Ti ho sposato per allegria
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Ti ho sposato per allegria

Natalia Ginzburg

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  1. 80 pagine
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Ti ho sposato per allegria

Natalia Ginzburg

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Informazioni sul libro

La più famosa delle commedie di Natalia Ginzburg è da tempo diventata un classico. La sua felicità linguistica e la sua energia teatrale hanno una forza di contagio che si ripete a ogni nuova messa in scena, anche a distanza di ormai quarantacinque anni. Il dialogo è tanto vivace quanto più tra le battute c'è come una distanza, una microfrattura. Perché, come scrive Ferdinando Taviani nella prefazione scritta per questa nuova edizione: «Il dialogo scenico di Natalia Ginzburg assume la maschera della conversazione, ma è semmai il suo contrario, naviga fra ciò che diversifica, non fra ciò che si compartisce conversando, salta per dislivelli e microscopici dribbling d'attenzione, come l'acqua quando non riesce a star ferma, scende, mormora, e per ciò è viva».
È il piacere della differenza, dell'essere differenti, del parlare ognuno con il proprio ritmo, che procura allegria. Contro la noia dell'essere uguali. Negli anni Sessanta e oggi.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2014
ISBN
9788858412411
Argomento
Literatura

ATTO TERZO

GIULIANA Pietro!
PIETRO Eccomi.
GIULIANA Vittoria non è tornata!
PIETRO Come non è tornata?
GIULIANA Non è tornata, da ieri. Non è tornata, dopo il parrucchiere. Tu stavi fuori a cena, io ho bevuto un bicchiere di latte e me ne sono andata a dormire. Stamattina, dopo che sei uscito tu, suono il campanello, e non risponde. Mi alzo, la cerco in tutta la casa, e non c’è.
PIETRO Dobbiamo telefonare in questura?
GIULIANA No. La portinaia dice che sarà andata di nuovo dalla signora Giacchetta. Le piaceva cosí tanto stare dalla signora Giacchetta. Non aveva quasi niente da fare. Qui anche le piaceva, ma trovava che c’era troppo lavoro.
PIETRO Che lavoro c’è, qui? Siamo due persone sole, la casa è piccola?
GIULIANA Sí, ma tu ti cambi la camicia due volte al giorno. Non le piaceva stirare, a Vittoria. Dalla signora Giacchetta non c’erano camicie da uomo. La signora Giacchetta è vedova.
PIETRO Mi dispiace.
GIULIANA Ti dispiace che è vedova?
PIETRO Mi dispiace di Vittoria. Dovremo cercare un’altra donna. Telefona a un’agenzia.
GIULIANA Se dici che non c’è da fidarsi delle agenzie!
PIETRO Come hai fatto per cucinare? Tra poco, saranno qui mia sorella e mia madre.
GIULIANA Avevo in casa dello spezzatino di ieri. L’ho scaldato.
PIETRO Lo spezzatino mia madre non lo può mangiare! Ti ho detto che ha l’ulcera gastrica!
GIULIANA Non va bene per l’ulcera gastrica, spezzatino in umido con le patate?
PIETRO No. E poi ce ne sarà stato poco!
GIULIANA Macché. È almeno un chilo di carne. Poi ho chiamato la portinaia, e l’ho pregata di imprestarmi un mollettone. Il mollettone doveva comperarlo Vittoria, in piazza Bologna.
PIETRO (guardando sotto la tovaglia) Questo non è un mollettone. È una tela incerata.
GIULIANA Sí. La portinaia la usava per coprire la carrozzina del suo bambino. Ma è pulita. Gliel’ho fatta pulire con la spugna.
PIETRO Per primo? Per primo, cosa c’è?
GIULIANA Per primo? Per primo piatto, dici?
PIETRO Sí?
GIULIANA Niente. C’è un poco di melanzane alla parmigiana, avanzate da ieri.
PIETRO Non puoi dare a mia madre un pranzo tutto di avanzi! Fai del riso al burro!
GIULIANA Faccio del riso al burro? Va bene. Mi sono alzata tardi, stamattina, e poi speravo sempre che tornasse Vittoria. Mi dispiace tanto che non torni piú. Stavo bene con lei. Chiacchieravo. Le raccontavo tutti i miei fatti. (Via).
Pietro solo. Guarda ancora sotto la tovaglia. Raccoglie giornali sul tappeto. Riassesta i cuscini. Suona il campanello. Pietro va ad aprire. Entrano la madre e la sorella di Pietro.
GINESTRA Oh mamma, guarda come è carino qui! Una bellissima casa!
MADRE DI PIETRO (sospirando) Troppe scale. Io soffro di cuore, e le scale mi fanno male. Mi son dovuta fermare tre volte, per riprendere fiato. Com’è che hai preso una casa senza l’ascensore?
PIETRO Questa casa ci piaceva. E poi, avevamo fretta. Cosí non siamo stati tanto a guardare per il sottile.
MADRE DI PIETRO Guardare per il sottile? Lo chiami guardare per il sottile, guardare che ci sia l’ascensore, per quando viene a trovarti tua madre, che soffre di cuore?
PIETRO Siccome tu avevi detto che non saresti mai venuta in casa nostra!
MADRE DI PIETRO E ti rassegnavi cosí all’idea che io non venissi mai?
GINESTRA Tu non soffri di cuore, mamma. Hai un cuore sanissimo. Hai fatto l’elettrocardiogramma pochi giorni fa.
MADRE DI PIETRO Certi disturbi di cuore dall’elettrocardiogramma non si vedono. Anche il povero Lamberto Genova aveva fatto un elettrocardiogramma pochi giorni prima di morire, e non si era visto niente. Me l’ha detto la povera Virginia.
PIETRO Perché la chiami povera Virginia? Non è mica morta anche lei?
MADRE DI PIETRO Povera Virginia! Non è morta, ma è rimasta sola. E anche in condizioni finanziarie niente affatto buone. E i figli non le dànno consolazioni. Uno sta in Persia. L’altro si è messo con una donnaccia. Però, per fortuna, non l’ha sposata.
PIETRO È successo un piccolo inconveniente. La nostra donna di servizio Vittoria, ieri è andata dal suo parrucchiere, e non è piú ritornata.
GIULIANA (entrando) È quasi pronto. Il riso è quasi cotto.
MADRE DI PIETRO Buongiorno, signorina.
GINESTRA Buongiorno.
GIULIANA Buongiorno.
GINESTRA Stavamo ammirando la vostra bella casa!
MADRE DI PIETRO Io devo averla già vista, signorina, da qualche parte. Dove l’ho vista?
GIULIANA Mi ha vista in fotografia.
MADRE DI PIETRO No. Quella fotografia non le rassomigliava. Lei, del resto, non dev’essere fotogenica. No, ho visto, in qualche parte, la sua faccia. Io sono molto fisionomista. Non dimentico mai le fisionomie. Dove l’ho incontrata?
GIULIANA Posso chiederle di non chiamarmi signorina, dato che ho sposato suo figlio, una settimana fa?
MADRE DI PIETRO Come vi siete sposati? Dal sindaco?
GIULIANA Sí.
MADRE DI PIETRO Io sono cattolica osservante. Per me ha valore solo il matrimonio in chiesa. Il matrimonio civile non ha valore, per me. Ad ogni modo, la chiamerò signora, se vuole.
PIETRO Non vorresti chiamarla per nome, mamma?
MADRE DI PIETRO Il suo nome è Giuliana?
PIETRO Giuliana.
MADRE DI PIETRO Un nome pretensioso. Sarebbe stato molto meglio, semplicemente, Giulia. Come mai le hanno dato un nome cosí pretensioso?
GIULIANA E sua figlia non si chiama Ginestra? Ginestra non è un nome pretensioso?
MADRE DI PIETRO No. Ginestra non è un nome pretensioso. Mio marito amava molto Leopardi. L’abbiamo chiamata Ginestra per via di Leopardi. E poi anche perché io, quando l’aspettavo, mi trovavo in un posto, dove c’era una fioritura di ginestre, bellissima. A Rossignano. Eravamo, quell’anno, in villeggiatura a Rossignano. Di dove è, lei?
GIULIANA Io sono di Pieve di Montesecco.
MADRE DI PIETRO E dov’è questo Pieve di Montesecco?
GIULIANA In Romagna.
MADRE DI PIETRO Ah in Romagna? Anche Rossignano è in Romagna. Conosce Rossignano?
GIULIANA No.
MADRE DI PIETRO Non conosce Rossignano? È strano. Non la portavano in villeggiatura a Rossignano, da bambina? Dove la portavano?
GIULIANA Non mi portavano in villeggiatura.
MADRE DI PIETRO Ah non la portavano?
GIULIANA No. Mia madre aveva altro per la testa.
MADRE DI PIETRO Cos’aveva per la testa, sua madre?
GIULIANA Aveva che non aveva denari. Lei e mio padre sono separati. Mio padre, quando io ero piccola, è andato via di casa.
MADRE DI PIETRO Sí. Mio figlio m’ha accennato qualcosa. È stata duramente provata dalla vita, sua madre?
GIULIANA Sí.
MADRE DI PIETRO Anch’io sono stata duramente provata dalla vita. I miei figli non mi hanno dato consolazioni. Ho perduto mio marito. Mia sorella Filippa è inchiodata su una sedia a rotelle. E ora mio figlio ha voluto darmi ancora questo grande ...

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