Mangiare ci fa belli
eBook - ePub

Mangiare ci fa belli

Cibi e supercibi per guadagnare in bellezza, salute, forma e longevità

  1. 224 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Mangiare ci fa belli

Cibi e supercibi per guadagnare in bellezza, salute, forma e longevità

Informazioni su questo libro

Piacersi, sentirsi bene nel proprio corpo, apprezzare il vigore dei propri muscoli, la tonicità della pelle, il volume dei capelli. Un desiderio legittimo, a qualsiasi età, perché la bellezza è l'espressione di uno stato di armonia e salute. La vera bellezza non è mai artificiale, ma – come ci insegna la scienza – funzionale: spesso quelli che noi consideriamo difetti o inestetismi (come le rughe, la pancia, la cellulite, i capelli sfibrati) altro non sono che i sintomi esteriori di problemi di salute più vasti, che possono essere affrontati e corretti.
In primo luogo con la giusta alimentazione.
Accanto ai molti cibi che già conosciamo per le loro proprietà benefiche, esistono dei supercibi e degli integratori in grado di agire con sorprendente efficacia sul nostro organismo e di restituirci forma, bellezza e salute. Anche gli effetti, così temuti, del passare del tempo, non sono affatto inesorabili: l'invecchiamento può essere rallentato. La chiave di volta per contrastarlo, e addirittura prevenirlo, sta sempre nell'adozione degli alimenti giusti e di un corretto stile di vita.
Partendo da casi veri, questo libro offre tutte le strategie per affrontare con successo i più diffusi e comuni ostacoli alla nostra bellezza, spiegandoci con chiarezza qual è la causa degli inestetismi, quali provvedimenti si possono prendere subito da soli, quali supercibi sono di maggiore aiuto e cosa è bene chiedere al proprio medico. Per ogni problematica, un menu appositamente studiato, con ricette semplici e gustose, è il primo aiuto per passare dalla teoria alla pratica.
Perché voler tornare a sorridere allo specchio è un ottimo modo per riprendere in mano la propria vita, la propria salute e riappropriarsi di quell'energia e quel buonumore capaci di far girare le cose per il verso giusto.

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Informazioni

eBook ISBN
9788858508800
Argomento
Arte

PARTE SECONDA

LE STRATEGIE CASO PER CASO

I PRIMI SEGNI DI RUGGINE SUL VOLTO

La storia di Giorgia

Giorgia era sempre stata una bellissima donna. Corteggiata da molti, non si era mai preoccupata della sua bellezza. Le veniva naturale essere elegante nei movimenti, nel vestirsi, nello stare in mezzo agli altri, come se avesse ricevuto in dono una spontanea propensione alla perfezione estetica. Non per questo era arrogante o piena di sé. Anzi aveva, come tutti, delle piccole insicurezze. Non le piacevano per esempio i suoi polpacci, che considerava troppo grossi rispetto alle cosce. Ma erano difetti che in fondo solo lei vedeva. Così, negli anni, Giorgia non aveva mai dovuto fare molto per rimanere bella. Non passava, come facevano molte sue amiche, ore e ore tra estetiste e parrucchieri e non spendeva capitali per acquistare cosmetici e creme di ogni natura e tipo. E per questo era davvero invidiata da molte. Anche perché, pur lavorando solo saltuariamente, avrebbe potuto permettersi qualsiasi trattamento, visto che si era sposata con un ricco avvocato da cui aveva avuto due splendidi figli. Aveva tempo e soldi a disposizione per spendere e spandere, se voleva, in cure di ogni tipo. Ma Giorgia aveva investito in altro. Si dedicava pienamente alla crescita dei figli, seguendoli e accompagnandoli ovunque, e quando andavano a scuola faceva molto sport. Si era così mantenuta in un perfetto peso forma, che aveva riacquistato tra l’altro con estrema facilità dopo l’ultima gravidanza.
Eppure un giorno, pochi mesi dopo aver compiuto 41 anni, anche per Giorgia qualcosa iniziò a cambiare. Una mattina, asciugandosi i capelli dopo la doccia, si accorse che vicino alle tempie erano spuntati i primi capelli bianchi. Pochi, a dire il vero, ma abbastanza per diventare rapidamente visibili sui suoi colori scuri. Colta di sorpresa, Giorgia rimase a osservare il suo volto un po’ più a lungo del solito e avvicinò la testa allo specchio in modo da avere più luce sulla pelle.
Si soffermò prima sulla zona delle tempie, poi da lì lasciò scendere lo sguardo alle orecchie e a quella zona di pelle davanti alla piccola sporgenza dell’orecchio detta Trago. Giorgia si accorse per la prima volta che quella minuscola area era solcata da sottili rughe, profonde e verticali. Sembrava come se la pelle avesse iniziato a cedere, formando così alcune irreparabili pieghe. Intuiva che queste scoperte mattutine non avrebbero portato a nulla di buono sul piano emotivo, ma l’esplorazione la incuriosiva, quasi stesse ispezionando il viso di un’altra, e decise di continuare. Esaminò i propri occhi, ancora grandi e belli, perché gli unici occhiali che portava erano quelli da sole. Agli angoli, nel punto in cui le palpebre si intersecano con la fine dell’arcata sopracciliare, individuò altre rughe, che sembravano la versione ridotta delle temibili zampe di gallina di cui si lamentava sempre sua mamma. Rughe destinate quindi a divenire più nette e profonde, pensò tra sé e sé. Notò anche delle leggere borse sotto gli occhi, di cui non si era mai accorta.
Continuando a guardarsi allo specchio, allungò le mani per toccarsi il collo. Si accarezzò la pelle e la prese tra le dita, tirandola leggermente per controllarne l’elasticità. Rimase a osservare colpita quelle mani sul suo collo e quasi non le riconobbe. La pelle era secca, segnata da minuscoli solchi che la rendevano del tutto simile a una corteccia d’albero. La vista dell’orologio al polso la distrasse per un attimo, sufficiente per accorgersi di essere in ritardo. Ma si soffermò ancora un momento davanti allo specchio. Erano le 7.45 di un martedì di marzo e Giorgia si rese conto per la prima volta che aveva iniziato a invecchiare. Sorrise a se stessa. Spense la luce e uscì.

Cosa era successo e perché

Giorgia non sapeva che la pelle è l’organo più grande del nostro organismo e non è semplicemente un involucro ma un vero e proprio filtro che funge da barriera selettiva tra l’interno e l’esterno del corpo. La pelle deve lasciare passare quello di cui abbiamo bisogno, deve permettere la fuoriuscita di ciò che va smaltito e deve trattenere il più possibile all’esterno le sostanze nocive.
Lo strato più esterno della pelle, detto epidermide, fornisce la prima barriera contro l’ambiente esterno ed è formato in gran parte da cheratina, una proteina fibrosa sintetizzata dai cheratinociti e dalla melanina, il principale pigmento della cute, prodotto da altre cellule dette melanociti. Lo strato immediatamente sottostante è il derma, che fornisce il tessuto di supporto all’epidermide ed è ricco di nervi e ghiandole. Esso è formato principalmente da collagene ed elastina, che conferiscono rispettivamente consistenza ed elasticità al tessuto. La pelle, nel suo complesso, viene mantenuta umida e morbida grazie alla presenza di grassi e di grosse molecole simili a zuccheri, dette glucosaminoglicani, che si legano all’acqua. L’esposizione eccessiva al sole, il fumo di sigaretta, l’inquinamento ambientale, un’alimentazione ricca di zuccheri e grassi saturi e povera di antiossidanti e proteine nobili, il consumo eccessivo di alcol, lo stress emotivo, la carenza di sonno e l’uso eccessivo di saponi aggressivi accelerano l’invecchiamento della pelle.
Così, se non adeguatamente protetta, con il passare degli anni la pelle diventa incapace di riparare i danni che si accumulano. Il collagene diventa sempre più scarso, l’elastina viene degradata, i lipidi scarseggiano e la pelle si affloscia, diventa meno elastica, più secca e sottile.
Un simile stato non è che la manifestazione esterna di processi complessi che avvengono più in profondità e perfino all’interno della cellula: si osservano prima nella pelle ma in realtà riguardano un po’ tutti i tessuti. Uno dei principali fattori alla base di questo progressivo accumulo di danni è lo stress ossidativo, termine che Giorgia aveva orecchiato ma di cui nessuno le aveva parlato nei dettagli. Spiegarle che alla base dell’invecchiamento della sua pelle c’erano i famosi radicali liberi fu lo spunto per approfondire l’argomento.

Radicali liberi, stress ossidativo e antiossidanti

Ogni alimento che ingeriamo viene metabolizzato per produrre l’energia necessaria alle cellule e al corpo per funzionare. Una parte importante di questo processo avviene nei mitocondri, degli organelli presenti in ogni cellula del nostro organismo. Si tratta di microscopiche centrali energetiche, in grado di produrre energia in grandi quantità. Il cuore per esempio, che batte per tutta la nostra esistenza 24 ore su 24, ha bisogno di una produzione di energia enorme e costante e per questo circa il 75% del volume delle sue cellule – dette cardiociti – è costituito da mitocondri, densamente raggruppati. L’ossidazione è parte naturale del processo di produzione di energia. È un po’ come quando accendiamo il motore di una macchina: come conseguenza inevitabile avremo la fuoriuscita dei gas di scarico. L’ossidazione priva le molecole di ossigeno di uno dei due elettroni che possiedono, trasformandolo in un radicale libero: una molecola instabile che va alla ricerca dell’elettrone perso danneggiando tutto ciò che incontra, in particolare le membrane delle cellule, fatte di una delicata miscela di acidi grassi, le proteine cellulari, fino ad arrivare allo stesso dna. I radicali liberi hanno poi una micidiale capacità di autopropagarsi, trasformando i loro bersagli in altri radicali liberi, in una sorta di temibile effetto domino.
Paradossalmente, tuttavia, anche l’ossidazione ha una funzione ormetica e a piccole dosi non solo è tollerata e compensata ma è anche utile alla sopravvivenza della cellula stessa. Solo quando i radicali liberi sono in eccesso rispetto alla capacità dei sistemi antiossidanti si parla di stress ossidativo, condizione che mette in pericolo la salute cellulare.

Quando aumentano i radicali liberi?

Condizioni di infiammazione cronica, esposizioni a radiazioni ma anche solo il fumo di sigaretta, un’alimentazione ricca di grassi saturi e zuccheri così come un difetto o un eccesso di attività fisica sono fattori che incidono fortemente sullo stress ossidativo, favorendo l’incremento dei radicali liberi.
Gli scienziati ritengono che uno dei fattori che causa l’invecchiamento a livello cellulare e tissutale sia il danno prodotto nel tempo dai radicali liberi. Con il termine radicale libero si definisce un atomo o una molecola che, rimanendo priva di un elettrone, danneggia altre strutture per recuperarlo. Gli antiossidanti frenano i danni che i radicali liberi possono creare alla cellula.
Per mantenere i radicali liberi sotto controllo, la cellula possiede una serie di sistemi antiossidanti. Alcuni hanno la funzione di convertire i radicali liberi reattivi in molecole meno tossiche e più tollerabili. In questa categoria possiamo includere la catalasi, la superossido dismutasi e la glutatione perossidasi. Queste sono molecole prodotte dal nostro organismo che formano la prima linea di difesa dai radicali liberi. Poi ci sono gli spazzini, le molecole in grado di neutralizzare l’azione dannosa dei radicali liberi e tra questi ci sono il glutatione, le vitamine A, C ed E. Ci sono altre molecole con azioni miste e complesse, tra cui il coenzima Q10, l’acido alfa lipoico, che funzionano come isolanti e riattivano altri antiossidanti, e l’N-acetilcisteina, in grado di aumentare la produzione di glutatione e di aiutare la funzione detossificante del fegato.

Cosa potete fare subito da soli

Lo stress ossidativo è uno dei pilastri dell’invecchiamento e per questo è concausa di molte delle patologie che ci colpiscono nella seconda fase della nostra vita. È fondamentale quindi imparare a gestirlo fin dalle sue manifestazioni più precoci.
Come nel caso di Giorgia, la pelle in molti di noi può fungere da indicatore del livello di stress ossidativo dell’organismo e indurci a correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Il primo passo, logicamente, è quello di evitare di farsi del male con le proprie mani. Smettere con il fumo, con l’alcol in eccesso, con alimenti ricchi di grassi e zuccheri e con la carenza di sonno è decisivo, anche perché eliminare questi fattori nocivi è un passo fondamentale per ogni aspetto della nostra salute. Solo allora si possono iniziare a introdurre elementi veramente protettivi, a partire dall’alimentazione, che dobbiamo arricchire di cibi ad alto potenziale antiossidante.
La capacità antiossidante degli alimenti viene valutata usando un’unità di misura detta ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity), sviluppata qualche anno fa dai ricercatori del National Institute of Health negli USA. Anche se esistono pareri discordanti sulla validità biologica di tale classificazione (tanto che non viene più utilizzata sulle etichette dei cibi nemmeno negli USA), rimane valido il concetto che alimenti con valori più elevati di ORAC hanno maggiori capacità di contrastare lo stress ossidativo e di ridurre il rischio di danni causati dai radicali liberi. Includere quindi nell’alimentazione quotidiana una quota importante di elementi con ORAC elevato è il secondo fondamentale passo per contrastare lo stress ossidativo.
E poiché quasi sempre questi alimenti hanno anche altre proprietà benefiche, che agiscono in sinergia le una con le altre, il risultato sarà più ampio del previsto.
ALIMENTO PORZIONE ORAC
Semi di cacao 100 g 28,000
Bacche di sambuco nero 100 g 16,062
Mirtilli 1 tazza 13,427
Mirtilli rossi 1 ta...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Mangiare ci fa belli
  3. Introduzione
  4. PARTE PRIMA - PIÙ BELLI, PIÙ SANI, PIÙ A LUNGO
  5. PARTE SECONDA - LE STRATEGIE CASO PER CASO
  6. CONCLUSIONI
  7. Bibliografia
  8. Ringraziamenti
  9. Copyright