Diritto o barbarie
eBook - ePub

Diritto o barbarie

Il costituzionalismo moderno al bivio

Gaetano Azzariti

Buch teilen
  1. 368 Seiten
  2. Italian
  3. ePUB (handyfreundlich)
  4. Über iOS und Android verfĂŒgbar
eBook - ePub

Diritto o barbarie

Il costituzionalismo moderno al bivio

Gaetano Azzariti

Angaben zum Buch
Buchvorschau
Inhaltsverzeichnis
Quellenangaben

Über dieses Buch

Questo libro si rivolge a chi vuole cambiare il corso degli eventi, alle anime inquiete, a chi sente il disagio del tempo presente. Parla a chi, preoccupato, avverte i rischi di una caduta, ma Ăš confortato da una solida certezza: la storia, fatta da donne e da uomini concreti, non Ăš predeterminata negli esiti. Diritto o barbarie perchĂ© ci troviamo a un bivio, perchĂ© il regresso Ăš sempre possibile. Non un destino necessario, ma una minaccia incombente. Solo leragioni del diritto ci allontanano dalla barbarie. Ma per conquistare quale orizzonte? Secondo Gaetano Azzariti, quello espresso dal movimento storico del costituzionalismo democratico moderno. La Costituzione Ăš la nostra 'utopia concreta'. Ed Ăš la Costituzione che deve tornare a dettare l'orizzonte del cambiamento possibile, prospettiva che, per essere attuata, implica la presenza di tre condizioni inalienabili: critica del presente, coscienza organizzata, spinta al cambiamento. Solo un popolo consapevole, determinato e fantasioso, infatti, puĂČ realizzare un'utopia.

HĂ€ufig gestellte Fragen

Wie kann ich mein Abo kĂŒndigen?
Gehe einfach zum Kontobereich in den Einstellungen und klicke auf „Abo kĂŒndigen“ – ganz einfach. Nachdem du gekĂŒndigt hast, bleibt deine Mitgliedschaft fĂŒr den verbleibenden Abozeitraum, den du bereits bezahlt hast, aktiv. Mehr Informationen hier.
(Wie) Kann ich BĂŒcher herunterladen?
Derzeit stehen all unsere auf MobilgerĂ€te reagierenden ePub-BĂŒcher zum Download ĂŒber die App zur VerfĂŒgung. Die meisten unserer PDFs stehen ebenfalls zum Download bereit; wir arbeiten daran, auch die ĂŒbrigen PDFs zum Download anzubieten, bei denen dies aktuell noch nicht möglich ist. Weitere Informationen hier.
Welcher Unterschied besteht bei den Preisen zwischen den AboplÀnen?
Mit beiden AboplÀnen erhÀltst du vollen Zugang zur Bibliothek und allen Funktionen von Perlego. Die einzigen Unterschiede bestehen im Preis und dem Abozeitraum: Mit dem Jahresabo sparst du auf 12 Monate gerechnet im Vergleich zum Monatsabo rund 30 %.
Was ist Perlego?
Wir sind ein Online-Abodienst fĂŒr LehrbĂŒcher, bei dem du fĂŒr weniger als den Preis eines einzelnen Buches pro Monat Zugang zu einer ganzen Online-Bibliothek erhĂ€ltst. Mit ĂŒber 1 Million BĂŒchern zu ĂŒber 1.000 verschiedenen Themen haben wir bestimmt alles, was du brauchst! Weitere Informationen hier.
UnterstĂŒtzt Perlego Text-zu-Sprache?
Achte auf das Symbol zum Vorlesen in deinem nÀchsten Buch, um zu sehen, ob du es dir auch anhören kannst. Bei diesem Tool wird dir Text laut vorgelesen, wobei der Text beim Vorlesen auch grafisch hervorgehoben wird. Du kannst das Vorlesen jederzeit anhalten, beschleunigen und verlangsamen. Weitere Informationen hier.
Ist Diritto o barbarie als Online-PDF/ePub verfĂŒgbar?
Ja, du hast Zugang zu Diritto o barbarie von Gaetano Azzariti im PDF- und/oder ePub-Format sowie zu anderen beliebten BĂŒchern aus Economia & Politica economica. Aus unserem Katalog stehen dir ĂŒber 1 Million BĂŒcher zur VerfĂŒgung.

Information

Jahr
2021
ISBN
9788858145869

Parte III.
Per una concezione materialistica della storia.
Vico, la dinamica delle forme di governo
e le leggi del mutamento

«Una filosofia che Ú anche una politica e una politica che Ú anche una filosofia»
Antonio Gramsci, Quaderni del carcere, a cura di V. Gerratana, Torino, Einaudi, 1975, vol. III, p. 1860 (Quaderno 16, XXII, § 9)

1. Due premesse

1.1. La classificazione delle forme di governo e le regole del loro mutamento

Due premesse mi sembrano necessarie: la prima sui limiti, la seconda sul metodo dell’analisi che mi accingo a svolgere.
Per quanto concerne la delimitazione dell’indagine avverto che non tratterĂČ il tema – decisivo in sede dogmatica – della «definizione» del concetto di «forma di governo» e dei caratteri che valgono a qualificarla525. Non mi preoccuperĂČ, in sostanza, di stabilire se la tripartizione vichiana tra repubblica aristocratica, repubblica popolare e monarchia sia conforme ad un qualche modello o rispecchi determinati elementi tipici. Mi limiterĂČ ad assumere la particolare classificazione proposta (la statica della forma di governo) per come da Vico espressa. Il mio sforzo sarĂ  rivolto, invece, ad esaminare la dinamica delle forme di governo, ovvero le regole del mutamento che presiedono la teoria ciclica vichiana in rapporto all’esercizio del potere; poichĂ© questo – come mi propongo di sostenere – appare il contributo piĂč originale compiuto dell’autore napoletano nello studio delle forme di governo.
Aggiungo che non mi occuperĂČ neppure direttamente della collegata – ed anch’essa decisiva – questione del rapporto tra forma di governo e forma di Stato526. Una distinzione che da tempo ha perduto, a mio avviso, una sua specifica valenza euristica, come puĂČ essere dimostrato dallo scivolamento progressivo di molte forme di governo nelle forme di Stato. Basta pensare a come sia ormai assai problematica la classificazione di alcuni regimi che hanno adottato le «forme» di governo tipiche delle democrazie moderne, ma che si conformano poi, nella realtĂ  dei fatti, come regimi autoritari, ricadendo dunque entro forme di Stato sostanzialmente autocratiche (ovvero neo-totalitarie)527.
Sul punto, mi limito qui ad osservare che chi volesse oggi riconsiderare in sede dogmatica il controverso rapporto tra forme di governo e forma di Stato potrebbe utilmente partire proprio dalla riflessione vichiana. Giambattista Vico fu, infatti, tra i primi – dopo Machiavelli528 e Spinoza529, poco prima di Montesquieu530 – a comprendere che la riflessione sulla distribuzione dei poteri non poteva andare disgiunta dai rapporti che questi intrattenevano con i governati: forme di governo che andavano a conformare le forme di Stato, dunque. E viceversa. La «Scienza nuova» non poteva piĂč limitarsi – come era consueto invece nella tradizione antica – a considerare gli «assetti» formali dei poteri, ma doveva ricomprendere anche l’uso che del potere veniva in concreto esercitato per ragioni di dominio e controllo sociale. Certo anche per Vico era importante stabilire se il potere fosse concentrato nelle mani di uno, di pochi o di molti531, ma la maggiore attenzione andava rivolta ai modi di esercizio dei poteri. CiĂČ ha finito per ridurre l’importanza della classificazione tradizionale delle forme di governo, incentrata sulla domanda «chi governa?», individuando il vero discrimine nella questione del «come si governa e per quali interessi si governa»532.
Anche per questo profilo, dunque, puĂČ dirsi che la maggiore originalitĂ  dell’opera di Giambattista Vico deve essere ricercata non nella classificazione delle forme (di Stato e/o di governo), quanto nell’attenzione prestata da questo autore alle ragioni del mutamento, alle «leggi eterne» che si pongono alla base della sua particolare teoria della storia di natura ciclica.

1.2. Questione di metodo: descrivere e prescrivere

La seconda premessa riguarda il metodo. La scelta del metodo giuridico e quella – parallela – sul tipo d’indagine che viene praticata da ogni studioso discendono – consapevolmente o meno – dalla particolare rappresentazione del ruolo della scienza giuridica e – ancor piĂč in generale – del compito che ciascuno di noi – in base alla propria Weltanschauung – ritiene debba essere assegnato alle scienze umane e agli intellettuali nella societĂ . Una scelta di fondo che vale a qualificare la ricerca, che Ăš pertanto opportuno sin da subito esplicitare.
Si avverte una forte propensione nella cultura (non solo giuridica) piĂč recente ad adottare metodi d’indagine puramente analitici. A volte con il buon proposito di difendere l’autonomia della scienza praticata, ma correndo il pericolo di cadere nel mero descrittivismo, ovvero in un ambiguo tecnicismo fine a sĂ© stesso533. In tal modo, l’esito non puĂČ che essere la rinuncia alla funzione critica e prescrittiva dell’analisi compiuta, che Ăš poi – a ben vedere – proprio ciĂČ che legittima sia l’autonomia della scienza in quanto scienza (non solo quella giuridica), sia il lavoro intellettuale come professione separata dalla politica534. È dunque vero che il giurista deve anzitutto «descrivere e sistematizzare» il dato normativo (entro un contesto sociale determinato) e poi esaminare la misura del vincolo derivante da quel dato535, ma non puĂČ con ciĂČ ritenere esaurito il proprio compito. Egli, dopo aver formulato i piĂč puntuali e argomentati giudizi di fatto, deve anche, necessariamente, chiarire il senso del suo fare in base a specifici giudizi di valore. Nel rispetto, s’intende, delle fondamentali obbligazioni nei confronti della giustizia, della veritĂ  e della ragione che – ci ha insegnato Julien Benda – rappresentano gli unici effettivi limiti invalicabili della ricerca e dell’impegno dell’intellettuale536.
Se questo Ăš vero in generale, appare tanto piĂč necessario nelle analisi scientifiche dedicate allo studio delle forme di governo ove – seguendo l’insuperata impostazione di Norberto Bobbio537 – descrizione e prescrizione (fatti e valori) si sommano. Limitarsi a classificare le forme di governo apparirebbe un’operazione sterile se non fosse accompagnata da un uso assiologico delle tipologie definite.
D’altronde, che non possa separarsi lo studio della struttura da quello delle funzioni Ăš dimostrato dalla non neutralitĂ  delle ricostruzioni classiche delle forme di governo, le quali – sin da Erodoto538 – si preoccupano di classificare per poi distinguere le forme «pure» da quelle «degenerate». Eventualmente giungendo ad indicare forme «miste», con le quali ci si propone espressamente di fornire una sintesi che riesca ad escludere i vizi ed a comporre gli elementi positivi delle diverse forme di governo539.
Nel caso di Vico, poi, l’adozione di un metodo d’indagine non neutrale, non puramente analitico, che si sforzi di coniugare descrizione e prescrizione appare quanto piĂč necessario. In questo caso Ăš l’uso storico che impone di valutare la dottrina di Giambattista Vico alla luce delle sue e delle nostre precomprensioni540.
Ma cosa vuol dire in concreto proporsi di svolgere un’analisi del pensiero di Vico che non si limiti alla descrizione della sua sistematica sulle forme di governo, sforzandosi di andare oltre, giungendo a valutare la sua portata prescrittiva? ...

Inhaltsverzeichnis