Enlarging one's vision
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Enlarging one's vision

S. Polenghi, G. Bandini

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Enlarging one's vision

S. Polenghi, G. Bandini

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Il processo di internazionalizzazione della ricerca negli ultimi anni ha subito una rapida accelerazione ed ha comportato una serie di innovazioni. Il volume fornisce una serie di indicazioni e strumenti, per facilitare l'acquisizione di una certa dimestichezza con tali processi: come partecipare a congressi rispondendo a call for paper, come pubblicare su riviste straniere, come trascorrere un periodo di studio all'estero e via dicendo. Il libro raccoglie 15 saggi brevi, chiari, concreti e critici al contempo, opera di studiosi già noti e altri più giovani, tutti esperti dell'argomento (G.Bandini, A.Barausse, P.Bianchini, M.Brunelli A.Cagnolati, L.Cappelli, D.Caroli, D.De Salvo, A.Debè, J.L.Hernández Huerta, F.Loparco, J.Meda, E.Patrizi. S.Polenghi, F.Pruneri).

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Información

Año
2015
ISBN
9788867808182
Categoría
Education
1.
PRELIMINARY PROBLEMS

L’ANVUR e le sue procedure di valutazione
del sistema universitario e della ricerca. L’internazionalizzazione della ricerca storico-educativa: significato e possibili interpretazioni

Simonetta Polenghi

1. Introduzione all’ANVUR

Negli ultimi anni il mondo accademico italiano è stato investito con forza crescente da una serie di spinte “esterne” in ordine alla ricerca e alla sua valutazione che, inizialmente sopportate o sottovalutate nella maggior parte dei casi, stanno ora evidenziando la loro portata. Scopo di queste riflessioni è quello, limitato, di avviare al tema i dottorandi e i ricercatori più giovani, nonché fornire qualche spunto di riflessione agli studiosi che, a disagio con le nuove procedure, devono comunque con queste confrontarsi.
L’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) è stata istituita con Legge 24 novembre 2006, n. 286 (Gazzetta Ufficiale n. 277 del 28 novembre 2006 – Supplemento ordinario n. 223). All’ANVUR spetta la valutazione esterna della qualità delle attività delle università, i cui risultati costituiscono criterio di riferimento per l’allocazione dei finanziamenti statali alle università e agli enti di ricerca. Il legame istituito tra valutazione e finanziamento provoca evidenti ricadute, che sollecitano i ricercatori a migliorare la qualità della loro produzione, pena la riduzione dei finanziamenti pubblici. L’ANVUR però esprime anche criteri che, indirizzando la valutazione verso determinati parametri, finiscono con l’incidere, positivamente o meno, sull’organizzazione della ricerca e sui suoi oggetti d’indagine.
Ricordiamo i settori nei quali l’ANVUR esercita la propria azione (http://www.anvur.org/index.php?lang=it): ASN, AVA, VQR, oltre ai dottorati di ricerca. Dietro queste sigle, ignote ai più giovani ma ben presenti a chi con esse deve da qualche anno confrontarsi, sono ambiti centrali del sistema universitario.
L’ASN (Abilitazione Scientifica Nazionale) costituisce il requisito necessario (sia pur non sufficiente) per l’accesso alla prima e alla seconda fascia della docenza universitaria (professori ordinari e associati). All’ANVUR spetta il compito di calcolare e pubblicare le mediane e di valutare i professori che si candidano come commissari. Le mediane sono attualmente definite negli allegati A e B del DM 76/2012 (Regolamento recante criteri e parametri per la valutazione dei candidati ai fini dell’attribuzione dell’abilitazione scientifica nazionale per l’accesso alla prima e alla seconda fascia dei professori universitari, nonché le modalità di accertamento della qualificazione dei Commissari). Il Regolamento stabilisce che i commissari prendano in considerazione non solo criteri qualitativi circa la produzione scientifica dei candidati (come sempre è stato), ma pure parametri e indicatori quantitativi, predeterminati dal regolamento stesso. Limitandoci ai criteri per l’accesso alla seconda fascia, rileviamo che «la qualità della produzione scientifica viene valutata all’interno del panorama internazionale della ricerca, sulla base dell’originalità, del rigore metodologico e del carattere innovativo, avvalendosi, quando disponibili, delle classificazioni di merito delle pubblicazioni di cui all’allegato D». Già questo criterio rimanda all’internazionalizzazione. L’allegato D concerne la classificazione delle pubblicazioni: l’eccellenza è data quando la pubblicazione è riconosciuta tale a livello internazionale. Inoltre, il luogo ove si pubblica riveste importanza notevole: il DM indica come criterio la “collocazione editoriale dei prodotti scientifici presso editori, collane o riviste di rilievo nazionale o internazionale che utilizzino procedure trasparenti di valutazione della qualità del prodotto da pubblicare, secondo il sistema di revisione tra pari”. Non ci si sofferma qui sulla procedura di peer review, rimandando al saggio di Marta Brunelli. Questa indicazione ha fatto sì che molte collane editoriali italiane si dotassero di procedure standardizzate e controllate di referaggio – una sorta di certificazione della qualità del prodotto, antecedente la sua pubblicazione. La valutazione successiva avviene non più solo con le recensioni, ma con l’accertamento delle citazioni ricevute, quando l’opera si collochi in un settore disciplinare bibliometrico. L’area pedagogica non è ad oggi inclusa in tale sistema di misurazione, ma vale la pena discuterne perché non è affatto escluso che vi possa entrare.
Nella valutazione dei titoli presentati dai candidati, la commissione deve tra le altre cose considerare la “partecipazione scientifica a progetti di ricerca internazionali e nazionali, ammessi al finanziamento sulla base di bandi competitivi che prevedano la revisione tra pari […]; [l’]attribuzione di incarichi di insegnamento o ricerca (fellowship) ufficiale presso atenei e istituti di ricerca, esteri e internazionali, di alta qualificazione; [la] partecipazione a enti o istituti di ricerca, esteri e internazionali, di alta qualificazione”. Il riconoscimento dell’esperienza all’estero è evidente.
Circa gli indicatori di attività scientifica nei settori non bibliometrici, il Regolamento indica una suddivisione delle riviste in tre classi di merito (fascia A, B, C): anche in questo caso, come in quello delle monografie, la collocazione editoriale diventa rilevante: pubblicare su una rivista di classe A risulta premiale, soprattutto se la rivista è dotata di indice ISI/Scopus. Questo indicatore, tuttavia, non è esente da problematicità (Bandini 2013).
Altri indicatori, meramente quantitativi, sono le mediane, ovvero, per dirla in modo molto semplice, il numero di libri e di articoli e saggi pubblicati, rapportati al numero medio di libri, articoli e saggi pubblicati dai professori associati (o ordinari in caso di valutazione relativa alla prima fascia). L’abbinamento concorsuale del SSD (settore scientifico disciplinare) MPed/02 (Storia della pedagogia) con il SSD MPed/01 (Pedagogia generale e sociale) in un unico macrosettore (11/D1) ha prodotto, stante la preponderanza numerica dei docenti di MPed/01 e, in generale, la loro maggior produttività, una situazione nuova. In ambito storico, infatti, le caratteristiche stesse della ricerca, fondata normalmente su fonti a...

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