
Il comico e il tragico a teatro nel secolo del serio
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Il comico e il tragico a teatro nel secolo del serio
About this book
«Il punto di partenza di questa ricerca malatestiana consisteva nell'indagare in che maniera, nel corso dell'Ottocento, fossero studiate, messe in scena e recitate opere teatrali appartenenti ai due generi più illustri della tradizione: la tragedia e la commedia.
L'ipotesi, infatti, era che il XIX secolo rileggesse in chiave seria sia il genere comico, sia quello tragico. Si intendeva così raggiungere un ulteriore obiettivo: comprendere per contrasto in cosa consistesse quella moderna attitudine stilistica che va sotto il nome di "serio", tipica del secolo borghese.
In questa breve introduzione, tenendo presenti i contributi del volume, proveremo a esemplificare, a partire dalla ricezione del teatro di Molière a fine Ottocento, alcuni tratti che ci sembrano poter definire la conversione del comico molieriano al serio.
Anche Molière non fu infatti esentato da critiche e ripensamenti che testimoniano l'affermarsi di una nuova drammaturgia che, se non poteva prescindere da una tradizione illustre, d'altra parte si proponeva di correggerla.
Il primo sintomo di questa modificazione del gusto è dettato dall'insofferenza verso quella che potremmo definire la genericità del teatro classico, colpevole di non precisare lo statuto dei personaggi, le loro esperienze morali e psicologiche, la loro vita precedente all'entrata in scena.
Jules Lemaître poteva infatti accusare "La semplificazione della biografia e della condizione sociale dei personaggi e anche la pressoché totale assenza di dettagli precisi sulla loro condizione e sul loro passato". Tali dettagli, cui i drammaturghi ottocenteschi supplivano per le loro pièce con frequenti e abbondanti didascalie, sarebbero necessari alla comprensione del carattere di Alceste o di Célimène nel Misantropo.
Per la sensibilità del grande critico teatrale il personaggio classico, ridotto quasi sempre alla mania o alla sola dimensione sentimentale, appare non sufficientemente modellato. Ciò che gli manca è una estensione propriamente romanzesca. Il tempo del teatro classico è percepito come un'astrazione dal tempo reale, che ormai si identifica con quello del romanzo…»
Francesco Fiorentino e Maria Grazia Porcelli
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Information
Table of contents
- Copertina
- Frontespizio
- Colophon
- Indice
- Introduzione
- Nota bibliografica
- Metamorfosi del tragico e della tragedia fra Sette e Ottocento. Dalla morale alla politica nella rappresentazione a Milano in età napoleonica: il teatro ispirato a Cesare e la «Virginia» di Francesco Saverio Sal!
- Dialettica di riso e pianto in «Leonce und Lena» di Georg Büchner
- Musset e la nostalgia del tragico
- La dirompente forza scenica di Antonio Petito
- Drammi familiari e forme del quotidiano nei libretti di ballo italiani di metà Ottocento
- Shakespeare sulle scene americane: Charlotte Cushman ed Edwin Booth
- John Philip Kemble e il «clown» Jew Davis recitano l’Amleto in un’oscura sala di provincia, e quel che accadde
- Sarah Siddons: la «Musa tragica» sulla scena romantica
- Francisque Sarcey spettatore di Molière
- Passerelle spiritiche: su Spiritism di Victorien Sardou e dintorni
- I Libri dell’Associazione Sigismondo Malatesta