ADHD e Scuola
Quaderni didattici-Percorsi per l'inclusione-5/2021
Paola Cavallo
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ADHD e Scuola
Quaderni didattici-Percorsi per l'inclusione-5/2021
Paola Cavallo
Ă propos de ce livre
Si vuole iniziare questo excursus affrontando una problematica molto diffusa che si intreccia fortemente con le logiche discriminatorie che si tenta di avversare. 1. La Sindrome da deficit di attenzione e iperattivitĂ "Molti bambini, in diverse occasioni, possono avere comportamenti "iperattivi", essere impulsivi o distratti, commettere errori durante attivitĂ lunghe e monotone. Lasciati liberi, magari all'aperto, i bambini di 6/7 anni sono instancabili, corrono, passano da un'attivitĂ all'altra, si inseriscono anche bruscamente nelle attivitĂ degli altri bambini" (Ianes, Marzocchi, Sanna, 2009). Il bisogno di conoscere tante cose nuove e la capacitĂ di essere veloci non sono tratti necessariamente negativi. Per alcuni bambini perĂČ, tali modalitĂ di comportamento sono fortemente persistenti in tutti i contesti (casa, scuola, ambienti di gioco) e nella gran parte delle situazioni, tanto da interferire in modo marcato con il loro "buon funzionamento" complessivo e da mettere in discussione il successo scolastico e il buon adattamento futuro. Esistono bambini che presentano un disturbo specifico, che va sotto il nome di Disturbo da Deficit di Attenzione con IperattivitĂ (DDAI) o, secondo l'acronimo inglese attualmente in uso ADHD (Attention Deficit Hiperactive Disorder) le cui caratteristiche di iperattivitĂ e difficoltĂ attentiva vanno ben oltre quelle di un bambino genericamente "vivace". I bambini iperattivi hanno difficoltĂ a controllare i propri impulsi e a posticipare le gratificazioni, non riescono a riflettere prima di agire, non sanno aspettare il proprio turno, non riescono a svolgere in modo organizzato e ordinatamente un gioco, e non riescono a mettere in successione una sequenza di azioni per raggiungere uno scopo. L'attivitĂ motoria Ăš eccessiva: muovono continuamente le gambe anche da seduti, giocherellano, lanciano oggetti, si spostano continuamente da una posizione all'altra. Appaiono irrequieti, agitati, incapaci di stare fermi. L'attenzione non viene mantenuta e gli impulsi non sono adeguatamente controllati, la pianificazione non Ăš adeguata, di conseguenza il rendimento scolastico ne risente molto, anche se l'intelligenza Ăš normale. L'impulsivitĂ e l'incapacitĂ a porre attenzione ai segnali sociali non verbali che modulano le relazioni fa sĂŹ che anche i rapporti sociali risultino difficili e conflittuali. I rimproveri ripetuti e le frustrazioni quotidiane generano presto un senso di inadeguatezza che contribuisce ad alimentare scarsa autostima e demotivazione, aggravando i problemi del bambino. L'esistenza dell'ADHD Ăš stata scientificamente dimostrata in tempi relativamente recenti, di pari passo con i progressi delle neuroscienze. Oscilliamo tutt'ora perĂČ tra due rischi opposti: a) il rischio di medicalizzare oltre misura questa condizione (si veda quanto accade negli Stati Uniti, dove si usa e abusa del ricorso agli psicofarmaci); b) il rischio di negare l'esistenza del disturbo attribuendolo unicamente ad errori educativi familiari o al "temperamento vivace" del bambino.