PARTE IV
PROFILI COMPARATI La fiscalitĂ delle cittĂ dâarte nella prospettiva comparata
Giuseppe Scanu
SOMMARIO: 1. CriticitĂ e obiettivi per una fiscalitĂ rivolta alle cittĂ dâarte. â 2. Gli strumenti correttivi dei fenomeni di congestione. Il road pricing. â 3. Lâimposizione sul pernottamento. La tourist tax. â 4. LâIVA e il gap competitivo. â 5. Osservazioni conclusive.
1. CriticitĂ e obiettivi per una fiscalitĂ rivolta alle cittĂ dâarte
Nella previsione di misure fiscali pensate in favore delle cittĂ dâarte occorre prendere la mosse dalle criticitĂ che si intende correggere, per poi guardare alla sostenibilitĂ degli obiettivi che si vuole perseguire.
Tra i fattori di criticitĂ , ben note sono le esternalitĂ negative che tali interventi sono rivolti a compensare, riconducibili alla concentrazione dellâafflusso di turisti in una data destinazione nel medesimo periodo temporale e ai conseguenti costi aggiuntivi che tale pressione antropica inevitabilmente genera a carico delle amministrazioni locali e, quindi, dei residenti.
A ciĂČ si aggiunge la scarsa disponibilitĂ di risorse finanziarie di cui godono i Comuni, in assenza di unâautonomia tributaria in senso proprio.
In una prospettiva comunitaria, la disomogeneitĂ delle aliquote Iva dedicate ai servizi alberghieri e di ristorazione puĂČ segnare un gap competitivo vista la sensibilitĂ mostrata dalla domanda turistica verso competitors che scontano aliquote inferiori rispetto allâItalia.
Specularmente, e piĂč in generale, lâobiettivo Ăš quello di internalizzare queste diseconomie, da un lato, governando la presenza di visitatori nei centri storici delle cittĂ dâarte con strumenti tariffari o di prelievo sul pernottamento; dâaltro canto, Ăš imprescindibile assicurare una trasparente destinazione del gettito per rafforzare i servizi turistici e garantire il miglioramento della qualitĂ della destinazione, cosĂŹ da suscitare la condivisione di tali misure da parte dei soggetti passivi, i turisti, destinatari di tali misure e scongiurare possibili effetti distorsivi sul lato della domanda.
In prospettiva, potrĂ rivelarsi utile ripensare ai meccanismi di ripartizione tra Stato e Regioni sia con riguardo alle competenze in materia di beni culturali e ambiente che allâattribuzione delle risorse necessarie per far fronte alla devoluzione.
2. Gli strumenti correttivi dei fenomeni di congestione. Il road pricing
Per la regolamentazione della circolazione veicolare nelle cittĂ dâarte nei periodi di maggiore affluenza (c.d. peak periods) si Ăš mostrato di una certa efficacia il c.d. road pricing, sistema di tariffazione sullâuso delle strade congegnato al fine di ridurre il volume di traffico ed internalizzare i costi sociali provocati da utenti aggiuntivi1.
A tali benefici si aggiungono quelli conseguenti dalla riduzione dellâinquinamento dellâaria e la ritrovata salubritĂ dei centri abitati, soprattutto se combinati con lâimplementazione della mobilitĂ urbana. Invero, il miglioramento degli effetti allocativi dipende dalla potenziale elasticitĂ della domanda di utilizzo veicolare e dallâefficienza del sistema di trasporto pubblico allâinterno delle arre urbane soggette a limitazione, oltre che da unâefficace campagna informativa indirizzata agli utenti.
Singapore, giĂ nel 1975, Ăš stata precursore nellâassoggettare a prelievo lâingresso delle automobili nel centro urbano. Oggi, il costo del pedaggio varia da 1,50 euro a 2 euro, a seconda del periodo tariffario compreso tra le ore 7.30 e le 19.00, con un aumento tra le ore 8.00 e le 9.00 quando lâaffluenza nel centro urbano Ăš piĂč marcata; invece, nei trenta minuti precedenti e seguenti la predetta fascia oraria si applica una tariffa dimezzata2. Il volume del traffico Ăš diminuito del 15%, cosi come Ăš calato il numero delle auto con unico occupante e la velocitĂ media di percorrenza dei veicoli nella fascia a pagamento Ăš cresciuta da 30 a 60 Km/h.
In ambito europeo, giĂ dal 2003 Londra ha introdotto il road pricing congestion charging nellâarea della City che consente il transito per il centro di Londra dietro pagamento di un pedaggio di circa 11 sterline; la tariffa si paga in anticipo, o il giorno stesso, e il gettito Ăš destinato al finanziamento di opere e infrastrutture a vantaggio del comparto della circolazione veicolare. Anche in tal caso, si Ăš rilevata una contrazione del volume di traffico, pari al 20%, con apprezzabili ricadute positive anche sulla concentrazione delle polveri inquinanti; dâaltro canto, gli spostamenti tramite mobilitĂ pubblica (bus e metro) sono aumentati dal 29% del totale nel 2002 fino al 37% nel 2015, mentre nello stesso periodo i viaggi in auto sono scesi dal 46% al 36%. Anche la mobilitĂ su bicicletta Ăš cresciuta, seppur di poco, dal 1% al 2%.
Lâesperienza norvegese, sperimentata fin dal 1990 nelle cittĂ di Oslo e Bergen, si Ăš connotata piĂč per lâeffetto âcompensativoâ che per quello propriamente decongestionante dei centri urbani dai flussi veicolari. Infatti, la trascurabile riduzione dei volumi di traffico ha consentito lâacquisizione di risorse finanziarie poi destinate alla realizzazione dâinterventi infrastrutturali di potenziamento del sistema del trasporto pubblico locale. E proprio la concreta attuazione delle opere programmate ha senzâaltro contribuito a far accettare il prelievo da parte della platea dei contribuenti. In tal caso, le auto scontano un ticket di 1,33 euro ad accesso e una tariffa mensile di ⏠27; dalla tariffa sono esclusi i motociclisti, mentre per i mezzi pesanti gli importi sono raddoppiati.
A Stoccolma Ăš stato introdotto dal 2007 un sistema tariffario (da 1-2 euro a un massimo di 6 euro al giorno), variabile in base allâorario di accesso e senza alcun costo aggiuntivo nei fine settimana o negli orari non di punta, che ha fatto registrare un calo dei volumi di traffico di circa il 15-20%3. Il gettito Ăš stato, tra lâaltro, destinato alla realizzazione di una tangenziale non soggetta a pedaggio.
In Spagna non esistono strumenti di congestion tax o road pricing, ma Z.B.E., zona de bajas emisiones. Si tratta di misure pensate per combattere lâinquinamento atmosferico provocato dai veicoli a motore e proteggere la salute delle persone.
In particolare, a Madrid dal 2018 Ăš stata istituita una zona con limitazione del traffico (per i veicoli della categoria A, senza segno ambientale, con MMA <3.500 kg, che ha comportato una riduzione del 40% delle emissioni di biossido di azoto (NO2).
A Barcellona, dal 1/1/2020, Ăš stata invece istituita unâarea protetta di oltre 95 chilometri quadrati nellâambito della quale non possono circolare i veicoli che non hanno il marchio ambientale della DGT4.
Anche il Comune di Milano, dal 2008, ha introdotto un ticket dâingresso per regolamentare il traffico automobilistico diretto nella Cerchia dei Bastioni (Area C), c.d. Ecopass. In tal caso, al calo del 12,5% nel totale degli accessi si Ăš accompagnata una variazione in aumento del 13,5% del numero di passeggeri trasportati dalla Metropolitana, nonchĂ© unâapprezzabile riduzione delle emissioni di CO2.
Certamente utile potrebbe rivelarsi anche lâintroduzione di âvarchi pedonaliâ per contingentare lâafflusso dei visitatori nei centri storici attraverso il pagamento di un ticket da reimpiegarsi, secondo un loop virtuoso, a beneficio di quei luoghi e beni di particolare richiamo turistico5.
3. Lâimposizione sul pernottamento. La tourist tax
Lâimposta di soggiorno Ăš il modello piĂč congeniale di tassazione applicata al fenomeno turistico e ha trovato ampia diffusione, non solo in ambito europeo.
In Germania il contributo di soggiorno assume diverse denominazioni; âKulturförderabgabeâ (imposta sulla cultura) e la âBettensteuerâ (imposta sui letti) o âKurtaxeâ (per le localitĂ termali) e si applica alle strutture ricettive in misura variabile a quanto stabilito a livello locale dai singoli LĂ€nder. A Berlino il prelievo Ăš del 5% sul prezzo della camera dâalbergo ed Ăš limitata a ventuno giorni consecutivi di permanenza.
CosĂŹ anche ad Amsterdam, il prelievo varia in relazione al costo del pernottamento e il ricavato Ăš destinato ai fondi generali del Comune.
In Francia, fin dal 1910 la Taxe de sejoure ha avuto diffusa applicazione considerato che, a prescindere dalla vocazione turistica, qualsiasi Comune puĂČ introdurre il tributo al fine di favorire lo sviluppo di politiche di promozione turistica. In tal caso, il prelievo Ăš commisurato al numero delle notti trascorse nelle strutture ricettizie, a prescindere dalla spesa sostenuta per il pernottamento, variabile tra 0,5 e 4 euro. Per soggiorni di lunga durata, Ăš possibile optare per la taxe de sejoure forfaitaire determinata in funzione della capacitĂ di accoglienza della struttura. Il comune di Parigi addebita unâulteriore addizionale del 15% sullâimposta.
Lâesperienza spagnola ha conosciuto con alterne vicende lâimposta di soggiorno. Nelle isole Baleari la c.d. Ecotasa6, introdotta nel 2001, Ăš stata abrogata nel 2003 in ragione della sensibilitĂ dimostrata dalla domanda turistica allâintroduzione del tributo7 ma Ăš stata reintrodotta nel 2016 con la previsione della destinazione del gettito al finanziamento del fondo per la promozione del turismo sostenibile. In alta stagione, il prelievo puĂČ arrivare fino a 7 euro a notte, mentre nei mesi autunnali e invernali lâimporto Ăš dimezzato; Ăš applicabile anche nel caso di approdo su navi da crociera e il soggiorno si intende iniziato una volta che la nave avrĂ ormeggiato.
In Cataluña, dallâaprile 2012 la ComunitĂ Autonoma ha (re)introdotto un Impuesto sobre las estancias en establecimientos turĂsticos con il dichiarato obiettivo di destinare il gettito al finanziamento del Fondo per la promozione del turismo creato per migliorare la competitivitĂ della Catalogna come destinazione turistica. Lâammontare del prelievo varia tra 0,75 e 2,50 euro a seconda della qualitĂ delle strutture ricettive scelte dai turisti per il soggiorn...