GIORNO 1. Tutta questione di orientation e prononciation
Quante volte, appena cacciata fuori la testa dalla cabina dellâaereo o varcata la frontiera a bordo della tua voiture sfrecciante, hai pensato âoddio, non riuscirĂČ MAI PIĂ a tornare a casaâ?
Lo sconforto che ci assale quando sentiamo parlare unâaltra lingua Ăš a tratti incommensurabile e schiacciante, ma io ti consiglio sempre di affrontare il soggiorno allâestero con un sourire aux lĂšvres (sorriso sulle labbra, pronuncia suÊiÊ o lÉvÊ).
Mi Ăš capitato, la prima volta che ho messo piede sul suolo parigino, di non riuscire neanche a capire da quale parte andare per uscire dallâaeroporto Charles de Gaulle. Tutta quella confusione di sigle⊠RATP, RER, SNFC, ma cosa saranno mai?
E quellâaltra parola lunghissima⊠arrondissement, cosa vorrĂ dire?
Lascia che condivida con te quello che ho imparato⊠e che spesse volte ho imparato proprio dagli errori: gli arrondissement sono i quartieri di Parigi. Sono 20, piccole e accoglienti mini cittĂ . Questa Ăš la cosa che apprezzo di piĂč della Ville LumiĂšre: sotto casa câĂš sempre la boulangerie di fiducia, un minimarket, una crĂȘperie o una pĂątisserie⊠Sono queste, per me, le caratteristiche che rendono questi arrondissement una sorta di mini cittĂ , perchĂ© la struttura Ăš quasi ripetitiva, anche se nellâaspetto sempre multiforme e sfaccettata, con nuovi contrasti di colore, profumi che scaldano il cuore e tanta nuova gente, anche se molte volte antipatica. Tuttavia, Ăš unâimpalcatura che, in un certo senso, dĂ sicurezza e fa sentire ben accetti perchĂ©, ovunque si vada, si sa di poter trovare ciĂČ di cui si ha bisogno. Sempre un negozio in piĂč, o forse uno in meno, ma quelli essenziali ci sono tutti e sembrano aspettare proprio noi: questo ovviamente fuori dal centro. Il centro, che poi Ăš un centro non proprio centrale, un centro esteso che col passare del tempo ingloba sempre piĂč attrazioni, Ăš megalomane, metropolitano, ma romantique. Ă come un imponente castello romanico visto da vicino dagli occhi teneramente piccoli di una bambina: come se tutto fosse a portata di mano e, allo stesso tempo, tremendamente insondabile. Ă anche il profumo dei fiori che si diffonde per le rues, che si scontra con il puzzo di pipĂŹ alla notturna Gare du Nord, che di colpo ci riporta sulla terra ferma e che ravviva la luciditĂ propria di un viaggiatore che non vuole sentirsi smarrito del tutto.
Plan en main, mi sono armata di pazienza e di qualche riferimento indispensabile per orientarmi. Ho repĂ©rĂ© (localizzato) lâaeroporto e la mia destinazione sulla cartina, fornita gratuitamente al banco informazioni dellâaeroporto, e ho cercato di seguire il bandolo della matassa in quel groviglio di linee. CosĂŹ, ho scoperto che a Paris si sovrapponevano molte linee di superficie e tre linee sotterranee, appunto, la RATP, la RER e la SNFC.
Una meraviglia per i miei occhi di ragazza non metropolitana.
RATP significa RĂ©gie Autonome des Transports Parisiens. Nel 1948 ha sostituito il vecchio Chemin de Fer mĂ©tropolitain de Paris (CFM), piĂč semplicemente noto come metropolitana. La RER (RĂ©seau Express RĂ©gional), invece, Ăš una vera e propria rete ferroviaria, sia sopraelevata che interrata, che collega, su distanze piĂč lunghe, punti di interesse en dehors de Paris. Per esempio, se vuoi andare a visitare il ChĂąteau de Versailles devi prendere la RER, se vuoi andare a Disneyland, devi prendere la RER. E cosĂŹ ho scoperto che anche per andare dallâaeroporto Charles de Gaulle al centro della cittĂ , dovevo prendere la RER. Questa Ăš una rete appunto separata dalla RATP [ÉÊatepe], quindi necessita ovviamente di un biglietto a parte. I distributeurs automatiques de billets non sono di facile intuizione, ma puoi farti aiutare dalle persone preposte alle informazioni.
Potresti chiedere:
âComment puis-je atteindre la gare deâŠ?â e inserisci il nome della stazione alla quale vuoi arrivare.
Oppure: âBonjour Monsieur, pouvez-vous mâaider, sâil vous plaĂźt? Je dois arriver Ă âŠâ.
Fatti indicare come raggiungere la banchina: questa molto spesso Ăš indicata con la parola quai. Il gentile signore di turno ti darĂ delle indicazioni con le seguenti frasi:
- Tournez / prenez Ă gauche (Gira a sinistra) [tuÊne a ÉĄoÊ]
- Tournez / prenez Ă droite (Gira a destra) [tuÊne a dÊwat]
- Allez tout droit (Vaâ sempre dritto) [ale tu dÊwa]
- Au fond du couloir, il y a⊠(in fondo al corridoio si trovaâŠ) le train, il treno, per esempio.
[O fÉÌ dy kulwaËÊ il j a lÉ tÊÉÌ]
Forse ti farai una risata pensandomi sola e raminga con due valigione piene zeppe di vestiti e pasta Barilla in mezzo alla stazione della RER. Ma di certo io non godo di un ottimo senso dellâorientamento.
Immaginati una conversazione tra me e me. Ă leggermente sopra le righe e, a tratti, non Ăš certo una prova di spiccata sanitĂ mentale, con rispetto parlando, ma ci vuole anche un poâ di fantasia per entrare nellâesprit français.
â Nous sommes oĂč, chĂ©rie?
â Je ne le sais pas.
â Qu'est-ce qu'on va faire donc?
â On va demander. Si on ne parvient pas Ă sâorienter, on pourra prendre un bahut.
[nu sÉm u, ÊeÊi]
[ÊÉ nÉ lÉ sÉ pa]
[kÉ-s kÉÌ va fÉÊ dÉÌËk]
[ÉÌ va dÉmÉÌde. si ÉÌ nÉ paÊvjÉÌ pa a sÉÊjÉÌte, ÉÌ puÊa pÊÉÌdÊ ĆÌ bay]
(Tesoro, dove siamo? Non so. Allora che facciamo? Chiediamo. Se non riusciamo a orientarci, potremo prendere un taxi)
Allora chiedo a un passante:
â Bonjour, Monsieur. Pardonnez-moi, je dois atteindre Rue de Rochechouart. Est-ce que vous savez mâindiquer comment y arriver ?
â DĂ©solĂ©, mademoiselle, je ne le sais pas. Demandez-le au chauffeur !
â Bien sĂ»r, Monsieur, merci beaucoup !
[bÉÌÊuÊ mÉsjĂž. paÊdÉne-mwa, ÊÉ dwa atÉÌdÊÉ Êy dÉ ÊÉÊÊuaËÊ. É-s kÉ vu save kÉmÉÌ j aÊive]
[dezÉle, madmwazÉl, ÊÉ nÉ lÉ sÉ pa. dÉmÉÌde-lÉ o ÊofĂžÊ]
[bjÉÌ syËÊ, mÉsjĂž, mÉÊsi boku]
(Buongiorno, sign...