Un veneziano alla corte Moghul
Vita e avventure di NicolĂČ Manucci nell'India del Seicento
Marco Moneta
- 320 pages
- Italian
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Un veneziano alla corte Moghul
Vita e avventure di NicolĂČ Manucci nell'India del Seicento
Marco Moneta
Ă propos de ce livre
Primi giorni di gennaio 1656: un veliero dell'East India Company getta l'ancora nel porto di Surat, India occidentale. Tra la folla di mercanti e avventurieri europei sbarca anche un ragazzino italiano: si chiama NicolĂČ Manucci, ha diciott'anni. Ne aveva solo quindici quando Ăš partito da Venezia, nascosto nella stiva di una tartana diretta a Smirne, in fuga dalla vita misera e limitata dei genitori verso quello che Ăš ormai il sogno orientale di ogni viaggiatore: l'India. Per raggiungerla ha attraversato l'Impero ottomano e la Persia, toccando Ragusa, Bursa, Esfahan e Hormuz. A vederlo cosĂŹ, mentre si aggira per la cittadina masticando sospettoso la foglia di betel che gli hanno appena offerto, Ăš difficile immaginare il futuro che lo aspetta. Eppure questo ragazzo ingenuo e spericolato vivrĂ per decenni fianco a fianco con gli uomini che hanno in mano il destino dell'India: i Moghul. Colta al volo l'occasione di introdursi nella corte di Delhi - dove ha sede il celebre Trono del pavone costellato di diamanti -, sarĂ soldato, cortigiano, medico, diplomatico, e infine narratore della propria storia. A partire dalla Storia do Mogor di Manucci e da uno studio diretto dei documenti, Marco Moneta ricostruisce per intero le peripezie di questa sorta di Candido veneziano: un racconto che ci porta in viaggio nel Deccan e a Goa, a Madras e a Golconda, con l'esuberanza del romanzo picaresco e il dettaglio prezioso di una miniatura. Conosciamo cosĂŹ il principe filosofo Dara SĂźkoh, il suo spietato fratello Aurangzeb, il maharaja ribelle Shivaji e tutta una schiera di principi, principesse, sultani, eunuchi, mercanti, gesuiti, santi sufi, funzionari britannici e francesi, missionari cappuccini.
Un veneziano alla corte Moghul coniuga la tradizione dei viaggiatori-scrittori come Marco Polo e Matteo Ricci e i grandi affreschi storici sull'Asia di Peter Hopkirk e William Dalrymple, riportando alla luce una storia insolita e a lungo dimenticata; e soprattutto ci riconsegna lo sguardo curioso e attento di NicolĂČ, la sua abilitĂ nel rimanere in equilibrio per trent'anni sul filo assai sottile tra il vecchio mondo da cui proviene e quello, nuovissimo, alieno e affascinante, che gli si spalanca davanti.