Capitolo 1
Cyber Espionage: lo spionaggio nel mondo virtuale
PiĂč conosciamo lâuno dellâaltro piĂč sicuri siamo tutti.
William Colby
Direttore della Central Intelligence Agency, CIA (1973-1975)
1.1 Lâarte dello spionaggio
Nellâimmaginario collettivo, il termine spionaggio identifica un periodo storico contraddistinto da forti tensioni internazionali legate a motivazioni ideologiche, che hanno prodotto finanche scontri militari che si sono protratti per diversi anni. Lâepoca della Guerra fredda Ăš stata senzâaltro contrassegnata soprattutto da unâintensa guerra di spie tra il blocco occidentale e quello sovietico, fatta di intrighi, omicidi, segreti trafugati, agenti doppi, scambio di spie e tecnologie di spionaggio di straordinaria efficacia. Ma la spy war di quegli anni ha rappresentato anche un formidabile combustibile per giornalisti, romanzieri e registi, che si sono cimentati, e ancora oggi, nella piĂč consistente produzione cinematografica e letteraria della storia. Grazie allâalone di mistero, attrazione, azione e perfino romanticismo scanzonato abilmente riportato dai prodotti cinematografici ed editoriali, per la massa lo spionaggio ha assunto la connotazione di un contesto in cui riveste una grande rilevanza il gioco dei ruoli e dellâazione, relegando le tecniche e le metodologie di investigazione, ossia lâarte dellâintelligence, a una funzione secondaria.
Lo spionaggio, comâĂš noto, Ăš il secondo mestiere piĂč antico del mondo, citato giĂ nel V secolo a.C. da Sun Tzu nella sua celebre opera LâArte della Guerra, e costantemente praticato nei secoli come fondamentale elemento su cui basare la salvaguardia e la sicurezza di un paese. A partire dagli egizi per proseguire con gli ittiti, assiri, persiani, greci e romani, le attivitĂ condotte per ricercare, identificare e valutare le informazioni, per conseguire un obiettivo, hanno trasformato lâintelligence (dal latino intus legere, cioĂš leggere dentro) da un semplice strumento di raccolta informativa e cognitiva a un filone scientifico vero e proprio, i cui elementi che lo compongono devono essere protesi al raggiungimento di un sistema armonioso di ricerca, acquisizione, analisi e valorizzazione delle notizie, per produrre una conoscenza utile per identificare le decisioni migliori da assumere in qualsiasi contesto o scenario in cui ci si trovi a operare, ma anche per prevenire eventi destabilizzanti di qualsiasi genere. Quindi lo spionaggio â come anche il controspionaggio â Ăš unâattivitĂ dellâintelligence finalizzata alla ricerca informativa di segreti o informazioni non di dominio pubblico, prevalentemente di avversari o nemici, onde poter ottenere vantaggi economici, sociali, politici e militari.
Per i paesi che lo hanno compreso, lo spionaggio Ăš un elemento fondamentale per la vita politica, sociale, economica e della sicurezza di uno Stato. La conoscenza approfondita e aggiornata del nemico (avversario) Ăš essenziale. Diversamente, lâesposizione a rischi e pericoli di ogni genere aumenta in maniera esponenziale.
Ai servizi segreti, storicamente, spetta il compito di svolgere le attivitĂ di intelligence ad ampio spettro, per poter fornire ai governanti, e nel piĂč breve tempo possibile, informazioni affidabili in grado di fornire un valore aggiunto ai processi decisionali. Tuttavia, vale la pena di sottolineare che le attivitĂ di spionaggio e controspionaggio non sono una prerogativa delle agenzie di intelligence governative (spionaggio militare e per la difesa nazionale), ma soprattutto negli ultimi decenni, si stanno estendendo anche tra le aziende (spionaggio industriale) e le organizzazioni di vario genere (spionaggio politico, sociale, economico). In ambito civile, assumono particolare rilevanza lo spionaggio economico-finanziario e lo spionaggio industriale-commerciale. In un mondo globalizzato, in cui soprattutto gli interessi economici e politici condizionano la vita delle masse e quindi dei governi, la possibilitĂ di fruire di elementi di conoscenza di altri paesi, soprattutto per quanto riguarda le finalitĂ e gli interessi perseguiti, rappresenta un vantaggio in termini sia strategici che politici. Di conseguenza, il mondo dellâintelligence risulta costantemente influenzato da variabili strategiche, metodologiche, storiche e filosofiche che, da millenni, caratterizzano la complessitĂ di questo settore di studio.
Come abbiamo potuto comprendere, la ricerca e lâelaborazione delle informazioni rappresentano la primaria missione di ogni servizio segreto, che conseguentemente viene anche identificato come servizio informativo. La conoscenza dei segreti dellâavversario consente di identificarne le strategie, contrastarne le attivitĂ , condurre delle campagne di disinformazione e propaganda finalizzate al disorientamento, a colpire gli interessi economici, politici, industriali e militari dellâantagonista. Va evidenziato che la raccolta delle notizie rappresenta un elemento nevralgico nel processo di predisposizione di metodologie e strumenti per la conduzione di azioni di guerra psicologica (Psycholocal Operations â PsyOps) condotto contro lâavversario e i suoi possibili alleati, ma anche rivolta sulla propria popolazione. In questâultimo caso, il consenso âinternoâ, ossia della popolazione nazionale, risulta particolarmente utile per la conduzione di specifiche attivitĂ di intelligence interna. La comprensione degli umori delle masse, delle reali esigenze, delle preoccupazioni o del livello di gradimento di un governo sono elementi di conoscenza rilevabili mediante oculate attivitĂ di intelligence.
La comunicazione globale, basata sullâazzeramento delle barriere geografiche e temporali in funzione dellâutilizzo della rete Internet, puĂČ essere manipolata attraverso delle azioni di comunicazione finalizzate al condizionamento e alla persuasione (alterazione delle informazioni con notizie verosimili o false) volte, ad esempio, allâaccrescimento del sentimento popolare su determinate questioni, oppure per produrre una forte ostilitĂ su aspetti di grande attualitĂ .
Il mondo dello spionaggio, per un neofita, puĂČ apparire come un universo parallelo, senza limiti dimensionali di alcun genere, in cui Ăš possibile vivere situazioni ed eventi che sembrano decontestualizzati da uno specifico spazio temporale. In realtĂ lâecosistema dellâintelligence Ăš un insieme multiforme di risorse umane, professionalitĂ , strumenti, metodologie, tecnologie, psicologie e filosofie dâimpiego e attivitĂ diversificate, senza escludere quellâapproccio vocazionale, essenziale, orientato alla curiositĂ , la perseveranza e la ricerca continua.
Siamo nellâera dellâinformation war, un tipo di conflitto armato in cui ai fucili e alle bombe si preferiscono le informazioni come arma difensiva/offensiva, che nella versione contemporanea assume una dimensione strategicamente determinante, la cui potenza va ben oltre i sofisticatissimi armamenti o dimostrazioni muscolari di vario genere. Nellâepoca delle cyber war, grazie al web e ai social network, Ăš possibile condurre attacchi complessi e mirati senza limitazioni di alcun genere, finalizzati al trafugamento/disintegrazione delle informazioni contenute nei sistemi informativi di governi, aziende e organizzazioni diverse. Tuttavia ritenere che un buon prodotto di intelligence possa derivare unicamente dallâutilizzo delle tecnologiche, seppur innovative, sarebbe un tragico errore. A esse va affiancato lâelemento umano, composto dai data scientist (scienziati di dati), in grado di ricercare, analizzare e valorizzare le informazioni disponibili in rete, oltre che da agenti operativi specializzati nella human intelligence (HUMINT)1. Solo un utilizzo sapiente delle tecnologie abbinato allâimpiego di professionisti altamente specializzati nella ricerca, acquisizione e raffinazione delle notizie, puĂČ consentire di creare dei prodotti di intelligence di alto valore. CiĂČ che Ăš comunemente definito come âil tesoro del sovranoâ Ăš rappresentato dal patrimonio informativo detenuto.
Nonostante le moderne tecnologie di comunicazione e trasmissione dati abbiano, di fatto, influito notevolmente il modus operandi dei servizi segreti, le fondamenta dello spionaggio, le teorie, gli approcci metodologici e filosofici e le strategie operative rimangono sempre le stesse. Le âbuone regoleâ del mondo dellâintelligence, che hanno dominato per secoli, rappresentano sempre la base di riferimento cui attenersi. Allontanarsi dalle stesse per affidarsi a metodi sperimentali o ancor peggio al dominio totale delle tecnologie digitali, rappresenterebbe un errore grossolano e irrimediabile. Lâarte dellâintelligence preserva le proprie costanti, che perdurano da secoli e che rappresentano la base formativa su cui si fonda lâabilitĂ della spia. A tal proposito, Ăš indicativa la definizione delle tredici regole2 dellâintelligence indicata dallâammiraglio inglese John Henry Godfrey, direttore del Naval Intelligence (1939-1942) della Royal Navy. A lui si ispirĂČ Ian Fleming per il personaggio âMâ nei celebri romanzi di James Bond. Ideate a ridosso della Seconda guerra mondiale, le regole di seguito elencate rappresentano ancora oggi un sicuro riferimento per lâidentificazione di quei principi e comportamenti che rappresentano le colonne su cui poggiare le mura di unâorganizzazione di intelligence:
- 1. I comandanti operativi, gli esperti e i leader politici possono ignorare, sottovalutare o addirittura non considerare le notizie dâintelligence. Giudizi e pregiudizi spesso sono di casa ai piani alti del potere.
- 2. Le agenzie di intelligence create per i servizi operativi dovrebbero essere dirette, per quanto possibile, da civili.
- 3. Lâintelligence Ăš la voce della coscienza di uno staff. Dire le cose che i vertici si aspettano Ăš il peccato originale degli uomini di potere.
- 4. Le analisi di intelligence devono essere tenute costantemente sotto controllo e aggiornate. Niente devâessere dato per scontato sia nelle premesse che nelle deduzioni.
- 5. I servizi di intelligence devono essere pienamente informati sulle operazioni e sui piani in corso, ma le operazioni e i piani non devono essere dominati dai fatti e dalle diverse visioni degli analisti di intelligence. Lâintelligence Ăš un âservoâ e non il âpadroneâ.
- 6. La dipendenza da una sola fonte Ăš pericolosa, piĂč affidabile e completa Ăš la fonte, maggiori sono i pericoli.
- 7. Le comunicazioni sono sempre fonti di rischi e pericoli, il nemico Ăš sempre in ascolto, anche se non comprende ciĂČ che diciamo. Lâintelligence deve occuparsi della sicurezza quale problema maggiore.
- 8. Lâoperatore dâintelligence deve essere preparato per andare controcorrente; lâintegritĂ nella gestione dei fatti deve essere conciliata con lâetica con cui sono stati raccolti.
- 9. Lâintel...