L'umanitĂ di Dio
José Maria Castillo
- 112 pages
- Italian
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L'umanitĂ di Dio
José Maria Castillo
Ă propos de ce livre
GesĂč annuncia che, nel giudizio finale, l'elemento determinante per la salvezza non Ăš il sacro, ma il profano. La lista di cose indicate da GesĂč come decisive sono il mangiare, il bere, il vestire, la salute, l'accoglienza agli stranieri, la visita ai carcerati (Mt 25, 35-36). Nessuno dei temi presentati da GesĂč si riferisce direttamente a tematiche religiose. Sono problemi che preoccupano qualsiasi essere umano, di qualsiasi fede; o anche se non ha una fede religiosa."In GesĂč di Nazareth non Ăš l'uomo ad essere divinizzato e reso grande, ma Ăš Dio ad essere umanizzato e reso piccolo, fragile, povero. Se vogliamo accostarci al Mistero divino, non c'Ăš da andare in cielo ma da frequentare le favelas e le periferie del mondo: veri inferni per tanta umanitĂ , ma dove Dio oggi abita.Determinante per la salvezza non Ăš tanto la fede, quanto l'etica che ha il suo fondamento nella fede. Infatti, quelle che GesĂč indica come decisive per il destino umano e la stessa sua gloria, sono sei questioni molto terrene. I grandi temi del nostro "esame finale" sono il mangiare, il bere, il vestire, la salute, l'accoglienza agli stranieri, la visita ai carcerati (Mt 25, 35-36). Sono tutti verbi e sostantivi che attengono all'umano in cui Dio si rivela, ai rapporti ovvii di chi "ama il prossimo suo perchĂ© Ăš se stesso". La salvezza quindi non si gioca sulla teologia o sul mondo del sacro, ma sul mondo profano. In definitiva ci si salva per il modo come ciascuno ha affrontato i problemi degli altri. Ci salva nell'eternitĂ ciĂČ che noi abbiamo fatto nel tempo per la salvezza degli altri. Questo vuol dire che abbiamo bisogno di un cristianesimo come movimento "non religioso", non chiuso cioĂš in pratiche di culto verso Dio come con un Essere, il piĂč alto, il piĂč potente, il migliore che si possa pensare, bensĂŹ come una nuova vita inconcepibile per il mondo, in un "esserci per gli altri", partecipando cosĂŹ all'essere di GesĂč." (dall'Introduzione di p. Felice Scalia)