In un ambulatorio medico di Nutrizione clinica e sportiva, come il nostro Centro di Endocrinologia Nutrizione e Sport, affluiscono pazienti, atleti ma anche atleti/pazienti, sia amatoriali sia top level.
Il metodo di valutazione, quando si parla di nutrizione e supplementazione dello sport, secondo la nostra opinione non puĂČ essere differenziato in base alle capacitĂ prestative â non sarebbe nĂ© rispettoso nĂ© etico verso la persona che si rivolge a noi â ma il podista amatoriale che magari ha un sovrappeso e una tiroidite deve ricevere la stessa valutazione medica e nutrizionale di un maratoneta capace di correre una maratona intorno alle 2 ore (ormai, come sappiamo, il limite si Ăš recentemente spinto anche sotto le due ore).
Visita Medica e Nutrizionale
Come mi diceva sempre mio nonno medico: «Se fai una buona anamnesi hai fatto il 90% della diagnosi». Il colloquio preliminare con il nostro podista Ăš dunque fondamentale, non Ăš raro e anzi Ăš sempre piĂč frequente che arrivi in studio un runner cinquantenne che magari ha iniziato a correre per dimagrire e poi diventato âdipendenteâ dalla corsa e in sei mesi vuole prepararsi per la maratona di New York. Magari non ha neanche mai fatto gare e non ha nemmeno il certificato di idoneitĂ agonistica. Che facciamo, allora? Gli prescriviamo lâerba magica dellâIsola di Pasqua o il pranzo di recupero gourmet pubblicato su Instagram il giorno prima? Come se nessuno dovesse preoccuparsi di andare al lavoro o di gestire una famiglia. Oppure telefoniamo al nostro coach di fiducia e gli chiediamo di stendere una tabella completa di ripetute, lunghi, lunghissimi eccetera?
No, non si lavora cosĂŹ. Prima di stendere un piano nutrizionale, anche se mirato alla performance sportiva, si dovrebbe vistare una persona, individuare i suoi fattori di rischio metabolici e cardiovascolari, capire se dietro un «da qualche settimana sono stanco e non riesco a correre come vorrei» ci puĂČ essere ipotiroidismo o mononucleosi, oppure se in caso di eccessiva magrezza il problema Ăš un comportamento alimentare fortemente restrittivo oppure una triade dellâatleta.
Dunque la nostra impostazione Ăš molto semplice e si basa su questi punti:
- Anamnesi medica
- Anamnesi nutrizionale
- Ecografia tiroidea
- Ecografia addome (se necessaria)
- Esami ematochimici
- Esami ormonali su sangue e saliva
- Esami per valutare una disbiosi Intestinale
- Eventuali test valutativi
- Test del Consumo Massimo di Ossigeno (VO2max)
- Hand Grip Test
- Test isometrico di forza degli arti inferiori in posizione eretta
Anamnesi Clinica
Lâanamnesi clinica Ăš fondamentale e parte dallâanamnesi familiare. In particolare andremo a valutare una familiaritĂ per diabete, malattie della tiroide, per sovrappeso e obesitĂ , per ipertensione arteriosa, per alterazioni del metabolismo lipidico (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia), si valuteranno inoltre la presenza di tumori ricorrenti in famiglia, ad esempio dellâintestino, del seno o dellâutero nella donna e della prostata nellâuomo. Particolare attenzione, secondo la nostra opinione, andrĂ posta alla presenza in famiglia di persone affette da disturbi del tono dellâumore e/o disturbi alimentari, di persone affette da malattia celiaca o di allergie o intolleranze alimentari scientificamente valutate.
Dallâanamnesi familiare si passa allâanamnesi fisiologica, valutando, nel caso di una podista, la regolaritĂ del ciclo mestruale (ritmo, durata e quantitĂ di flusso), in quanto unâamenorrea perdurante da qualche mese insieme a un comportamento alimentare restrittivo e a una magrezza eccessiva puĂČ indirizzarci verso il sospetto di un disturbo alimentare e la richiesta di una consulenza psichiatrica per la diagnosi (non psicologica, perchĂ© per guidare ci vuole la patente e le diagnosi sono sempre di competenza medica). La quantitĂ e la durata del flusso sono da valutare principalmente in funzione di una possibile loro compartecipazione a un quadro di anemia carenziale, che naturalmente influirebbe in maniera negativa sulla performance atletica.
Altro aspetto da valutare sarĂ lâintestino: capiremo se il nostro podista Ăš stitico o evacua regolarmente, se le feci hanno una consistenza normale, dura (indice di mancanza di idratazione o dieta povera di fibre) o molle (indice di infiammazione intestinale), se soffre di emorroidi e ha sanguinamento durante la defecazione. Importantissima la valutazione della diuresi, sia per la quantitĂ di urina emessa sia per la frequenza (nellâuomo, una minzione frequente ma scarsa Ăš sintomo di problemi prostatici) e il colore delle urine. Ne parleremo meglio in seguito, ma urine di colore scuro e maleodoranti sono sinonimi di una idratazione non adeguata e in questo caso bisogna insistere sulla rieducazione del paziente.
Dopo si passa allâanamnesi patologica remota, vale a dire la presenza in passato di patologie di una certa rilevanza e interventi chirurgici. Il podista che abbiamo di fronte potrebbe aver subito un intervento per menisco oppure per rottura del legamento crociato, avuto malattie infettive ricorrenti dellâapparato respiratorio (non dimentichiamoci che il runner, dopo aver corso lunghe distanze sia in gara sia in allenamento, Ăš soggetto alle URTI, Upper Respiratory Tract Infection, ovvero alle infezioni delle alte vie respiratorie), asma bronchiale che Ăš sempre di natura allergica e puĂČ incrociarsi con allergie alimentari.
Infine si passa allâanamnesi patologica prossima, che ci serve per valutare il motivo della visita: unâastenia che impedisce la normale attivitĂ di corsa, un sovrappeso o addirittura uno stato di obesitĂ iniziale, delle anomalie agli esami ematochimici della funzione tiroidea, unâanemia oppure unâalterazione de profilo glicemico o lipidico oppure semplicemente la richiesta di un piano nutrizionale per correre meglio.
Anamnesi Nutrizionale
La stesura di un piano nutrizionale in un atleta amatoriale oppure di Ă©lite non puĂČ prescindere da unâattenta anamnesi nutrizionale per valutare le abitudini alimentari dellâatleta, sia nei giorni di riposo sia di allenamento e/o gara. Fondamentale a questo proposito sarĂ valutare gli orari di allenamento, la loro frequenza ma anche la tipologia di lavoro svolta, dalla corsa lenta per la base aerobica alle ripetute sia in pianura sia in salita, fino ai lunghi e ai lunghissimi se il nostro atleta sta preparando una maratona oppure una ultramaratona. SarĂ differente gestire un atleta che fa un lavoro di ufficio vicino a casa rispetto a un manager che viaggia continuamente anche allâestero, cambiando con frequenza fuso orario e ritagliandosi una corsa alle sei di mattina dopo essere atterrato a mezzanotte senza aver cenato; in questo caso la scelta piĂč saggia sarebbe riposarsi⊠ma avete mai provato a parlare di riposo con un podista?
Detto questo, sarĂ fondamentale capire i gusti del nostro runner: se preferisce una colazione salata o dolce, se ha lâabitudine di allenarsi a digiuno e cosa mangia dopo lâallenamento, se cura lâidratazione prima durante e dopo lâallenamento, ma anche nelle giornate di riposo, se fa uso di integratori e dove li acquista (noi da sempre sconsigliamo il fai-da-te).
Saranno da valutare poi gli errori alimentari e ne parleremo in un capitolo a parte: dallâuso/abuso di alcol allâeccesso di carboidrati allo spuntino dopo cena a volte ipercalorico giustificato dal fatto che lâallenamento Ăš avvenuto nella tarda serata, e cosĂŹ via.
Importantissimo sarĂ informarsi sulla qualitĂ e quantitĂ del pasto di recupero post gara e su come si alimenta il nostro podista nei giorni di riposo, dove le necessitĂ energetiche â specie se fa un lavoro sedentario â calano drasticamente.
Da non trascurare eventuali esigenze religiose: con un atleta di fede musulmana si dovrĂ tenere conto, per esempio, del periodo del Ramadan.
Nel caso poi di atleti che seguano un regime alimentare vegetariano o vegano sarĂ importante studiare un piano di intervento nutrizionale e di supplementazione che metta nelle condizioni di coltivare appieno la passione per la corsa e di essere performante, in caso di atleta professionista.
In questa fase si valuta anche la presenza di eventuali intolleranze e/o allergie ad alcuni cibi: se lâatleta riferirĂ che mangiando un determinato alimento ha avuto una modificazione dellâalvo oppure unâeruzione cutanea o una sensazione di gonfiore al palato sarĂ opportuno eseguire dei test scientificamente provato oppure avviarlo a una consulenza immunologica.
Caso semplice e nemmeno tanto infrequente: «Sono alcune mattine che quando bevo il latte vado subito in bagno». Se câĂš il sospetto di intolleranza al lattosio, va eseguito a scopo diagnostico un Breath Test per lattosio ed eventualmente, se il problema non si risolve, una consulenza gastroenterologica.
Esami Ematochimici
Gli esami ematochimici nel running non si discostano molto da quelli eseguiti per una valutazione generale dello stato di salute di una qualsiasi persona. Dovremo valutare bene il metabolismo glucidico, lipidico, lâemocromo, la funzionalitĂ renale ed epatica, lo stato della funzione tiroidea e anche gli ormoni, che nello sport indicano in maniera diretta e indiretta sovraffaticamento e/o overtraining, come il testosterone e il cortisolo, che nel nostro centro non analizziamo sul sangue, ma sulla saliva.
Questi gli esami ematochimici piĂč importanti:
Emocromo. Ă lâesame del sangue piĂč eseguito. Serve per valutare lâemoglobina, che Ăš la molecola che nel sangue trasporta lâossigeno allâinterno dei globuli rossi e se bassa influisce in maniera negativa su ogni attivitĂ fisica e lâematocrito, vale a dire la percentuale dei globuli rossi nel sangue. Si valuteranno poi, oltre ai globuli rossi, i globuli bianchi, detti leucociti, che sono poi composti da varie frazioni. Queste comprendono: basofili, eosinofili, linfociti, monociti e neutrofili, che rappresentano lâesercito immunitario capace di difenderci dalle infezioni e dalle neoplasie, ma a volte anche capace di attaccare i nostri organi e di provocare le cosiddette malattie autoimmuni. Tra queste, io che sono un endocrinologo non posso non citare la tiroidite cosiddetta di Hashimoto, una patologia autoimmune della tiroide scoperta molti anni fa dal medico giapponese Hashimoto e che nella sua evoluzione verso lâipotiroidismo comporta una conseguente sindrome cronica da affaticamento che poco si concilia con lâattivitĂ fisica, a volte anche leggera.
Con lâemocromo valuteremo anche le piastrine, che sono le cellule responsabili della coagulazione del sangue. Come tutte le cose della natura sono positive se in giusta quantitĂ , ma possono diventare negative se si aggregano senza motivo dando luogo a fenomeni di trombosi, oppure se diminuiscono causando sanguinamenti anche subdoli (pensiamo a delle ecchimosi ricorrenti che il runner ci puĂČ far notare dicendo di non aver perĂČ subito traumi) o vere e proprie emorragie, sempre perĂČ in stati patologici.
Lâemoglobina, che abbiamo giĂ nominato, Ăš una proteina che consente il trasporto dellâossigeno dai polmoni ai tessuti e che nel suo viaggio inverso porterĂ con sĂ© lâanidride carbonica che poi espireremo durante la corsa.
Parametri come la VES, o velocitĂ di eritrosedimentazione, e la PCR (proteina C reattiva) potranno essere indicativi di uno stato infettivo o di malattie di altro genere, ma sono in genere parametri molto generici che possono spesso generare falsi allarmismi.
Sempre come indice indiretto di infiammazione puĂČ essere valutato il fibrinogeno, un cofattore importante della coagulazione del sangue.
Metabolismo Glucidico
A causa di abitudini alimentari errate o di scorretti stile di vita (correre unâora dopo unâintera giornata alla scrivania ci rende semplicemente dei sedentari attivi e non degli atleti!) non Ăš raro trovare valori di glicemia ai limiti alti o fuori dai limiti della norma. La glicemia elevata, come sappiamo, permette la diagnosi di diabete ed Ăš un parametro molto ma molto importante nel valutare lo stato di salute. Rappresenta la concentrazione di glucosio nel sangue, zucchero che deriva sia dalla sua diretta assunzione sia dal metabolismo del glicogeno, degli aminoacidi e dei grassi. La valutazione di questo parametro a livello nutrizionale deve essere a 360 gradi e non solo mirata verso i carboidrati; ad esempio, unâalimentazione eccessivamente ricca di proteine contenenti leucina (proteine ad alto valore biologico, come la carne o il latte di mucca) potrebbe indirettamente innalzare i valori glicemici. Ma la valutazione del metabolismo glucidico non puĂČ fermarsi qui: sarĂ importante considerare anche il livello basale di insulina, se elevato puĂČ essere indice indiretto di insulinoresistenza, nonchĂ©, se siamo in presenza di un soggetto in sovrappeso con familiaritĂ per diabete, il valore della cosiddetta emoglobina glicosilata, un indice indiretto del comportamento della glicemia nelle settimane passate.
Per ciĂČ che concerne lâinsulinoresistenza, che Ăš una situazione che spesso si nasconde dietro lâaumento di peso, in alcuni casi possiamo richiedere la curva da carico glucidico con valutazione sui prelievi, che devono avere un tempo di 180 minuti con intervallo di 30 minuti tra un prelievo e lâaltro, e lâindice Homa â o Homa Index â derivante da unâequazione basata sui valori di glicemia e insulina basale: Homa index = (glicemia x insulinemia) / 22,5 (dove la glicemia Ăš espressa in mmol/L e lâinsulina in mU/L). Homa Index per i soggetti non insulinoresistenti varia tra 0,23 e 2,5.
Funzione Epatica
La valutazione del metabolismo epatico viene eseguita tramite il dosaggio delle transaminasi e delle gamma GT. Unâalterazione di questi parametri puĂČ essere spia di eventuali problematiche epatiche, ma anche cardiache e muscolari. Non dobbiamo comunque allarmarci per una eventuale loro alterazione dopo un carico allenante intenso: si potrĂ cercare di ripristinare i valori di normalitĂ con integratori o supplementi detossificanti, oltre ad accorgimenti nutrizionali come lâastensione dal bere alcol.
Funzione Renale
Per analizzare in prima istanza la funzione renale si fa riferimento alla creatinina, una componente del sangue che viene eliminata con lâurina. Segnala la funzionalitĂ del rene: se la presenza di creatinina nel sangue Ăš troppo elevata significa che i reni non riescono a farla passare nelle urine, quindi non svolgono bene il loro lavoro.
La creatinina nello sportivo, a nostro modestissimo parere, non puĂČ essere valutata come in un soggetto sedentario, come del resto molti parametri ematici. PuĂČ alterarsi durante lâattivitĂ sportiva, per la massa muscolare piĂč evidente o anche per una non corretta idratazione.
Certamente in soggetti predisposti anche una dieta ricca di proteine puĂČ portare a una elevazione dei valori di creatinina, ma attenzione anche a valutare gli effetti secondari di alcune malattie come lâiperglicemia con diabete ancora non presente o uno stato ipertensivo a volte trascurato.
Acido urico
Lâacido urico, o uricemia, Ăš indice indiretto di unâalterazione del metabolismo proteico. Non Ăš sempre, o non solo, legato a unâeccesiva introduzione di carne, ma nel caso dello sportivo puĂČ essere indice indiretto di un quadro di stress ossidativo spesso legato allâattivitĂ sportiva stessa.
Metabolismo lipidico
La valutazione del metabolismo lipidico viene effettuata tramite la valutazione del colesterolo e delle sue frazioni e dei trigliceridi. Il colesterolo totale Ăš un grasso fondamentale nella struttura delle membrane cellulari del nostro organismo: da esso derivano tuti gli ormoni steroidei, cortisolo, testosterone ed estrogeni, dunque non Ăš affatto un elemento di poco conto. PuĂČ avere origine alimentare, ma la maggior parte Ăš fabbricata dal fegato a partire da una vasta gamma di sostanze. Ă un valore che troviamo spesso alterato in soggetti con alterazioni della glicemia e dellâinsulina.
Si divide in due frazioni principali:
Colesterolo HDL (High Density Lipoproteins) il cosiddetto colesterolo buono, che sembra avere un effetto protettivo nei confronti della formazione delle placche di aterosclerosi.
Colesterolo LDL (Low Density Lipoproteins) che aumenta il rischio di sviluppo di aterosclerosi.
CPK (Creatinfosfochinasi)
La CPK, nota anche come CK (creatinchinasi) Ăš un enzima endocellulare presente nei muscoli scheletrici, nel cuore, nel cervello, nei polmoni e nel siero.
Contribuisce in modo fondamentale allo scambio di fosfati tra la creatina e lâATP (adenosintrifosfato, la benzina dei nostri muscoli) svolgendo cosĂŹ un ruolo basilare nel metabolismo energetico muscolare...