Letteratura cinese contemporanea
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Letteratura cinese contemporanea

Corso di lingua neogreca

Valentina Pedone

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Über dieses Buch

Un quadro completo della letteratura cinese degli ultimi sessant'anni attraverso una selezione di testi prodotti dagli autori cinesi piÚ noti e affermati, sia in ambito nazionale che internazionale. Il volume è stato pensato in risposta all'esigenza didattica di offrire una panoramica aggiornata e introdurre alla comprensione letteraria dei testi collocati nel loro contesto politico e sociale. L'antologia è suddivisa in sette capitoli: La nascita della Nuova Cina (1949-1960), La rivoluzione della cultura (1961-1976), Verso la Modernizzazione e l'inizio di una Nuova Era (1977-1984), La letteratura delle radici e l'avanguardia (1985-1989), Letteratura e mercato (1990-1999), La letteratura cinese tra mercificazione e attivismo (2000-2010), La letteratura cinese oltre il continente (1949-2010). Ogni capitolo è corredato di un'introduzione al contesto storico e culturale, una selezione di testi letterari (narrativa, poesia, teatro), testimonianze e saggi di critica in traduzione italiana, schede biografiche degli autori, domande di verifica e di ripasso, bibliografia ragionata. Il testo è adatto non solo agli studenti dei corsi di cinese, ma anche a chiunque sia interessato e appassionato di letteratura e cultura della Cina contemporanea.

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Information

Verlag
Hoepli
Jahr
2020
ISBN
9788836000777
Capitolo 1
La nascita della Nuova Cina (1949-1960)
Profilo storico
Il popolo cinese si ĂŠ desto
Nuovi equilibri nazionali e internazionali
Alla ricerca di maggiore giustizia sociale
Approfondimento: I manifesti di propaganda
Il Partito al potere
Il periodo filosovietico
I primi dissapori interni alla dirigenza Approfondimento: I dieci grandi edifici
L’utopismo del Grande balzo in avanti
La rottura con l’Urss e il disastro economico
Profilo letterario
La letteratura al servizio della politica
Riorganizzare l’universo culturale
Le prime campagne persecutorie verso gli scrittori
Il Movimento dei Cento flori
PiĂš letteratura per tutti
La narrativa a tema rivoluzionario
Poesia e teatro dalle masse per le masse
Approfondimento: Il cinema di Xie Jin
Narrativa
Ding Ling
Il sole splende sul fiume Sanggan (1948)
Zhao Shuli
Sanliwan (1955)
Wang Meng
È arrivato un giovane alla sezione organizzativa (1956)
Ai Wu
Una nuova casa (1958)
Yang Mo
Il canto della gioventĂš (1958)
Li Zhun
La storia di Li Shuangshuang (1959)
Poesia
I poeti del Grande balzo in avanti (1957-1959)
Teatro
He Jingzhi
La ragazza dai capelli bianchi (1945)
Lao She
Casa da te (1957)
Testimonianze
Mao Zedong
Discorsi alla conferenza di Yan’fan sulla letteratura e l’farte (1942)
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Domande di verifica e ripasso
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Bibliografia ragionata
• • • Profilo storico
Il popolo cinese si è desto
Dopo dodici anni di guerra civile (tra comunisti e nazionalisti) ed esterna (contro il Giappone), il primo ottobre del 1949 viene proclamata la fondazione della Repubblica popolare cinese (Zhonghua renmin gongheguo 中华人民共和国 o Rpc), sotto la leadership del Partito comunista cinese (Pcc) e di Mao Zedong 毛泽东 (1893-1976). I primi traguardi che si prefigge il Pcc sono anche quelli che gli hanno garantito l’appoggio del popolo cinese nelle ultime fasi della guerra civile: riaffermazione dell’unità nazionale, liberazione definitiva dall’imperialismo straniero che aveva soggiogato il Paese per un secolo, ricostruzione delle infrastrutture e riorganizzazione del sistema monetario. A fianco alle prime urgenze di ristrutturazione del Paese, la nuova leadership si impegna anche a liberare i contadini dalla povertà, ridistribuendo le terre e aumentando la produzione agricola. Analogamente è programmata per i primi anni di assestamento della Nuova Cina una ricostruzione radicale anche sul fronte culturale e sociale. Lo sforzo del governo nella sua fase iniziale è completamente volto al mantenimento delle promesse fatte dall’Esercito popolare di liberazione al popolo cinese di sottrarre la Cina al feudalesimo (fengjianzhuyi 封建主义) in senso marxista1 e di costruire una Nuova Cina sui valori del progresso e della modernità.
Nuovi equilibri nazionali e internazionali
Nel nuovo assetto la Cina torna a spostare il suo equilibrio verso le regioni interne, distanziandosi dal recente passato che aveva visto accrescere l’importanza delle zone costiere, delle metropoli e del commercio. Questa nuova riorganizzazione trova spiegazione nella volontà di investire nella grande industria pesante e nell’avvicinamento al blocco sovietico causato dalla Guerra fredda. L’appoggio sovietico e la valorizzazione delle aree interne sarà sostanziale nella prima fase di assestamento della Rpc anche per bilanciare l’influenza degli Stati Uniti, esercitata attraverso il controllo di paesi e basi strategiche disposte nell’area costiera e orientale. Se da un lato l’Urss fornisce aiuto logistico, tecnico e si pone come un modello per la Cina in questo periodo, richiede anche una partecipazione attiva di quest’ultima nella Guerra di Corea, che scoppia quasi subito dopo la fondazione della Rpc, nel 1950. A sua volta, dallo schieramento della Cina in questa guerra scaturisce un isolamento ancora più forte del Paese da parte delle altre potenze internazionali che spinge la Cina a stringere con l’Urss un’alleanza ancora più serrata, che si incrinerà solo nel 1956.
Alla ricerca di maggiore giustizia sociale
La prima costituzione della Rpc viene varata solo nel 1954, ma sin da subito il nuovo governo si serve di istituzioni provvisorie (1949-1954), che mirano a mettere in atto quelle riforme ritenute più urgenti dalla nuova dirigenza. Tra queste si ricorda la legge sul matrimonio (1950), che permette il divorzio a uomini e donne indiscriminatamente. Alla donna, almeno formalmente, viene assegnata una posizione paritaria all’uomo, rafforzata anche da altri provvedimenti che le restituiscono dignità, quali il divieto di fasciare i piedi, il divieto di poligamia, il divieto di unioni tra bambini, il divieto di infanticidio e di prostituzione. Di enorme importanza è anche la riforma agraria (1950), che prevede che le terre vengano sottratte ai proprietari terrieri e ridistribuite equamente ai contadini. La popolazione che abita le campagne cinesi è divisa da Mao in proprietari terrieri, che vivono della rendita dei loro terreni senza lavorarli, contadini ricchi, che sfruttano una parte delle loro terre e danno il resto in affitto, contadini medi, che possiedono solo la terra che lavorano, e contadini poveri, ovvero braccianti senza terra. Secondo la riforma agraria tutte le terre non coltivate direttamente devono essere espropriate e ridistribuite. Ciò determina una frammentazione dei terreni che risulterà presto eccessivamente antieconomica, determinando la necessità di una riorganizzazione delle terre su base collettiva. Così come la legge sul matrimonio mira a spezzare il potere patriarcale all’interno delle famiglie, la riforma agraria mira ad annientare l’autorità dei potentati rurali. A queste autorità di tipo ‘feudale’ il popolo cinese viene chiamato a sostituire l’autorità politica dello Stato.
Approfondimento
I manifesti di propaganda
Con la fondazione della Repubblica popolare cinese inizia la sua tradizione dei manifesti di propaganda. Attraverso questo mezzo il governo informa sulle nuove direttive, sulle campagne in atto, sui movimenti a cui partecipare. Le funzioni di questo strumento dunque sono molteplici, dato che possono servire a mobilitare, informare, istruire o gratificare. In quanto mezzo di comunicazione immediato e simbolico, il manifesto si presta bene a rappresentare il sogno della vita futura e a essere fruito da persone di qualsiasi livello culturale.
Figura 1. Un esempio di manifesto di propaganda.
Il Partito al potere
Il nuovo governo si propone come una forma di Stato centralizzato e autoritario, in netta contrapposizione con il periodo di divisioni e instabilità che aveva accompagnato il crollo dell’impero (1911). Questa solidità viene accolta con favore dal popolo cinese, esasperato da un lungo periodo di vuoto istituzionale. La gerarchia statale e quella del Partito sono quasi corrispondenti nella nuova organizzazione, Mao ricopre la doppia funzione di presidente del Partito e del Paese. In seno al Partito viene discussa la cosiddetta linea generale, che viene poi trasmessa capillarmente attraverso i quadri di Partito (ganbu 干部) a tutto il Paese. Una caratteristica specifica del socialismo come inteso dalla Rpc è l’importanza delle organizzazioni di massa, che controbilanciano la struttura dall’alto verso il basso appena descritta. Organizzazioni di massa sono, ad esempio, i sindacati, l’associazione delle donne, la Lega della gioventù comunista. La mobilitazione di queste gigantesche organizzazioni risulta nei tanti movimenti di massa e campagne politiche che sono tipici della storia della Rpc.
Tra le prime e più importanti campagne di rettifica che vengono lanciate nella fase iniziale di assestamento del nuovo governo ci sono quelle dei Tre contro e dei Cinque contro (san fan wu fan yundong 三反五反运动)2 del 1951. Nei primi anni del nuovo assetto, il governo si era mostrato favorevole a sostenere la parte di borghesia industriale delle città costiere che aveva accettato la svolta politica. In effetti, grazie alla stabilità e alla pace ristabilita dal nuovo governo, le imprese industriali private cinesi, nei primi anni della Rpc, crescono addirittura in numero. Presto però molti di questi imprenditori, disturbati dalle nuove ingerenze del governo centrale, cominciano a mostrare segni di insofferenza, cominciano a evadere le tasse e a corrompere i quadri di Partito. Le campagne dei Tre contro e dei Cinque contro vengono lanciate per dare un segnale forte di rifiuto della corruzione come pratica comune in contesto ufficiale, ovvero come storicamente si era consolidata nella burocrazia imperiale prima e poi nel Partito nazionalista, o Guomindang (国民党). Presto però il movimento contro la corruzione si trasforma in un movimento volto a ridimensionare il potere dell’imprenditoria costiera, che riceve così forti multe per tentata corruzione e l’imposizione di ulteriori ingerenze governative. Da questo momento in poi questa élite, che aveva svolto un ruolo dominante nella Cina del primo Novecento, perde ogni prestigio e ogni potere, aprendo la strada alla completa nazionalizzazione delle industrie che avverrà qualche anno dopo.
Il periodo filosovietico
Nel 1953 viene varato il primo piano quinquennale sul modello sovietico, con un’enfasi sullo sviluppo industriale, perseguito sacrificando parte della ricchezza prodotta dall’agricoltura. L’Urss aiuta la Cina con un limitato prestito economico, ma soprattutto con l’invio di un gran numero di tecnici e di materiali necessari allo sviluppo scientifico e tecnologico. Nel giro di due anni (1953-1955) viene compiuta la collettivizzazione agraria. Le terre che solo tre anni prima erano state consegnate ai contadini diventano proprietà dello Stato e chi le lavora viene retribuito sulla base del lavoro svolto. La popolazione contadina viene divisa in cooperative che raccolgono anche duecento famiglie e il ruolo dei quadri di Partito nelle campagn...

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