Le caffettiere dei miei bisnonni
La fine delle icone nel design italiano
Chiara Alessi, Yoshiko Kubota
- 144 pages
- Italian
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Le caffettiere dei miei bisnonni
La fine delle icone nel design italiano
Chiara Alessi, Yoshiko Kubota
Ă propos de ce livre
Che cosa definisce un'icona nel design? Quando nasce, e per mano di chi? Che differenza c'Ăš tra icona e archetipo? E tra icona e tormentone? Si puĂČ prevedere che un oggetto diventerĂ un'icona? E come puĂČ un prodotto perdere il suo valore iconico? Partendo dall'evocazione di una memoria intima, privata, l'autrice ripercorre le storie di due famiglie determinanti nell'evoluzione storica del design e delle sue icone. Chiara Alessi, infatti, Ăš cresciuta circondata da oggetti di design, a pochi passi dalle fabbriche dei suoi bisnonni: Alfonso Bialetti, inventore della moka, e Giovanni Alessi Anghini, fondatore dell'omonima centenaria azienda di casalinghi. Amici, concorrenti e consuoceri, Bialetti e Alessi possono essere considerati i nonni delle icone, e forse, in un certo senso, anche i padri nobili di un'importante fetta della produzione di cultura materiale. Dopo di loro molti designer hanno arricchito la storia del disegno industriale di oggetti di culto: la Fiat 500 disegnata da Giacosa, la lampada Falkland di Munari, la libreria Carlton di Sottsass, lo spremiagrumi di Starck... Se Ăš facile rintracciare pezzi iconici nei cataloghi del passato, appare sempre piĂč complesso individuarne alcuni tra la produzione contemporanea. Ma non siamo noi a non essere piĂč in grado di progettare icone di design, ci dice Chiara Alessi. Attraverso un'attenta analisi, e allargando la questione all'ambito della moda e della musica, individua nei cambiamenti endemici del momento contemporaneo il nodo del problema: il cambio di paradigma che ci troviamo a vivere impone la ricerca di nuovi strumenti di lettura, piĂč adeguati, capaci non solo di fornirci una nuova prospettiva sulla realtĂ ma, soprattutto, di aiutarci a comprenderla. «Un must per chi si occupa di design e ama capirlo come fenomeno culturale, sociale, economico e antropologico.» - Laura Traldi, "D" di "Repubblica" su Dopo gli anni Zero «Molto utile per capire l'originalitĂ del modello italiano, in cui non c'Ăš un uomo solo (il designer) al comando, ma si realizza un'integrazione profonda tra industria e creativitĂ . Io penso che le cose stiano come dice Alessi.» - Dario Di Vico, "Corriere della Sera" su Design senza Designer «Inevitabile per gli addetti ai lavori, utile per gli appassionati.» - Aurelio MagistĂ , "Il VenerdĂŹ" di "Repubblica" su Dopo gli anni Zero