Cos'è la libertà?
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Cos'è la libertà?

Te lo dice Maria

Angelo Comastri

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Cos'è la libertà?

Te lo dice Maria

Angelo Comastri

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In questo nuovo, coraggioso volume, il Card. Comastri ci aiuta a riflettere su una questione per nulla scontata: cos'è la libertà? Parlare di libertà, oggi, è come entrare in un terreno di sabbie mobili: ci sembra di poggiare il piede sul sicuro e invece improvvisamente ci accorgiamo che il terreno non regge ma sprofonda sotto di noi. Viviamo, infatti, in una società che ha talmente smarrito il senso della vita che neppure lo cerca più. E la libertà, di conseguenza, come ben testimoniano le storie narrate nel libro, oggi si muove come una forza cieca che non vede un orizzonte e non ha una meta alta da raggiungere. Per comprendere il senso profondo della libertà, il Card. Comastri ci invita a guardare a Maria, la donna più libera perché non aveva alcun idolo nel cuore. Con il suo «eccomi», un atto di pura libertà, Maria si consegna al suo Creatore e permette a Dio di aprirsi un varco dentro la storia umana, affinché Egli possa accendere, nel freddo del peccato, il fuoco dell'Amore. Maria, nel momento in cui si dichiara serva del Signore, tocca il vertice più alto della libertà umana. La libertà, dunque, ci viene donata come opportunità per aprirci a Dio, del quale portiamo dentro di noi un innato bisogno.

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Information

Year
2022
ISBN
9788892232129

PREFAZIONE

Parlare di libertà, oggi, è come entrare in un terreno di sabbie mobili: ti sembra di poggiare il piede sul sicuro e invece improvvisamente ti accorgi che il terreno non regge ma sprofonda sotto di te.
Che cos’è la libertà?
Certamente la libertà non consiste e non può consistere nel diritto di uccidere: se, in nome della libertà, qualcuno si arroga il diritto di calpestare un’altra libertà, vuol dire che la sua libertà è soltanto una maschera: dietro la maschera… c’è ben altro!
Eppure questa maschera oggi è diffusissima. Non avete più volte sentito dire che la donna ha diritto all’aborto? È lei – si dice – che deve decidere se portare avanti, o no, una vita! Sapete cosa significa questo… se togliete la maschera? Significa che la donna, in nome della libertà, ha il diritto di poter uccidere un bambino sbocciato nel suo grembo: cioè, ha il diritto di poter togliere la vita… proprio in quello spazio fisico in cui la vita umana sembrerebbe più sicura e più protetta, perché collocata sotto il cuore stesso della madre! È libertà questa?
Madre Teresa di Calcutta, la donna che ha usato sempre la libertà per salvare la vita umana e mai per calpestarla, giustamente ha fatto questa osservazione: «Fate attenzione: se, in nome della libertà, riconoscete alla madre il diritto di poter uccidere nel grembo il proprio figlio… domani, in nome della stessa libertà, chi potrà negare a un altro figlio il diritto di poter uccidere la propria madre?».
Sono parole severe, perché sono parole… senza maschera di ipocrisia.
E invece, usando la maschera, l’aborto viene chiamato IVG cioè «interruzione volontaria di gravidanza», mentre, senza maschera, andrebbe chiamato UVF «uccisione volontaria del figlio». Sì, questo possiamo affermarlo proprio in nome della scienza, che oggi documenta ampiamente che il bambino, fin dalle primissime settimane, avverte tutti gli stati d’animo della mamma e dialoga silenziosamente ma decisamente con la madre.
Non vale la pena di riflettere un po’ di più sul significato della libertà? Talvolta si sente ripetere anche un’altra ambigua affermazione: «La vita è mia e ne faccio quel che voglio. Voglio usare la droga? Lo faccio e nessuno può proibirmelo! Voglio ubriacarmi? Lo faccio e nessuno può proibirmelo! Voglio lanciare i sassi dal cavalcavia perché è divertente? Lo faccio e nessuno può proibirmelo! Voglio l’emozione di guidare la macchina a tutta velocità? Lo faccio e nessuno può proibirmelo!». Anche qui si nasconde un insidioso e menzognero concetto di libertà.
«La vita è mia!»: è vero fino a un certo punto. La tua vita, infatti, è un dono per tutti. Tu, della tua vita, non puoi farne quel che vuoi, perché essa appartiene a tutti. Come una nota musicale, che fa parte di un’unica canzone; come una parola che forma, insieme ad altre parole, un unico discorso; come una pietra che, con altre pietre, tiene in piedi un’unica casa; come un fiore che, insieme ad altri fiori, dipinge la bellezza di un unico prato!
La libertà, infatti, è incomprensibile senza una sapienza che la spieghi e la orienti e la collochi all’interno di una trama che le dia un significato.
La libertà è come la velocità! È concepibile, secondo voi, la costruzione di macchine sempre più veloci, senza la contemporanea crescita di maturazione e di preparazione del pilota? Oggi è accaduto questo! Abbiamo aumentato gli spazi della libertà (pensate quanti spazi nuovi offre alla libertà la possibilità di usare un’auto per spostarsi, la possibilità di usare il cellulare, la possibilità di navigare su internet…), ma abbiamo svuotato la libertà togliendole la sapienza che poteva e doveva guidarla e orientarla.
A questo punto è doverosa una domanda: che cos’è la sapienza? È il «principio» che orienta ogni scelta e ogni azione umana. Qual è questo «principio»?
Non voglio anticipare la risposta: leggi e, alla fine, avrai la gioia di dire a te stesso che hai trovato il senso della tua libertà.
Ti accompagno con la mia preghiera.
Card. Angelo Comastri

«Quando un popolo divorato dalla sete di libertà si trova ad aver coppieri che gliene versano quanta ne vuole fino ad ubriacarlo, accade che i governanti quando non sono pronti ad esaudire le richieste dei sempre più esigenti sudditi vengano chiamati despoti. Accade che chi si dimostra disciplinato venga dipinto come un uomo senza carattere o come un servo. Accade che il padre impaurito finisca col trattare i figli come suoi pari e non è più rispettato; che il maestro non osi rimproverare gli scolari e che questi si facciano beffe di lui; che i giovani pretendano gli stessi diritti dei vecchi e per non sembrare troppo severi i vecchi li accontentino. In tale clima di libertà, e in nome della medesima, non v’è più rispetto e riguardo per nessuno. E in mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia».
Platone, Repubblica
Inizio preghiera

PREGHIERA A MARIA ESPERTA DI LIBERTÀ

O Maria esperta di libertà,
c’è tanta nebbia attorno a noi e non vediamo più la strada della verità che dà senso alla vita e la libera dal vuoto pesante di un cammino senza meta.
O Maria Donna veramente libera,
accosta la Tua lampada all’oscurità dei nostri capricci, frutto di un deformante egoismo, affinché vediamo le catene che abbiamo costruito con le nostre mani.
O Maria esperta di libertà,
pronuncia il Tuo “sì” nella selva dei nostri “no” e rieduca il nostro cuore alla gioia di seguire il Signore, per essere liberi attraverso il dono e la fedeltà al dono di noi stessi.
O Maria Donna veramente libera, spezza le catene del conformismo, delle mode alienanti, della vita comandata dalla pubblicità o dai burattini del successo. Aiutaci a usare la libertà per essere veramente liberi. Amen.
Fine preghiera

1

“OCCIDENTE” VUOL DIRE TRAMONTO! PURTROPPO È VERO…

Martin Heidegger (1889-1976), acuto filosofo, un giorno si espresse così: «Nessuna epoca ha saputo meno della nostra, che cosa sia l’uomo». Oggi dovremmo dire: «Nessuna epoca ha saputo meno della nostra, che cosa sia la libertà».
Abraham Heschel (1907-1972), grande uomo spirituale del XX secolo, in un suo celebre libro ha scritto: «Ogni generazione possiede la definizione di uomo che si merita. Tuttavia mi sembra che a noi della nostra generazione sia toccata una sorte peggiore di quanto meritassimo. Nella Germania prenazista veniva spesso citata la seguente enunciazione riguardo all’uomo: “Il corpo umano contiene una quantità di grasso sufficiente per produrre sette pezzi di sapone, abbastanza ferro per produrre un chiodo di media grandezza, una quantità di fosforo sufficiente per allestire duemila capocchie di fiammiferi, abbastanza zolfo per liberarsi dalle proprie pulci”. Come descrizione di uno dei tanti aspetti della natura dell’uomo, questa definizione o altre simili possono infatti essere esatte. Ma quando pretendono di esprimere il significato essenziale dell’uomo, allora siamo completamente fuori strada».
Questa è la più insidiosa povertà del nostro tempo: non sappiamo più chi siamo! Viviamo in una società che ha smarrito talmente il senso della vita che neppure lo cerca più. E la libertà, di conseguenza, oggi si muove come una forza cieca che non vede un orizzonte e non ha una meta alta da raggiungere. È il dramma dell’attuale momento! Desidero offrirvi alcune significative testimonianze, che fotografano efficacemente il clima culturale nel quale siamo chiamati a dare la testimonianza della nostra fede.
Nel 1845 Søren Kierkegaard (1813-1855), come un’antenna straordinariamente sensibile, colse un diffuso atteggiamento di banalizzazione della vita, con tutte le conseguenze che ciò comporta per l’orientamento della libertà umana. Scrisse il filosofo danese: «La nave (che è un’immagine della società) ormai è in mano al cuoco di bordo; e le parole che trasmette il megafono del comandante non riguardano più la rotta (che non interessa più a nessuno), ma quel che si mangerà domani». Kierkegaard percepì che si stava diffondendo l’idolatria del banale con effetti disastrosi sulla qualità della vita delle persone.
Passarono pochi decenni e Friedrich Nietzsche (1844-1900), nella Gaia scienza, al frammento 108, scrisse testualmente: «Dio è morto: ma stando alla natura degli uomini, ci saranno, ancora per millenni, caverne nelle quali si additerà l’ombra di Dio. E noi dobbiamo vincere anche la sua ombra».
Sono parole tristemente lucide, che testimon...

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