Progettare e realizzare un sito web
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Progettare e realizzare un sito web

Guida completa a User experience, CMS, SEO e E-commerce

Cristiano De Scisciolo

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  1. 240 pages
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Progettare e realizzare un sito web

Guida completa a User experience, CMS, SEO e E-commerce

Cristiano De Scisciolo

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Questo libro affronta, in maniera semplice e con un approccio pragmatico, i principali argomenti relativi alla progettazione, alla realizzazione e alla gestione di un sito web in ottica multi-device. Il sito web non Ăš piĂč soltanto una vetrina grazie alla quale far conoscere la propria attivitĂ , bensĂŹ un efficace canale commerciale attraverso il quale professionisti e aziende possono svolgere il loro business. Per questo realizzare e mantenere aggiornato il proprio sito web, per un professionista o per un'azienda, oggi non Ăš piĂč sufficiente. Negli ultimi dieci-quindici anni il ruolo del sito web si Ăš profondamente trasformato ed evoluto, diventando a tutti gli effetti uno strumento complesso e articolato attraverso il quale mettere in campo strategie e raggiungere obiettivi. Si Ăš passati cosĂŹ dal concetto di informazione a quello di usabilitĂ  e poi di user experience. L'obiettivo del testo Ăš fornire, anche grazie a numerosi esempi, un supporto e una guida a tutti coloro che si apprestano a realizzare e poi gestire un sito web per il proprio business.

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Informations

Éditeur
Hoepli
Année
2021
ISBN
9788836005338

CAPITOLO 1

DOMANDE E RISPOSTE

Cominciate col porvi le domande giuste.

E subito dopo cercate di darvi le giuste risposte.

Realizzare e mantenere aggiornato il proprio sito web, per un professionista o per un’azienda, oggi non Ăš piĂč sufficiente. Lo era fino a dieci o quindici anni fa, quando il sito web era per lo piĂč una vetrina, grazie alla quale farsi conoscere “al mondo” e far conoscere le attivitĂ  svolte. Una sorta di dĂ©pliant online, potremmo dire, facile da mostrare a clienti e amici, a persone vicine e lontane.
Negli ultimi dieci-quindici anni il ruolo del sito web si Ăš profondamente evoluto, divenendo a tutti gli effetti uno strumento commerciale articolato e complesso, attraverso il quale mettere in campo strategie e raggiungere obiettivi. Numerose aziende stanno aumentando in maniera sensibile la percentuale di fatturato realizzato attraverso il sito web. Alcune aziende, Amazon in primis, hanno addirittura dimostrato che Ăš possibile svolgere attivitĂ  commerciali senza disporre di punti vendita fisici. Grazie “soltanto” a un sito Internet. Non a caso, perĂČ, ho posto l’avverbio “soltanto” tra virgolette. PerchĂ© Ăš importante non cadere nell’errata convinzione che raggiungere significativi obiettivi commerciali o di comunicazione attraverso un sito web sia cosa semplice. PerchĂ© Ăš importante non pensare che si possa fare a meno di know-how e di persone specializzate. PerchĂ© Ăš importante comprendere e tenere sempre a mente che, attraverso il sito web, si possono raggiungere obiettivi anche sfidanti, ma occorre definire una precisa strategia, una pianificazione e un accurato monitoraggio.
In primo luogo, per individuare i possibili obiettivi da raggiungere attraverso il sito web e per definire la strategia, Ăš necessario porsi le domande giuste e darsi poi le giuste risposte.
Precisiamo una condizione fondamentale: non esistono a priori domande giuste o sbagliate. Una domanda che in un caso puĂČ essere corretta e opportuna, puĂČ non esserlo in un caso differente. Vediamo un esempio. Posso vendere online prodotti di abbigliamento? Domanda corretta per un’azienda come Amazon, come Privalia, come Veepee (ex Vente Privee). Domanda non corretta per un’azienda come Il Corriere della Sera o come Trenitalia.

OnestĂ 

È di fondamentale importanza che tutte le domande che vi ponete siano fatte con la piĂč totale onestĂ . Non ha senso, per un’azienda o per un professionista, porsi delle domande in maniera non onesta, interrogativi che possono portare al fallimento della strategia e in taluni casi dell’intera attivitĂ  imprenditoriale. E a valle di domande oneste, dovrete darvi sempre e solo risposte oneste.
Non cercate mai di darvi risposte che non siano oneste al cento per cento. Non cadete mai nella piacevole illusione di sopravvalutare le vostre forze e le vostre possibilitĂ , fornendovi delle risposte non oneste. Naturalmente questo non vuol dire assolutamente che le risposte debbano peccare di pessimismo, sarebbe un errore anche quello.
Sono molti i casi di successo che non si sarebbero verificati, se le domande non fossero state poste con onestĂ . E sono altrettanti i casi di successo che non si sarebbero verificati se le risposte non fossero state piĂč che oneste.

OnestĂ  non Ăš sinonimo di esattezza

OnestĂ  nel porre le domande. OnestĂ  nel trovare le risposte. E consapevolezza della possibilitĂ  di sbagliare. Non cadete nella presunzione di pensare che onestĂ  voglia dire esattezza. Il fatto che vi siate posti le domande in maniera sincera ed onesta e che in maniera altrettanto sincera ed onesta vi siate forniti le risposte, non vuol dire che le domande che vi siete posti siano quelle corrette e non vuol dire neppure che le risposte che vi siete dati siano necessariamente esatte.
Se bastasse l’onestĂ , in teoria saremmo in grado di non commettere mai errori. Purtroppo non Ăš cosĂŹ. Qualsiasi domanda, posta anche nella piĂč totale buona fede e onestĂ , puĂČ non essere corretta. E questo rischio aumenta quando si passa dalle domande alle risposte. Pensate, per esempio, a un’analisi di mercato necessaria al lancio di un nuovo prodotto online. Potete recuperare dati, elaborarli come meglio ritenete e raggiungere poi una risposta che, purtroppo, puĂČ non essere corretta.
La consapevolezza di poter sbagliare non deve perĂČ portare all’incertezza o, peggio ancora, alla rinuncia. Tutti possono sbagliare, voi come i vostri competitor. Potete vigilare sul buon andamento del progetto e, se necessario, mettere in campo azioni correttive. Potete prevedere un cosiddetto piano B, da utilizzare nel caso le scelte fatte si rivelassero errate.

Domande corrette e domande utili

Come se il gioco non fosse sufficientemente complesso, introduciamo un ulteriore elemento a complicare il tutto: l’utilità delle domande.
Una domanda errata sicuramente non sarĂ  una domanda utile. Ma una domanda corretta sarĂ  sicuramente utile, oppure no? La risposta Ăš no.
Potete porvi delle domande che, date le circostanze e la situazione, siano di per sĂ© corrette, ma non utili alla definizione degli obiettivi e alla costruzione della strategia per raggiungerli. Occorre quindi una doppia abilitĂ : individuare le domande corrette e, tra queste, prendere in considerazione quelle utili. Una domanda Ăš da ritenersi utile quando conduce, attraverso la risposta a cui arriverete, a ottenere dei dati o piĂč in generale degli elementi da utilizzare in maniera costruttiva nella determinazione degli obiettivi e nella definizione della strategia per raggiungerli. Viceversa, una domanda che, seppur corretta, porta a una risposta che non potrete utilizzare, Ăš una domanda che si tradurrĂ  in uno spreco di energie e di tempo. SarĂ  una domanda inutile.

Tempo e denaro

Di fondamentale importanza, quando si pongono le domande e si cercano le risposte, sono i fattori tempo e denaro. Il tempo e il denaro che sarĂ  necessario impiegare per trovare la risposta corretta alla domanda che vi siete posti. Una domanda utile puĂČ rivelarsi inutile nel caso in cui, per trovare la risposta, siate costretti a impiegare una quantitĂ  eccessiva di tempo. Un esempio di domande che possono richiedere molto tempo per le risposte sono le ricerche di mercato. Quali sono le abitudini di una determinata fascia di popolazione? Qual Ăš il livello di gradimento di un determinato prodotto o servizio? Se non potete ricorrere a dati giĂ  disponibili, allora dovrete fare voi stessi (o far fare per vostro conto) i sondaggi o le misurazioni che potrebbero richiedere un periodo di tempo lungo, che potreste non avere a disposizione.
Si dice spesso che “il tempo Ăš denaro”. Infatti, il piĂč delle volte, una domanda che richiede molto tempo per arrivare a una risposta Ăš anche una domanda che richiede molte spese. Riprendendo l’esempio visto poco fa, una ricerca di mercato puĂČ richiedere costi non trascurabili. Nel caso fossero disponibili dati prodotti da qualcuno, questi dati potrebbero presentare dei costi molto alti. Allo stesso modo, nel caso in cui foste costretti a fare, o a far fare per vostro conto, i sondaggi o le misurazioni, dovrete certamente sostenere dei costi.
Una ricerca di mercato sarĂ  tanto piĂč utile quanto piĂč accurata essa potrĂ  essere. Ma spesso avere una ricerca di mercato molto accurata porta a dover sostenere tempi lunghi e costi alti. Dovrete quindi cercare il giusto mix tra accuratezza della ricerca di mercato e quantitĂ  di tempo e di denaro da impiegare per ottenere i dati.

Quali domande

Abbiamo detto che non esistono domande giuste a priori, come del resto non esistono neppure domande a priori errate. Abbiamo visto come le domande possano essere utili, oppure no. Infine, abbiamo preso in considerazione i fattori tempo e denaro. Cerchiamo ora di individuare alcuni esempi che possono essere di aiuto nell’individuare quali domande porsi.
Le situazioni di partenza possono essere molteplici e cosĂŹ anche le condizioni e gli ambienti in cui ci si muove. Di conseguenza dovrete essere sufficientemente abili a individuare le domande che vi porteranno a risposte da utilizzare con profitto.
Che cosa fanno i competitor? Indubbiamente sapere quali servizi o prodotti i vostri competitor offrono sul mercato Ăš un’informazione molto importante, utile per valutare le vostre possibilitĂ  di successo. Conoscere anche le modalitĂ  con cui i vostri competitor si presentano sul mercato, le loro scelte, nonchĂ© le eventuali storie di successo o di fallimento, potrĂ  rivelarsi di fondamentale utilitĂ  per definire i vostri obiettivi e le vostre strategie.
Esiste già lo stesso prodotto o servizio? Anche questa ù una domanda di grande importanza, utile per evitare di entrare sul mercato con un prodotto o servizio già offerto da un competitor o, nel caso, per farlo in maniera consapevole. In alcuni casi ù palese come una corretta analisi dei prodotti o servizi offerti dai competitor possa cambiare radicalmente l’esito di un progetto.
Come posso differenziarmi? È la domanda che Ăš necessario porsi tutte le volte in cui sul mercato esiste giĂ  lo stesso prodotto o servizio che intendete offrire (o esiste sul mercato un prodotto o servizio molto simile). Se il prodotto o servizio che intendete offrire esiste giĂ , probabilmente sarĂ  necessario differenziarvi, proponendo un prezzo inferiore, se possibile, oppure inserendo un elemento di distinzione. SarĂ  necessario, in pratica, invogliare i consumatori a preferire il vostro prodotto o servizio rispetto a quello della concorrenza. Il prezzo inferiore rappresenta indubbiamente una leva molto forte, spesso capace di far preferire un prodotto o un servizio. È bene perĂČ ricordare che non sempre Ăš cosĂŹ. Pensate per esempio al settore della moda, in cui l’acquirente pone grande attenzione al brand e non soltanto al prezzo. Proporre un capo di abbigliamento sostanzialmente simile, ma a un prezzo inferiore della concorrenza, potrebbe non essere sufficiente nel caso in cui i vostri competitor dispongano di un brand piĂč forte del vostro.
Qual Ăš il raggio d’azione della mia attivitĂ  commerciale? Domanda importante per comprendere fin dove spingersi con il vostro sito web. Se per esempio avete un’azienda per la vendita di prodotti alimentari sul vostro territorio comunale, probabilmente sarĂ  inutile realizzare il sito web in piĂč lingue. Se invece la vendita avviene anche verso un Paese estero, poniamo la Germania, allora sarĂ  fondamentale realizzare il vostro sito web anche in tedesco e in inglese.
Che user experience posso offrire? Abbiamo detto che fino a dieci-quindici anni fa il sito web rappresentava una sorta di dĂ©pliant online, facile da mostrare ad amici e clienti, a persone vicine e lontane. L’esperienza del cliente che visitava il sito si limitava, il piĂč delle volte, a raggiungere la home page e, da lĂŹ, navigare sulle principali sezioni in cui erano organizzati i contenuti. L’area in cui venivano elencati (e in molti casi anche descritti) i servizi o i prodotti offerti, la galleria delle immagini, la sezione in cui trovare le principali informazioni dell’azienda o del libero professionista, la possibilitĂ  di contattare e poco altro. Oggi potremmo affermare che il sito era un agglomerato di informazioni statiche, essenziali, ben strutturate e quindi facili da fruire, ma nulla di piĂč. Con questa affermazione non voglio certo dire che dieci o quindici anni fa i siti web non fossero efficaci. Lo erano. In molti casi riuscivano anche a stimolare l’acquisto, ma la user experience online era ancora molto semplice e limitata. E soprattutto era piĂč o meno sempre la stessa. Oggi non Ăš piĂč cosĂŹ. Si Ăš in grado di offrire sul proprio sito web una user experience estremamente articolata, completa, capace di differenziarsi da altre user experience di altri siti. Ed Ăš per questo che Ăš importante porsi questa domanda. Non finisce qui. Potete e dovete porvi anche altre domande. Molte saranno strettamente legate alla vostra attivitĂ  commerciale. Le domande che si porrĂ  un albergo saranno diverse da quelle di un negozio di vestiario, da quelle di un’agenzia di viaggi e cosĂŹ via. Molte domande saranno legate all’area geografica in cui vi trovate e in cui intendete offrire i vostri prodotti o servizi. Svolgere la propria attivitĂ  commerciale in una grande cittĂ , oppure in un piccolo paesino di montagna, porterĂ  molto probabilmente a domande differenti. Dovrete considerare, nel porvi le domande, anche la tipologia di clientela alla quale vi rivolgete, la sua capacitĂ  di acquisto e la propensione all’e-commerce.
Insomma, non Ăš possibile redigere un elenco di domande valido per tutte le situazioni. Come abbiamo detto, bisogna riuscire a individuare quelle giuste, quelle utili, quelle a cui poter dare una risposta in tempi ragionevoli e con costi sostenibili. Tutto questo puĂČ sembrare estremamente facile, ma non Ăš cosĂŹ.
Il nostro viaggio alla scoperta di come realizzare e gestire un sito web ù solo all’inizio. Vedremo meglio in seguito come questo “gioco” di domande e risposte sia di fondamentale importanza e richieda spesso competenze in materia per non dare risposte errate.

CAPITOLO 2

DAGLI OBIETTIVI ALLA STRATEGIA

Non esistono obiettivi per i quali non occorra una strategia.

PerchĂ© realizzare e mantenere aggiornato un sito web? Dalla nascita di Internet fino a circa quindici anni fa, non era necessario porsi questa domanda. Per un’azienda, piccola, media o grande che fosse, bastava avere il proprio sito web. Bastava realizzarlo seguendo poche e semplici “regole” e poi mantenere aggiornati i contenuti. Lo stesso valeva per i professionisti. Una home page organizzata in maniera razionale, poche pagine che descrivevano le attivitĂ  svolte dall’azienda o dalla persona, una galleria di foto se necessaria, la classica pagina Chi siamo per fornire qualche informazione personale o sull’azienda e infine le due immancabili pagine Dove siamo e Contattaci.
Home page:
Descrizione dei servizi o prodotti.
Galleria fotografica.
Chi siamo.
Dove siamo.
Contattaci.
Bastava realizzare pagine semplici e di facile lettura. Bastava utilizzare testi non eccessivamente lunghi e magari intervallati da fotografie interessanti. Il sito era fatto e raggiungeva il suo obiettivo.

L’obiettivo di un sito web

Avremmo potuto riassumere l’obiettivo di un sito web in una sola parola: esserci. Un’azienda era su Internet. Oggi sembrerebbe bizzarro, ma quindici anni fa era frequente sentir dire “Siamo su Internet”... o meglio ancora “Siamo anche su Internet”. Dietro alla parola “anche” si poteva scorgere la modernitĂ  di un’azienda. Non soltanto siamo sulle Pagine Gialle, ma siamo anche su Internet. Essere su Internet, avere cioĂš il proprio sito web, era giĂ  di per sĂ© un segno distintivo, un sintomo chiaro e inconfutabile del fatto che l’azie...

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