Oggi Ú tutto perfetto, senza ritardi né chiacchiere. Una giornata come piacciono a Elisa: regolare e cronometrata. Ai comandi del suo telefono da competizione, Elisa si districa tra le linee come una vera virtuosa del centralino. Anche se si sente soddisfatta, la bella trentenne non sa se Ú felice. Ad ogni modo, nessuno lo sa. Tranne forse sua madre, Milana.
La madre coraggio Ăš la specialista della felicitĂ . Senza sosta, riversa sulla figlia ricette incontestabili sul senso della vita e lâordine della cose. Milana predica in qualsiasi momento, in ogni occasione e conclude sempre con la stessa tiritera:
â Trovare la felicitĂ non Ăš complicato, ne sono capaci tutti, addirittura tu! Coraggio, vaâ avanti e sorridi un poâ! Il destino non aspetta le persone tristi! Organizzati!
Il piĂč delle volte appoggiata sui gomiti allâimmenso tavolo della cucina, inghiottito dalla tovaglia a fiori, Elisa abbassa la testa. Bloccata, inadeguata. Non risponde mai. A trentadue anni, Ăš ancora unâignorante  spaventata della vita.
Donna forte e di carattere, Milana Ăš esuberante quanto Elisa Ăš riservata. Ai vecchi tempi, ai tempi in cui non aveva figli, la bella italiana era stata una cantante senza pari che si esibiva nella regione, una star locale contesa per ogni occasione: dal matrimonio alla festa popolare passando per i compleanni altisonanti. Presto, troppo presto, si Ăš improvvisata nel ruolo di casalinga, poi ha primeggiato come madre. Insomma, questo Ăš quanto pensava... Per i due figli maggiori, nulla da dire, Love Boat nel palazzo della felicitĂ , mentre la piĂč piccola... Che cosa ha sbagliato per rendere Elisa cosĂŹ timorosa, cosĂŹ schiva, cosĂŹ fragile? Milana ha provato di tutto: dalle strilla inopportune alle lacrime incessanti. Positiva, le ha parlato della sua bellezza, un tesoro che lâavrebbe salvata, poi le ha consigliato di ispirarsi alla sua migliore amica Lucie, cosĂŹ gioiosa, cosĂŹ ambiziosa, cosĂŹ affermata. Ogni giorno, con diligenza, Milana ha indirizzato un poâ di piĂč Elisa verso un futuro di donna rispettabile, poichĂ©, comunque, non diventerĂ una donna di grandi progetti:
â Figlia mia, trovati un lavoro a posto e sposati con un uomo gentile e stabile, non sarĂ difficile per te, sei cosĂŹ bella. Inizia da qui, Ăš semplicissimo.
Per molto tempo, Elisa ha errato davanti a questa sfida fuori dalla sua portata. Non era in grado, era troppo difficile. Non cosĂŹ facile, alla fine, per una fifona... Milana le aveva mentito promettendole mari e monti? Scoraggiata, ha fatto sciocchezze di ogni tipo, per alcuni mesi, per alcuni anni. Molte feste, molte canne, molto alcol. PiĂč del dovuto, solo per lâebbrezza, solo per la vita, solo per Lucie... Milana non sapeva piĂč cosa fare, sopraffatta. Le cose si sarebbero ancora messe male. Lucie non era quella che sperava. Tutto si arenavano. Il pendio era scivoloso. Il sentiero era accidentato, inzaccherato. E poi, al culmine dellâoscuritĂ , Ăš arrivato Pierre. Dâimprovviso, le cose si sono illuminate. Milana lâha spinta verso questo tipo di ideale, che era inaspettato:
â Dai! Figlia mia, Ăš lui.
Di colpo, Elisa Ăš risorta e ha preparato ogni cosa per diventare come si deve, per accedere al nirvana di cui le avevano tanto parlato, ormai cosĂŹ accessibile. Ora, Ăš tutto pronto, non ci vorrĂ molto. Deve resistere, Pierre si deciderĂ a farle la proposta di matrimonio, Ăš solo questione di mesi, forse di giorni. Prima aspetta la promozione, poi cercheranno una casa da comprare e alla fine... Alla fine, le farĂ la proposta. Anche lui ci tiene a rispettare lâordine delle cose. Elisa incrocia le dita. Ă sicuro, il suo futuro sarĂ fatto di matrimonio e bomboniere e andrĂ tutto bene.
Eppure, nel bel mezzo di questa giornata di calma perfetta, mercoledĂŹ tredici febbraio 2013, verso le quattordici e quarantacinque, mentre Ăš ancora in ufficio, il telefonino di Elisa inizia a vibrare. Numero sconosciuto. La sua curiositĂ si risveglia: Ăš raro che il telefonino le riservi sorprese... Ma impossibile rispondere. Infatti, alla Gobel Technologies, divieto di usare il telefono personale. In caso di emergenza, i parenti sanno che devono mettersi in contatto con la reception. Potrebbe provare con una pausa alla macchinetta del caffĂš o nei bagni, ma il centralino oggi sta per esplodere. BĂ©rangĂšre la tratterrebbe, non puĂČ gestire lâaccoglienza telefonica da sola, gli ordini sono chiari e Boudard, il CEO, chiama spesso per verificare la corretta applicazione del protocollo. Elisa aspetterĂ questa sera per sapere. Tre ore senza muoversi dalla sedia, a smanettare con il grosso telefono che sembra la cabina di pilotaggio di un A330. Tre ore a recitare fino alla nausea le frasi prescritte e a maneggiare le linee con brio:
â Gobel Technologies buongiorno, Elisa al suo servizio.
â Resti in linea, le passo il servizio contabilitĂ , la prego di attendere.
â No, signora, i tecnici non sono nei nostri locali, deve comporre il numero del servizio di assistenza.
â SĂŹ, lo so, câĂš da aspettare ma le risponderanno. Questa Ăš la sede, non ci sono tecnici. Chiami lâassistenza, avrĂ una soluzione al suo problema.
Elisa mente dalla mattina alla sera, senza fare storie. PerchĂ© Ăš ovvio che i tecnici sono tutti lĂŹ, davanti a lei, nel gigantesco open space allâamericana. Ma lei non puĂČ passare le chiamate dei clienti in tempo reale. No, devono comporre il numero a tariffa maggiorata e aspettare ore e ore, rovinarsi con la bolletta del telefono, per nulla. Elisa Ăš impotente. Trasformata in un bravo pappagallo ogni giorno della settimana, Ăš cosĂŹ, punto. E le sta bene.
Gobel Technologies Ăš una societĂ in ascesa e lei Ăš alquanto orgogliosa di far parte di unâazienda popolare. Inebriata da un baccano infernale che le invade le orecchie in ogni momento, la bella bruna occupa il box in fondo alla stanza, proprio prima degli uffici privati riservati ai dirigenti. Sguardi colmi di testosterone si puntano su di lei, inesorabili, Elisa Ăš attraente. Una fredda tigre. Oltre alle tre receptionist che condividono lo spazio con lei, i dipendenti sono tutti uomini. EtĂ media venticinque anni. Quasi tutti single, giovani debuttanti nel mondo del lavoro. Dallâalto dei suoi trentadue anni, passa per unâanziana anche se questo non impedisce ai colleghi di guardarla con occhi tentati. Elisa la bella. No comment. Lei se ne sta lĂŹ, come la copertina di una rivista, ma non si puĂČ parlarle, si puĂČ solo ammirarla da lontano, senza avvicinarsi troppo.
I minuti scorrono allâinfinito, colmi di educazione, privati di significato, svuotati di gioia, perforati di bugie e di sorrisi forzati dietro al telefono. Ma quella sera, Elisa si affretta a lasciare il lavoro per ascoltare finalmente il messaggio tanto misterioso.
«Signora Damin,
Abbiamo preso nota della sua candidatura. Ho lâonore di annunciarle che Ăš tra le dieci finaliste! La invitiamo a una riunione questo venerdĂŹ quindici febbraio alle diciotto. Della durata di circa venti minuti, sarĂ seguita da una colloquio di lavoro. SarĂ libera alle venti al massimo. La preghiamo di annotare lâindirizzo: rue des BĂ©nĂ©dectins 44, edificio 3C, 2° piano, azienda Zalia lingerie, direzione delle risorse umane.
A venerdĂŹ signora Damin.
Confidiamo sulla sua presenza.»
Attonita, Elisa rallenta fino a fermarsi del tutto. Non ci capisce nulla. Immobile, al centro di un marciapiede sovraffollato, diventa un ostacolo da evitare, unâintrusa che interrompe il traffico e ostacola i movimenti cadenzati della folla. Il codice di circolazione dei pedoni Ăš del tutto sregolato, perturbato da unâElisa inerte. Si fa spintonare piĂč volte, sballottata a destra e a sinistra senza opporre la minima resistenza. La gente si volta, alcuni si scusano. Qualcuno le dice, irritato:
â Insomma, signorina, non resti piantata lĂŹ in questo modo, ostruisce il passaggio!
Di solito, la bella cammina con il mento alto, a ritmo con il flusso dei passanti. Ă bravissima in questo esercizio di stile, si trasforma in star della strada a cui si rivolgono gli sguardi. Ma in quel momento, le cose non vanno affatto bene. Si deve riprendere, mettere un piede davanti allâaltro con unâandatura piĂč rapida del solito per non perdere lâautobus della linea tre. Altrimenti, saranno trenta minuti di attesa e arriverĂ in ritardo per preparare la cena. Pierre tornerebbe a casa prima di lei e questo non Ăš possibile! A passo di corsa, serpeggia tra i passanti, poi sale sullâautobus estenuata ma sollevata per non essere rimasta a terra. Due parole si urtano nella sua testa, senza tregua, senza battute dâarresto:
â Dieci finaliste.
Elisa prende posto accanto al finestrino, al centro dellâautobus. Oggi, non naviga su internet per scovare la ricetta della sera. Ă tutto giĂ programmato, sarĂ un piatto surgelato. Riprende il telefono e riascolta il messaggio. Una volta, due volte. Dieci finaliste? Un colloquio di lavoro? Elisa non si Ăš candidata per nulla. Esamina con minuzia, controlla di nuovo che la signora utilizzi proprio il suo nome. «Signora Damin». SĂŹ, non c'Ăš ombra di dubbio, Ăš proprio lei. Elisa si interroga. Forse si tratta di uno scherzo? Oppure di un errore? SĂŹ, senz'altro un errore... Di «signore Damin», ce ne sarĂ un intero battaglione! Soprattutto che non precisano il nome. Diciotto e quindici, Ăš troppo tardi per chiamare. Gli uffici devono essere chiusi. Ma ci proverĂ lo stesso, non puĂČ rimanere cosĂŹ, senza sapere. Se non ci fosse questa gente intorno a lei, si lascerebbe andare, forse tremerebbe come una lavatrice nella fase di centrifuga. Ma in questo momento, ora, Ăš cresciuta, ha imparato, si controlla, salva le apparenze.
Zalia Lingerie. Prende lo smartphone, cerca in rete il numero e si imbatte in una descrizione del brand: «Nuova collezione, Zalia Lingerie, una collezione colorata e di gran tendenza». LĂŹ, proprio all'inizio della pagina: il contatto della sede centrale. Elisa non perde un secondo, ma parte la segreteria: «In questo momento i nostri uffici sono chiusi. La preghiamo di richiamare negli orari di apertura abituali: dalle otto alle diciotto senza interruzione dal lunedĂŹ al venerdĂŹ, tutto lâanno. Intanto, puĂČ trovare Zalia Lingerie su www.zaialingerie.com».
Elisa, seguace delle tendenze moda, bellezza e arredamento, non conosce il brand. Ha ancora qualche minuto per cercare sui blog. I pareri degli esperti sembrano unanimi:
«Zalia, il piccolo marchio in ascesa».
«Zalia, una piccola che ha tutto di una grande».
«Zalia lingerie, la francesina che fa impazzire le star americane».
L'autobus frena, Elisa scende ma la sua mente Ăš preoccupata. Scende tamburellando sullo smartphone alla ricerca di altre informazioni. Con il piede urta un palo dellâelettricitĂ . Inciampa, si ricompone e alla fine non cade. Dopo aver evitato la catastrofe per un pelo, la giovane donna decide allora di mettere via il telefono prima di prendere lâandatura giusta. I suoi bei tacchi bassi battono a ritmo sullâasfalto, lâancheggiare ritorna. La lunga capigliatura danza da sinistra a destra. Si guarda intorno, va tutto bene, Ăš tutto come sempre. La gente torna dal lavoro, il tempo Ăš grigio e le auto suonano il clacson. Spinge la pesante porta dâingresso del suo palazzo dalla facciata immacolata, sale le scale e gira la chiave nella serratura con un gesto incerto. Si infila le soprascarpe e corre verso il computer di Pierre. Tra gli abbonamenti alle newsletter dei blog di moda e arredamento, trova unâe-mail di Lucie.
«Buongiorno Elisa,
Ho ricevuto il tuo messaggio e sono contenta di sapere che le cose ti vanno bene. Era da tempo che non avevo tue notizie.
Ti sei presa i giorni di ferie? Penso che potrĂČ passare tre settimane con te. I mesi di febbraio e marzo si prospettano tranquilli... Appena finisce carnevale, sono libera come lâaria, fino a giugno piĂč o meno. Credi di riuscire a rimandare le date delle ferie con lâazienda?
Per quanto riguarda lâarredamento in stile America del Sud, trovo che sia una splendida idea. Dovrai essere audace, optare per colori originali: turchese, verde anice, blu ...