CAPITOLO 1
Le classi di investimento
di Maurizio Mazziero
Le classi di investimento sono i pilastri su cui si regge il portafoglio (la casa) del buon padre di famiglia o dell’investitore consapevole. Si tratta di cinque classi distinte, chiamate anche asset class o classi di attivi, che combinate in proporzioni differenti a seconda delle condizioni di mercato consentono di ottenere una diversificazione e raggiungere gli obiettivi di investimento (Figura 1.1).
FIGURA 1.1 – I cinque pilastri dell’investimento.
Vediamo nel dettaglio quali sono questi cinque pilastri dell’investimento:
•Liquidità. È la parte talvolta assente o altre volte residuale (ciò che rimane) dall’attività di investimento. Viene spesso considerata superflua o peggio ancora uno spreco, tuttavia riveste una funzione essenziale nell’allocazione:
È la porzione disponibile per nuovi investimenti, quando si presenteranno le occasioni.
È il luogo di parcheggio del denaro proveniente da disinvestimenti.
È la componente a minor rischio, che mitiga il rischio di altre posizioni.
È la componente senza rendimento, spesso a rendimento reale negativo, considerando l’inflazione.
Naturalmente, oltre certe cifre la liquidità è consigliabile che non resti nel conto corrente e quindi deve essere gestita adeguatamente.
•Obbligazioni. È la parte che gli investitori italiani hanno sempre considerato a basso rischio, visto che questi titoli riconoscono una cedola periodica e a scadenza restituiscono il capitale; in un mondo affetto da debito non è più così e anche il processo di selezione va fatto con scrupolo.
•Azioni. Viene considerata la parte a maggiore rischio, ma vedremo che, con un’adeguata selezione, si può giungere a individuare un’allocazione che fornisca buoni rendimenti periodici, attraverso i dividendi, e con un rischio raffrontabile con quello obbligazionario.
•Materie Prime. Costituiscono il miglior aggancio all’inflazione, elemento di scarso interesse in momenti di deflazione, ma che ciclicamente torna a svolgere un ruolo importante nel portafoglio, specialmente dopo un periodo di prezzi molto bassi.
•Immobiliare. Parlare di immobiliare in una asset allocation non significa far riferimento alla detenzione di appartamenti, che specialmente in questi tempi sono difficilmente liquidabili, ma significa allocare delle risorse in quegli strumenti che investono in società immobiliari, prettamente a uso ufficio o commerciale, e che forniscono dei rendimenti derivanti dai canoni di affitto.
GLI STRUMENTI DI INVESTIMENTO
Azioni e obbligazioni sono anche strumenti di investimento, in quanto, acquistando direttamente un titolo azionario o obbligazionario, si accede nel contempo alla medesima classe. Vi sono comunque strumenti di investimento che permettono di assumere un’esposizione a ogni classe in modo pratico e veloce.
Fondi comuni e Sicav
Fondi comuni. È lo strumento di investimento forse più conosciuto dal risparmiatore che inizia ad approcciarsi all’investimento; attraverso l’aiuto di un promotore, l’investitore delega la scelta dei singoli titoli su cui investire al gestore del fondo. Il patrimonio del fondo è segregato rispetto alla società di gestione e l’investitore detiene un numero di quote proporzionale all’investimento.
Sicav. Società di investimento a capitale variabile, sono parificabili ai fondi comuni; l’investitore in questo caso è azionista della Sicav in proporzione all’investimento.
Fondi Comuni e Sicav hanno una serie di costi che remunerano il promotore e la rete di collocamento, la società di gestione e la banca depositaria del patrimonio; i costi possono essere così riassunti:
•Commissioni di ingresso e uscita. A seconda del fondo e della rete di collocamento, possono essere pari a zero.
•Commissioni di gestione. Costi che gravano a monte sull’intero patrimonio del fondo.
•Commissioni di performance. Costi che gravano una volta raggiunti certi risultati prestabiliti.
È iniziata la quotazione in borsa di alcuni fondi comuni; la compravendita può essere fatta solo al prezzo di fine giornata.
ETF, ETC ed ETN
ETF, ETC ed ETN. Sono tutti raggruppati sotto il grande cappello degli ETP (exchange traded products) e la compravendita può essere fatta in continua durante gli orari di borsa aperta:
ETF. È simile a un fondo e replica in modo automatico un paniere prestabilito; la mancanza di un gestore fisico garantisce bassi costi annuali. Il patrimonio è segregato e quindi protetto dal fallimento dell’emittente.
ETC. Sono strumenti che investono su future di materie prime o su metalli preziosi fisici (o anche su panieri delle due voci precedenti) e ne replicano la performance. Tecnicamente questi strumenti, a parte quelli che investono su metalli preziosi fisici, assumono la forma di obbligazioni cartolarizzate dell’investimento in future e sono garantite da un collaterale.
ETN. Sono strumenti utilizzati soprattutto per l’investimento a leva su valute e indici di borsa; a differenza degli ETF non sono fondi, ma obbligazioni cartolarizzate.
Solo per ulteriore conoscenza
Per completezza, aggiungiamo la descrizione di due strumenti derivati di base, che comunque non possono essere considerati strumenti di investimento, in quanto il loro utilizzo può comportare perdite superiori al capitale investito:
•I future. Sono strumenti derivati che prevedono la consegna a una scadenza di una merce o un paniere; sono utilizzati dagli operatori per fissare oggi il prezzo di un bene che verrà consegnato a scadenza.
•Le opzioni. Sono strumenti derivati che danno il diritto di acquistare o vendere una merce a un prezzo stabilito a una data scadenza; chi acquista un diritto paga un premio, chi vende un diritto incassa un premio.
DIVERSIFICAZIONE
La combinazione delle varie classi di investimento, con pesi differenti, e attraverso l’impiego di diversi strumenti, darà luogo a quella che viene chiamata diversificazione (Figura 1.2). Questo argomento verrà trattato in modo più approfondito nel Capitolo 8, tuttavia è bene chiarire che la diversificazione si raggiunge tenendo sempre presente qual è il sottostante di ogni strumento; investire in strumenti differenti, che a loro volta investono sul medesimo titolo, non può considerarsi una diversificazione. Pertanto, quando si utilizzeranno strumenti come per esempio gli ETF, sarà bene conoscere nel dettaglio qual è il paniere di titoli su cui investono.
FIGURA 1.2 – Le cinque classi di investimento in un portafoglio diversificato.
Al tempo stesso, investire in obbligazioni differenti non può considerarsi una diversificazione quando:
a.Le obbligazioni sono del medesimo emittente.
b.Le obbligazioni, pur avendo emittenti differenti,...