Introduzione alla storia greca
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Introduzione alla storia greca

Dalle origini all'età romana

Domenico Musti

  1. 336 pages
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Introduzione alla storia greca

Dalle origini all'età romana

Domenico Musti

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I grandi soggetti storici, come i popoli, le città, i protagonisti, gli uomini politici, le dinastie e i principi regnanti, le regioni e i territori di rilevanza storico-politica, le istituzioni e le leggi, gli aspetti della cultura, della religione, della filosofia, le forme dell'economia, della produzione e del commercio: una grande opera di sintesi che consente una informazione preliminare ma irrinunciabile alla storia greca.

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Information

Year
2012
ISBN
9788858104200

1. Preistoria e protostoria greca. La civiltà minoica e micenea. Le origini delle «póleis»

1. Neolitico, età del Bronzo, palazzi minoici e micenei

Il periodo neolitico nel Medio Oriente comincia dall’VIII millennio a.C.; in Grecia si ritiene iniziato circa un millennio dopo, per squadernare poi le consuete fasi della periodizzazione tra il VI millennio (Neolitico Antico), il V (Neolitico Medio) e il IV (Neolitico Recente). La vigilia (Mesolitico) del Neolitico Antico, e gli inizi di questo periodo, ricevono la definizione di periodo preceramico (fondamentali le scoperte fatte a Franchti, in Argolide), il Neolitico si qualifica anche per l’avvento della ceramica, con la produzione, in primo luogo, di figurine in terracotta, antropomorfe, rappresentanti divinità o personaggi trapassati; accanto ad esse, anche elementari forme di vasi.
Poco è noto del Neolitico Antico in Grecia, ma vi appaiono già i primi esempi di abitazioni a pianta quadrangolare (Nea Nikomedia presso Verria, in Macedonia), con mura di argilla; una facies assai più caratterizzata compare col Neolitico Medio (4000 a.C. circa). Gli scavi degli archeologi greci Chr. Tsountas agli inizi del XX secolo e del più recente D.R. Theocharis sull’acropoli di Sesklo, nella Tessaglia sud-orientale, presso il golfo di Volo, quello di Vladimir Milojcˇic´ a Otzaki Magula presso Larissa, danno un quadro della capacità dell’uomo del Neolitico Medio, in Grecia, di dar vita a forme primitive di insediamento preurbano.
Le abitazioni, di forma rettangolare, presentano uno zoccolo in pietra e un alzato in mattoni crudi; non mancano del tutto elementi integrativi di fortificazioni artificiali, e continua e si arricchisce la ceramica, che presenta elementari decorazioni consistenti in incisioni lineari. Sesklo è il caso meglio noto del Neolitico in Grecia, anche se non l’unico: altri esempi sono forniti da quelle magule, sorta di piccole gobbe del terreno (tra Larissa e Velestino nella Tessaglia sud-orientale, o a Tsangli, presso Eretria, nell’Eubea). L’area tessalica sud-orientale mostra una vitalità che si prolungherà almeno fino al Tardo Elladico (palazzo miceneo di Iolco=Volo).
Del Neolitico Recente il sito più rappresentativo in Grecia è Dimini (IV millennio a.C.), poco a nord-est di Sesklo, ove compaiono almeno due novità caratteristiche: il grande sviluppo che assume l’idea e la tecnica della fortificazione (l’acropoli di Dimini presenta più cerchie di mura concentriche); la diffusione del meandro e della spirale nella decorazione dei vasi, prima ferma piuttosto alle incisioni lineari. Non è dimostrabile che a queste novità corrisponda l’avvento di un nuovo popolo, proveniente dall’area balcanica; e le mura sono forse più struttura che difesa.
Già per le prime manifestazioni della protostoria greca si son poste, sul tema sempre scabroso dei movimenti dei popoli, due grandi alternative: movimenti da Oriente, movimenti da Nord. E se, per quanto riguarda le provenienze da Nord, una volta che si ammetta, l’itinerario appare obbligato (dall’Illiria alla Grecia settentrionale), per quel che si riferisce all’Oriente le influenze e i movimenti appaiono più difficili da determinare quanto a regioni di partenza: l’Anatolia centro-occidentale e l’area siropalestinese vengono una dopo l’altra in questione.
L’interesse degli studiosi di preistoria e protostoria greca non si ferma al continente. Lo studio di siti neolitici nelle isole (Saliagos nelle Cicladi, Emporio a Chio, Tegani a Samo, e così via di seguito) non consente di individuare scansioni così nette come nella Tessaglia sud-orientale; tuttavia affinità con gli sviluppi del continente (e però anche con quelli dell’Asia Minore) sono ­innegabili.
Aspetti di continuità tra il periodo neolitico e il periodo prepalaziale si scorgono a Creta, negli strati inferiori a quelli dei palazzi minoici di Cnosso; e il periodo prepalaziale è anche attestato in altri centri dell’isola. Del resto, i progressi dell’archeologia sono ormai sempre più trascrivibili in affermazioni di continuità culturali: la rottura, la cesura, il movimento sembrano fatalmente meno afferrabili. Le forme culturali rivelano una vischiosità, un’interconnessione, una lunga durata, che va distinta da quel tipo di movimento in cui consiste la succes­sione degli eventi storici, quelli di cui sono protagonisti i soggetti della storia.
Di questo segno anche i risultati dello studio del Neolitico cipriota, che già nella sua fase iniziale, o preparatoria, quella preceramica, circa il 5000 a.C., presenta (a Choirokoitia, presso la costa meridionale tra Larnaka e Lemesos) un insediamento con caratteristiche abitazioni a volta, che morfologicamente anticipano le thóloi (edifici a pianta circolare con funzione funeraria) di epoca minoica e, soprattutto, micenea. Naturalmente, a Cipro i raffronti con il Vicino Oriente sono di particolare rilevanza.
Il Minoico Antico, a Creta, è fase prepalaziale (cioè anteriore ai ‘primi palazzi’), di discussa cronologia, ma fase che presenta già importanti produzioni artigianali, nel campo della metallurgia, della ceramica, della gioielleria.
La cronologia del mondo minoico è stata fissata sulla base di elementi della cronologia orientale e, meglio ancora, attraverso riscontri incrociati tra reperti archeologici egiziani (fondamentali) e reperti archeologici minoici: vasi di pietra egiziani della III dinastia, per la datazione dell’Antico Minoico tra il 2600 e il 2000 a.C.; vasi minoici dello stile di Kamares (Medio Minoico II) si ritrovano in contesti egiziani della XII dinastia, circa il 1800; ma un cilindro babilonese dell’epoca di Hammurabi sembra abbassare le date del Medio Minoico (Doro Levi). E, per quanto riguarda la fine dei palazzi, la scomparsa delle rappresentazioni dei Kephthiu, gli abitanti cretesi, dalle pitture tombali dell’Egitto faraonico, dopo il 1370 a.C., sembra datare la fine dei palazzi minoici di seconda fase intorno a quella data. L’Oriente egiziano e mesopotamico, sedi di monarchie che sono state anche il supporto politico della cultura della memoria storica e cronologica, datano dunque il periodo della storia egea contrassegnato dal fiorire dei grandi palazzi cretesi. Meno certi i collegamenti del mondo ittita con quello greco: gli stessi Ahhija¯wa¯ (di cui è ben possibile, anche se non certa, la spiegazione come Achei) significano forse una qualche conoscenza da parte ittita di nomi greci di personaggi e di città, ma non è vero altrettanto da parte greca: quando sorge la memoria storica fra i Greci, essa non contiene chiara traccia di identificazione degli Ittiti, forse solo inclusi nella indifferenziata nozione di Frigi, senza più precise conoscenze da parte greca. C’è dunque una fondamentale asimmetria tra gli sviluppi culturali e le manifestazioni di conoscenza storica fra Ittiti e Greci: quando ci sono gli Ittiti, la storia greca non è né nota, né veramente avviata; quando ci sono Greci in grado di conoscere e ricordare, gli Ittiti non ci sono più.
L’età del Bronzo in Grecia si estende grosso modo dal 2800 al 1100 a.C. La consueta tripartizione (Antico-Medio-Recente) vale per l’età del Bronzo nel continente (Elladico), nelle isole (Cicladico) e Creta (Minoico). Nell’Antico Elladico e Cicladico appaiono particolarmente evidenti le analogie tra le culture dell’Asia Minore (verificabili cronologicamente attraverso gli scavi di Troia) e quelle delle isole dell’Egeo settentrionale (Lesbo, scavi di Thermi; Lemno, scavi di Poliochni). È caratteristica di quest’epoca la diffusione di una ceramica a vernice lucida (Urfirnis), che permette di individuare affinità tra le civiltà della Tessaglia meridionale, di alcune località del Peloponneso e delle Cicladi.
Al passaggio dall’Antico al Medio Elladico, avvenuto intorno al 2000-1800 a.C., corrisponde la diffusione della cosiddetta Gray Minyan Ware, una cerami­ca grigia, monocroma, chiamata letterariamente «minia» dallo Schliemann, con la cui espansione dalla Tessaglia alla Focide alla Beozia all’Argolide potrebbe coincidere l’avanzata di genti indoeuropee (tradizionalmente indicate come Achei), che costituiscono il nucleo della popolazione ellenica di età pienamente storica.
Certamente col Medio Minoico I emerge la civiltà palaziale, con quei ‘primi palazzi’ che presentano una struttura semplice, che sviluppa, contornandola di ambienti diversi, la fondamentale struttura dello spazio quadrangolare, chiamato mégaron. Circa il 1900 a.C. sorgono così i palazzi di Cnosso e di Festo, i quali però conoscono successivamente un notevole ampliamento, un’articolazione diversa delle funzioni dei diversi ambienti, la creazione di ambienti di rappresentanza e destinati a funzioni sociali elevate come i cosiddetti teatri. A questa seconda fase palaziale appartiene il palazzo conservato a Mallia, nella Creta orientale, oggetto di scavi francesi, o quello scavato dai Greci a Zakros, o le dépendances signorili, quale è, rispetto al palazzo di Festo, il palazzetto (o villa) di Haghia Triada, nella Messarà, cioè nella pianura meridionale della Creta centrale, scavato dagli archeologi italiani. La raffinatezza delle decorazioni parietali o la ricca policromia degli affreschi dei secondi palazzi illustrano una società organizzata e vitale.
Altri fatti d’ordine culturale di particolare importanza vanno assegnati all’ultima fase del Minoico Medio e alle prime fasi del Tardo, cioè all’età neopalaziale: p. es. la diffusione della scrittura sillabica (Lineare A), che convive con precedenti forme di scrittura geroglifica, preceduta e accompagnata dalla diffusione dei sigilli; e i palazzi appaiono in più stretto rapporto con l’ambiente siropalestinese, quello mesopotamico, l’Egitto.
La civiltà elladica, quella del continente, continua naturalmente anch’essa il suo corso e il suo progresso; Lerna, nell’Argolide, offre un buon esempio di continuità.
Ma una irradiazione vera e propria della civiltà minoica palaziale, e soprattutto neopalaziale si può documentare a Tera, nelle Cicladi, o Citera, di fronte alle coste della Laconia. A Tera gli scavi di Sp. Marinatos hanno riportato alla luce resti di un insediamento del Tardo o addirittura del Medio Minoico, che potrebbero far pensare a un palazzo. Gli splendidi affreschi, che così bene documentano le forme della vita sociale, la pratica del mare di questo popolo, o dei Minoici in generale, sono forse i resti più cospicui e più noti. Tera fu distrutta da una o più eruzioni vulcaniche, datate tra il 1600 e il 1450 a.C., che produssero effetti rovinosi a Creta.
I Greci parlano di talassocrazia minoica. Minosse, come chiarisce Tucidide (I 4), dominò le Cicladi e il mare tutt’intorno, per liberarle dai pirati e per avere un più sicuro afflusso di entrate. Talassocrazia, nel significato che al termine attribuiscono gli storici greci del V secolo a.C., non è pratica del mare in generale o familiarità con la navigazione; è il dominio sul mare, su un tratto di mare sottoposto al rigido controllo, in primo luogo militare, di una determinata entità politica, quindi un dominio con carattere di continuità su un determinato spazio marittimo e naturalmente sui territori in esso contenuti (isole) o che su di esso si affacciano. Il 1450 circa, la data di passaggio dal Tardo Minoico I al Tardo Minoico II, è un momento cruciale. L’età micenea si divide in tre sottoperiodi che corrispondono all’ultimo periodo dell’Elladico, che si distingue dunque tra un Tardo Elladico I (1600/1580-1500); II (1500-1425); III (1425-1100 a.C.).
Palazzi micenei scavati in Grecia sono: Micene e Tirinto nell’Argolide, Pilo in Messenia, Tebe in Beozia, Iolco in Tessaglia; resti di strutture d’epoca micenea si colgono anche ad Atene e, in Beozia, ad Orcomeno. Già alla I fase del Tardo Elladico sembra risalire il Circolo A delle tombe a fossa (regali o aristocratiche) di Micene. La II e la III fase furono certo di grande espansione per i regni micenei. Tra il 1450 e il 1400 (o, secondo la cronologia più recente, di Popham, fino al 1370) si data un regno miceneo a Cnosso; e tra XIV e XIII secolo si data la maggiore espansione della ceramica micenea in Oriente, a cui si accompagna, ma soprattutto succede, una espansione in Occidente.
È dunque già una seconda fase della presenza greca nella penisola greca e nelle isole e regioni adiacenti quella che avvertiamo nel Tardo Elladico. Nell’oreficeria, nella ceramica, e soprattutto nella scrittura, i Micenei di Pilo, come di Micene o di Tirinto, di Tebe e di Orcomeno, si rivelano debitori dei Minoici: la Lineare A, che era stata usata per una lingua non greca, finora non identificata, viene (originalmente, sembra) adattata (Lineare B) all’esigenza di rappresentare graficamente parole greche, di un tipo dialettale di cui appare come più diretto erede, in epoca arcaica, il dialetto arcado-cipriota.
Ma il 1450 è una data cruciale nella storia dei rapporti tra Creta minoica e il mondo greco, perché dopo di essa si ha l’insediamento di un dominio miceneo a Cnosso e probabilmente, nella Creta occidentale, a Chanià.
Lo straordinario materiale di testi in Lineare B, che ammontano ad alcune migliaia, presenta tre punti di addensamento: Cnosso, Pilo e, ora, Tebe. Per i testi di Pilo si adotta una data 1200 circa. Per i resti di Cnosso sembra ancora aperta la controversia tra coloro che, sulla scorta di Evans, li datano alla fine del XV (o ormai anche agli inizi del XIV) secolo, cioè alla fase finale del periodo miceneo di Cnosso, e coloro che invece, dopo le contestazioni del Palmer, ritengono di non poter ammettere uno iato di ben due secoli tra le tavolette in Lineare B di Cnosso e quelle di Pilo.
Nell’insieme, sono le tavolette di Pilo (meno numerose delle tavolette di Cnosso, ma contenenti iscrizioni di maggiore lunghezza) quelle che ci forniscono un ...

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Musti, Domenico. (2012) 2012. Introduzione Alla Storia Greca. [Edition unavailable]. Editori Laterza. https://www.perlego.com/book/3460646/introduzione-alla-storia-greca-dalle-origini-allet-romana-pdf.

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Musti, D. (2012) Introduzione alla storia greca. [edition unavailable]. Editori Laterza. Available at: https://www.perlego.com/book/3460646/introduzione-alla-storia-greca-dalle-origini-allet-romana-pdf (Accessed: 15 October 2022).

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Musti, Domenico. Introduzione Alla Storia Greca. [edition unavailable]. Editori Laterza, 2012. Web. 15 Oct. 2022.