Intrigo e amore
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Intrigo e amore

  1. 192 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Intrigo e amore

Informazioni su questo libro

Nel 1783 Schiller scriveva che Intrigo e amore presentava un vizio di forma: nella disperata storia sentimentale tra la giovane borghese Luisa Miller e l'aristocratico Ferdinando, "il comico avvicenda il tragico, il capriccio l'orrore e, malgrado gli sviluppi procedano abbastanza tragicamente, ci sono alcuni personaggi e situazioni esilaranti che irrompono a rallentarne il dénouement". Questo difetto rappresentava in realtà la sua forza rivoluzionaria. Per la prima volta nel teatro tedesco tragedia e commedia si mescolano, dando vita a personaggi in continuo mutamento. Come Aldo Busi ci rivela in questa originale traduzione, all'altalena delle passioni Schiller fa corrispondere un uso forte della lingua parlata in tutti i suoi registri e riesce a trasformare la cronaca in storia e l'effimero in durata.

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2015
Print ISBN
9788817169752
eBook ISBN
9788858681848
Argomento
Letteratura
Categoria
Teatro

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

Sala nel palazzo di lady Mildford; a destra un sofà, a sinistra un piano a coda. Lady Mildford in un delizioso quanto castigato négligé, i capelli ancora sciolti, siede davanti al piano e improvvisa; Sophie, la cameriera, si stacca dalla finestra.
SOPHIE Gli ufficiali stanno sciogliendo le file: la parata è finita, ma io non vedo alcun von Walter.
LADY (nervosa e camminando per la sala) Non so che cosa ho oggi, Sophie... Non mi sono mai sentita così... Insomma, niente, non l’hai scorto... Beh, si capisce, non ha una gran fretta... Mi sento come soffocare da qualcosa... Sophie, va’! che mi si selli il cavallo più scavezzacollo che c’è nelle scuderie.* Ho bisogno di aria fresca... vedere gente e un po’ d’azzurro. E alleggerirmi al galoppo di questo peso qui dentro...
SOPHIE Se vi sentite indisposta, milady, fate venire qualcuno a tenervi compagnia! Fate venire il duca a colazione o giocate con qualcuno a matador* senza scomodarvi dal sofà. Se avessi io il principe e tutta la corte ai miei ordini, non mi passerebbe mai per la testa di piantarmici un chiodo fisso.
LADY (buttandosi sul sofà) Ti prego, risparmiami le tue considerazioni. Darei un diamante per ogni ora che riesci a tenermi tutti quanti alla larga.1 Che ci faccio con loro, ci tappezzo le mie stanze?... È tutta gente bacata, meschina, che si scandalizza se mi sfugge una parola di calore umano, di cordialità... e stanno lì a bocche e narici spalancate nemmeno vedessero uno spettro. Marionette schiavizzate da un filo che io posso abbindolare ancora più facilmente di quello del mio lavoro a crochet... Che me ne faccio di gente coi cervelli regolati come i loro cipolloni? Che gusto posso avere a chiedere qualcosa, quando so già in partenza che cosa mi risponderanno? E a scambiare qualche parola con loro, quando nessuno ha abbastanza coraggio per avere una opinione diversa dalla mia? Al diavolo tutti! Mi viene la depressione a montare un cavallo incapace di mordere il freno. (va alla finestra)
SOPHIE Volete dire escluso il principe, milady, nevvero?... L’uomo più bello... l’amante più focoso... la testa più fine di tutto il suo paese...
LADY (voltandosi) Perché il suo paese è suo... e solo un principato, Sophie, può servirmi come scusa sopportabile ai miei capricci... Secondo te, la gente mi invidia... Povera tusa. Compiangermi, dovrebbero, compiangermi. Di tutti quelli che tirano dalla mammella della maestà, la parte peggiore spetta a me, la favorita, perché sono la sola a doversi accostare al grande, al ricco, potente uomo una volta che è nudo come un verme e ridotto al suo bastone da mendicante... Vero è che, con la magia del suo potere, gli basta un colpo di bacchetta per far scaturire dalla terra, come un castello incantato, tutto ciò di cui ho voglia... Può spremermi nel piatto la frutta esotica di due Indie...* trasformare deserti in paradisi... far levitare in superbe arcate nel cielo le sorgenti del suo paese o far schizzare tutto il midollo dei suoi sudditi in un unico bengala...* Ma può mai comandare al suo cuore di battere generosamente e ardentemente insieme a un cuore generoso e ardente? Può mai fare eseguire al suo cervello marcito un solo pensiero di bellezza? Anche se le mie voglie non conoscono carestie, il mio cuore ha ancora fame, e che me ne faccio di migliaia di sottili ragnatele d’amore, visto che gli servo solo per sfogarsi?
SOPHIE (guardandola sbigottita) Milady, da quand’è che sono al vostro servizio?
LADY Me lo chiedi perché solo oggi sai veramente chi sono?... È vero, sì, cara Sophie, ho venduto il mio onore al principe, ma il mio cuore l’ho tenuto libero per me... un cuore, mia buona Sophie, che forse è ancora degno di un uomo... e sul quale il sulfureo scirocco del palazzo è passato solo come un’alitata sulla superficie di uno specchio... Credimi, mia cara Sophie, avrei già rotto da un bel po’ con questo miserando d’un principe se avessi vinto l’ambizione di non cedere a nessun’altra il primo posto a corte.
SOPHIE E questo vostro cuore si è piegato così di buon grado all’ambizione?
LADY (vivacemente) Come se non si fosse già vendicato abbastanza! E non continuasse a vendicarsi senza sosta!... Sophie: (grave, ponendole una mano sulla spalla) noi donne possiamo scegliere solo fra dominare o servire, ma anche la più sublime voluttà del potere è un miserabile ripiego se ci viene negata la voluttà più grande di tutte: essere schiave dell’uomo che amiamo.
SOPHIE Una verità, milady, che avrei preferito venire a sapere da tutte meno che da voi.
LADY E perché mai, Sophie cara? Il nostro modo puerile di reggere uno scettro non dice da solo che siamo fatte per essere guidate con le dande come i bambini? Non l’hai visto abbastanza chiaramente dalla mia lunatica sregolatezza... dalla foga sfrenata dei miei estri... che tutto ciò non mirava che a stordire desideri inconfessati e ancora più violenti?
SOPHIE (indietreggia stupefatta) Milady!
LADY (con più empito) Soddisfami questi! Dammi l’uomo che ho in mente... che mi fa impazzire... che io devo possedere, Sophie, o morire.* (languidamente) Fammi sentire dalla sua bocca che le lacrime dell’amore brillano nei nostri occhi più belle dei diamanti tra i nostri capelli, (passionale) e butto ai piedi del principe il suo favore e il suo principato, scappo con quest’uomo, scappo nel deserto più remoto...
SOPHIE (guardandola spaventata) Cielo! Che fate? Che avete intenzione di fare?
LADY (turbata) Sei sbiancata... Ho detto forse qualcosa che non va? Oh, lasciami svuotare il sacco nella fiducia che ho per te... C’è di più, ascolta... ti dirò tutto...
SOPHIE (guardandosi attorno, spaventata) Temo, milady, temo proprio di non aver bisogno di sentire altro.
LADY Le mie nozze col maggiore... tu e tutti gli altri credete che sia un intrigo di corte, una cabala politica... Sophie, non arrossire, non vergognarti di me: è tutta opera... del mio amore.
SOPHIE Dio mio! Ci avrei giurato!
LADY Si sono lasciati abbindolare, Sophie, il debole principe, il presidente degli astuti di corte, quello squallido maestro di cerimonie. Non ce n’è uno che non sia pronto a giurare che queste nozze sono il mezzo infallibile per serbarmi stretto il duca, per rinsaldare la nostra relazione... Figurati! È per romperla per sempre, per rompere per sempre queste abiette catene! Ingannatori ingannati! Tutti presi in giro da una debole donna! Voi, proprio voi, spingete nel mio letto l’uomo dei miei sogni! Era tutto qui quello che volevo... Se finalmente sarà mio... se ce l’avrò... oh, allora, addio per sempre baracca di corte, splendidezze di burattini...

SCENA SECONDA

Un vecchio servitore del principe che reca uno scrigno.

Le precedenti.

SERVITORE Sua altezza graziosissima si raccomanda al favore di vostra signoria e le manda questi diamanti per le sue nozze. Sono giunti ora da Venezia.
LADY (ha aperto lo scrigno e trasale) Ach!1 cosa ha mai pagato il duca queste gemme?
SERVITORE (cupo) Niente, ha pagato.
LADY Cosa, sei pazzo? Niente?... e (si scosta da lui di un passo) cos’è questo sguardo come se tu volessi passarmi da parte a parte?... Niente gli costano queste pietre impagabilmente care?
SERVITORE Ieri hanno imbarcato per l’America altri settemila figli della patria... Pagato tutto loro.*
LADY (lascia cadere i gioielli, va su e giù per un po’; dopo una pausa, al servitore) Ehi, vecchio, che ti succede? Mi sbaglio, o piangi?
SERVITORE (si sfrega gli occhi, poi tremando, con voce terribile) Gioielli come questi qui... anch’io ho un paio di figli fra quelli che partivano...
LADY (balbettante, prendendogli le mani nelle proprie) Ma nessuno a viva forza!?
SERVITORE (ride con ferocia) O Dio... No... Tutti volontari... Dei bastiancontrari sono usciti dai ranghi e hanno chiesto al comandante a quant’è che il principe vende una mandria di carne umana d’esportazione... ma il vostro grazioso Padre della Patria ha fatto schierare tutti i reggimenti sul campo di Marte e abbattere questi bei spiritosi. Abbiamo sentito il crepitare degli archibugi, visto i loro cervelli schizzare sul selciato e poi l’intera armata ha gridato «Partenza per l’America, hurrà!»... *
LADY (si lascia andare con sgomento sul sofà) O Dio! O Dio!... E io non ho sentito niente? E io non mi sono accorta di niente?
SERVITORE Già, graziosa signora... chissà perché dovevate andare a caccia dell’orso col sovrano proprio quando i tamburi chiamavano a raccolta per la partenza? Non avreste dovuto...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Introduzione di Aldo Busi
  4. Profilo bio-bibliografico
  5. Intrigo e amore
  6. Personaggi
  7. Atto primo
  8. Atto secondo
  9. Atto terzo
  10. Atto quarto
  11. Atto quinto
  12. Nota di Aldo Busi
  13. Note
  14. Ringraziamenti
  15. Bibliografia di Aldo Busi
  16. Indice