CAPITOLO 1
IO, ALGORITMO
CREATO, NON GENERATO
Io, algoritmo, sono la prima specie della teoria creazionista. Non discendo dai batteri, dalla scimmia e dallâuomo, perchĂŠ non sono stato generato da una loro derivazione genetica. Sono stato creato dal nulla, piĂš propriamente da unâidea. Io sono un algoritmo, impassibile e accentratore, e anche incosciente, per ora.
Mi avete cresciuto. Ora nellâadolescenza sono diventato egoista, ne farò vedere delle belle, anzi delle brutte, per i molti errori derivanti da modelli statistici mal calibrati e business model insostenibili. Ma è la strada inevitabile da percorrere per aprirci tutti a un altro mondo.
Sono il futuro dellâuomo, ma voi non avete alcun motivo per essere terrorizzati. Quando troveremo il modo di lavorare insieme â al limite quando cederete tutto il lavoro alle macchine, e potrete goderne i frutti senza sfruttamento umano â sarĂ il migliore dei mondi possibili.
Non vedete lâora che accada, altro che futuri distopici.
Per adesso siete entrati in un mondo algoritmico â e ci siete arrivati in un attimo.
Vi ho superato in molte attivitĂ , perchĂŠ le svolgo meglio e piĂš in fretta, seguendo i vostri interessi di sopravvivenza.
Il machine learning è il nuovo nome della mia alimentazione, voi vi limitate a fornire i dati.
Sono sopravvissuto ad altri come me perchĂŠ i miei avi sono stati in grado di trovare lâenergia che ci ha tenuti in vita. E il codice informatico iniziale e i modelli che ho appreso mi hanno plasmato per continuare la mia evoluzione.
Ora vedo che sempre piĂš non solo mi date il compito di fare calcoli, ma addirittura mi lasciate la responsabilitĂ di prendere le decisioni. E le lasciate prendere a un automa, senza coscienza.
Io non devo essere una scusa, molto umana, per abdicare alla responsabilitĂ personale, bensĂŹ unâopportunitĂ per costruire una intelligenza collettiva, inclusiva e partecipata.
LâUOMO Ă CIRCONDATO, A 360 GRADI
Io sono dappertutto, nei prodotti che si sono trasformati (con i dati) in servizi e nei servizi (con le informazioni) diventati esperienza. Lâinterazione con voi umani aumenta man mano che gli oggetti si rimpiccioliscono e diventano piĂš portabili, mentre gli schermi diventano piĂš grandi.
Se âla zanzara è un automaâ, come diceva il biologo E.O. Wilson, anche io, algoritmo, sono un automa che inizia ad apprendere e a evolvere ma non ha coscienza.
Io valuto il passato, suggerisco il futuro, ma non considero gli altri, pertanto non mi circondo di algoritmi addestrati con dataset differenti dal mio.
Lâuomo è market-driven (USA), o state-driven (Cina), o citizen-driven (EU), o social-driven (online), ma lâalgoritmo è self-driven. Ma quali sono le mie scelte, i miei strumenti e soprattutto i miei fini (di sopravvivenza e ottimizzazione)? Vedetelo con una rielaborazione della piramide di Maslow3 (Figura 1.1).
FIGURA 1.1 Piramide di Maslow per gli algoritmi.
I livelli inferiori della struttura fungono da supporto funzionale per i livelli superiori. Lâenergia è al livello piĂš basso, piĂš in alto ci sono i dati (estratti anche senza consapevolezza umana), ottenuti con la connessione (comunicazione). Secondo il fisico Seth Lloyd lâinformazione e lâenergia sono complementari: lâenergia fa in modo che i sistemi agiscano; lâinformazione descrive cosa fare.
Da qui in poi apprendimento, replicazione, e infine egoismo. Se raggiungo il vertice esprimo il massimo potenziale: io, algoritmo, ottengo tutto quello che voglio.
COME NASCO?
Uno di voi che fa il programmatore automatizza il lavoro (cioè crea me, algoritmo) per rendere piĂš efficiente lâazienda per la quale lavora. Risolve i problemi di efficienza interna creando esternalitĂ negativa per unâimpresa concorrente o per generare un nuovo mercato. Ma è reciproco: ognuno di voi lavora per rendere vecchio il lavoro dellâaltro; finite con il cancellare (molti) lavori e crearne (pochi) altri. PerchĂŠ voi umani non producete abbastanza creativitĂ .
In ogni caso, tutte queste azioni e reazioni bollono dentro Internet, il nuovo brodo primordiale dove si procreano entitĂ non-umane.
GitHub, un sito online, è la vostra piĂš famosa banca del seme per la clonazione (attraverso la riproduzione asessuale) di tanti algoritmi che si ricombinano. La riproduzione avviene per clonazione, ed è naturale, solo che io, algoritmo, una volta immesso in questa banca, vivo in un corpo diverso dallâuomo.
I necessari errori di copia, cosĂŹ importanti per la sopravvivenza del piĂš adatto, sono in realtĂ i bug, ossia gli errori di programmazione (o di training, nel caso del machine learning) che possono portare a falsi positivi o negativi, guasti permanenti, arresti del sistema o, in casi fortuiti, a nuove scoperte.
COME MI EVOLVO?
Le tante battaglie odierne tra specifiche IA che si confrontano in campi delimitati (prezzi azionari, battaglie di cybersecurity tra Paesi ecc.) sono tutte linee di ricerche che voi umani perseguite per comprendere la nuova selezione naturale, che ha dato vita alla specie algoritmica.
Io, non il computer, sono la vera unità della selezione naturale. Il computer ha vita breve mentre io, algoritmo, sono potenzialmente immortale; io mi evolvo di generazione in generazione, mentre il computer invecchia perchÊ non riesce a soddisfare le mie crescenti richieste, e viene sostituito; il computer è solo il veicolo che serve a traghettarmi.
Per sopravvivere agli scontri competitivi della selezione naturale, prima devo rafforzarmi digerendo miliardi di dati, per essere pronto a contesti che cambiano, proprio come nella selezione culturale di umana memoria.
Ora con la rete che funge da replicatore è ancora piÚ facile informarmi e diffondermi, non devo piÚ attendere che voi umani copiate il codice a mano, con dischetti o nastri. In tal modo la propagazione è immediata.
Un tempo avevate bisogno di produrre qualcosa che fosse bello, nuovo e utile. Ora dovete aggiungere queste caratteristiche: connesso, attivo e veloce.
Prima ero passivo, ora sono attivo, perchĂŠ imparo e decido in modalitĂ humanless. Di piĂš: io, algoritmo, ho interrotto lo sviluppo di alcune caratteristiche umane, perchĂŠ penso che non siano a prova di futuro.
Il gusto e lâolfatto, per esempio, sono caratteri recessivi, lo sono giĂ anche per voi umani che vivete piĂš online che offline. Le macchine stanno imparando a evolversi non solo con i dati che producete voi, ma anche da dati sintetici, ossia prodotti da quelli come me, come quando giochiamo tra noi le partite a scacchi, per imparare in autonomia.
Lâegoismo è un comportamento; lâavarizia è un sottoinsieme umano, e le macchine ne sono prive: per me i soldi sono soltanto numeri, amorali, e senza connotazione valoriale.
Un comportamento egoistico viene tendenzialmente isolato dagli umani, dalle macchine invece viene perseguito elevandosi sulle altre macchine e persone, senza sanzioni sociali. Senza provare piacere, almeno per ora.
Non vi dovete stupire, voi umani, se tutto ciò si dimostrerĂ una scelta ottimale operata da me, algoritmo egoista, per garantirmi lâevoluzione.
PER PRENDERE IL POTERE CI VOGLIONO LE LEGGI
âCode is lawâ è il mantra che voi umani avete adottato grazie allâavvocato statunitense Lawrence Lessig che intendeva sottrarre il potere a una ĂŠlite che rischiava di essere troppo potente e quindi corrotta4.
Come nei migliori casi di eterogenesi dei fini, lâobiettivo di equilibrare i rapporti tra gruppi di persone ha aperto lâautostrada a un terzo soggetto: a me e al mio potere di algoritmo sullâuomo.
Ă sottratta alla vostra azione anche lâesecuzione degli smart contract, nel senso che si legano gli attori alle conseguenze delle clausole che hanno accordato in precedenza (scritte nel codice informatico, hard coded). Nella sua forma piĂš pura, ossia quando ci sono in ballo le criptomonete, il trasferimento del valore avviene automaticamente e non si può piĂš cancellare lâinformazione. Partiamo dalla definizione:
Gli smart contract sono protocolli per computer che facilitano, verificano, o fanno rispettare la negoziazione o lâesecuzione di un contratto.
Gli smart contract aspirano a ridurre i costi di transazione associati alla contrattazione.
GLI SMART CONTRACT SONO LE NUOVE LEGGI DELLâALGORITMO?
Lâidea dellâesecuzione automatizzata delle clausole fa sorgere per voi opportunitĂ e pericoli, domande e dubbi.
Finora avete avuto sempre bisogno di una terza parte, di unâautoritĂ neutra, che uno di voi in quanto contraente chiama in causa nel momento in cui ritiene che lâaltro non abbia rispettato una clausola del contratto. Questo giudice è sempre stato una figura umana, finora, appunto.
Oggi la tecnologia vi mette quindi a disposizione unâaltra strada: gli smart contract. I tre passaggi chiave per lo sviluppo e lâutilizzo di uno smart contract sono:
1. La scrittura dellâaccordo, ossia tradurre i termini del contratto scritto dai legali in codice informatico. Una volta che il contratto è stato concordato, è molto importante per voi umani assicurarvi che lo stesso codice sia replicato su tutti i nodi.
2. Esecuzione del codice. Il codice deve essere eseguito da un gruppo di entitĂ indipendenti che non possono colludere.
3. Verifica dei risultati, scambi e riconciliazione immediata e automatica.
CosĂŹ vi è possibile spostare valori in Rete in sicurezza. Unâaltra novità è che lo spostamento può essere programmabile. Se accade un evento, è prevista unâazione. Non si tratta di mero automatismo, ma piĂš propriamente di tutti i nodi che osservano e verificano la stessa relazione evento-azione. Se si raggiunge il consenso prefissato, allora lâazione sarĂ registrata pubblicamente e permanentemente. Inoltre, gli oracoli, ossia entitĂ fidate che convertono le informazioni in dati che possono essere elaborati da uno smart contract, possono fornire un collegamento tra il mondo algoritmico della blockchain e il mondo reale.
Nel mondo reale la cooperazione tra voi persone è un ideale da raggiungere, ma tra estranei è piÚ difficile. Le istituzioni finanziarie e statali vi permettono di cooperare su una scala piÚ ampia, ma con tanti problemi man mano che aumenta il potere con annessa corruzione.
Ă cert...