti dei tre battaglioni erano rientrati negli accantonamenti. Lâordine era stato ristabilito. A mezzanotte, noi ufficiali del 3o battaglione eravamo ancora riuniti, nella sala di mensa. Il maggiore e lâaiutante maggiore erano al comando di reggimento. Mancavano anche gli ufficiali comandati di servizio per quella notte, uno per compagnia. Noi discutevamo, in intimitĂ , degli avvenimenti della sera. Avellini era legato con tutti noi da tale cameratismo per cui non vâera alcuna differenza fra lui, ufficiale di carriera, e noi, ufficiali di complemento. Quella conversazione è ancora presente nella mia memoria. Io posso riassumerla cosĂ:
OTTOLENGHI Il mio reparto era in ordine, o pressochĂŠ in ordine. Solo un imbecille pretendeva uscire con una mitragliatrice e sparare in aria. Io gli ho detto: se ti muovi, ti sparo. Una mitragliatrice? Se le mitragliatrici debbono uscire, escono tutte. Se la mia sezione mitragliatrici dimostra, dimostra intiera, con ufficiali, sottufficiali, caporali e soldati. Sono io, in questo caso, che voglio essere nellâammutinamento. E, un giorno o lâaltro, credo che avverrĂ . PerchĂŠ io penso esattamente come quei reparti che hanno dimostrato. Essi hanno ragione, mille ragioni, ma hanno scelto male il momento. Ammutinarsi di notte, e senzâarmi! Che sproposito!
AVELLINI Tu sei pazzo da legare.
COMANDANTE DELLA 12a Un pazzo furioso.
OTTOLENGHI Se ci si ammutina, bisogna farlo di giorno e con le armi, e profittare dâuna buona occasione, in modo che non manchi nessuno. Che non manchi un solo ufficiale inferiore.
COMANDANTE DELLA 12a Bel programma! E gli altri?
OTTOLENGHI Quali altri? Ho fiducia che non vorrai ammutinarti con gli ufficiali generali.
COMANDANTE DELLA 12a Se tu la pensi cosĂ, dimettiti da ufficiale.
OTTOLENGHI Ufficiale o soldato, io sono sempre obbligato a fare il militare. E poichĂŠ non vâè scampo, la guerra io preferisco farla da ufficiale.
AVELLINI Tu hai prestato un giuramento, come ufficiale. O le cose che tu dici, non le dici sul serio, oppure il giuramento che tu hai prestato non è serio.
OTTOLENGHI Ben inteso, non è serio. Da ufficiale o da soldato è giocoforza giurare, sia con giuramento individuale o collettivo. Se io non giuro da ufficiale, debbo giurare come soldato. Ed è lo stesso. Le leggi del nostro paese non dispensano che i cardinali e i vescovi dal servizio militare. Il giuramento non è che una formalità alla quale siamo costretti dal servizio militare obbligatorio.
AVELLINI Un uomo dâonore non impegna la sua parola, sapendo di mentire.
COMANDANTE DELLA 12a Non solo tu sei pazzo, ma sei anche un soggetto equivoco.
OTTOLENGHI Oseresti sostenermi che, se mi si prende con la forza contro ogni mia volontĂ , con le armi alla mano, e mi sâimpone di giurare, io mi disonoro, se giuro con il proposito di non osservare il giuramento?
AVELLINI E chi ti prende con la forza? Nessuno può forzare la tua coscienza.
COMANDANTE DELLA 12a Se ne hai una.
OTTOLENGHI Nessuno? In tempo di guerra, se io, chiamato sotto le armi, mi rifiuto di prestare il giuramento, io vengo deferito ai tribunali militari e mi si passerĂ per le armi alla prima occasione. Il mio giuramento è una menzogna necessaria, un atto di legittima difesa. Ciò posto, poichĂŠ non câè scampo, io preferisco essere ufficiale e non soldato.
AVELLINI E perchĂŠ mai?
OTTOLENGHI Si presenterĂ certamente una occasione favorevole, per quellâoccasione io voglio avere in mano una forza con cui agire.
UN SOTTOTENENTE Bevi un bicchiere e vaâ a letto.
OTTOLENGHI Io non sarò allora un fucile e una baionetta, ma cento fucili e cento baionette. E, alla tua salute, anche un paio di mitragliatrici.
COMANDANTE DELLA 11a Contro chi vuoi impiegare quelle armi?
OTTOLENGHI Contro tutti i comandi.
COMANDANTE DELLA 11a E dopo? Aspireresti tu ad essere il comandante supremo?
OTTOLENGHI Io aspiro solo a comandare il fuoco. Il giorno X, alzo abbattuto, fuoco a volontĂ ! E vorrei incominciare dal comandante di divisione, chiunque esso sia, poichĂŠ son tutti, regolarmente, uno peggiore dellâaltro.
COMANDANTE DELLA 11a E dopo?
OTTOLENGHI Sempre avanti, seguendo la scala gerarchica. Avanti sempre, con ordine e disciplina. Cioè, avanti per modo di dire, poichÊ i veri nostri nemici non sono oltre le nostre trincee. Prima quindi, dietro front, poi avanti, avanti sempre.
UN SOTTOTENENTE Cioè, indietro.
OTTOLENGHI Naturalmente. Avanti sempre, avanti, fino a Roma. Là è il gran quartiere generale nemico.
COMANDANTE DELLA 11a E dopo?
OTTOLENGHI Ti pare poco?
UN SOTTOTENENTE SarĂ un bel pellegrinaggio.
OTTOLENGHI Dopo? Il governo andrĂ al popolo.
COMANDANTE DELLA 10a Se tu farai marciare lâesercito su Roma, credi tu che lâesercito tedesco e quello austriaco resteranno fermi in trincea? O credi che, per far piacere al nostro governo del popolo, i tedeschi rientreranno a Berlino e gli austro-ungarici a Vienna e a Budapest?
OTTOLENGHI A me non interessa conoscere quello che faranno gli altri. A me basta sapere ciò che io voglio.
COMANDANTE DELLA 10a Cotesto è molto comodo, ma non chiarisce il problema. Che significherebbe, in sostanza, la tua marcia allâindietro? La vittoria nemica, evidentemente. E tu puoi sperare che la vittoria militare nemica non si affermerebbe, sui vinti, anche come una vittoria politica? Nelle nostre guerre dâindipendenza, tutte le volte che i nemici hanno vinto, non ci hanno essi portato, sulle loro baionette, i Borboni a Napoli e il Papa a Roma? Quando gli austriaci ci hanno battuto, a Milano e in Lombardia e nel Veneto, è il governo del popolo che essi hanno messo o lasciato al potere? Con i nostri nemici vittoriosi, in Italia son ritornate le dominazioni straniere e la reazione. Tu non vuoi certo tutto questo?
OTTOLENGHI Certo, io non voglio tutto questo. Ma non voglio neppure questa guerra che non è altro che una miserabile strage.
COMANDANTE DELLA 10a E la tua rivoluzione non è anchâessa una strage? Non è anchâessa una guerra, la guerra civile?
COMANDANTE DELLA 11a Sinceramente, non vorrei nĂŠ lâuna nĂŠ lâaltra.
COMANDANTE DELLA 10a Ma Ottolenghi no. Egli depreca lâuna ed esalta lâaltra. Ora, non sono tuttâuno?
OTTOLENGHI No, non sono tuttâuno. Nella rivoluzione, io vedo il progresso del popolo e di tutti gli oppressi. Nella guerra, non vâè niente altro che strage inutile.
COMANDANTE DELLA 10a Inutile? Qui siamo in parecchi ad essere stati allâUniversitĂ . Alla mia UniversitĂ , noi bruciavamo i discorsi di Guglielmo II che invocava, in ogni occasione, il Dio della Guerra e che sembrava non volesse pascere i suoi sudditi che di baionette e cannoni. Inutile strage? Se non ci fossimo opposti agli imperi centrali, oggi, in Italia e in Europa, marceremmo tutti a passo dâoca e a suon di tamburi.
OTTOLENGHI Gli uni valgono gli altri.
COMANDANTE DELLA 12a E la democrazia? E la libertĂ ? Che sarebbe il tuo popolo senza di esse?
OTTOLENGHI Bella democrazia! Bella libertĂ !
COMANDANTE DELLA 10a Eppure è per esse che molti di noi sono stati per lâintervento, hanno preso le armi, affrontano tutti i sacrifici e si fanno uccidere.
OTTOLENGHI La strage non compensa il sacrificio.
COMANDANTE DELLA 12a E gli interessi dellâItalia?
OTTOLENGHI E noi, che siamo? Non siamo lâItalia?
COMANDANTE DELLA 10a Le ragioni ideali che ci hanno spinto alla guerra son venute forse a mancare perchÊ la guerra è una strage? Se noi siamo convinti che dobbiamo batterci, i nostri sacrifizi sono compensati. Certo, noi siamo tutti s...