Trading e investimenti online
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Trading e investimenti online

Guida completa per diventare un investrader consapevole, difendere il capitale e operare in borsa

Andrea Fiorini

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Guida completa per diventare un investrader consapevole, difendere il capitale e operare in borsa

Andrea Fiorini

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Un libro che illustra le varie possibilità di investimento che si possono effettuare in piena autonomia, sfruttando le potenzialità offerte da computer e Internet. Un obiettivo che, in ottica di un'efficace diversificazione, può essere raggiunto impiegando una parte del capitale a disposizione per operare in borsa (con un alto rischio e con un orizzonte temporale di breve o medio periodo) e, allo stesso tempo, investendo la maggior parte dei propri capitali in attività o strumenti più tradizionali, a basso rischio e con un orizzonte temporale di lungo termine, beneficiando di cedole o interessi periodici. Fondi comuni d'investimento, conti di deposito, piani di accumulo, dividendi, equity crowdfunding sono solo alcuni degli esempi di investimenti effettuabili "in autonomia" presentati nel libro, accanto agli strumenti più classici del trading online, il tutto arricchito da un'introduzione alla consulenza finanziaria. Chi sceglie questa duplice strategia di approccio alla finanza e ai mercati è quindi parte di una nuova specie di investitori-trader, quella degli investrader, ossia di investitori attivi che vogliono decidere con la propria testa, mantenere bassi i costi e operare nei tempi e nei modi a loro più congeniali, a fronte di un impegno serio e costante nello studio e nell'analisi dei mercati.

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Información

Editorial
Hoepli
Año
2021
ISBN
9788836000210
Categoría
Design
Categoría
Web Design

CAPITOLO 1

Investitore, trader e investrader

Se l’economia può essere definita come l’insieme delle attività per l’organizzazione della produzione e della distribuzione di beni e servizi, la finanza è l’insieme della attività volte al reperimento e all’impiego di capitali (soldi). In sostanza, l’economia si occupa di “cose”, la finanza di “soldi”. Chi acquista o vende un bene (un divano, un televisore, un servizio di pulizia) effettua quindi un’attività economica; chi invece investe acquista e vende titoli o ottiene un prestito, svolge un’attività finanziaria.
L’investrader si muove nell’ambito della finanza. Per investire bisogna avere dei soldi, in banca o sotto il materasso, quindi si deve essere prima di tutto risparmiatori, cioè aver messo da parte almeno una parte dei soldi guadagnati o comunque posseduti. Come risparmiatore, con i soldi messi da parte posso decidere di spendere (comprare beni o servizi) o di eseguire attività per conservare, proteggere dall’inflazione o incrementare il capitale posseduto. Queste azioni significano “investire” e chi le effettua entra nella cerchia degli investitori.
Gli investitori possono scegliere canali e strumenti diversi per raggiungere i propri obiettivi: conservare i soldi sul conto corrente per ottenere un interesse sulle somme versate, affidare i propri soldi a un intermediario finanziario autorizzato alla gestione del risparmio (che vi aggiornerà periodicamente sull’andamento della situazione dei vostri soldi), oppure seguire i consigli di un consulente, negoziare strumenti finanziari e così via.
Negoziare strumenti finanziari è, soprattutto per un utente privato, un’attività tra le più impegnative e rischiose, perché non è possibile prevedere l’esito delle scelte effettuate.
Le fasi dell’investimento sono sostanzialmente due:
1.La selezione del tipo di investimento da effettuare sulla base dei propri obiettivi, del proprio profilo patrimoniale e del proprio profilo di rischio.
2.La realizzazione operativa dell’investimento prescelto attraverso i canali disponibili (consulente, sportello bancario, intermediario finanziario e così via).
Entrambe queste fasi possono essere effettuate in autonomia o essere delegate ad altri. In particolare, la negoziazione può essere effettuata:
1.Ascoltando i consigli di un consulente e dando ordine alla propria banca di eseguirli.
2.Ascoltando i consigli di un consulente e attuando gli investimenti consigliati in modo autonomo.
3.Scegliendo in autonomia il tipo di investimento da effettuare e attuandolo, sempre in autonomia, online.
Le ultime due possibilità caratterizzano l’investrader, che è quindi un investitore che esegue in modo autonomo, attraverso la negoziazione telematica di strumenti finanziari e di prodotti per il risparmio, strategie finanziarie la cui origine può essere propria o di altri.
L’investrader, proprio perché deve scegliere in autonomia, non può essere chiuso in sé stesso ad ascoltare soltanto la voce della propria coscienza o le proprie intuizioni, ma deve studiare, utilizzare gli strumenti dell’analisi tecnica, informarsi costantemente al fine di selezionare le migliori opportunità.
Rispetto ad altri tipi di investitore, l’investrader deve avere le necessarie competenze per valutare e filtrare i consigli che riceve, perché la responsabilità del successo o dell’insuccesso di un investimento dipende esclusivamente dalle sue scelte.
Quando parliamo di investimenti in autonomia effettuati col computer non parliamo quindi di “trading online”, ma di negoziazione telematica, in quanto la prima locuzione indica un tipo di attività d’investimento online con caratteristiche precise (maggior attitudine al rischio, obiettivi di brevissimo e breve termine e così via), mentre la seconda descrive in modo neutro una modalità operativa attuata attraverso uno specifico canale di accesso ai servizi finanziari.
Rivolgendosi al mercato finanziario, gli investitori potranno trovare diverse categorie di offerte, che qui raggruppiamo in quattro macro-aree:
1.Strumenti d’investimento o finanziari: sono titoli o contratti finanziari che è possibile negoziare per speculare sull’andamento del prezzo, oppure per ottenere un interesse sul capitale investito, come azioni, obbligazioni o derivati.
2.Prodotti d’investimento o finanziari: sono combinazioni complesse di strumenti finanziari, realizzate (prodotte) da società specializzate per venderle al pubblico allo scopo di raccogliere capitali, fornendo in cambio l’opportunità di ottenere un interesse più o meno garantito. Si tratta per esempio dei fondi d’investimento.
3.Risparmio gestito o gestione: è l’attività svolta da intermediari finanziari autorizzati, che consiste nel raccogliere capitali presso privati o aziende per gestirli attraverso strategie rese note ai clienti, ma su cui i clienti stessi non possono intervenire se non ritirando i capitali secondo le modalità previste dal contratto stipulato; rientrando nei servizi finanziari, per la gestione è sempre richiesta una remunerazione da parte del cliente.
4.Servizi finanziari: trattandosi di servizi, si pagano a prescindere dal fatto che forniscano un’opportunità di guadagno o meno. Servizi sono per esempio l’accesso alle borse per via telematica (trading online), la consulenza indipendente fee only (che si paga con un fisso non legato ai risultati), le gestioni (per le quali si pagano specifiche commissioni) e così via.

LE DUE ANIME DELL’INVESTRADER

Per comprendere le possibilità a disposizione dell’investrader è necessario approfondire gli elementi che accomunano e differenziano il trading online e l’investimento online, due termini che consentono di distinguere due attività apparentemente molto simili.
Iniziamo quindi dalle definizioni sulle quali basare il ragionamento successivo.
Ci riferiamo a investimento online e a investitore online da un lato, e a trading online e a trader dall’altro, quando facciamo riferimento sia alla negoziazione di strumenti e prodotti finanziari, sia alla sottoscrizione di servizi finanziari da parte di utenti privati.
Ciò perché in altri ambiti alcuni termini assumono significati diversi (per esempio, nelle banche e nelle società finanziarie il trader è un dipendente contrattualizzato, nel commercio internazionale trade e trading indicano l’import export di merci e così via).
Inoltre, i termini apparentemente contrapposti di trader online e di investitore online nel nostro caso indicano due aspetti diversi dell’attitudine a investire che spesso convivono nella stessa persona (nell’investrader, appunto), esattamente come si può essere ciclisti e automobilisti, per motivi che cambiano nel corso della vita o della stessa giornata, senza che uno dei due aspetti annulli l’altro.
Ciò che accomuna l’investitore online e il trader online è:
L’utilizzo di strumenti informatici.
L’interesse per strumenti, prodotti e mercati finanziari.
La volontà di eseguire (e spesso anche di scegliere) gli investimenti in modo autonomo.
Ciò che differenzia l’investitore online dal trader online sono:
Gli obiettivi finanziari.
Il profilo di rischio.
Gli strumenti e i prodotti finanziari effettivamente negoziati.
Il periodo di negoziazione (timing).
La proporzione dei capitali utilizzati per l’investimento rispetto ai capitali totali posseduti (valido per la media dei trader).
Non è quindi il “come” (cioè il canale utilizzato) che rende diversa l’attività del trader online da quella dell’investitore online, ma il “perché” (obiettivi e profilo di rischio), il “quando” (timing di brevissimo, breve, medio, lungo o lunghissimo termine) e il “quanto” (percentuale del capitale liquido utilizzato sul totale disponibile).
Per giungere quindi alle definizioni, possiamo dire che il trader (cioè l’anima più speculativa dell’investrader) ha un profilo di rischio mediamente più alto e obiettivi di guadagno più immediati; in finanza questa immediatezza si definisce a grandi linee con l’espressione “di breve” o “di brevissimo” termine. Ciò significa più o meno che la negoziazione che si apre con l’acquisto di uno strumento finanziario si può chiudere nel giro di pochissimi secondi o fino a qualche ora nel caso di un’operazione “di brevissimo”, e da una giornata a un paio di settimane nel caso “di breve”.
Inoltre, il trader usa solo una parte limitata del capitale che possiede; in generale i grandi trader consigliano di non utilizzare più del 10% del capitale liquido, escludendo dal computo il valore di eventuali beni immobili posseduti o di altri capitali immobilizzati.
L’investitore (l’anima più conservativa dell’investrader) ha invece degli obiettivi che sono maggiormente legati alla gestione del suo futuro e di quello della famiglia, per cui mira a risultati “di lungo” o “di lunghissimo” termine, cioè ottenibili in un anno, cinque anni, trent’anni, puntando soprattutto a preservare il capitale, a evitarne l’erosione inflazionaria o a incrementarlo facendosi carico di rischi molto bassi, piuttosto che speculare per avere alti interessi. Per questo i suoi strumenti e prodotti finanziari di riferimento sono i fondi d’investimento e le SICAV, i conti di deposito, i titoli di Stato, i piani di accumulo (PAC) o i piani individuali di risparmio (PIR), anche integrati con strumenti dal rischio diversificato.
Poiché secondo le statistiche la maggioranza dei trader italiani è maschio, con età tra i 35 e 55 anni, ed è composta per lo più da imprenditori, professionisti e impiegati, possiamo quindi immaginarci l’investrader medio come un padre di famiglia con buone capacità di utilizzo dei computer (che usa abitualmente anche al lavoro) e che mette da parte per la famiglia quasi tutto il proprio reddito, investendolo attraverso un mix di canali tradizionali (consulente, sportello e così via) e utilizzando strumenti a basso rischio con scadenze lunghe, mentre se ne tiene una parte da usare per attività di trading, con un tasso di rischio più alto e, quindi, con guadagni (e perdite) potenzialmente maggiori.
Dal punto di vista tecnico, tuttavia, la preparazione, lo studio e le informazioni necessarie per operare online, indipendentemente dalla finalità, sono in gran parte gli stessi per trader e investitori online. Per questo motivi i primi capitoli del libro sono dedicati indistintamente a tutti gli investrader. Si tratta infatti di elementi indispensabili a tutti coloro che si avvicinano alla negoziazione telematica di strumenti finanziari. La prima parte del volume illustra non solo quali strumenti siano necessari per operare finanziariamente in remoto, ma soprattutto quale dovrebbe essere il percorso personale e di studio indispensabile per arrivare al fai-da-te finanziario conoscendone rischi e opportunità. La seconda parte entra invece nel dettaglio dei prodotti e dei servizi realmente disponibili alla negoziazione telematica, focalizzando di volta in volta l’attenzione su quanto è maggiormente utile per l’attività di trading o per l’investimento di più lungo periodo.

IN BORSA DA SOLI

Lo scopo di questo libro non è quello di spingervi a investire in modo da poter diventare ricchi con pochi sforzi, ma è quello di fornire una prima base di conoscenza dei concetti di base della negoziazione finanziaria: cos’è, come funziona, quali sono i suoi rischi e le opportunità che offre. Tutto spiegato in modo semplice e chiaro. Perché per costruire una solida attività di trading o di investimento è necessario avere le idee chiare su tutti i passi da compiere e su tutti i concetti fondamentali.
Spero quindi di darvi gli strumenti giusti per aiutarvi a rispondere alla vostra prima domanda: “Ho le caratteristiche giuste per investire da solo?”.
La negoziazione finanziaria telematica per utenti privati nasce con il trading online (qui inteso come attività speculativa di strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati o in circuiti di scambio), cioè col desiderio di offrire anche agli utenti non professionali l’accesso alle borse telematiche, progressivamente esteso ai prodotti di risparmio e gestione. La storia di questa attività ha una storia che ormai copre oltre tre decenni e che nasce dalla convergenza di leggi finanziarie innovative (approvate a metà degli anni ’70 negli Stati Uniti), di tecnologia informatica (hardware e software in continua evoluzione) e di telecomunicazioni (reti, Internet). Il trading online moderno, però, si è sviluppato e ha conosciuto il suo boom soltanto con la diffusione del World Wide Web e poi dell’ADSL, che a distanza di tempo l’uno dall’altra hanno portato in tutte le case l’accesso alla rete globale e una connessione veloce ed economica.
In Italia il trading online è nato tra il 1995 e il 1996, ma è esploso a partire dal 1999 e ora conta qualche migliaio di persone che vivono quasi esclusivamente di trading, decine di migliaia che operano molto intensamente (i cosiddetti scalper e gli heavy trader) e alcune centinaia di migliaia che operano di rado o saltuariamente, oltre ad alcuni milioni che hanno il conto di trading associato a un conto corrente bancario online e non lo usano.
Il trading online quindi non è il futuro, ma il presente. È uno dei canali attraverso cui gli utenti di servizi finanziari e bancari possono investire e gestire i propri soldi in completa autonomia e solitudine. È un sistema che presenta alti rischi di perdere i soldi senza un’adeguata preparazione, ma che, al contrario, può essere fonte di soddisfazione se affrontato con consapevolezza, impegno, studio, prudenza, sistematicità.
Con qualche anno di ritardo rispetto all’attività borsistica, gli investimenti online sono partiti dai conti di deposito per arrivare ai fondi d’investimento, ai pronti contro termine, ai PAC e, da poco tempo, ai PIR e al crowdfunding, per non fare che qualche esempio.
“Col trading si diventa ricchi?”, è la domanda che fa brillare gli occhi ai potenziali trader. Sì, si può diventare ricchi. Ma si può anche perdere tutto, risparmi, investimenti, sicurezza. Quindi non c’è alternativa: per fare trading è necessario studiare, studiare tanto e prepararsi ad affrontare – economicamente e psicologicamente – le inevitabili perdite. Perché nel trading nessuno guadagna sempre. I migliori trader si preparano scrupolosamente e imparano a gestire le perdite.
“Con gli investimenti online si protegge...

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