1.
Un secolo di sviluppo
tra due periodi di ristagno
1.1. I frutti della crescita economica italiana
Al momento dellâunificazione politica, nel marzo 1861, la penisola italiana era unâarea povera e arretrata. Povera, perchĂ© il tenore di vita medio della maggior parte dei suoi abitanti era poco lontano dalla mera sussistenza; arretrata, perchĂ© il reddito per abitante era considerevolmente inferiore a quello medio dellâEuropa occidentale, in particolare a quello del Regno Unito e della Francia, simili al neonato Regno dâItalia per dimensione demografica.
Cerchiamo di quantificare sinteticamente le due dimensioni della povertĂ e dellâarretratezza. Per farci unâidea della prima, cominciamo col dire che il Prodotto interno lordo (Pil) per abitante, cioĂš la quantitĂ di beni e servizi prodotta annualmente per ogni cittadino del nuovo regno, puĂČ essere stimata attorno ai 2050 euro attuali, cioĂš 170 euro al mese, un reddito non superiore a quello della maggior parte degli odierni paesi dellâAfrica sub-sahariana. I 170 euro mensili, tuttavia, erano molto mal divisi tra gli italiani: il 44 per cento di essi doveva arrangiarsi a vivere con meno di 83 euro al mese, cioĂš sotto la linea della povertĂ assoluta (Vecchi 2017: 359).
Il Pil Ăš solo uno degli elementi, seppure assai importante, del tenore di vita di una popolazione. Altre rilevanti dimensioni del benessere, peraltro abbastanza correlate al Pil, confermano la povertĂ degli italiani negli anni attorno al 1861. La vita media non raggiungeva i 30 anni (Vecchi 2017: 90), soprattutto, ma non solo, a causa di unâelevata mortalitĂ infantile: oltre un quarto dei nuovi nati non arrivava al primo compleanno. Nemmeno nel piĂč povero paese odierno la durata media della vita Ăš breve quanto quella dellâitaliano di allora. Lâistruzione era privilegio di pochi. Nel 1861 sapeva leggere e scrivere solo il 26 per cento degli italiani in etĂ superiore ai 15 anni, lâanalfabetismo era molto piĂč elevato nelle regioni meridionali, dove raggiungeva lâ86 per cento, che nel Centro-Nord. Il nuovo regno nacque, dunque, povero e sotto il peso di forti disuguaglianze sia di reddito, sia di ricchezza, tra le persone e tra le diverse aree geografiche (i sette Stati che si unirono nel 1861-71).
LâItalia era anche un paese arretrato (Tabella 1). Vedremo presto lâimportanza di soffermarsi sullâarretratezza, che rappresenta una variabile centrale nella nostra storia. Se il concetto di povertĂ , pur con tutte le difficoltĂ insite nel definirla e misurarla, Ăš basato sulla scarsitĂ di beni e servizi disponibili in media ai membri di un dato paese, indipendentemente dal confronto con altri, quello di arretratezza Ăš un concetto intrinsecamente relativo. Si puĂČ essere arretrati, essere indietro, solo rispetto ad altri. Attorno alla metĂ dellâOttocento, tutti i paesi erano âpoveriâ secondo i parametri di valutazione che usiamo oggi, ma alcuni erano assai meno poveri di altri.
Tabella 1. Livello del reddito per abitante italiano rispetto ad altri paesi (%) (Dollari Usa 1990, a paritĂ di potere dâacquisto).
| Usa | Germania | Francia | Regno Unito |
1861 | 61* | 91 | 82 | 50 |
1896 | 46 | 59 | 61 | 38 |
1913 | 46 | 70 | 70 | 52 |
1938 | 54 | 66 | 74 | 53 |
1973 | 64 | 89 | 83 | 90 |
1995 | 70 | 89 | 94 | 98 |
2007 | 62 | 96 | 88 | 85 |
2016 | 53 | 77 | 78 | 72 |
*1870
Fonti: dal 1861 al 1973: Maddison 2010, Historical Statistics of the World Economy, 0 â 2008, Oecd, Paris (http://www.ggdc.net/MADDISON/oriindex.htm); dal 1995 al 2016, The Conference Board (https://www.conference-board.org/data/).
Lo âsviluppo economico modernoâ, che aveva preso lâavvio nelle Isole britanniche tra fine Settecento e inizio Ottocento con la Prima rivoluzione industriale, si stava diffondendo lentamente e in modo ineguale allâEuropa nord-occidentale, alla Francia, alla Germania e, successivamente, alle penisole italiana e iberica e allâEuropa orientale. Attorno al 1861, la mappa della diffusione dello âsviluppo economico modernoâ si andava delineando chiaramente e con essa quella dellâarretratezza di ogni paese rispetto al âprimo paese industrialeâ, il Regno Unito, che godeva allora del piĂč elevato Pil per abitante, benchĂ© giĂ minacciato in questo primato dagli Stati Uniti. Seguivano Francia e Belgio. La ârivoluzione industrialeâ tedesca era iniziata da appena un ventennio, quella italiana cominciava a delinearsi con la diffusione della meccanizzazione nellâindustria tessile nel Nord-Ovest del paese. Per lâItalia, al momento dellâunificazione, basta ricordare â tenendo conto che si tratta di ordini di grandezza piuttosto che di misure precise â che il suo Pil per abitante era circa la metĂ di quello del Regno Unito, circa lâ82 per cento di quello francese, e il 90 per cento di quello che nel 1871 diverrĂ lâImpero tedesco (Tabella 1). Se al momento della nascita un italiano medio poteva sperare di vivere solo fino a 30 anni, un francese o uno svedese avevano una aspettativa di vita di 45 anni. Il tasso di mortalitĂ infantile italiano era il piĂč alto in Europa dopo quello tedesco (Vecchi 2017: 108). Nel 1870, gli italiani avevano avuto in media meno di un anno di istruzione formale, contro i quattro anni ...