L'Impero romano. 2
eBook - ePub

L'Impero romano. 2

  1. 448 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

L'Impero romano. 2

Informazioni su questo libro

«L'Impero romano, lungi dall'essere la roccaforte della conservazione, è piuttosto l'immagine della disgregazione di un mondo, la storia della classicità che si disfa e muore: il fatto sociologico più rilevante nella storia della nostra cultura.» In quest'opera, Santo Mazzarino affronta i grandi temi della civiltà occidentale, dal saecolum Augustum alla fondazione degli Stati romano-barbarici nel V secolo d.C., in una sintesi che salda la storia dell'Impero alla storia della Chiesa cristiana. Il racconto della cultura romana, dell'economia, della religione e la storia politica e militare si intrecciano in questa organica e brillante narrazione dell'apogeo e della lunga crisi del mondo romano. Questo strardinario classico della storia è firmato dal più autorevole dei suoi studiosi.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a L'Impero romano. 2 di Santo Mazzarino in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Storia e Storia antica. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Argomento
Storia
Categoria
Storia antica

Capitolo primo
Dal Milvio al Frigido (312-394)

82. La battaglia di Ponte Milvio.
La conversione di Costantino

La battaglia decisiva fu data da Massenzio a Roma, nel suo dies imperii, il 28 ottobre 312. È la famosa battaglia del Ponte Milvio. Costantino ebbe allora un nuovo segno delle sua missione charismatica. In sogno gli apparve una visione, in cui egli credette di riconoscere un incoraggiamento del dio dei Cristiani; ciò lo indusse a porre il monogramma cristiano sugli scudi dei suoi soldati. In realtà, egli era convinto che l’aggiunta del monogramma sugli scudi doveva essere garanzia che i suoi soldati sarebbero stati victores (di fatti, noi possiamo farci una idea del modo in cui si presentava tale aggiunta, se consideriamo l’insegna di un corpo militare palatino del basso impero, chiamato proprio Victores; purtroppo, non sappiamo quando, né da chi, fu costituito questo corpo1). La certezza di Costantino non fu delusa. Nella violenta battaglia, i suoi soldati furono victores; Massenzio annegò nel Tevere. Il vincitore si sentì cristiano, ma non dimenticava il suo vecchio culto del Sole. Nel febbraio 313 egli e Licinio, a Milano, promulgarono l’editto di tolleranza. Nell’estate 313 morì Massimino Daia.

83. La politica tributaria e le Chiese cristiane.
I donatisti. Il conflitto con Licinio

Se si vuol avere la misura della rivoluzionaria portata della politica cristiana di Costantino, si deve considerare l’aspetto di essa più nuovo ed originale: l’immunità ecclesiastica. La storia dell’impero romano, soprattutto la storia del basso impero, è anche la storia tributaria di esso: mai come in questo periodo le difficoltà economiche hanno posto il problema tributario al centro della vita statale (ogni lettore del Codice Teodosiano conosce bene questo punto; del resto, già lo storico antico Ammiano Marcellino ha potuto descrivere il cesarato di un imperatore filosofo come Giuliano prendendo le mosse dalla sua politica tributaria). Orbene, in questo campo Costantino ha condotto, per i presupposti cristiani della sua opera, una politica rivoluzionaria. È necessario fermarsi su questo punto, anche perché esso non viene generalmente considerato nella sua portata rispetto alla precedente storia dell’impero.
Il mondo romano anteriore a Costantino conosce particolari privilegia ed immunità, per esempio, per i collegia dei sacerdoti e delle Vestali in Roma (quei privilegi che poi saranno soppressi dall’imperatore Graziano nell’autunno 382). Ma l’aspetto provinciale (extraromano) di vari culti pagani non dà a questi privilegia dei sacerdozi antichi un assoluto carattere di universalità e di necessità. È molto istruttiva, a questo proposito, la politica di Augusto nel rispetto dei culti egiziani, che egli nettamente contrapponeva ai tradizionali culti romani: la ἱερὰ γῆ «terra sacra», che del resto era soggetta a tassazione anche sotto i Tolomei (tranne in casi di vera e propria «terra consacrata» ἀνιερωμένη γῆ); in parte venne confiscata, in parte diventò terra normalmente sottoposta «a tributi» (ἐπὶ καθήκουσι), con forse qualche privilegio per la «consacrata» (ἀνιερωμένη); la laografia, questo tipico tributum capitis, da cui erano esonerati i cittadini di Alessandria (supra, § 49) e forse i discendenti dei katoikoi ellenomacedoni, viceversa colpiva i sacerdoti egiziani, ad eccezione di 50 più elevati; c’era un grande regresso rispetto alla loro situazione sotto i Tolomei. Nel corso del II secolo, lo idiologo, che sovrintende alle terre imperiali (γῆ βασιλική, γῆ δημοσία) ha assunto le funzioni di capo della comunità sacerdotale (ἀρχιερεύς) in tutto l’Egitto, quasi a indicare la completa sottomissione della ἱερὰ γῆ al controllo dello stato; e dai sacerdoti erano pagate tasse e sopra tasse particolari, come per esempio ἱερατικά εἰσκριτικά, ἐπιστατικὸν ἱερέων.
Purtroppo, anche in questo caso la nostra documentazione sull’ordinamento tributario romano è veramente adeguata solo per l’Egitto; ma, in compenso, si deve considerare che l’Egitto è la terra classica di una vera e propria casta sacerdotale, e che esso ci può dare una misura indicativa per l’atteggiamento romano nel rispetto dei privilegi concessi alle grandi comunità sacerdotali d’Oriente. Ciò non toglie che privilegi e alta considerazione godessero alcuni ricchi templi per esempio di Asia Minore (Adriano ha restituito allo Zeus di Aezani terre già donate dagli Attalidi; si ricordi anche il caso, già ricordato, di Apollo Lairbeno ecc.) e di Siria (per esempio, sono tipiche le immunità del tempio di Baitokaike, annesso alla città di Apamea); ma, in complesso, si può dire che lo stato romano non ha seguito una conseguente politica economica di privilegi alle comunità sacerdotali non strettamente romane. Sin da quando i Romani misero piede in Oriente, già in epoca repubblicana, i pubblicani hanno insidiato le immunità dei templi privilegiati; l’impero ha in certo modo proseguito questa politica, pur attenuandola notevolmente.
Anche qui, Costantino è il grande rivoluzionario. Riconoscendo ufficialmente una religione unitaria, egli crea una classe unitaria di sacerdoti privilegiati. Già nel 313 troviamo una sua lettera al proconsul Africae Anulino, in cui si esonerano da ogni liturgia i clerici della comunità «cattolica» presieduta da Ceciliano. Due punti sono qui notevoli. In primo luogo il vecchio concetto di una chiesa «cattolica», vale a dire di una chiesa che conservi per eccellenza la comunione con le altre chiese cristiane (la «grande Chiesa», come già si chiamava ai tempi dello ᾽Αληθὴς λόγος di Celso), e sia dunque, ora, la «ufficialmente riconosciuta» dallo stato (perciò, non quella degli haeretici, che nel caso dell’Africa sarebbero i donatisti). Tale concetto di catholica ecclesia, vale a dire «chiesa ufficialmente riconosciuta (universale)», è basilare nella storia dell’impero e della Chiesa stessa. In secondo luogo, va notata l’esenzione dei clerici della ecclesia catholica di Ceciliano dai munera curiali; qui le ragioni del culto (θρησκεία) si considerano superiori a quelle della curia; vale a dire, si riconosce la presenza di un superiore interesse spirituale accanto al contenuto economico-politico dell’ordinamento statale. Entrambi questi punti sono fondamentali: il primo afferma la necessità dell’esistenza di una Chiesa cristiana ufficialmente riconosciuta dallo stato, contrapponendo implicitamente (anche se ciò non è apertamente detto nella lettera ad Anulino) ecclesia catholica da una parte, haeretici e schismatici dall’altra; il secondo riconosce le necessità del culto cristiano come tali da determinare immunità per i suoi clerici. Siamo ancora nel 313, nell’anno dell’«editto di Milano»; ma si è già compiuta la rivoluzione più radicale nella storia dell’Occidente. Nello stesso tempo, Costantino, accentuando la necessità di una ecclesia catholica, si intrometteva nel conflitto fra donatisti africani e le altre comunità d’Occidente: un conflitto in cui si ripeteva il contrasto fra la passionale intransigenza africana e la composta moderazione della potentior principalitas romana. Le prime avvisaglie di questo contrasto (che in certo modo si era preannunciato nell’intrasigente atteggiamento di Tertulliano rispetto alla dottrina penitenziale del vescovo di Roma, Callisto) si potevano riscontrare nel conflitto di Cipriano vescovo di Cartagine con Stefano vescovo di Roma a proposito del «doppio battesimo» per gli eretici; ma le vicende della persecuzione imprimevano ora al conflitto una violenza maggiore, perché non si trattava semplicemente di considerar valido il battesimo dato da eretici, ma di convalidare il battesimo dato da traditores dell’ultima persecuzione. Alla passionale intransigenza degli Africani, il concetto della validità obiettiva dei sacramenti era, certamente, estraneo: i loro avversari non dovevano essere considerati baptizati, ma tincti2. E si aggiungeva un certo provincialismo africano, e uno sfondo mistico-sociale, che in progresso di tempo avrebbe connesso questi milites Christi, accaniti eredi della tradizione africana tertullianea (si noti il concetto tertullianeo di militia Christi), agli agonistici, e ai sobillatori dei coloni intorno alle cellae (circumcelliones). Prendendo posizione nel senso della ecclesia catholica, Costantino si riferiva al giudizio antidonatistico del vescovo di Roma (313), poi della sinodo di Arelate (314). I donatisti appellarono a Costantino; ma egli ordinò la distruzione delle loro chiese. La decisione imperiale li inasprì: in seguito alla decisione antidonatistica dell’imperatore, i donatisti sono divenuti i più tenaci difensori dell’indipendenza della ecclesia nei riguardi dell’imperator. Essi hanno poi rappresentato, per tutto il IV secolo, un forte elemento di disordini in Africa.
Ad ogni modo, la connessione dell’atteggiamento antidonatistico di Costantino con i primi privilegi da lui accordati alla Chiesa resta un punto essenziale per la storia del concetto di ecclesia catholica. Ben presto i privilegi della ecclesia catholica si estenderanno sempre più. Documentati la prima volta in questa regione africana dove essi distinguevano nettamente l’ecclesia catholica dagli haeretici (o, più propriamente, schismatici) donatisti, tali privilegi non dovevano fraintendersi nel senso di una estensione alle Chiese cristiane non ortodosse; tuttavia, contro fraintendimenti del genere l’imperatore dové definitivamente precisare, ancor una volta, che «haeretici e schismatici sono alieni da tali privilegi».
Quando egli emanava questa precisazione (325 o 326), i tempi dell’editto di Milano erano abbastanza lontani: Costantino non era più il signore dell’Occidente, egli era il signore di tutto l’impero. L’evoluzione politica aveva necessariamente condotto alla unificazione. Già nel 314 si era avuto un conflitto tra Costantino e Licinio; i due avversari vennero a giornata a Cibalae (8 ottobre 314), poi a Campus Mardiensis nella Tracia; sinché si arrivò ad un accordo, in base al quale l’Illirico passava a Costantino. L’accordo ha fatto epoca, non solo perché d’allora in poi la Tracia è rimasta definitivamente staccata dall’Illirico propriamente detto (vale a dire dalle diocesi pannonica e macedonica-dacica); ma anche perché d’allora in poi rimase fermo il principio che ognuno degli augusti, e non soltanto il senior Augustus, potesse legiferare (comunque, le leggi generales avevano valore – entro i limiti del possibile – in tutto l’impero), e che nessuno dei due augusti potesse entrare nel territorio dell’altro senza un preventivo consenso. Dal 316 Costantino ha avuto, come residenze preferite, Sirmio e poi (vicinissima alla Tracia, quasi per sorvegliare la pars di Licinio) Serdica. Nella sua pars, così notevolmente ingrandita, egli ha continuato la politica di larghissima protezione della ecclesia catholica, sino ad arrivare, specie dal 320 in poi, alle estreme conseguenze. Mentre nei primi anni l’imperatore, che naturalmente conservava la posizione di pontifex maximus, aveva anche accettato formule ufficiali di compromesso con l’antica religione (sicché l’iscrizione del suo arco presentava la vittoria su Massenzio come raggiunta genericamente instinctu divinitatis), ed appariva sinanco possibile un certo sincretismo ufficiale del culto del Dio cristiano, «luce da luce», col culto del Sol invictus (supra, § 82), viceversa...

Indice dei contenuti

  1. Parte quarta.La democratizzazione della cultura e la crisi dello stato antico
  2. Capitolo primoDa Commodo a Severo Alessandro: «Monarchianismo» e Μοναρχία (180-235)
  3. Capitolo secondoDa Massimino a Gallieno (235-268):le guerre civili e l’ideale filosofico
  4. Capitolo terzoI restitutores illirici e la disperata difesa del vecchio stato (268-312)
  5. Bibliografia e problemi
  6. Parte quinta. Il basso impero e la «prospettiva charismatica»
  7. Capitolo primo Dal Milvio al Frigido (312-394)
  8. Capitolo secondoLe province romane e la fine del mondo antico
  9. Bibliografia e problemi
  10. Appendici
  11. Appendice prima. La tavola di Hebae il gran cammeo di Francia
  12. Appendice seconda. I manoscritti del Mar Morto: l’origine degli Zelotie i problemi del primitivo cristianesimo
  13. Appendice terza. Il problema della sepoltura dell’apostoloPietro e le recenti esplorazioni.«Archeologia cristiana» e storia antica.«Cristo e il tempo»
  14. Addendum. Studi sull’impero romano 1955/6-1961/21