COME IMPARARE IL FRANCESE IN 30 GIORNI. Metodo Veloce e Divertente!
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COME IMPARARE IL FRANCESE IN 30 GIORNI. Metodo Veloce e Divertente!

Alice Zanzottera

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COME IMPARARE IL FRANCESE IN 30 GIORNI. Metodo Veloce e Divertente!

Alice Zanzottera

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Questo libro ti farĂ  imparare il FRANCESE in soli 30 giorni, partendo da zero. E questa Ăš piĂč di una semplice promessa. Ti spiego
 Il metodo Ăš molto semplice: il libro Ăš suddiviso in 30 capitoli, uno per giorno, per permetterti di imparare le basi di questa lingua in un solo mese. Per ottenere il massimo da questo corso, devi solo rispettare una regola: leggere un capitolo al giorno, nĂ© piĂč, nĂ© meno. Se rispetti questa regola e segui le indicazioni contenute nel libro, il risultato Ăš garantito. Dimentica i soliti noiosi corsi grammaticali, dal profilo anonimo e spersonalizzato. COME IMPARARE IL FRANCESE IN 30 GIORNI Ăš stato realizzato con tutti i crismi del self-help, come un manuale pratico, dal taglio personale, divertente e motivante. È ricco di tanti aneddoti curiosi e consigli utili non solo per parlare in FRANCESE, ma anche per cavarsela in viaggio. Se non sei ancora convinto, continua a leggere

Dalla premessa dell'autrice

Lo scopo di questo volume Ăš garantirti i principi base da seguire in situazioni di "ordinaria follia", quando ti trovi in un paese francofono. Forse, per essere esatta, dovrei dire francese, dal momento che la francofonia racchiude paesi molto diversi tra loro per varianti linguistiche e culturali
 ma questo Ăš un argomento che tratteremo piĂč avanti.
Quante volte ti Ăš capitato di improvvisare una parola, trovandoti a mangiare in un ristorante all'estero? Magari senza neanche sapere cosa stavi ordinando
 Ecco, capita anche ai migliori. Allora, vediamo come dare libero sfogo alla nostra creativitĂ  con qualche conoscenza in piĂč. Il funzionamento di questo corso Ăš semplice. La sola cosa che devi fare Ăš leggere una lezione al giorno. Come puoi vedere dal sommario, gli argomenti sono ripartiti su 30 unitĂ  e la lunghezza che ho scelto per trattare ogni topic segue proprio questa linea, per non sovraccaricarti con troppe informazioni superflue. Affronteremo i principali argomenti grammaticali con un metodo divertente, basato su situazioni di comunicazione quotidiana. Man mano che procederai su questo percorso, sentiti libero di tornare indietro e rivedere gli argomenti che ti saranno meno chiari. Per approfondimenti e chiarimenti, internet offre gratuitamente una miriade di risorse: ti consiglio di scegliere le fonti piĂč attendibili, qualche dizionario rinomato per esempio, grazie al quale puoi apprendere l'uso specifico di una parola e il suo contesto d'utilizzo (...). Vuoi chiedere un caffĂš senza esitazioni a un cafĂ© parisien? Oppure ordinare un piatto in un tipico bistrot senza incorrere in spiacevoli inconvenienti? O chiedere semplicemente dov'Ăš la toilette? Ecco, allora hai scelto il libro che fa al caso tuo!

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Informations

Éditeur
HOW2 Edizioni
Année
2017
ISBN
9788893050814
Sous-sujet
Francés

GIORNO 1. Tutta questione di orientation e prononciation

Quante volte, appena cacciata fuori la testa dalla cabina dell’aereo o varcata la frontiera a bordo della tua voiture sfrecciante, hai pensato “oddio, non riuscirĂČ MAI PIÙ a tornare a casa”?
Lo sconforto che ci assale quando sentiamo parlare un’altra lingua Ăš a tratti incommensurabile e schiacciante, ma io ti consiglio sempre di affrontare il soggiorno all’estero con un sourire aux lĂšvres (sorriso sulle labbra, pronuncia suʁiʁ o lɛvʁ).
Mi ù capitato, la prima volta che ho messo piede sul suolo parigino, di non riuscire neanche a capire da quale parte andare per uscire dall’aeroporto Charles de Gaulle. Tutta quella confusione di sigle
 RATP, RER, SNFC, ma cosa saranno mai?
E quell’altra parola lunghissima
 arrondissement, cosa vorrà dire?
Lascia che condivida con te quello che ho imparato
 e che spesse volte ho imparato proprio dagli errori: gli arrondissement sono i quartieri di Parigi. Sono 20, piccole e accoglienti mini cittĂ . Questa Ăš la cosa che apprezzo di piĂč della Ville LumiĂšre: sotto casa c’ù sempre la boulangerie di fiducia, un minimarket, una crĂȘperie o una pĂątisserie
 Sono queste, per me, le caratteristiche che rendono questi arrondissement una sorta di mini cittĂ , perchĂ© la struttura Ăš quasi ripetitiva, anche se nell’aspetto sempre multiforme e sfaccettata, con nuovi contrasti di colore, profumi che scaldano il cuore e tanta nuova gente, anche se molte volte antipatica. Tuttavia, Ăš un’impalcatura che, in un certo senso, dĂ  sicurezza e fa sentire ben accetti perchĂ©, ovunque si vada, si sa di poter trovare ciĂČ di cui si ha bisogno. Sempre un negozio in piĂč, o forse uno in meno, ma quelli essenziali ci sono tutti e sembrano aspettare proprio noi: questo ovviamente fuori dal centro. Il centro, che poi Ăš un centro non proprio centrale, un centro esteso che col passare del tempo ingloba sempre piĂč attrazioni, Ăš megalomane, metropolitano, ma romantique. È come un imponente castello romanico visto da vicino dagli occhi teneramente piccoli di una bambina: come se tutto fosse a portata di mano e, allo stesso tempo, tremendamente insondabile. È anche il profumo dei fiori che si diffonde per le rues, che si scontra con il puzzo di pipĂŹ alla notturna Gare du Nord, che di colpo ci riporta sulla terra ferma e che ravviva la luciditĂ  propria di un viaggiatore che non vuole sentirsi smarrito del tutto.
Plan en main, mi sono armata di pazienza e di qualche riferimento indispensabile per orientarmi. Ho repĂ©rĂ© (localizzato) l’aeroporto e la mia destinazione sulla cartina, fornita gratuitamente al banco informazioni dell’aeroporto, e ho cercato di seguire il bandolo della matassa in quel groviglio di linee. CosĂŹ, ho scoperto che a Paris si sovrapponevano molte linee di superficie e tre linee sotterranee, appunto, la RATP, la RER e la SNFC.
Una meraviglia per i miei occhi di ragazza non metropolitana.
RATP significa RĂ©gie Autonome des Transports Parisiens. Nel 1948 ha sostituito il vecchio Chemin de Fer mĂ©tropolitain de Paris (CFM), piĂč semplicemente noto come metropolitana. La RER (RĂ©seau Express RĂ©gional), invece, Ăš una vera e propria rete ferroviaria, sia sopraelevata che interrata, che collega, su distanze piĂč lunghe, punti di interesse en dehors de Paris. Per esempio, se vuoi andare a visitare il ChĂąteau de Versailles devi prendere la RER, se vuoi andare a Disneyland, devi prendere la RER. E cosĂŹ ho scoperto che anche per andare dall’aeroporto Charles de Gaulle al centro della cittĂ , dovevo prendere la RER. Questa Ăš una rete appunto separata dalla RATP [ɛʁatepe], quindi necessita ovviamente di un biglietto a parte. I distributeurs automatiques de billets non sono di facile intuizione, ma puoi farti aiutare dalle persone preposte alle informazioni.
Potresti chiedere:
“Comment puis-je atteindre la gare de
?” e inserisci il nome della stazione alla quale vuoi arrivare.
Oppure: “Bonjour Monsieur, pouvez-vous m’aider, s’il vous plaüt? Je dois arriver à
”.
Fatti indicare come raggiungere la banchina: questa molto spesso Ăš indicata con la parola quai. Il gentile signore di turno ti darĂ  delle indicazioni con le seguenti frasi:
- Tournez / prenez Ă  gauche (Gira a sinistra) [tuʁne a ÉĄoʃ]
- Tournez / prenez Ă  droite (Gira a destra) [tuʁne a dʁwat]
- Allez tout droit (Va’ sempre dritto) [ale tu dʁwa]
- Au fond du couloir, il y a
 (in fondo al corridoio si trova
) le train, il treno, per esempio.
[O fɔ̃ dy kulwaːʁ il j a lə tʁɛ̃]
Image
Forse ti farai una risata pensandomi sola e raminga con due valigione piene zeppe di vestiti e pasta Barilla in mezzo alla stazione della RER. Ma di certo io non godo di un ottimo senso dell’orientamento.
Immaginati una conversazione tra me e me. È leggermente sopra le righe e, a tratti, non ù certo una prova di spiccata sanità mentale, con rispetto parlando, ma ci vuole anche un po’ di fantasia per entrare nell’esprit français.
– Nous sommes oĂč, chĂ©rie?
– Je ne le sais pas.
– Qu'est-ce qu'on va faire donc?
– On va demander. Si on ne parvient pas à s’orienter, on pourra prendre un bahut.
[nu sɔm u, ʃeʁi]
[ʒə nə lə sɛ pa]
[kɛ-s kɔ̃ va fɛʁ dɔ̃ːk]
[ɔ̃ va dəmɑ̃de. si ɔ̃ nə paʁvjɛ̃ pa a sɔʁjɑ̃te, ɔ̃ puʁa pʁɑ̃dʁ Ć“Ìƒ bay]
(Tesoro, dove siamo? Non so. Allora che facciamo? Chiediamo. Se non riusciamo a orientarci, potremo prendere un taxi)
Allora chiedo a un passante:
– Bonjour, Monsieur. Pardonnez-moi, je dois atteindre Rue de Rochechouart. Est-ce que vous savez m’indiquer comment y arriver ?
– DĂ©solĂ©, mademoiselle, je ne le sais pas. Demandez-le au chauffeur !
– Bien sĂ»r, Monsieur, merci beaucoup !
[bɔ̃ʒuʁ məsjĂž. paʁdɔne-mwa, ʒə dwa atɛ̃dʁə ʁy də ʁɔʃʃuaːʁ. ɛ-s kə vu save kɔmɑ̃ j aʁive]
[dezɔle, madmwazɛl, ʒə nə lə sɛ pa. dəmɑ̃de-lə o ʃofĂžÊ]
[bjɛ̃ syːʁ, məsjĂž, mɛʁsi boku]
(Buongiorno, sign...

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