Cammino di Santiago for dummies
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Cammino di Santiago for dummies

Simone Ruscetta

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  1. 128 pages
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Cammino di Santiago for dummies

Simone Ruscetta

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La storia e le leggende del Cammino più famoso del mondo - I percorsi, le città più importanti, le tradizioni e le curiosità - I consigli per vivere al meglio il cammino.Una guida pratica, pensata espressamente per chi vuole intraprendere il Cammino in maniera autonoma, anche senza una preparazione particolare. Un viaggio non solo tra Spagna, Francia e Portogallo, ma anche tra storia e leggenda. Interamente a colori, questa guida è ricca di suggerimenti per vivere al meglio l'esperienza del Cammino.

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Informations

Éditeur
Hoepli
Année
2019
ISBN
9788820391201
IN QUESTO CAPITOLO
Scopriamo cos’è il Cammino di Santiago e la sua storia
Prime indicazioni pratiche sul Cammino
Capitolo 1
Il Cammino in pillole
Giornali, televisione, web e social: del Cammino di Santiago si racconta ovunque e se ne parla sempre di più, eppure il Cammino racchiude intorno a sé un mondo incredibile, fatto di storia, racconti, informazioni e leggende. In questo capitolo ho risposto alle domande che più frequentemente le persone mi rivolgono. Il nostro viaggio verso Santiago parte con la più semplice delle domande.
Cammino di Santiago: cos’è, come nasce e la sua storia
Cos’è il Cammino di Santiago? Il cuore da camminatore risponderebbe a questa domanda dicendo che il Cammino è fede, speranza, meditazione, spiritualità, amicizia, fratellanza, scoperta (e spesso superamento) dei propri limiti, crescita personale, crescita spirituale e tanto altro ancora. Un libro come questo direbbe invece che il Cammino di Santiago è un insieme di percorsi che da oltre mille anni vengono battuti dai pellegrini in arrivo da ogni parte del mondo accomunati dallo scopo finale di giungere nella città spagnola di Santiago di Compostela, dove secondo la tradizione riposano le spoglie mortali dell’apostolo Giacomo.
Credo che in fondo entrambe le risposte vadano bene e che unite diano un’immagine completa di quello che oggi il Cammino di Santiago rappresenta: storia, spiritualità e nuove pagine da scrivere nella vita di ognuno di noi, nei passi di ogni pellegrino.
Le motivazioni che spingono centinaia di migliaia di persone a percorrere camminando (o pedalando) svariati chilometri fino a Santiago con ogni condizione meteorologica sono fondamentalmente di tipo religioso, spirituale o legate al movimento del turismo lento e sostenibile.
Nelle prossime pagine scopriremo insieme la storia, i segreti e le curiosità del Cammino, imparando tutto quello che occorre sapere per prepararlo al meglio e per viverlo come una straordinaria avventura ed esperienza. Ogni volta che parlo con camminatori, pellegrini o persone interessate al Cammino di Santiago mi rendo conto che nell’immaginario collettivo il Cammino è uno solo e coincide secondo il sentire popolare con il Cammino francese. In realtà non è così e il Cammino è molto di più di quello francese, anche se rimane di gran lunga il più battuto e il più scelto dai pellegrini verso Santiago.
Anticamente i pellegrini giungevano in cammino a Santiago non solo dalla Spagna ma anche da Paesi assai lontani, come l’Italia, la Germania, l’Olanda, il Belgio e l’Inghilterra. Di quei percorsi, oggi raramente utilizzati, esistono ancora numerose tracce storiche.
Dall’Italia infatti i pellegrini arrivavano attraverso la via Francigena, valicando le Alpi ai passi del Moncenisio o del Monginevro, poi tramite la via Tolosana fino ai Pirenei. I pellegrini francesi invece percorrevano, oltre alla Tolosana, anche la via Podense e la via Lemovicense. La via Turonensis invece raccoglieva, oltre ai pellegrini francesi, anche quelli provenienti dall’Inghilterra, dai Paesi Bassi e dalla Germania del Nord.
Insomma, fin dall’antichità Santiago di Compostela era oggetto di un pellegrinaggio intenso e ramificato proveniente da ogni parte dell’Europa e, nel corso dei secoli, il Cammino è cresciuto ogni anno di più.
Al giorno d’oggi i percorsi del Cammino si snodano principalmente in terra spagnola ma attraversano in parte anche altre nazioni europee, come la Francia e il Portogallo. Le strade francesi e spagnole che compongono il Cammino sono state dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Ma torniamo alla storia. Il primo ritrovamento (esistono fonti che indicano date diverse, tra le più attendibili quella del 813 d.C.) delle spoglie di san
Giacomo, la costruzione del primo santuario a lui dedicato e la decisione del re Alfonso II di elevare l’apostolo di Gesù al rango di patrono del regno accesero i riflettori su Santiago di Compostela. Anno dopo anno la città cominciò a diventare oggetto di un culto sempre crescente: il numero dei pellegrini in arrivo a Santiago aumentava costantemente. Anche un libro contribuì alla diffusione e alla creazione non solo del mito ma anche del percorso fisico del Cammino: il quinto libro del Codex Calixtinus, un volume scritto secondo la tradizione da Aiméry Picaud nel XII secolo, raccontava non solo la gloria di san Giacomo Maggiore e il suo culto in Santiago di Compostela ma divenne ben presto la guida del percorso del Cammino francese.
Il Codex è una delle fonti principali e più usate per studiare le origini del Cammino di Santiago, nonostante le sue origini non siano del tutto chiare: secondo alcuni è stato realizzato nello scriptorium della Cattedrale di Santiago, ma da sempre si discute sulla sua paternità e su chi ne sia stato l’effettivo committente, dal momento che allo scopo di anticiparne (in maniera artificiosa) la data di realizzazione venne corredato di una bolla papale firmata da Callisto II, morto nel 1124.
In ogni caso il Codex è oggi conservato a Barcellona e il viaggio che viene raccontato nelle sue pagine è diventato di fatto il tracciato del percorso del Cammino francese.
Man mano che il Cammino di Santiago affermava la sua importanza, la sua direttrice principale, ovvero il Cammino francese, diventava a sua volta non solo il percorso più battuto dai pellegrini ma anche un’importante via di comunicazione, fornendo un contributo eccezionale all’urbanizzazione delle zone attraversate.
I pellegrini che battevano i sentieri del Cammino francese avevano molteplici necessità: trovare alloggio e cibo, ricevere assistenza e riparo. Il passaggio dei pellegrini portava lavoro e ricchezza non solo nelle città principali del Cammino ma anche in quei piccoli centri delle mesetas e nei paesi minori più poveri. Ecco allora che nel tempo, lungo il percorso narrato nel Codex sorsero numerosissimi centri abitati che se da un lato sfruttavano e assistevano i pellegrini, dall’altra ebbero l’opportunità di veder crescere infrastrutture preziose: ospedali, chiese, monasteri e poi ancora ponti, ostelli, taverne e punti di ristoro. Molte di queste infrastrutture hanno resistito al trascorrere dei secoli, giungendo fino ai giorni nostri.
La natura religiosa del Cammino e delle motivazioni dei pellegrini fece sì che i primi a occuparsi delle loro necessità furono proprio gli ordini monastici che, soprattutto dopo le Crociate, avevano fra i propri scopi principali quello di proteggere i fedeli in pellegrinaggio nei luoghi della Terra Santa o presso gli altri grandi santuari della cristianità.
Se al giorno d’oggi affrontare il Cammino non comporta grandi rischi, si pensi come poteva essere nei secoli scorsi intraprendere un viaggio come questo: un percorso di centinaia di chilometri attraverso l’Europa, tra boschi, lande desolate, intemperie, sentieri poco battuti e la grande paura dei banditi pronti a uccidere per pochi spiccioli. Insomma, non era solo un pellegrinaggio ma quasi una lotta per la sopravvivenza, soprattutto nei mesi più freddi. Risulta chiaro ora perché il ruolo dei monaci cavalieri fosse così importante. Dovevano occuparsi non solo di proteggere i pellegrini ma anche di mantenere la sicurezza sulle strade.
Il Cammino francese, oggetto della narrazione del quinto libro del Codex Calixtinus e il prescelto dal maggior numero di pellegrini sin dall’antichità, non era però l’unico percorso battuto dai viandanti: parallelamente a questo percorso si sviluppò infatti una fitta rete di strade e percorsi che attraversavano l’Europa, tutti diretti a Santiago di Compostela.
Oltre alla rete di percorsi ben segnalati, protetti e ben attrezzati, ci fu un altro fattore che spinse un numero sempre crescente di pellegrini a dirigersi verso Santiago di Compostela: nel 1122 papa Callisto II decise di celebrare l’Anno Santo Giacobeo.
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L’Anno Santo Giacobeo si celebra ogni anno in cui il 25 luglio, festa di san Giacomo Maggiore, cade di domenica: il più recente è stato il 2010, i prossimi saranno nel 2021 e nel 2027.
Anche il papa successivo a Callisto II, Alessandro III, decise di promuovere ulteriormente (se possiamo usare questo termine) il Cammino, concedendo l’indulgenza plenaria ai pellegrini in visita alla Cattedrale di Santiago di Compostela durante gli Anni Santi Giacobei.
Grazie a questi due pontefici, i pellegrini di tutta l’Europa cristiana iniziarono ben presto a percorrere le vie fino a Santiago spinti non solo dal desiderio di ricevere grazie e miracoli, ma anche e soprattutto dalla certezza del perdono dei peccati.
Fu così che il pellegrinaggio ad limina sancti Iacobi cominciò in epoca remota a riscontrare un grandissimo successo, diventando uno dei tre grandi pellegrinaggi della cristianità, insieme a Gerusalemme e Roma.
Il “successo” del Cammino non durò però a lungo: la diffusione della peste, la crisi economica che coinvolse tutta l’Europa e le guerre contribuirono a mettere in ginocchio nel XIV secolo anche il Cammino.
Percorrere quelle strade voleva dire correre rischi enormi e il numero dei pellegrini precipitò.
La scoperta dell’America nel 1492 e la presa di Granada segnarono un momento positivo per la Spagna in generale e per Santiago di Compostela in particolare: l’elezione del papa Alessandro VI fece sì che i re di Spagna Isabella di Castiglia e Fernando di Aragona venissero fregiati anche del titolo di “re cattolici”. Grazie a loro si deve la creazione dell’imponente Hospital de los Reyes Católicos sulla piazza della Cattedrale di Santiago.
Nonostante qualche spiraglio positivo, la crisi del Cammino proseguì e si aggravò nel XVI secolo: la Riforma Protestante condannò i pellegrinaggi e in particolare quello a Compostela, equiparandolo a un atto di idolatria.
Alla Riforma Luterana seguirono moti popolari e guerre di religione, che misero in crisi le comunicazioni civili fra gli Stati. Come se non bastasse, sempre nel XVI secolo l’arcivescovo Don Juan Sanclemente trasferì una parte delle reliquie di san Giacomo a Ourense; lo scopo era sicuramente nobile (metterle al riparo dai saccheggi dei corsari guidati da Sir Francis Drake) ma il risultato fu pessimo: senza le reliquie il pellegrinaggio a Santiago perdeva inevitabilmente attrattiva e importanza.
Anche il movimento illuminista e la Rivoluzione francese (XVIII secolo) contribuirono a dare ulteriore discredito alla consuetudine dei pellegrinaggi al punto che nel XIX secolo il flusso dei visitatori a Compostela, pure non fermandosi mai del tutto, si prosciugò notevolmente: il 25 luglio 1867 a celebrare la festa dell’Apostolo, nella Cattedrale, erano presenti solo quaranta pellegrini.
Nel XX secolo il Cammino ricominciò a scaldare il cuore dei pellegrini e i loro passi ricominciarono a percorrere in maniera massiccia i percorsi giacobei. Negli anni Ottanta due importanti avvenimenti religiosi contribuirono al rilancio del Cammino: prima la visita di papa Giovanni Paolo II a Santiago di Compostela (1982), poi la terza edizione (dopo le prime due di Roma, nel 1984 e 1985) della Giornata Mondiale della Gioventù (1989). Nell’estate del 1989 migliaia di giovani raggiunsero Santiago camminando lungo i sentieri del Cammino, e la veglia celebrata sul Monte de Gozo da Giovanni Paolo II richiamò oltre seicentomila persone.
L’importanza del Cammino di Santiago non venne però riconosciuta e sancita solo dal mondo religioso: nel 1987 il Consiglio d’Europa proclamò infatti il Cammino francese “Primo itinerario culturale d’Europa”, mentre qualche anno più tardi (nel 1993) sarà l’intera rete degli itinerari del Cammino di Santiago a essere dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Lungo il Cammino di Santiago si possono ammirare ben nove aree dichiarate Patrimonio dell’Umanità: i monasteri di Yuso e Suso, la Cattedrale di Burgos, il sito archeologico di Atapuerca, il ponte sospeso di Biscaglia, l’arte rupestre paleolitica della Cor...

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