Nel girone dei bestemmiatori
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Nel girone dei bestemmiatori

Una commedia operaia

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Nel girone dei bestemmiatori

Una commedia operaia

About this book

ÂŤLa storia, Elettra, comincia col nomeÂť. E allora andiamo alla ricerca del nome. O meglio, dei nomi: comuni, di cose, di attrezzi, di persone. Un elenco di nomi trascurati o dimenticati che conduce dritti in un inferno operaio dove Dante sta fianco a fianco a epici saldatori e ai protagonisti degli spaghetti-western. Una rutilante avventura tragicomica, al cuore dell'identitĂ  operaia di ieri e di oggi.

Dammi le parole come se fossero attrezzi. Tieni il filo del discorso. Fissalo a quel passante. Metti in squadra il racconto. Ecco il nonno operaio, la nonna casalinga stakanovista, il bisnonno muratore, il babbo scribacchino a cottimo. Ora srotola la storia come un filo d'Arianna per scendere in un mondo sotterraneo. Come in un sogno, leggerai di Renato, leggendario saldatore condannato alla manutenzione dei gironi infernali ("eh, avoglia a aspettà i dantisti a rabberzà 'sti cerchi!"). SÏ, siamo alle solite: il vecchio sta per rovesciare l'inferno come un guanto e dribbla le fiamme dell'Erebo come se fosse Cruijff. Tra vecchi attrezzi e modi di dire popolari, ogni cosa è uno spunto per ricordare e moltiplicare i racconti sulla vita di Renato. Avventure familiari tragicomiche, storie di calcio dei bassifondi, orgoglio working class, figuracce fantozziane, pantagruelici pranzi domenicali e lezioni di manutenzione di vecchie auto immortali. Ma all'improvviso la storia si infila in un inferno proletario dove gli scenari della Commedia di Dante si intrecciano con gli spaghetti-western di Sergio Leone. Una vecchia armonica risuona tra le labbra di Steve McQueen e fa da colonna sonora alla piÚ grande evasione di tutti i tempi. Ovviamente la spalla che dovrà scardinare le porte degli inferi sarà quella proletaria di Renato. Una domanda si impone: da che parte starà Dante Alighieri? Anche il poeta cinto d'alloro gioca un ruolo in questa storia. Il finale è col botto e al lettore non rimane che ricordare le parole di James Coburn in un capolavoro di Sergio Leone: GiÚ la testa. Dopo Amianto e 108 metri, tradotti in mezzo mondo, il nuovo romanzo di Alberto Prunetti, voce originalissima della letteratura working class.

Featuring: Renato & Steve McQueen. Special guest: Dante Alighieri. Soundtrack: l'armonica di C'era una volta il West.

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Information

La storia della grande fuga
(un copione spaghetti-western)

Renato: Steve, un’altra partita a briscola?
Steve McQueen: Pard, meglio se lavoriamo. Che arnesi hai recuperato stavolta?
Renato: Due lime da ferro. Una tronchese. Forbici da lattoniere. Occhiali da saldatura ossido-acetilenica.
Steve: Cool!
Renato: Dé, hai ragione a dì culo, sì. E brodi loro che lasciano tutti questi attrezzi tra le mi’ mani. Peggio posto ’un c’è. (Ride). Da’ retta, Steve. Te dammi un cacciavite e io ti ci ribalto l’inferno come un guanto. Ho fatto bene a fa’ finta d’avé messo la testa a posto col padrone.
Steve: Hai recitato alla grande, io non avrei saputo far di meglio...
Renato: Che poi se quello lassù pensa ch’io gli regalo il mi’ sudore a gratisse ’un c’ha capito proprio nulla... ma poi hai sentito che leccate gli fa il fiorentino? Il sommo fattore che tutto move... Ma come si fa a fa certe sviolinate al capo? Io gli direi: ma te chi ti credi d’esse? Il padreterno? Son tutti così i padroni, li metti dietro a una scrivania e si sentono dio in terra. Pensano che la fabbrica è tutta roba loro. Il Principale ’un batte mai chiodo ma pare abbia fatto tutto lui. ’Un move un dito neanche a supplicarlo, e poi dice che è onnipotente. Il mondo? Roba sua, l’ha fatto da solo in sei giorni, dé. E chi ’un ci crede va all’inferno. Col cavolo. Il mondo s’è fatto noi. Con queste mani qui. Ho retto la parte, bisognava fa’ buon viso a cattiva sorte. Ma ora si va alla resa dei conti. Ho ragione o no, Steve?
Steve: Parole sante, amigo. Parole sante. Saresti stato un grande attore, Renato.
Renato: E te saresti stato un grande livornese, Steve.
Steve: Com’on. Ripassiamo il piano. Come siamo messi?
Renato: Dé, ci siamo. Ho rifilato con la mola il cancellaccio che porta al fiume. Ho assottigliato i cardini pian piano, riducendoli di qualche millimetro d’acciaio. Ho allentato i dadi dei bulloni e ridotto i gangheri fino al punto di rottura. Basterà una spinta per sfondare. Caronte, rincoglionito com’è, ’un si dovrebbe accorge di niente. E quando andiamo via, lasciamo la porta aperta. Ci verranno dietro tutti gli operai che han perso la vita per arricchire i padroni. Il cerchio che ho costruito per loro ha delle feritoie nascoste da un lamierone brunito. Sembra ghisa, ma lo abbatteranno con un rutto. Se si scappa noi, bisogna che possano scappà anche loro. Aspettano solo di sentì l’urlo di guerra.
Steve: L’urlo di guerra?
Renato: Certo. Come dite nei vostri film? La parola d’ordine.
Steve: Su quella siamo d’accordo allora?
Renato: Come preferisci te. Vada per “Mompracem vivrà!”.
Steve: Bene. Mi sembra una soluzione cinematografica. Ma quando i tigrotti saranno fuori devono evitare di rimanere assieme. Bisogna disperdersi. Ognuno deve prendere una strada diversa. È una questione di strategia. Altrimenti gli sgherri di Brooke ci fregano.
Renato: L’operazione Mompracem!
Steve: Renato, ricorda che da te dipende la parte fondamentale dell’operazione. Ripeti la procedura a memoria.
Renato: Chiudo le valvole del gas, spacco i manometri e mando in tilt le centraline elettriche. Non è mai successo finora, ma accadrà: le fiamme dell’inferno si spengeranno. A quel punto la catena si fermerà e i dannati abbandoneranno le linee e organizzeranno il primo picchetto sindacale dell’aldilà.
Steve: Possiamo fidarci di loro?
Renato: Per certe categorie professionali posso mette’ le mani sul foco. Bestemmiatori e lussuriosi stanno dalla nostra parte. Scateneranno l’inferno, amigo. Agiranno a gatto selvaggio. E poi ci basta che tengano impegnati quei simpaticoni dei cherubini per un po’. Il tempo di distrarre la sorveglianza mentre noi, dall’altro lato, ci diamo da fare col cancellone. Mi chiedo solo se ce la faremo. Il gioco è rischioso...
Steve: Tu pensa a sfondare il cancellaccio, compadre. Se le cose stanno come dici, che vicino a quel cancello ti arriva sulla radiolina trafugata in cantiere il segnale-radio delle partite...
Renato: Ma prendo solo la provincia di Livorno...
Steve: Appunto. Questo vuol dire che il cancello corrisponde alle tombe etrusche dei tuoi racconti. Non ci resta che guadare l’Acheronte e dovremmo spuntare fuori in quella necropoli.
Renato: Le tromb’etrusche di Baratti!
Steve: In realtĂ  pare si tratti di un pregevole sito archeologico...
Renato: Sieh, aridagli... ora mettitici anche te. Ascolta, Steve, fanno un porpo ’briaco da quelle parti che è uno spettacolo. Col vino rosso è la su’ morte.
Steve: Renato, andremo di corsa. Lo so come girano le cose quando sei in fuga. Dobbiamo bruciare i tempi.
Renato: Che si fa?
Steve: Che si fa? Quando siamo fuori la prima cosa è rimediare una moto. La inforchiamo e a quel punto ci penso io. Devi solo starmi attaccato alla schiena e guardarmi le spalle, ok?
Renato: Niente moto, Steve, diamo troppo nell’occhio. So io dove rimedià una vecchia audi 80 del 1990. Quella ’un m’ha mai lasciato a piedi.
Steve: Ok, sei tu quello che ha i contatti in zona.
Renato: Ma quando saremo fuori vuoi che non mandino sulla nostra pista quell’attrezzi con l’alucce?
Steve: Questa è la seconda parte del piano. Per un po’ stiamo nascosti. Facciamo calmare le acque, poi troviamo un modo per arrivare in Costa Rica.
Renato: In Costa Rica a fa’ che? A prende il sole in mezzo ai quattrinai in vacanza?
Steve: Amigo, mica siamo dei brodi. Guarda cos’ho nel taschino della mia camicia...
Renato: Un’armonica?
Steve: Già, un’armonica. Sai chi m...

Table of contents

  1. Prologo. Nel mezzo del cammin della mi’ vita
  2. La storia delle fatiche d’Ercole
  3. La storia del sale
  4. La storia dell’elettrodo
  5. La storia della fibra grigia
  6. La storia della cassetta degli attrezzi
  7. La storia del girone dei bestemmiatori
  8. La storia della domenica degli operai
  9. La storia della palla che rotola
  10. La storia della macchina da scrivere
  11. La storia dell’auto vecchia
  12. La storia del ferro che bogliente esce dal foco
  13. La storia delle figuracce fatte
  14. La storia del cerchio invisibile
  15. La storia del reverendo gobbo
  16. La storia della cicala e della formica
  17. La storia dell’economia domestica
  18. La storia di Sandokan
  19. La storia della fonderia nera
  20. La storia della grande fuga (un copione spaghetti-western)
  21. Ringraziamenti