Semiologia del paesaggio italiano
Eugenio Turri
- 304 pages
- Italian
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Semiologia del paesaggio italiano
Eugenio Turri
Ă propos de ce livre
Il paesaggio di cui si parla in questo libro - che esce ora in una nuova veste - non Ăš soltanto lo scenario fermo, acquisito, apparentemente immutabile con cui si confronta il vivere quotidiano, ma anche e soprattutto il paesaggio che vive e si trasforma nel tempo col mutare delle forme di vita, dei modi di produrre e di rapportarsi delle societĂ con il proprio territorio. Tanto il primo Ăš spesso carico di suggestioni, quanto il secondo puĂČ stravolgere ogni immagine sotto la spinta di nuove attivitĂ e iniziative. CosĂŹ Ăš accaduto in Italia nei decenni trascorsi, quando la violenza delle trasformazioni ha sconvolto, cancellato o devastato paesaggi tra i piĂč celebrati. Ă stato un salto di civiltĂ o una corsa illusoria e distruttiva? La domanda puĂČ trovare risposta solo attraverso una storia di come Ăš cambiata l'Italia, Paese di tensioni, frenesie, fantasia, dove non Ăš spesso riconosciuto il valore semantico del paesaggio. Ancora oggi assistiamo alla difficoltĂ di assumere la pianificazione paesistica quale strumento-guida delle trasformazioni. Laddove un tempo il paesaggio si configurava attraverso interventi esperti e secolari che esprimevano per intero una cultura, quello dell'Italia d'oggi sembra il risultato di interventi caotici, incoerenti, improvvisati, espressione di una societĂ priva di disegni ideali, trascinata solo dalle regole del gioco economico e delle sue scenografie consumistiche, soggetta a un potere politico che non si Ăš mai preoccupato di saldare presente e passato, come base dell'identitĂ nazionale, di costruire architetture territoriali efficienti, di guidare consapevolmente le trasformazioni. Spesso complotti invisibili hanno operato e operano nel paesaggio italiano, cosicchĂ© riesce difficile oggi leggerne il senso, cogliere quel rapporto tra natura e cultura che dovrebbe essere la prima rivelazione semantica del paesaggio e offrire un'indicazione sul futuro di una societĂ che, bene o male, ha fatto il suo ingresso nella cosiddetta etĂ post-industriale. A meno che non sia proprio questo il senso del post-industriale o del post-moderno.