
- 280 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Viaggio al centro della terra
Informazioni su questo libro
Un grande classico riccamente illustrato a colori.
L'irrascibile professor Lidenbrock entra in possesso di un manoscritto, in cui un celebre studioso rivela di essere arrivato al centro della Terra. Il professore decide di partire con il nipote per emularne l'impresa.
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Informazioni
Print ISBN
9788804618256eBook ISBN
9788852043116

— Certo si tratta di runico — diceva il professore aggrottando le sopracciglia. — Ma c’è un segreto in più e devo scoprirlo, altrimenti…
Un gesto violento concluse il suo pensiero.
— Mettiti là — aggiunse indicando la tavola col pugno — e scrivi.
In un istante fui pronto.
— Ora ti detterò ciascuna lettera del nostro alfabeto che corrisponde a uno di questi caratteri islandesi. Vedremo che cosa ne verrà fuori. Ma per san Michele, guardati bene dallo sbagliare!
Cominciò il dettato e io scrivevo con attenzione. Ciascuna lettera fu detta, una dopo l’altra, e formò l’incomprensibile successione delle parole seguenti:
| m.rnlls | esreuel | seecJde |
| sgtssmf | unteief | niedrke |
| kt,samn | atrateS | Saodrrn |
| emtnaeI | nuaect | rrilSa |
| Atvaar | .nscrc | ieaabs |
| ccdrmi | eeutul | frantu |
| dt,iac | oseibo | KediiY |
Quando questo lavoro fu finito, mio zio prese velocemente il foglio sul quale avevo scritto e l’esaminò più volte con attenzione.
— Che cosa vorrà mai dire? — mormorava.
Parola d’onore, non avrei potuto aiutarlo. E del resto non mi domandò niente e continuò a parlare tra sé.
— È quello che chiamano un crittogramma — mormorava — nel quale il senso è nascosto sotto le lettere rimescolate di proposito e che convenientemente disposte formerebbero una frase intellegibile. Quando penso che là ci potrebbe essere la spiegazione o l’indicazione di una grande scoperta!
Per mio conto pensavo che non esisteva nessun mistero, ma tenni per me la mia opinione.
Il professore prese allora il libro e la pergamena e li mise a paragone.
— Queste due scritture — disse poi — non sono della stessa mano. Il crittogramma è meno antico e c’è la prova irrefutabile: in effetti la prima lettera è una doppia “M” che si ricercherebbe invano nell’opera di Turleson perché è stata aggiunta all’alfabeto islandese solo nel XIV secolo. Ci sono dunque almeno duecento anni fra manoscritto e pergamena.
Mi parve una deduzione logica.
— Sono portato a pensare — riprese mio zio — che uno dei proprietari del libro abbia tracciato questi caratteri misteriosi. Ma chi era questo proprietario? Chissà se ha tracciato il suo nome in qualche parte del manoscritto?
Mio zio rialzò gli occhiali, prese una lente molto forte e passò in rivista le prime pagine del libro. Nel retro della seconda pagina, quella dove è il titolo abbreviato, scoprì una specie di macula che sembrava a prima vista una macchia d’inchiostro. A guardarla da vicino si distinguevano alcuni caratteri mezzo cancellati. Mio zio comprese che quello era un punto interessante: si fissò dunque sulla macchia e con l’aiuto della grossa lente finì per riconoscere i segni che trascrivo: caratteri runici che lesse senza esitare

— Arne Saknussemm! — gridò con un tono trionfante. — Ma questo è un nome, e per giunta islandese e apparteneva a un sapiente del Cinquecento, un celebre alchimista.
Guardai mio zio con ammirazione.
— Gli alchimisti — riprese — Avicenna, Bacone, Lullo, Paracelso, erano i veri, i soli scienziati della loro epoca. Hanno fatto scoperte che noi a buon diritto giudichiamo stupefacenti. Questo Saknussemm avrebbe forse nascosto sotto l’incomprensibile crittogramma qualche invenzione sorprendente? Dev’essere così. È così.
L’immaginazione del professore s’infiammava.
— Certo — osai dire io — ma quale interesse aveva questo scienziato per nascondere la sua meravigliosa scoperta?
— Quale? Quale interesse? Come posso saperlo? Non ha agito così anche Galileo con Saturno? E poi lo vedremo subito: strapperò il suo segreto a questo documento, e non mangerò e non dormirò prima di averlo indovinato.
“Dio mio!” pensai.
— E anche tu Axel farai come me.
“Diavolo!” dissi tra me e me. “Meno male che ho mangiato per due!”
— Prima di tutto bisognerà sapere in quale lingua è scritto questo “cifrato”. Non dovrebbe essere difficile.
A queste parole rialzai subito la testa. Mio zio riprese il suo soliloquio.
— Niente di più facile. In questo documento ci sono centotrentadue lettere e possiamo calcolare dunque settantanove consonanti contro cinquantatré vocali. Press’a poco in queste proporzioni sono formate le parole delle lingue meridionali, mentre gli idiomi nordici sono molto più ricchi di consonanti. Si tratta senza dubbio di una lingua del Sud.
Mi parevano conclusioni molto giuste.
— Che lingua è, dunque?
Aspettavo a questa domanda il mio scienziato, nel quale tuttavia riconoscevo un profondo analista.
— Questo Saknussemm — riprese mio zio — era un uomo molto istruito: non scrivendo nella lingua materna doveva scegliere di preferenza la lingua corrente fra i sapienti del suo tempo. Voglio dire il latino. Se mi sbaglio potrei provare lo spagnolo, il francese, l’italiano, il greco e l’ebraico. Ma i sapienti del XVI secolo scrivevano generalmente in latino. Avrei dunque il diritto di affermare a priori: questo è latino.
Sussultai sulla sedia. I miei ricordi di latino si ribellavano contro la pretesa che quella lista di parole incomprensibili potesse appartenere alla dolce lingua di Virgilio.
— È latino — ripeté mio zio. — Un latino truccato.
“Meno male” pensai. “Se riesci a sbrogliartela, caro zio, sarai molto bravo.”
— Esaminiamo attentamente — disse riprendendo in mano il foglio. — Abbiamo una serie di centotrentadue lettere che si presentano in apparente disordine. Ci sono parole nelle quali le consonanti si incontrano da sole come la prima m.rnlls, altre che abbondano di vocali come per esempio la quinta unteief o la penultima oseibo. Ora, questa disposizione non è stata predisposta, è avvenuta matematicamente per la sconosciuta ragione che ha determinato la successione delle lettere. Mi pare certo che la frase primitiva sia stata scritta regolarmente e poi rigirata secondo una legge che occorre scoprire. Chi troverà la chiave di questo “cifrato” lo leggerà correntemente. Ma quale chiave? Axel conosci questa chiave?
A questa domanda non risposi niente e con ragione. Il mio sguardo si era posato su un grazioso ritratto appeso al muro, il ritratto di Graüben. La pupilla di mio zio si trovava in quei giorni ad Altona,1 da una delle sue parenti, e la sua lontananza mi rendeva molto triste perché, posso ora confessarlo, la bella virlandese e il nipote del professore si amavano con la pazienza e la serenità tedesche. Ci eravamo fidanzati all’insaputa di mio zio, troppo geologo per capire simili sentimenti. Graüben era una bella ragazza bionda con occhi azzurri, un po’ contegnosa e di carattere serio, ma non per questo mi amava meno. Da parte mia l’adoravo, se questa parola esiste davvero in lingua tedesca. L’immagine della mia piccola virlandese mi portò in un minuto dal regno della realtà al regno delle chimere e dei ricordi.
Rividi la fedele c...
Indice dei contenuti
- Copertina
- VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA
- Capitolo primo
- Capitolo secondo
- Capitolo terzo
- Capitolo quarto
- Capitolo quinto
- Capitolo sesto
- Capitolo settimo
- Capitolo ottavo
- Capitolo nono
- Capitolo decimo
- Capitolo undicesimo
- Capitolo dodicesimo
- Capitolo tredicesimo
- Capitolo quattordicesimo
- Capitolo quindicesimo
- Capitolo sedicesimo
- Capitolo diciassettesimo
- Capitolo diciottesimo
- Capitolo diciannovesimo
- Capitolo ventesimo
- Capitolo ventunesimo
- Capitolo ventiduesimo
- Capitolo ventitreesimo
- Capitolo ventiquattresimo
- Capitolo venticinquesimo
- Capitolo ventiseiesimo
- Capitolo ventisettesimo
- Capitolo ventottesimo
- Capitolo ventinovesimo
- Capitolo trentesimo
- Capitolo trentunesimo
- Capitolo trentaduesimo
- Capitolo trentatreesimo
- Capitolo trentaquattresimo
- Capitolo trentacinquesimo
- Capitolo trentaseiesimo
- Capitolo trentasettesimo
- Capitolo trentottesimo
- Capitolo trentanovesimo
- Capitolo quarantesimo
- Capitolo quarantunesimo
- Capitolo quarantaduesimo
- Capitolo quarantatreesimo
- Capitolo quarantaquattresimo
- Capitolo quarantacinquesimo
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