Poesie del tempo stretto
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Poesie del tempo stretto

Francesco Carofiglio

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  1. 224 pages
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Poesie del tempo stretto

Francesco Carofiglio

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«Da bambino giocavo con i disegni. Lo facevo per ore, ogni giorno. Negli anni Ú diventata un'abitudine, necessaria, per tutti i giorni della mia vita. Poi sono venute le parole, le storie, i romanzi. E di nascosto le poesie.
In questo libricino disegni e poesie camminano insieme, per la prima volta, senza un legame apparente. E diventano piccole storie, di passaggio, raccontate con pochi tratti, con poche parole.»

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Informations

Éditeur
EDIZIONI PIEMME
Année
2020
ISBN
9788858525470
Sous-sujet
PoesĂ­a

POESIE DEL TEMPO STRETTO

Pensavo che sarebbe stato facile. Non lo Ăš.
Raccontare in poche note il senso, quello che ha significato questa raccolta di parole e disegni.
La poesia ù stata, per me, da sempre, quella dei poeti amati, delle poetesse, letta, ascoltata, detta ad alta voce. La linea dell’intimità denudata, di chi ha scritto, di chi legge.
Le mie parole, invece, rintanate dentro le pagine segrete dell’adolescenza, e poi per anni, scritte sui fogli volanti, sulle agende, sugli scontrini, sui ritagli dei giornali, sono state spesso lo specchio deformante dei desideri, della vanità, del compiacimento nostalgico delle malinconie.
Clandestine, nascoste agli altri dal pudore, quasi tutte perdute. Come i disegni, del resto. Migliaia e migliaia di disegni perduti, nel tempo.
Nei mesi difficili del confinamento, mi sono mosso nei circuiti stretti della mia casa, irrequieto. Svolgendo l’esercizio quotidiano della volontĂ  e dell’ottimismo. E in questo silenzio, bello e terribile, le parole mi sono apparse indispensabili, piĂč che mai. Per definire il recinto delle azioni, delle visioni, degli sguardi, dentro lo spazio di resistenza della mia abitazione. La percezione, talvolta distorta, dell’essere dentro, davanti a un mondo che invece era fuori, immobile, muto. In attesa di essere.
Un giorno, mettendo ordine nelle mie carte, ho ritrovato una vecchia cartella di brevi componimenti. Erano poesie brevi, dimenticate. Ho cominciato a trascriverle e poi a eliminarle, con metodo spietato, secondo una progressione inversa. Ma nel frattempo cercavo un suono, ogni giorno, per ogni parola detta ad alta voce. Ogni ora del giorno.
E disegnavo instancabilmente. Senza che ci fosse un progetto, un obiettivo.
CosĂŹ ho scoperto una sintonia, del tutto inattesa. Questo mettersi a nudo, attraverso parole elementari, sembrava parlare insieme ai segni di matita, alle chine, agli acquerelli neri e grigi. Sembrava stabilire una piccola regola di sopravvivenza.
E oggi sono qui, vincendo il pudore, a condividere quella stessa emozione, la mia, gli sguardi di quei giorni che forse somigliano ad altri, con chi vorrĂ  leggere. Con chi vorrĂ  guardare.
Restando un po’ in disparte, come i disegni nelle pagine che seguiranno, come le parole elementari, usate silenziosamente. Nel mio tempo stretto.
(dentro)
il mio letto era una barca
la mia stanza un lago
le cose stanno
sui tavoli
fanno rumore di niente
come un salto di gatto
nel pomeriggio
come il vortice
dei pensieri
nella mente
misuro questo quadrato di stanza
un piede dietro l’altro
come un giaguaro in gabbia
come un somaro
nel recinto
senza fermarmi
senza sentirmi
vinto
stare nel punto
esatto
nel tempo stretto
nella vertigine
guardare i libri
le fotografie
guardare le mani
i tendini che incrociano
le vene
le cartine nautiche
appese alla parete
le rotte disegnate
stare nel centro esatto
dell’oceano
come un pesce di carta
immortale
il colore bianco delle pareti
le innumerevoli prove
di andare e venire,
le mani dalle finestre
fare il saluto,
fanno rumore muto
nel pomeriggio invernale
corro
da fermo
e non mi fermo
nemmeno un istante
corro
sulle sedie
sulle ante
sui soffitti
sui pensieri dritti
sospendo il fiato
il respiro
di un giorno
affaccendato,
questo giorno
addomesticato
c’ù un’infilata di stanze
in questa casa
in questo castello
le porte si aprono
all’impazzata
la luce batte sui pavimenti
ci sono tormenti
di polvere
di luce radente
e sul piĂč bello
appare
la coda
di un gatto immaginato
c’ù tutta un’infilata
di camere
vuote
nel futuro
di questa giornata
questa vita
inaspettata
il suono smilzo
di un respiro
fa un capitombolo
d’aria
nella penombra
del mattino
basta la luce
di questa candela
per liberare i fantasmi
il giro delle ombre tremanti
sul soffitto
sui pavimenti
una miscela di movimenti
e nessuna parola
basta una piccola luce
ora, per trasformare
la mia consistenza
il corpo nudo
nel giro silenzioso
della danza
tutti gli oggetti della stanza
sono in posizione
di partenza
immobili
si muovono
nel ritmo di una danza ferma
immaginaria
e all’improvviso
quando chiudo gli occhi
volano per aria
e cadono
in un frastuono musical...

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