Fondamenti intellettuali e giuridici della paritĂ di genere in Europa
Andrea Volpe
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Fondamenti intellettuali e giuridici della paritĂ di genere in Europa
Andrea Volpe
Ă propos de ce livre
Sin dagli albori del progetto d'unificazione del continente europeo, la storiografia dedicata a questo argomento ha concentrato la propria attenzione principalmente sull'evoluzione economica, politica e istituzionale dell'Europa, trascurando quelli che sono stati i risultati registrati dall'UE sul fronte delle tematiche sociali, con particolare riguardo alla condizione della donna. La storia d'Europa si fonda su radici comuni quali la cultura greca, il diritto romano e la religione cristiana. Questi tre elementi costituiscono un'identitĂ comune dei popoli europei; l'espressione principale di tale identitĂ sono i diritti umani, argomento che si Ăš imposto quale fondamento imprescindibile dell'ordine europeo. L'esperienza del liberalismo, dottrina regolata sulla difesa dei diritti naturali dell'individuo quali il diritto alla vita, alla salute, alla libertĂ e alla proprietĂ privata gettĂČ le basi per una prima, ampia fornitura dei diritti umani cosiddetti di 'prima generazione', che comprendeva essenzialmente i diritti civili e politici. Essi trovarono un'inedita e vasta elaborazione nella 'Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino' del 1789 che rappresentĂČ il fulcro della Rivoluzione francese. I diritti sociali, economici e culturali trovarono spazio nella Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite del 1948, testo che ha rappresentato il vero fondamento per la garanzia del principio dell'uguaglianza di genere a livello globale. La CEE, scaturita dai trattati di Roma del 1957, fu la prima organizzazione della storia a nascere con il preciso scopo di garantire la protezione dei diritti della persona in quanto tale. La ComunitĂ europea si segnala infatti sin dal principio come promotrice di valori che avevano piena attinenza con la vita dell'uomo in quanto partecipe di una comunitĂ nella quale godeva di un diritto di paritĂ rispetto agli altri membri. Fu per primo Winston Churchill, in un discorso del 1948, ad auspicare che il movimento per l'unitĂ europea rappresenti una forza positiva nel mondo, derivando la sua energia da una comune appartenenza a valori 'spirituali'. Con il trattato di Maastricht, l'UE sviluppĂČ invece una dimensione prettamente federalista, intesa nel suo aspetto storico-sociale di affermazione di principi di libertĂ , solidarietĂ e uguaglianza. Questa ricerca si basa principalmente su fonti secondarie come volumi, saggi e articoli, che perlopiĂč nel corso degli ultimi tre decenni, da quando cioĂš la dimensione sociale ha assunto un ruolo di maggiore rilievo nell'ambito dell'UE, hanno analizzato la questione della paritĂ di genere in maniera piĂč puntuale ed approfondita. Di grande importanza si sono rivelate altresĂŹ le fonti reperite sul web, e principalmente quelle legate alla produzione legislativa e giudiziaria dell'Unione Europea. I siti web dell'UE forniscono infatti un quadro molto chiaro ed esaustivo di quelle che sono le attivitĂ svolte dall'Unione nei vari ambizioni della propria competenza, un'ulteriore dimostrazione di quanto i diritti umani rappresentino un settore di capitale importanza nelle dinamiche comunitarie.