La Santa Sede, gli Stati Uniti e le relazioni internazionali durante il pontificato di Pio XII
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La Santa Sede, gli Stati Uniti e le relazioni internazionali durante il pontificato di Pio XII

Studi dopo l'apertura degli archivi vaticani (1939-1958)

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La Santa Sede, gli Stati Uniti e le relazioni internazionali durante il pontificato di Pio XII

Studi dopo l'apertura degli archivi vaticani (1939-1958)

About this book

Prefazione di Kathleen Sprows Cummings
Gli Stati Uniti e la Santa Sede sono due potenze mondiali, a vocazione planetaria. Se la storia delle loro relazioni è datata, il salto di qualità del rapporto è avvenuto con la seconda guerra mondiale e con la guerra fredda, quando non poterono più ignorarsi o guardarsi da lontano. Decisero di collaborare, e a livello planetario. È il tempo dei presidenti Roosevelt, Truman e Eisenhower e di papa Pio XII. Le loro relazioni internazionali toccano dossier che riguardano le più disparate aree, dall’Europa al Medio Oriente, dall’America Latina all’Estremo Oriente, e i più diversi ambiti, dalla politica agli affari ecclesiastici, dai rifugiati di guerra alle migrazioni. Il volume presenta la più aggiornata riflessione storiografica sulle loro relazioni e le prime considerazioni archivistiche a partire dalle carte conosciute con la recente apertura degli archivi della Santa Sede relativi al pontificato di Pio XII (1939-1958).

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1. Gli uomini

Questa rete di connessioni è evidente se si prende in considerazione l’approccio prosopografico e biografico ai protagonisti di questa storia. Se il genere prosopografico nasce per la storia antico-romana [1] , per essere poi esteso alla storia antica greca [2] , divenendo in ultimo un metodo di storia sociale, esso entra nella storia della Chiesa piuttosto recentemente. Si pensi alle premesse poste negli anni ’70 da Christoph Weber, che ha tentato di individuare e ricostruire la formazione e la natura dei gruppi di potere della Curia [3] , al magistrale lavoro di Philippe Boutry sui prelati della Curia romana al tempo della Restaurazione (1814-1846) [4] , a quello di Hubert Wolf sulle Congregazioni romane del Sant’Uffizio e dell’Indice [5] e agli studi sul Sacro Collegio di Jean LeBlanc [6] (come anche a quelli esclusivamente online di Salvador Miranda) [7] . Successivamente tale metodo è applicato all’analisi del corpo collettivo dei vescovi negli studi di Jacques-Olivier Boudon, Frédéric Le Moigne e Eric A. Derr [8] e più recentemente all’episcopato di alcune regioni africane [9] .
Il metodo prosopografico è stato molto fecondo per gli studi sulla Curia romana e la diplomazia pontificia, facilitandone una corretta comprensione. Ha messo in luce il retroterra comune degli attori (protagonisti e non) di questa storia, come la rete sociale di appartenenza, la comune formazione nei collegi e seminari romani, la frequentazione delle medesime Università.
Gli studi più recenti sulla Curia romana hanno ancora meglio focalizzato, puntualizzato e applicato il metodo prosopografico al dicastero che per eccellenza è stato tra l’800 e il ’900 il ganglio del rapporto tra la Curia e la diplomazia papale: la Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari. In tal senso i lavori di Nicholas Doublet e Diego Pinna sono esemplari per il metodo applicato e i risultati ottenuti [10] , che permettono di meglio comprendere il retroterra e gli orizzonti del network umano della diplomazia del tempo di Pio XII. Infatti, se il lavoro di Doublet sa far emergere le dinamiche degli anni di Benedetto XV, nei quali Pacelli è diplomaticamente cresciuto e assestatosi, il lavoro di Pinna aiuta a capire che certe dinamiche novecentesche affondano le loro radici nell’800. Detto in altre parole, la diplomazia del giovane Pacelli e del maturo segretario di Stato e poi papa non è isolata, un unicum, bensì frutto di una tradizione e di un cursus. Non a caso Pacelli, da poco segretario di Stato, vorrà presentarsi quale erede delle due anime dell’allora diplomazia pontificia, quella di Rampolla e quella di Merry del Val [11] .
A fianco della prosopografia e propriamente quale sua premessa vanno presi in considerazione i cataloghi sui rappresentanti pontifici nel mondo, come il testo di Giuseppe De Marchi o Dino Staffa [12] . Elementi utili, ma sparsi e non organicamente raccolti, si trovano nella serie dei volumi della Hierarchia Catholica [13] o nelle schede prosopografiche di cardinali o prelati pubblicate all’interno di monografie specifiche [14] .
Questa vivacità di ricerca non ha ancora pienamente investito il pontificato di papa Pacelli, sebbene il suo funzionamento e la sua riuscita dipendano proprio da questa rete preesistente. Si pensi esemplarmente proprio al rapporto tra lo stesso Pacelli/Pio XII e Spellman [15] , nato a causa del comune retroterra delle relazioni umane e del successivo comune lavoro in Segreteria di Stato, che poi porterà ad una loro relazione personale privilegiata, che inciderà proprio sulle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e USA, aggirando non poche volte canali più ufficiali. Ormai gli attori della Curia e della diplomazia pontificia sono sempre più internazionali. Pertanto l’approccio prosopografico richiederà una maggiore capacità di comprensione di dati assai vari, sebbene il passaggio a Roma, con l’assunzione dello “spirito romano” [16] , rimanga uno dei tornanti obbligatori.


[1] Cfr. C. Nicolet, Prosopographie et histoire sociale. Rome et l’Italie à l’époque républicaine, in «Annales. Économie, Sociétés, Civilisations», XXV/5, 1970, pp. 1209-1228.
[2] Cfr. H. Berve, Das Alexanderreich aus prosopographischer Grundlage, 2 voll., Prosographie, Munchen 1926; W. Peremans – E. Van’t Dack, Prosopographia Ptolemaica, Publications universitaires de Louvain, Louvain 1970.
[3] Cfr. C. Weber, Quellen und Studien zur Kurie und zur vatikanischen Politik unter Leo XIII. Mit Berücksichtigung der Beziehungen des Hl. Stuhles zu den Dreibundmächten, Max Niemeyer, Tübingen, 1973; C. Weber, Kardinäle und Prälaten in den letzten Jahrzehnten des Kirchenstaates. Elite-Rekrutierung, Karriere-Muster und Soziale Zusammensetzung der Kurialen Führungsschicht zur Zeit Pius’ IX (1846-1878), voll. 1-2, Anton Hiersemann, Stuttgart 1978; C. Weber, Legati e Governatori dello Stato Pontificio (1550-1809), Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 1994; Id. Die päpstlichen Referendare 1566-1809: Chronologie und Prosopographie, a cura di C. Weber, voll. 1-3, Hiersemann, Stuttgart 2003-2004.
[4] Cfr. P. Boutry, Souverain et pontife. Recherches prosopographiques sur la Curie romaine à l’âge de la Restauration (1814-1846), École française de Rome, Roma 2002.
[5] Cfr. H. Wolf, Prosopographie von Römischer Inquisition und Indexkongregation 1814-1917, voll. 1-2, Ferdinand Schöningh, Paderborn-München-Wien-Zürich 2005.
[6] Cfr. J. LeBlanc, Dictionnaire biographiques des cardinaux du XIX e siècle. Contribution à l’histoire du Sacré Collège sous les pontificats de Pie VII, Léon XII, Pie VIII, Grégoire XVI, Pie IX et Léon XIII, 1800-1903, Wilson & Lafleur, Montréal 2007.
[7] Cfr. S. Miranda, The Cardinals of the Holy Roman Church: https://cardinals.fiu.edu/cardinals.htm.
[8] Cfr. J.O. Boudon, L’ Épiscopat français à l’époque concordataire 1802-1905, Cerf, Paris 1996; F. Le Moigne, Les évêques français de Verdun à Vatican II. Une génération en mal d’héroïsme, Presses Universitaires de Rennes,Rennes 2005; E.A. Derr, The Irish Catholic Episcopal Corps, 1657-1829: A Prosopographical Analysis, National University of Ireland, Maynooth 2013.
[9] Cfr. D.L. Okito W’Okito , Les ordinaires de l’Eglise au Congo Belge (1895-1959). Origines, formation, nomination et prosopographie, Pontificia Università Gregoriana, Roma 2020; P. Kipkoech, Local Ordinaries in Kenya 1868-1960. Prosopography and contribution to the Catholic Church, Pontificia Università Gregoriana, Roma 2021.
[10] Cfr. N.J. Doublet, A politics of peace. The Congregation for Extraordinary Ecclesiastical Affairs during the pontificate of Benedict XV (1914-1922), Studium, Roma 2019; D. Pinna, Il Gran Consiglio della Chiesa: Leone XIII e la Congregazione degli Affari ecclesiastici straordinari (1878-1887), Studium, Roma 2021.
[11] Cfr. G. Coco, L’“Anno Terribile” del Cardinale Pacelli e il più segreto tra i concistori di Pio XI, in «Archivum Historiae Pontificiae», XLVII, 2009, pp. 143-276.
[12] Cfr. G. De Marchi, Le nunziature apostoliche dal 1800 al 19...

Table of contents

  1. Copertina
  2. La Santa Sede, gli Stati Uniti e le relazioni internazionali durante il pontificato di Pio XII
  3. Indice dei contenuti
  4. SIGLE E ABBREVIAZIONI
  5. PREFAZIONE
  6. INTRODUZIONE
  7. SAGGI STORIOGRAFICI
  8. I. LA DIPLOMAZIA PAPALE: UN PERCORSO STORIOGRAFICO
  9. 1. Gli uomini
  10. 2. Le biografie dei protagonisti
  11. 3. L’intreccio tra la Curia e la diplomazia
  12. 4. La diplomazia pontificia
  13. 5. La diplomazia di Pio XII. Linee generali
  14. 6. La diplomazia di Pio XII. L’anticomunismo
  15. 7. La diplomazia di Pio XII. Il rapporto con gli USA
  16. 8. La diplomazia di Pio XII. I nuovi orizzonti
  17. 9. La pubblicazione delle fonti
  18. 10. Conclusioni
  19. II. IL VATICANO, GLI STATI UNITI E L’EUROPA
  20. 1. La ricerca di una pace giusta e duratura
  21. 2. La difesa dell’Occidente
  22. 3. La costruzione dell’Europa unita
  23. III. SANTA SEDE E STATI UNITI ALLA PROVA DELL’AMERICA LATINA: GLI ANNI DI PIO XII (1939-1958)
  24. 1. Una lacuna storiografica significativa
  25. 2. L’America Latina nei rapporti bilaterali Stati Uniti – Santa Sede tra Benedetto XV e Pio XI
  26. 3. “Occidenti” a confronto, tra Seconda guerra mondiale e Guerra fredda
  27. 4. Santa Sede, America Latina e Stati Uniti negli anni Cinquanta
  28. 5. Viste da Washington: Roma e l’America Latina alla fine del pontificato
  29. IV. THE VATICAN, THE UNITED STATES AND THE COLD WAR IN CENTRAL AND EASTERN EUROPE (1945-1958): STATUS QUAESTIONIS AND PROSPECTS FOR RESEARCH
  30. 1. The United States policy towards Central and Eastern Europe between 1945 and 1958
  31. 2. Vatican Ostpolitik 1945-1958
  32. 3. Summary
  33. V. JEWISH-CATHOLIC DIPLOMACY, HUMANITARIANISM, AND TRANSATLANTIC RESPONSES TO PERSECUTIONS 1930S-1940S
  34. 1. «The Church Wields a Tremendous Influence»: Religious Diplomacy and the Refugee Crisis of the 1930s
  35. 2. «In the Same Boat»: the Shaping of a Common Language against Antisemitism and Totalitarianism
  36. 3. Transatlantic Networks of Anti-Nazi Collaboration: the Waldman-Wirth Connection
  37. 4. Research Perspectives on the War Period
  38. 5. Conclusion
  39. VI. ROMA: RIFUGIATI E MIGRANTI NEL SECONDO DOPOGUERRA. FONTI ARCHIVISTICHE E STORIOGRAFICHE IN RELAZIONE ANCHE ALL’INTERVENTO DELLA CHIESA CATTOLICA STATUNITENSE
  40. 1. Riflessioni storiografiche
  41. 2. La fuga nazifascista, la diaspora europea e la documentazione a disposizione
  42. 3. Approfondire la dimensione del profugato
  43. 4. Tirando le somme
  44. SAGGI ARCHIVISTICI
  45. VII. SANTA SEDE E STATI UNITI IN ESTREMO ORIENTE: I PRIMORDI DI UNA COLLABORAZIONE (1937-1948)
  46. 1. Un’intesa inevitabile
  47. 2. Le risorse dell’Archivio Apostolico
  48. 3. Un esordio “missionario”
  49. 4. Guerra e diplomazia
  50. 5. Il Giappone nell’era MacArthur
  51. 6. La nuova Cina
  52. VIII. LE CARTE DELL’ARCHIVIO DELLA DELEGAZIONE APOSTOLICA NEGLI STATI UNITI. IL PONTIFICATO DI PIO XII: NUOVI VERSAMENTI E RIORDINAMENTI – LE CARTE DEI RAPPRESENTANTI PAPALI DI ORIGINE STATUNITENSE
  53. 1. Il riavvicinamento tra Stati Uniti e Santa Sede: Franklin Delano Roosevelt ed Eugenio Pacelli
  54. 2. Il mestiere di archivista, costruttore di ponti
  55. 3. La Delegazione Apostolica negli Stati Uniti e il suo archivio
  56. 4. La diplomazia vaticana sotto il pontificato di Pio XII: i rappresentanti di origine statunitense della Santa Sede e le loro carte in Archivio Apostolico
  57. IX. PROSPETTIVE ROMANE SUGLI STATI UNITI: I DOCUMENTI DELLA CONGREGAZIONE DEGLI AFFARI ECCLESIASTICI STRAORDINARI E DEL SANT’UFFIZIO
  58. 1. L’Archivio Storico della Segreteria di Stato
  59. 2. L’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede
  60. 3. Conclusioni
  61. X. L’ARCHIVIO GENERALE SCALABRINIANO E I RAPPORTI TRA SANTA SEDE, ITALIA E STATI UNITI DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE
  62. AUTORI
  63. INDICE DEI NOMI