Filosofia antica
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Filosofia antica

Questioni e risposte nelle parole dei filosofi

Maurizio Pancaldi, Mario Trombino, Maurizio Villani

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  1. 160 pagine
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Filosofia antica

Questioni e risposte nelle parole dei filosofi

Maurizio Pancaldi, Mario Trombino, Maurizio Villani

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I filosofi greci e romani senza interpretazioni e apparati, ma in presa diretta attraverso i loro scritti e le loro parole.Talete - Anassimene - Anassimandro - Eraclito - I Pitagorici - Senofane - Parmenide - Zenone - Melisso - Empedocle - Anassagora - Leucippo - Democrito - Protagora - Gorgia - Socrate - Platone - Aristotele - Epicuro - Gli Scettici - Cicerone - Seneca - Marco Aurelio - Gli Stoici - Plotino - Agostino.

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Informazioni

Editore
Hoepli
Anno
2013
ISBN
9788820360313

Capitolo

1

Gli inizi

Le colonie greche della Ionia (da Mileto, a Efeso, a Clazomene) e della Magna Grecia (da Elea, ad Agrigento, a Taranto), caratterizzate da un forte dinamismo politico ed economico, sono i luoghi in cui ha origine la ricerca razionale del sapere e del vero. Qui i primi filosofi abbandonano la rappresentazione del mito e si occupano di indagare la natura per individuare il principio o la causa prima da cui tutta la molteplicità degli esseri deriva.
Ad Atene, con lo sviluppo della democrazia, l’attenzione dell’indagine filosofica si sposta sull’uomo, sulle norme che per convenzione regolano la sua vita e sul linguaggio come strumento di comunicazione e conoscenza.
È l’epoca in cui la ribalta è presa dai sofisti. Grazie a loro la retorica – che insegnano per professione, a pagamento – diviene il mezzo più idoneo nelle mani dell’individuo per esaminare o meglio confutare le opinioni altrui e per persuadere il proprio uditorio.

TALETE, ANASSIMANDRO e ANASSIMENE

da I Presocratici. Testimonianze e frammenti

NEL MONDO CI SONO FORZE CONTRASTANTI, VITA E MORTE, CICLI DELLE STAGIONI E DELLE GENERAZIONI, UOMINI E DEI: DA DOVE HA AVUTO ORIGINE TUTTO QUESTO?
Ciò che i filosofi vogliono sapere non è diverso da quello che generazione dopo generazione si sono chiesti gli uomini del mito. C’è il mondo, ci sono uomini e dei (il politeismo greco ha divinizzato le forze della natura e quindi molto a lungo non ha dato luogo a dubbi sull’esistenza degli dei), deve dunque esserci una spiegazione razionale dell’origine di tutto questo. Qui “razionale” significa soltanto questo: una spiegazione che la mente umana, con le sue forze, possa comprendere e verificare come corretta. Di diverso rispetto al mito c’è quindi solo questo: è esclusa ogni rivelazione. Non è alle Muse che si chiede la risposta, ma alla forza razionale della mente.
Si è spesso sottolineato che è nella Ionia del VI secolo che compaiono alcuni concetti cosmologici davvero nuovi: per esempio l’equilibrio tra le parti dell’universo, per spiegare l’immobilità della Terra e il movimento dei cieli (questa è la realtà apparente con cui fare i conti). L’arcaica idea di Dike come equilibrio e compensazione che troviamo nei poeti ritorna in veste nuova, applicata all’interpretazione della natura.
TALETE [Da Aristotele, Metafisica]
DK, II A 12: Dei primi filosofi, i più hanno pensato che vi siano solo princìpi materiali delle cose. Ciò da cui le cose hanno il loro essere e da cui si originano e in cui corrompendosi si risolvono – poiché la sostanza permane pur mutando negli accidenti – dicono sia l’elemento primordiale e, essa sotanza, il principio delle cose; per questo pensano che niente si generi o perisca in assoluto, dato che tale sostanza permane in eterno… Ci dev’essere infatti una qualche sostanza, una o più d’una, da cui si generi il resto pur restando essa immutata. Quanto poi al numero e alla forma di tale principio non hanno tutti la stessa opinione: Talete, l’iniziatore di questa filosofia, dice per parte sua che esso è l’acqua (e per questo sostiene che la terra poggia sull’acqua), e tale opinione gli viene forse dall’aver osservato che il nutrimento di tutte le cose è umido e che perfino il caldo si genera dall’acqua e vive di essa (ma ciò onde tutte le cose si originano è il loro principio); da questo era stato indotto a tale opinione e anche dal fatto che ogni germe ha una natura umida; e l’acqua è il principio della natura di ciò che è umido. Vi sono poi alcuni che credono che anche i primi antichissimi teologi, vissuti molto prima del nostro tempo, abbiano avuto la stessa opinione sulla sostanza primordiale perché chiamavano Oceano e Teti i padri della generazione e perché dicevano che gli dèi giurano per l’acqua, che quei poeti chiamavano Stige. Si onora sempre ciò che è più antico e niente è più onorato del giuramento. Non è poi sicuro che quest’opinione sulla sostanza primordiale delle cose sia talmente antica, ma si dice tuttavia che questo fosse il pensiero di Talete sulla causa prima.
TALETE [Da Aristotele, Sull’anima]
DK, II A 22: «Sembra che anche Talete abbia considerato l’anima come un principio motore se ha detto, secondo quanto si tramanda di lui, che il magnete ha un’anima perché muove il ferro».
«E alcuni affermano che l’anima è mescolata proprio nell’universo, per cui – forse – anche Talete ritenne che tutte le cose sono piene di dèi».
TALETE [Da Aezio, Raccolta di opinioni filosofiche]
DK, II A 23: «Per Talete la mente del mondo è il dio e il tutto è animato e pieno di demoni; e la potenza divina, penetrando l’umido elementare, lo muove».
ANASSIMANDRO [Da Simplicio, Commento alla “Fisica” di Aristotele]
DK, A 9, 12 B 1: «Tra quanti affermano che [il principio] è uno, in movimento e infinito, Anassimandro, figlio di Prassiade, milesio, successore e discepolo di Talete, ha detto che principio ed elemento degli esseri è l’infinito, avendo introdotto per primo questo nome di principio. E dice che il principio non è né l’acqua né un altro dei cosiddetti elementi, ma un’altra natura infinita, dalla quale tutti i cieli provengono e i mondi che in essi esistono: Da dove infatti gli esseri hanno l’origine, ivi hanno anche la distruzione secondo necessità: poiché essi pagano l’uno all’altro la pena e l’espiazione dell’ingiustizia secondo l’ordine del tempo, e l’ha espresso con vocaboli alquanto poetici. È chiaro che, avendo osservato il reciproco mutamento dei quattro elementi, ritenne giusto di non porne nessuno come sostrato, ma qualcos’altro oltre questi. Secondo lui, quindi, la nascita delle cose avviene non in seguito ad alterazione dell’elemento, ma per distacco dei contrari [dall’infinito] a causa dell’eterno movimento. Per ciò Aristotele l’ha collocato accanto ai discepoli di Anassagora».
ANASSIMANDRO [Frammenti]
DK, 12 A 3: «E Anassimandro guidò una colonia da Mileto ad Apollonia [nel Ponto]».
DK, 12 A l: «Scoprì per primo lo gnomone [ossia l’asta che con la sua ombra indica l’ora nelle meridiane] e lo pose a Sparta in un luogo sensibile all’ombra […]: costruì anche degli orologi. E per primo disegnò i contorni della terra e del mare e costruì anche una sfera».
DK, 12 A 6: «Anassimandro di Mileto, discepolo di Talete, per primo ardì disegnare su una carta la terra abitata: dopo di lui Ecateo di Mileto, viaggiatore instancabile, la perfezionò sì da farne un’opera mirabile».
DK, 12 A 10: «… Dice che la terra ha forma cilindrica e altezza corrispondente a un terzo della larghezza. Dice che quel che dall’eterno produce caldo e freddo si separò alla nascita in questo mondo e che da esso una sfera di fuoco si distese intorno all’aria che avvolgeva la terra, come corteccia intorno all’albero: spaccatasi poi questa sfera e separatasi in taluni cerchi, si formarono il sole, la luna e gli astri. Dice pure che da principio l’uomo fu generato da animali di altra specie…».
DK, 12 A 11: «… Secondo lui la terra è librata in alto, non è sostenuta da niente e rimane sospesa perché ha uguale distanza da ogni altra cosa [che la circonda]. Ha la forma ricurva, sferica, simile a una colonna di pietra: delle sue superfici l’una è quella sulla quale noi ci muoviamo, l’altra sta dalla parte opposta. […] Gli esseri viventi provengono dall’umido fatto evaporare dal sole. All’inizio l’uomo era simile a un animale diverso [da lui] e cioè al pesce».
DK, 12 A 30: «Anassimandro di Mileto afferma che, a suo parere, dall’acqua e dalla terra riscaldate, nacquero o dei pesci o degli animali molto simili a pesci; in questi concrebbero gli uomini, e i feti vi rimasero rinchiusi fino alla pubertà. Quando questi si spezzarono, allora finalmente ne uscirono uomini e donne che potevano già nutrirsi».
DK, 12 A 18: «Anassimandro sostiene [che gli astri sono] involucri spessi d’aria a forma di ruota, pieni di fuoco, che in una parte delle aperture spirano fiamme».
DK, 12 A 21: «Alcuni, tra i quali anche Anassimandro, dicono che [il sole] manda luce e ha forma di ruota. Infatti, come nella ruota il mozzo è incavato ma sostiene i raggi che da esso si dispiegano verso la circonferenza esterna della ruota, così anche il sole, mandando luce da una cavità, dispiega i suoi raggi che risplendono all’esterno in giro. Alcuni affermano che da un luogo cavo e stretto, come da una tromba, il sole manda la luce, a guisa di canna di aulo».
ANASSIMENE [Frammento e testimonianze]
13 B 2: «Come l’anima nostra – egli dice – che è aria, ci tiene insieme, così il soffio e l’aria abbracciano tutto il mondo».
13 A 5: «Anassimene, figlio di Euristrato, milesio, fu amico di Anassimandro. Anch’egli dice che una è la sostanza che fa da sostrato e infinita, come l’altro, ma non indeterminata come quello, bensì determinata – la chiama aria. L’aria differisce nelle sostanze per rarefazione e condensazione. Attenuandosi diventa fuoco, condensandosi vento, e poi nuvola, e, crescendo la condensazione, acqua e poi terra e poi pietre e il resto, poi, da queste. Anch’egli suppone eterno il movimento mediante il quale si ha la trasformazione».
13 A 6: «Dicono che secondo Anassimene l’origine di tutte le cose è l’aria, che l’aria è infinita per grandezza ma definita nelle sue qualità, che tutte le cose sono prodotte per condensazione e poi, di nuovo, per rarefazione dell’aria, e che il movimento esiste dall’eternità. Egli sostiene che, solidificatasi l’aria, per prima si forma la terra la quale è molto piatta – e pertanto a ragione si mantiene sull’aria –: il sole, la luna, le altre stelle hanno il principio della nascita dalla terra. Afferma infatti che il sole è terra, la quale per la rapidità del movimento si è molto infocata ed è divenuta incandescente».

NOTA BIO-BIBLIOGRAFICA

Di Talete (Mileto 624 ca. - 546 ca. a.C.), Anassimandro (Mileto 610 ca. - 547 ca. a.C.) e Anassimene (Mileto 585 ca. - 528 ca. a.C.) non ci è giunta alcuna opera. I testi riportati riguardanti Talete sono tratti da: I presocratici. Frammenti e testimonianze, a cura di A. Pasquinelli, Einaudi, Torino 1976, pp. 17 ss.; per quanto riguarda Anassimandro e Anassimene sono invece tratti da: I presocratici. Testimonianze e frammenti, a cura di G. Giannantoni, 2 voll., Laterza, Roma-Bari 1986, vol. I, pp. 97 ss.

ERACLITO

da I presocratici. Frammenti e testimonianze

SE TUTTO È IN MOVIMENTO, E GRAN PARTE DI QUESTO CONTINUO AGITARSI DELLE COSE APPARE CAOTICO, NE POSSIAMO TRARRE LA CONCLUSIONE CHE NON C’È LEGGE E ORDINE IN NATURA?
In apparenza tutto è caos e disordine. L’uomo che ragiona, invece, vede subito che un ordine c’è. Vede che la natura è ciclica, è dominata da un equilibrio che fa sì che la vita fiorisca comunque vadano le cose (è l’arcaica Giustizia di Zeus, Dike). Vede il conflitto dominare tutte le cose, ma vede anche che è questo conflitto a generare tutti gli esseri e a mantenerli al loro posto nel grande ciclo della natura. L’io non ne è fuori: parte della natura con il suo Logos (il principio d’ordine che rende sensate le cose e ne spiega l’origine e la legge che le domina), l’io non ci è affatto ben noto, come non ci è ben nota la natura. Ma lo spirito razionale non si ferma nella sua indagine.
2: Quindi si deve seguire ciò che è comune. Ma ben che comune sia questa verità che io insegno, i molti vivono come se avessero un proprio pensiero per loro.
8: L’opposto in accordo e dai discordi bellissima armonia e tutto avviene secondo contesa.
10: Congiungimenti: intero e non intero, concorde discorde, armonico disarmonico, e da tutte le...

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