La dieta intelligente
eBook - ePub

La dieta intelligente

Perché grano, carboidrati e zuccheri minacciano il nostro cervello

  1. 336 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

La dieta intelligente

Perché grano, carboidrati e zuccheri minacciano il nostro cervello

Informazioni su questo libro

Nessuno degli innumerevoli libri dedicati all'alimentazione e alla salute dell'organismo ha mai messo in luce la terribile verità che David Perlmutter, con La dieta intelligente, denuncia con determinazione: i carboidrati possono distruggere il cervello. E anche i cosiddetti carboidrati sani, come i cereali integrali, possono causare demenza, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, epilessia, ansia, mal di testa cronici, depressione, calo della libido e molti altri mali. Innovativo e tempestivo, questo libro mostra come il destino dell'attività cerebrale non sia segnato dai geni, bensì dal cibo che si consuma. Inoltre punta i riflettori sul vero colpevole di tutte le malattie degenerative, ovvero l'infiammazione, che può essere scatenata dai carboidrati, soprattutto da quelli che contengono glutine o un elevato livello di zucchero. Il dottor Perlmutter ci spiega cosa succede quando il cervello incontra ingredienti comuni come il pane e la frutta, andando a danneggiare in modo significativo la memoria, e per questo propone una dieta ad alto contenuto di «grassi buoni», ideale per stimolare la crescita di nuove cellule cerebrali a qualsiasi età. Questo rivoluzionario programma di quattro settimane ci mostrerà come mantenere il cervello sano, attivo e lucido, ottenendo al tempo stesso una netta riduzione del rischio di malattie neurologiche e alleviando alcuni disturbi comuni senza il bisogno di assumere farmaci. Strategie facili da seguire, deliziose ricette e obiettivi settimanali agevolano l'applicazione di questo programma. Coniugando ricerche all'avanguardia, storie di persone che hanno cambiato il loro stile di vita e consigli semplici e pratici, La dieta intelligente vi insegnerà ad assumere il controllo dei vostri «geni intelligenti», a riguadagnare il benessere e a godere sempre di salute e vitalità.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a La dieta intelligente di David Perlmutter, Francesca Maria Gimelli in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
Print ISBN
9788804648031
eBook ISBN
9788852060786
Parte I

LA VERITÀ SUI CEREALI INTEGRALI

Se il pensiero che il vostro cervello soffra a causa di un gustoso piatto di pasta o di un delizioso french toast vi sembra inverosimile, tenetevi forte. Forse sapevate già che lo zucchero trattato e i carboidrati non sono molto salutari, specie se consumati in eccesso, ma che dire dei cosiddetti carboidrati sani, come i cereali integrali e gli zuccheri naturali? Questa parte è dedicata alla verità sui cereali integrali: esamineremo ciò che succede quando il cervello è bombardato da carboidrati, molti dei quali pieni zeppi di componenti infiammatori come il glutine, che possono irritare il sistema nervoso. Il danno può cominciare con disturbi quotidiani, come mal di testa e ansia inspiegabile, e progredire sfociando in disturbi più gravi, come depressione e demenza.
Prenderemo in esame anche il ruolo, nelle disfunzioni neurologiche, di problemi metabolici diffusi come insulinoresistenza e diabete, e vedremo che forse dobbiamo l’obesità e le epidemie di Alzheimer al nostro eterno amore per i carboidrati e al nostro forte disprezzo per grassi e colesterolo.
Al termine di questa parte nutrirete un nuovo rispetto per i grassi alimentari e un ragionevole timore nei confronti della maggior parte dei carboidrati. Imparerete inoltre che potete fare qualcosa per stimolare la crescita di nuove cellule cerebrali, acquisire il controllo del vostro destino genetico e salvaguardare le vostre facoltà mentali.
Capitolo I

La pietra angolare delle malattie al cervello

Quello che non sapete sull’infiammazione
La funzione principale del corpo è di portare in giro il cervello.
THOMAS A. EDISON
Immaginate di tornare nel Paleolitico, decine di migliaia di anni fa, quando i primi esseri umani vivevano nelle caverne e vagavano nelle savane. Fingete, per un momento, che il linguaggio non sia una barriera e sia possibile comunicare senza difficoltà: avete l’opportunità di raccontare loro com’è il futuro. Seduti a gambe incrociate sulla terra battuta davanti a un bel fuoco, cominciate a descrivere le meraviglie del nostro mondo ad alta tecnologia, con i suoi aerei, i treni e le automobili, i grattacieli, i computer, i televisori, gli smartphone e quell’autostrada dell’informazione che è internet. Gli esseri umani sono già stati sulla Luna. A un certo punto, la conversazione si sposta su altri aspetti dello stile di vita e su come sia vivere nel XXI secolo. Vi lanciate nella descrizione della medicina moderna, con il suo incredibile arsenale di farmaci per curare problemi e combattere malattie e germi. Le gravi minacce alla sopravvivenza sono rare. Non sono in molti a doversi preoccupare di tigri in agguato, carestia e pestilenza. Spiegate com’è fare la spesa nei negozi di alimentari e nei supermercati, un concetto del tutto estraneo a questi individui. Il cibo abbonda e parlate di cose come cheeseburger, patatine fritte, bibite, pizza, bagel, pane, merendine, pancake, cialde, ciambelline, pasta, torte, patatine, cracker, cereali, gelato e dolciumi. È possibile mangiare frutta tutto l’anno e accedere in pratica a qualsiasi tipo di cibo, basta premere un pulsante o affrontare un breve tragitto in macchina. Acqua e succo vengono imbottigliati per consentirne il trasporto. Anche se tentate di evitare i nomi di marche, resistere è difficile, perché sono entrati a far parte della vostra vita: Starbucks, Wonder Bread, Pepperidge Farm, Pillsbury, Lucky Charms, Skittles, Domino’s, Subway, McDonald’s, Gatorade, Häagen-Dazs, Cheerios, Yoplait, Cheez-It, Coca-Cola, Hershey’s e Budweiser.
Chi vi ascolta è in soggezione, e fatica a immaginare questo futuro. Gran parte degli aspetti di cui fate la cronistoria sono incomprensibili; non è possibile immaginare un fast food o una panetteria, tantomeno tradurre il termine «cibo spazzatura» in parole che queste persone possano capire. Prima ancora di cominciare ad accennare ad alcune delle principali conquiste degli esseri umani nel corso dei millenni, come agricoltura, pastorizia e, in seguito, la produzione di alimenti, vi chiedono delle difficoltà affrontate dai contemporanei. La prima a venirvi in mente è l’epidemia di obesità che di recente ha ricevuto tanta attenzione dai media. Non è una materia facile da comprendere per i loro corpi snelli e tonici, e non lo è neppure il resoconto delle malattie croniche che affliggono la nostra società: cardiopatia, diabete, depressione, malattie autoimmuni, cancro e demenza. Per loro sono una novità assoluta e fanno molte domande. Cos’è una «malattia autoimmune»? Cosa provoca il «diabete»? Cos’è la «demenza»? A questo punto state parlando una lingua diversa. Fornite loro una rassegna di ciò che ucciderà la maggioranza delle persone nel futuro, facendo del vostro meglio per definire ogni patologia, e siete accolti da sguardi confusi e increduli. Nella mente di queste persone avete dipinto un’immagine del futuro bella ed esotica, ma poi la distruggete con cause di decesso che sembrano più spaventose della morte causata da un’infezione o dalle fauci di un predatore di un livello superiore nella catena alimentare. Il pensiero di vivere con una malattia cronica che porta a una morte lenta e dolorosa suona terribile. E quando tentate di convincere i vostri antenati preistorici che forse una malattia permanente degenerativa è il compromesso per vivere in potenza molto più a lungo di loro, non se la bevono. E ben presto neppure voi. C’è qualcosa che non quadra.
Dal punto di vista genetico e fisiologico, come specie siamo identici a questi umani che vissero prima degli albori dell’agricoltura. E siamo il prodotto di un progetto ottimale: plasmati dalla natura nel corso di migliaia di generazioni. Forse non ci definiamo più cacciatori-raccoglitori, ma senza dubbio, in una prospettiva biologica, i nostri corpi si comportano come tali. Ora, diciamo che durante il vostro viaggio di ritorno al presente iniziate a riflettere sull’incontro con questi antenati. È facile meravigliarsi di quanta strada abbiamo fatto da un punto di vista meramente tecnologico, ma è anche ovvio pensare alle battaglie affrontate invano da milioni dei vostri contemporanei. Potreste perfino sentirvi sconvolti all’idea che patologie non trasmissibili, che è possibile prevenire, siano la causa del più alto numero di decessi a livello mondiale che tutte le altre malattie messe insieme. È difficile da digerire. Certo, vivremo di più dei nostri antenati, ma potremmo vivere molto meglio – godendoci un’esistenza senza malattie – soprattutto durante la seconda metà della vita, quando aumenta il rischio di ammalarsi. Sebbene sia vero che viviamo più a lungo delle generazioni precedenti, la maggior parte dei nostri progressi è dovuta al calo della mortalità e al miglioramento della salute infantile. In altre parole: siamo più bravi a sopravvivere agli incidenti e alle malattie dell’infanzia. Purtroppo, non siamo migliorati nella prevenzione e nella lotta contro le patologie che ci colpiscono quando siamo più vecchi. Anche se possiamo senz’altro dimostrare che ora abbiamo cure molto più efficaci per numerose sindromi, ciò non cancella il fatto che milioni di persone soffrono invano di disturbi che avrebbero potuto essere evitati. Quando lodiamo l’odierna aspettativa di vita media in America, non dovremmo dimenticare la qualità della vita.
All’epoca dei miei primi studi di medicina, decenni or sono, la mia formazione era finalizzata a diagnosticare malattie e sapere come curare (o, in alcuni casi, guarire) ogni disturbo con un farmaco o un’altra terapia. Imparavo a comprendere i sintomi e a giungere a una soluzione che vi corrispondesse. Da allora molte cose sono cambiate, non solo perché abbiamo meno probabilità di imbatterci in patologie facili da curare e da guarire, ma siamo anche in grado di capire meglio molte delle nostre malattie croniche moderne attraverso la lente di un comun denominatore: l’infiammazione. Così, invece di individuare malattie infettive e affrontare mali con cause note, come germi, virus o batteri, i medici si trovano davanti a una miriade di disturbi che non hanno risposte chiare. Non posso scrivere una ricetta per curare un cancro, sconfiggere dolori inesplicabili, far regredire un diabete o risanare un cervello che è stato eroso dal morbo di Alzheimer. Certo, posso tentare di mascherare o ridurre i sintomi e trattare le reazioni del corpo, ma esiste una grossa differenza tra curare una malattia alla radice e limitarsi a tenerne a bada i sintomi. Ora che uno dei miei figli studia medicina, mi accorgo di come sia cambiato l’insegnamento. Ai dottori tirocinanti non si insegna più solo come diagnosticare e curare: si forniscono loro modi di pensare che li aiutano ad affrontare le epidemie odierne, molte delle quali sono radicate in disordini infiammatori fuori controllo.
Prima di arrivare al collegamento tra infiammazione e cervello, prendiamo in considerazione quella che ritengo senza dubbio una delle scoperte più formidabili della nostra era: il fatto che, in molti casi, l’origine delle malattie al cervello sia in prevalenza alimentare. Anche se alla genesi e all’evoluzione delle patologie cerebrali contribuiscono diversi fattori, numerosi disturbi neurologici riflettono soprattutto l’errore del consumo eccessivo di carboidrati e della carenza di grassi sani. Il modo migliore per comprendere questa verità è prendere in considerazione la malattia neurologica più temuta, l’Alzheimer, e osservarla nel contesto di un tipo di diabete provocato solo dalla dieta. Sappiamo tutti che una dieta inadeguata può condurre a obesità e diabete, ma a problemi al cervello?

Morbo di Alzheimer: diabete di tipo 3?

Tornate al momento trascorso con quei cacciatori-raccoglitori. Il loro cervello non è poi così diverso dal vostro: entrambi si sono evoluti per reperire alimenti ad alto contenuto di grasso e di zucchero. In fondo è un meccanismo di sopravvivenza. Il problema è che i vostri sforzi per cacciare si concludono alla svelta perché vivete nell’era dell’abbondanza e avete più probabilità di trovare grassi e zuccheri trasformati. È verosimile che le vostre controparti delle caverne trascorrano molto tempo in perlustrazione solo per imbattersi nel grasso di animali e nello zucchero naturale di piante e bacche, se è la stagione giusta. Perciò, anche se il vostro cervello può funzionare in maniera analoga, le vostre fonti di alimentazione sono tutt’altro che simili. Date un’occhiata alla figura che segue, dove si illustrano le principali differenze tra la nostra dieta e quella dei nostri progenitori.
i01_art_grain_brain
E di preciso, che cosa ha a che fare questa differenza nelle abitudini alimentari con il nostro modo di invecchiare e il fatto che soffriamo (oppure no) di un disturbo o di una patologia neurologica?
Tutto.
Gli studi che descrivono l’Alzheimer come un terzo tipo di diabete iniziarono a emergere nel 2005,1 ma il legame tra una dieta inadeguata e il morbo è stato posto in evidenza solo di recente con nuovi studi che illustrano come si possa verificare.2 Questi studi sono convincenti e hanno l’effetto di spaventare e al tempo stesso responsabilizzare: pensare che solo modificando le nostre abitudini alimentari sia possibile prevenire l’Alzheimer è a dir poco sbalorditivo. L’alimentazione ha numerose implicazioni non soltanto nella prevenzione di questo male, ma anche di tutti gli altri disturbi cerebrali, come scoprirete nei prossimi capitoli. Prima, però, una breve lezione su ciò che hanno in comune il diabete e il cervello.
Nel corso dell’evoluzione i nostri corpi hanno messo a punto un modo brillante per trasformare il carburante ricavato dal cibo in energia a disposizione delle nostre cellule. Il glucosio – la principale fonte di energia per la maggioranza delle cellule – ha scarseggiato per quasi l’intera esistenza della nostra specie, spingendola a sviluppare modi per immagazzinarlo e a convertire altre sostanze in glucosio. All’occorrenza, il corpo è in grado di sintetizzarlo da grassi o proteine attraverso un processo denominato gluconeogenesi, che tuttavia richiede più energia della conversione di amidi e zucchero in glucosio, una reazione più semplice.
Il processo mediante il quale le nostre cellule accettano e utilizzano il glucosio è complesso, perché non si limitano ad assorbire il glucosio al suo passaggio nel flusso sanguigno. Questa fondamentale molecola di zucchero deve essere autorizzata a entrare nella cellula dall’insulina, un ormone prodotto dal pancreas, e che, come già saprete, è una delle sostanze biologiche più importanti per il metabolismo cellulare. Il suo compito è traghettare il glucosio dal circolo ematico alle cellule di muscoli, adipe e fegato, dove potrà essere utilizzato come carburante. Le cellule sane e normali sono caratterizzate da un’elevata sensibilità all’insulina, ma quando sono esposte senza sosta a livelli elevati di insulina in conseguenza di una continua assunzione di glucosio (in buona parte dovuto a un eccessivo consumo di alimenti ipertrasformati pieni di zuccheri raffinati, che fanno impennare i livelli di insulina oltre un limite salutare), le nostre cellule si adeguano riducendo sulla loro superficie il numero di recettori che reagiscono all’insulina. In altre parole, si desensibilizzano sviluppando l’insulinoresistenza, che le porta a ignorare l’insulina e a non recuperare glucosio dal sangue. Il pancreas reagisce allora producendo altra insulina in gran quantità. Così, affinché lo zucchero entri nelle cellule, saranno necessari livelli di insulina più elevati; e questo provocherà un problema ciclico che alla fine culmina nel diabete di tipo 2. I diabetici hanno valori di glicemia elevati perché il loro corpo non riesce a far accedere lo zucchero nelle cellule, dove può essere immagazzinato in tutta tranquillità per ricavarne energia. E questo zucchero nel sangue causa molti problemi, troppi per citarli. Come una scheggia di vetro, lo zucchero tossico infligge molti danni, portando a cecità, infezioni, lesioni ai nervi, cardiopatia e – ebbene sì – Alzheimer. Nel corso di questa successione di eventi, l’infiammazione dilaga nel corpo.
È opportuno ricordare che l’insulina può essere considerata un complice negli eventi che si verificano quando lo zucchero nel sangue non può essere gestito in maniera ottimale. Purtroppo, però, non si limita a scortare il glucosio nelle cellule. Essa è anche un ormone anabolico, il che significa che stimola la crescita, promuove la formazione e la ritenzione del grasso e favorisce l’infiammazione. Quando i livelli di insulina sono elevati, altri ormoni possono risentirne, aumentando o diminuendo. Questo, a sua volta, fa sprofondare ancor più il corpo in un caos pericoloso che ne lede la capacità di recuperare il normale metabolismo.3
La genetica è senz’altro coinvolta nell’eventualità che una persona diventi diabetica, e può anche determinare a che...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. La dieta intelligente
  4. Introduzione. Contro i cereali
  5. Autovalutazione. Quali sono i vostri fattori di rischio?
  6. Parte I. LA VERITÀ SUI CEREALI INTEGRALI
  7. Parte II. RIABILITARE IL CERVELLO
  8. Parte III. DIRE ADDIO ALLE VECCHIE ABITUDINI ALIMENTARI
  9. Epilogo. La mesmerizzante verità
  10. Note
  11. Ringraziamenti
  12. Copyright