La chiesa monastica
La navata
Architettura
Le diverse funzioni che la chiesa monastica Ăš chiamata a svolgere bastano da sole a spiegare lâaspetto estremamente diversificato dei suoi interni. Lâedificio infatti, oltre a servire da luogo di culto per la comunitĂ benedettina ivi residente, Ăš meta di pellegrinaggio in quanto ospita la cappella delle Grazie con la Madonna nera, e inoltre funge da chiesa parrocchiale dove si celebrano messe aperte a tutta la comunitĂ dei fedeli di Einsiedeln.
Attraverso i due ingressi ubicati ai lati delle torri campanarie, il visitatore accede a un atrio, e si trova subito in prossimitĂ della cappella delle Grazie. Questa sorge al centro del cosiddetto Ottagono che occupa a ovest circa un terzo della lunghezza complessiva della chiesa. Dalla cappella si innalza una coppia di possenti pilastri da cui si espandono a raggiera gli spicchi della volta, poggianti su otto pilastri. Ai lati si aprono nicchie con altari che si susseguono per tutta la lunghezza della navata centrale fino allâarco del coro. DallâOttagono, procedendo in direzione del coro, si sviluppano strette navate laterali che tuttavia servono unicamente da vie di accesso. Dietro i pilastri dellâOttagono si trova il matroneo, che corre stretto sopra il lato dâingresso e prosegue fiancheggiando la navata centrale per tutta la sua lunghezza. In prossimitĂ dei pilastri della navata centrale si aprono i corridoi di accesso ai matronei veri e propri. Sempre presso la parete dellâarco del coro sono state inserite trasversalmente due cantorie con organi.
La cappella delle Grazie
Secondo la tradizione, la cappella delle Grazie sorge dove un tempo Meinrado aveva edificato la propria cella. A seguito di un incendio, nel 1465, lâedificio fu ricostruito nello stesso punto. Il suo aspetto attuale si deve invece a unâaltra ristrutturazione, avvenuta nel 1816. Nel 1789 infatti, gli invasori francesi fecero demolire la cappella per impedirne il pellegrinaggio; tuttavia, oltre allâimmagine miracolosa, portata in salvo appena in tempo, furono risparmiate anche le pietre del rivestimento risalenti agli inizi del Seicento e scolpite su disegno di Santino Solari, lâarchitetto del duomo di Salisburgo. A finanziare lâopera era stato Markus Sitticus von Hohenems, arcivescovo di Salisburgo. Dopo che nel 1803 i monaci ebbero riportato la Madonna a Einsiedeln, si discusse se ricostruire la cappella o meno. In ossequio alla storia dellâabbazia e al fatto che la prima cappella era sorta sul sito della cella di San Meinrado, prevalse il partito della ricostruzione. Allâantica cappella del resto era legato il racconto della Consacrazione Angelica, rievocato nei dipinti sulla parete ovest, e sulle volte dellâOttagono.
Nella parte ovest della chiesa abbaziale, il cosiddetto Ottagono, si trova la cappella delle Grazie, con lâimmagine miracolosa della Madonna nera di Einsiedeln. Stando alla tradizione, la cappella sorge nel punto in cui erano state costruite la cella di Meinrado e la prima chiesa abbaziale del X secolo.
Fu il confratello Jakob Natter a progettare la ricostruzione della cappella delle Grazie che, una volta terminati i lavori, risultĂČ sensibilmente ridotta nelle dimensioni e provvista di tre nuove grandi aperture; vennero reimpiegate le lastre in pietra calcarea provenienti dallâAlpthal e da Findlingen, nella zona di Wollerau. A vivacizzare la sobrietĂ delle pareti laterali e posteriore della struttura, piĂč che la presenza di sculture, concorrono le variazioni cromatiche della pietra. I sottili pilastri e il cornicione sfalsato al di sopra sono in pietra scura, abbinata a fasce di colore piĂč chiaro. PiĂč riccamente articolata risulta la facciata principale, grazie alla coppia di colonne che sorregge il timpano. Nelle tre nicchie sono inseriti rilievi con episodi della vita di Maria (la Nascita, lâAnnunciazione, e la Morte). Questi ultimi, insieme ai capitelli, opera dello scultore zurighese Hans Conrad Asper, spiccano dallo sfondo scuro grazie alle chiare tonalitĂ della pietra calcare. Sul retro della cappella unâiscrizione celebra il donatore del rivestimento in pietra, Marcus Sitticus von Hohenems, il cui stemma con lo stambecco ricorre in alcuni capitelli sulla facciata della cappella, oltre che al di sopra della citata iscrizione. Ornano la balaustra statue dei santi scolpite in occasione della ricostruzione del santuario dallâartista tirolese Franz Christian Abart. Allâentrata si riconoscono a sinistra San Meinrado e di fronte San Alderico, mentre sul retro i monaci di Einsiedeln, Konrad e Benno.
Lâinterno della cappella Ăš integralmente rivestito di finto marmo. Sopra lâaltare, in unâaureola di nuvole, troviamo lâimmagine miracolosa della Madonna, attorniata da ex voto a forma di cuore.
La facciata principale della cappella delle Grazie Ăš ornata da tre rilievi di Hans Conrad Asper, raffiguranti scene della vita di Maria; qui in particolare la Nascita della Vergine.
Guardando dalla parete posteriore della cappella delle Grazie in direzione del coro si ha una panoramica della navata centrale. Dopo lâOttagono si trova lo spazio con le panche per i fedeli e il pulpito sormontato da un paracielo piatto; prima del coro, infine, si apre lo spazio coperto dalla cupola della NativitĂ , di forma oblunga. Solo la lanterna circolare, posta al di sopra della cupola, supera in altezza il tetto. I pilastri tagliati in obliquo consentono di apprezzare visivamente la successione di questi ambienti centrali. Un edificio cosĂŹ sobrio allâesterno racchiude, dunque, al suo interno unâarticolazione degli spazi davvero sorprendente.
Lâimmagine miracolosa di Einsiedeln: la Madonna nera
Ă probabile che giĂ nella seconda metĂ del XIII secolo la cappella, sorta dove un tempo Meinrado aveva costruito la propria cella, ospitasse una statua della Vergine. A questa epoca si potrebbero far risalire le origini del pellegrinaggio a Einsiedeln e dunque la venerazione della statua come immagine miracolosa. In occasione dellâincendio del 1465, la scultura originale, una Madonna seduta, andĂČ verosimilmente bruciata. Nella cappella ricostruita tempestivamente fu collocata allora una Madonna nuova, in piedi con GesĂč Bambino in braccio alla sua sinistra. PoichĂ© la nuova immagine appare priva di velo e di mantello, Ăš legittimo ipotizzare che sia stata concepita in origine come una Madonna «vestita», il che non sorprende nel caso di unâimmagine miracolosa. La congettura sembra trovare conferma nel libro dei donatori, dove venivano registrate le elemosine piĂč cospicue e dove giĂ in epoca molto antica sono citate offerte per delle stoffe. A partire dal XVII secolo, la Vergine indossa una veste ampia e inamidata con un lungo velo, un addobbo ispirato ai costumi della corte spagnola dellâepoca. Lâ«abito» viene cambiato piĂč volte nel corso dellâanno in funzione dei colori della liturgia. Tanto la Vergine quanto il Bambino, inoltre, indossano corone e ricchi gioielli. Lâannerimento della statua si deve al fumo delle grandi candele dei donatori che bruciavano costantemente dentro lâambiente angusto della cappella. Al di sotto dellâincarnato scuro sono visibili tracce del colore originario della statua. In occasione del suo ritorno a Einsiedeln nel 1803, la Madonna fu sottoposta a restauro, ma si decise comunque di dipingerla di nero poichĂ© i pellegrini erano ormai abituati a vederla cosĂŹ, come conferma le relazione stilata dal restauratore intorno al 1800. Lâelegante scultura lignea Ăš unâopera pregevole attribuibile alla bottega o alla cerchia di Hans Multscher di Ulm, databile al 1460 circa.
Lâimmagine miracolosa di Einsiedeln Ăš una scultura lignea attribuibile alla bottega di Hans Multscher di Ulm, databile al 1460 circa. Probabilmente fu concepita fin dalle origini come una Madonna «vestita».
A partire al piĂč tardi dalla metĂ del Seicento, la Madonna indossa un paramento ispirato ai costumi della corte spagnola dellâepoca. CosĂŹ appare nella cappella della Grazie, avvolta da una corona di nuvole dorate.
Le volte
Mentre dalla pianta si puĂČ cogliere con chiarezza lâarchitettura della chiesa, allâinterno questa si fonde in unâunitĂ inscindibile con il ricco allestimento decorativo. A metĂ del 1723 il confratello Caspar Moosbrugger morĂŹ, senza riuscire a vedere il suo progetto ultimato. Lâanno seguente lâincarico di decorare il fabbricato ancora allo stato grezzo venne affidato ai fratelli Asam â Cosmas Damian pittore ed Egid Quirin stuccatore â entrambi residenti a Monaco. Allâepoca gli Asam erano senza dubbio i migliori artisti della Germania meridionale. Avevano giĂ lavorato per diverse fondazioni benedettine, ad ese...