Capitolo Primo
La riflessione pedagogica tra critica
e convinzione
1. Educazione. Filosofia
Lâetimologia greca del termine filosofia, amore per la saggezza, può essere compresa adeguatamente rilevandone innanzitutto il significato generale: lâinterrogarsi umano intorno alla conoscenza delle cose e del mondo non è separabile dalla ricerca dellâorientaÂmento da imprimere allâesistenza. La tradizionale accezione del termine in parola accredita lâipotesi che alle origini del pensiero filosofico siano presenti preoccupazioni di ordine gnoseologico e veritativo, etico-morale e politico. La consistenza di tale ipotesi è testimoniata del resto dallâinflusso esercitato dalla filosofia sulla formazione e lo sviluppo delle culture in Occidente, rispetto agli ambiti di discorso menzionati e a molti altri ancora, quali lâestetico, il fisico, il religioso, lâeducativo...
La filosofia, intesa come stupore, desiderio, investigazione e sapere, a lungo designa unâattivitĂ umana la cui concezione è cosĂŹ pregnante da non richiedere di essere ulteriormente specificata e contraddistinta con altri nomi. âImpresaâ conoscitiva intorno alla realtĂ universa, la filosofia incontra naturaliter i problemi posti dalle pratiche educative[1] e si misura con le possibilitĂ e i limiti delle teorie della formazione. Allâambito epistemico della pedagogia allude implicitamente lâetimo greco del termine filosofia. Lâamore per la saggezza non può essere perseguito, come attesta lâevoluzione storica del pensiero filosofico, senza riferimento allâesperienza e ai concetti suscitati dagli eventi educativi. Allo stesso tempo lâeducazione, come pratica sociale e sistema simbolico, partecipa delle idee filosofiche[2] e piĂš in generale della cultura, delle forme politiche e religiose che contraddistinguono lâambiente in cui si esplica.
I rapporti che si stabiliscono tra educazione e filosofia possono essere ulteriormente specificati movendo dalla forma in cui si è costituito il pensiero filosofico[3]. Ciò è avvenuto in modo storicamente situato sia attraverso la ricerca intorno alla totalitĂ del reale, sia attraverso lâanalisi di singole realtĂ intese come un tutto. Nella pluralitĂ delle correnti, sorte ben presto nellâalveo del pensiero occidentale, lâindagine intorno alla realtĂ in quanto tale si è cosĂŹ precisata come scienza prima, mentre quella che si è occupata di ambiti particolari - come la natura, lâarte, la religione o il diritto - ha assunto la definizione di filosofia seconda. Da questa duplice eppure quanto mai unitaria aspirazione speculativa - lâuna rivolta alla totalitĂ , lâaltra alla parte, ma pur sempre ritenuta come un tutto - trae origine la ricerca che si focalizza sullâeducazione.
Ad una prima divaricazione, che si è progressivamente prodotta tra la scienza prima (di cui la metafisica aristotelica è lâemblema) e le filosofie seconde, tra cui si può annoverare la filosofia dellâeducazione, se ne è aggiunta unâaltra, di notevole portata: si tratta del distacco tra sapere filosofico in quanto tale e molteplicitĂ degli ambiti di discorso particolari. In nome dellâautonomia di ricerca disciplinare, le scienze fisiche, giuridiche, politiche, umane e cosĂŹ via hanno dapprima rivendicato un proprio statuto epistemologico ed in seguito accettato un rapporto dâestraneitĂ rispetto al sapere filosofico per molti versi sorprendente.
Ogni generalizzazione include invero una differenziata rassegna di tendenze. La rilevanza riconosciuta alla filosofia del diritto, per esempio, attesta che la giurisprudenza e il sapere filosofico sono ben lungi dallâaver scisso il proprio legame, mentre lo stesso non può dirsi del rapporto tra filosofia e psicologia o sociologia, correlazione pressochĂŠ interrotta pur nellâambito dellâodierna proliferazione dei settori di ricerca.
I rapporti che intercorrono tra lâenciclopedia pedagogica e la filosofia non sfuggono alla frammentazione del sapere contemporaneo e, a ben considerare, il caso della filosofia dellâeducazione[4] assume un significato particolarmente emblematico. Questa partecipa oggi delle vicende della filosofia, costretta a ripensare la sua stessa vocazione legata allâindagine della realtĂ nella prospettiva dellâintero. La rinuncia a pensare la totalitĂ del reale si accompagna ai dubbi sorti intorno alla sua capacitĂ di adempiere il compito della ricerca del fondamento della realtĂ delle cose e dellâumano. La filosofia sviluppatasi come quella conoscenza in grado di lumeggiare lâintero ha non solo definitivamente abbandonato lo studio delle singole realtĂ fisiche (intese come un tutto) ma anche ristretto il suo ambito di competenza a tal punto da dubitare della stessa possibilitĂ gnoseologica di formulare argomentazioni sensate.
La filosofia dellâeducazione oggi si dibatte in una crisi di identitĂ non dissimile da quella che interessa il discorso filosofico nella sua generalitĂ . Ă il caso di ricordare alcune delle vie da essa intraprese per contrastare il ridimensionamento del suo ambito di ricerca conseguente allâimporsi delle scienze dellâeducazione, che hanno via via affinato lâanalisi sulla realtĂ educativa, rivendicando ben presto una loro autonomia epistemica.
La specializzazione degli accostamenti e delle procedure di ricerca nellâambito della pedagogia ha spinto la filosofia dellâeducazione ad identificare a propria volta un âproprium disciplinareâ, alla luce della presunta inadeguatezza e genericitĂ della sua funzione âregolativaâ tradizionale, teorizzata da J.Dewey ânellâampiezza dâorizzonte, nella libertĂ e nellâinvenzione costruttiva o creativaâ[5]. Ad una talora imprecisata ricerca dei fondamenti si è sostituito lâimpegno di stabilire lâambito, i princĂŹpi e il metodo della pedagogia: il problema deweyano della âteoreticitĂ regolativaâ si configura cosĂŹ, in tempi recenti, come il problema epistemologico della pedagogia. La riduzione della filosofia dellâeducazione ad epistemologia ritengo sia uno dei principali limiti euristici che, di lĂ dallâambito pedagogico, contrassegna le molte regioni della filosofia contemporanea.
Unâaltra via seguita dalla filosofia dellâeducazione per precisare i fondamenti della sua ricerca ha a che fare con lâanalisi del linguaggio, il cui sviluppo teorico è direttamente legato alla tradizione della Philosophy of education diffusasi nella pubblicistica di lingua inglese[6]. A questo riguardo devâessere rilevato un ulteriore pericolo di riduzione. Alcune prospettive di ricerca, assai radicate nella cultura anglosassone, attribuiscono alla filosofia, e di conseguenza alla stessa filosofia dellâeducazione, un compito prevalentemente âanaliticoâ, ossia orientato ad un chiarimento costatativo delle espressioni linguistiche e dei contesti concettuali di riferimento che può distrarre la teoreticitĂ pedagogica dallâesercizio del suo compito sintetico-progettuale. Occorre riconoscere, a proposito dei succitati indirizzi di ricerca, epistemologico ed analitico, variamente elaborati, che essi hanno per diversi aspetti contribuito allo sviluppo di una piĂš consapevole e critica filosofia dellâeducazione. Senza pretendere, ben inteso, di offrire una panoramica dei paradigmi concettuali piĂš influenti nellâodierna ricerca in filosofia dellâeducazione, è necessario rimarcare lâampio consenso riscosso dalla cosiddetta âsvolta linguisticaâ della filosofia...