Come imparare lo SPAGNOLO in 30 giorni
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Come imparare lo SPAGNOLO in 30 giorni

Metodo Veloce e Divertente!

Giovanni Sordelli

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Come imparare lo SPAGNOLO in 30 giorni

Metodo Veloce e Divertente!

Giovanni Sordelli

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Questo libro ti farà imparare lo Spagnolo in soli 30 giorni, partendo da zero.
E questa è più di una semplice promessa. Ti spiego… Il metodo è molto semplice: il libro è suddiviso in 30 capitoli, uno per giorno, per permetterti di imparare le basi di questa lingua in un solo mese. Per ottenere il massimo da questo corso, devi solo rispettare una regola: leggere un capitolo al giorno, né più, né meno. Se rispetti questa regola e segui le indicazioni contenute nel libro, il risultato è garantito. Dimentica i soliti noiosi corsi grammaticali, dal profilo anonimo e spersonalizzato.
"Come imparare lo Spagnolo in 30 giorni" è stato realizzato con tutti i crismi del self-help, come un manuale pratico, dal taglio personale, divertente e motivante. È ricco di tanti aneddoti curiosi e consigli utili non solo per parlare in spagnolo, ma anche per cavarsela in viaggio. Se non sei ancora convinto, continua a leggere…
Dall'introduzione… (…) Mi dirai: in 30 giorni riesco a imparare una lingua intera?!? La risposta è sì.
Innanzitutto, come ogni prodotto che si rispetti, questo corso ha superato brillantemente il controllo qualità amici e parenti l'hanno testato e il mese successivo se la sono cavata piuttosto bene con la grammatica e il lessico, fidati.
Certo, in 30 giorni nessuno diventa madrelingua: però si possono costruire fondamenta solide su cui erigere una bella casa. Capisci cosa intendo?
Studiare poco ogni giorno è un segreto tanto semplice quanto efficace per far sì che l'apprendimento risulti più facile e immediato.
Io ti darò l'opportunità di sviscerare ogni minimo segreto su grammatica e lessico, tu devi promettermi e giurarmi che farai di tutto per completare questa ricca formazione: consulta quotidiani online, guarda film o serie televisive con i sottotitoli, leggi un buon libro con accanto un dizionario, insomma cogli ogni minima occasione per stare a contatto il più possibile con lo spagnolo.
Ci sarà spazio poi al dialogo vero e proprio in lingua, il banco di prova per testare le tue competenze teoriche. Quando andrai in vacanza in un Paese ispanofono o avrai a che fare con lo spagnolo in qualunque situazione, avrai solo voglia di dare il meglio di te.
Pensa a questo: un mese. 30 giorni di studio ti aiuteranno nell'apprendimento di una lingua nuova, nel miglioramento del tuo curriculum, nell'immersione in un mondo nuovo e diverso. Sarà un mese speciale, e ne sarai soddisfatto. Giovanni Sordelli

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1° GIORNO - COME PRONUNCIARE CORRETTAMENTE LE PAROLE (CON QUALCHE TRUCCHETTO SPECIALE!)
 

Sei pronto quindi? Possiamo partire e vedrai che imparare lo spagnolo sarà un piacere, direi un’esperienza divertente. L’importante è metterci ogni giorno costanza e dedizione, senza sconfortarsi nei momenti difficili che potrebbero sopraggiungere. Dedicare quotidianamente del tempo per l’apprendimento di una lingua straniera è lo spirito migliore, così come non servono ore e ore di studio dell’ultimo minuto per preparare in maniera solida un compito in classe. Vedrai che con questo corso tra un mese riuscirai a intrattenere un discorso in spagnolo senza troppe difficoltà, condendolo magari con qualche modo di dire, così comuni nel parlato. Per imparare lo spagnolo si dice basti aggiungere una –s a ogni parola. Se questa fosse la soluzione, tutti gli italiani sarebbero madrelingua spagnoli!
 
Per prima cosa è fondamentale capire come si pronunciano le varie lettere dell’alfabeto spagnolo, che contiene anche una lettera in più di quello italiano: l’hai già riconosciuta?
 
Innanzitutto una cosa è importante: in spagnolo non c’è la stessa difficoltà di pronuncia dell’inglese. Prova a pensare ad esempio alle parole inglesi “blood” e wood”: la vocale “o” viene letta in due modi diversi, e non esiste una regola che ci permetta di capire a priori la pronuncia di un fonema o di un dittongo. Questo invece è possibile in spagnolo, in cui su questo tema esistono regole chiare e nessuna eccezione.
 
Allora, iniziamo a vedere quali sono le lettere che possono darci qualche problema, e capiamo come affrontarle nella pronuncia. Per semplicità le passeremo in rassegna tutte in ordine alfabetico, così potrai ritornarci su nel caso in futuro dovessi avere qualche dubbio. Le lettere mancanti si pronunciano invece esattamente come l’italiano.
 

1.1. Né carne né pesce: B e V
 

Iniziamo col botto. Eh sì, queste due lettere, infatti, si pronunciano allo stesso modo, ma attenzione: la loro pronuncia è praticamente indescrivibile, visto che è rappresentata da un suono esattamente a metà tra la B di Bacio e la V di Vaso. A me l’hanno insegnata così e ha funzionato: prova ad avvicinare le labbra come per emettere un piccolo soffio. Ora emetti non solo un soffio, ma contemporaneamente anche un lieve suono dalle corde vocali: ecco, la pronuncia di queste lettere è esattamente quella della combinazione del soffio e del suono.
Basta un po’ di allenamento con qualche parola spagnola (meglio quando si è da soli, per non essere scambiati per matti!) e poi diventa tutto naturale. Per esempio, come pronunceresti “lavar” e “lobo” (lupo), magari messi in una piccolissima frase del tipo “Yo lavo el lobo”? Anche questo esercizio io lo farei nel silenzio di casa!
 

1.2. Come pronunciare la C imitando un serpente
 

Prova a pensare a come pronunci la parola inglese “think”: ecco, quel suono che sembra il sibilo di un serpente è utilizzato in tutte le parole spagnole con “ce” e “ci”.

“Think” e “Ciego” si pronunceranno quindi allo stesso modo. Chi fuma ha sicuramente bisogno di un “cenicero” che raccolga la cenere. Ecco, prova a pronunciare un po’ questa parola, che non è poi tanto facile!
 
Inoltre, nelle parole con “ch”, la lettera acca non viene proprio pronunciata.
 
Difficile? No, perché se conosci il cha cha cha sei già a cavallo!
 

1.3. Come pronunciare la G imitando la moka di un caffè
 

Per imparare a pronunciare le parole che contengono “ge” e “gi” devi andare in cucina: prepara il caffè con la moka e prova a riprodurne il rumore mentre sale su.
Ecco, questo è il suono esatto per pronunciare parole come “gente” e “página”. Vedrai che a furia di esercitarsi e leggere ad alta voce frasi che contengono queste lettere, la pronuncia verrà spontanea e assolutamente naturale.
 
P.S. Non preoccuparti se la lettera “a” di “página” è accentata: tra qualche giorno ti spiegherò il motivo. È bene però sapere sin da subito che gli accenti sono fondamentali nello scritto, e si usano sempre. Ok, chiudiamo la parentesi e torniamo a concentrarci sulla pronuncia.
 

1.3.1. GUE-GUI: occhio al tranello!
 

In questo caso basta sostituire la lettera “u” con la “acca”, come nell’italiano “ghepardo” e “ghiro”. Detto questo, come si pronunciano quindi “guerra” e “guitarra”?
 

1.3.2. GÜE-GÜI: occhio alla dieresi!
 

Sono poche le parole che contengono la dieresi, e guai a pronunciarle ad esempio come nella parola tedesca “für”, che significa “per”. In spagnolo, infatti, la dieresi indica che la vocale in questione deve essere pronunciata.
Ci viene in aiuto un animale tanto simpatico che per vederlo bisogna fare davvero parecchia strada: sto parlando del “pingüino”. Senza la dieresi sulla vocale, la pronuncia sarebbe storpiata. Oppure, se vai a fare le vacanze nel Mar dei Caraibi e ti capita di soggiornare in Nicaragua, alloggerai in una struttura “nicaragüense”.
 

1.4. La Hè muta
 

Fin da bambini ci spiegano che la acca è una lettera particolare e anche un po’ compassionevole, visto che è muta. Lo spagnolo condivide questa particolarità con l’italiano: quindi non serve aspirare la acca, come invece si deve fare in inglese, per dire “hora” o “hierba”.
 

1.5. Secondo caffè di giornata per imparare a pronunciare la J
 

Preparati un altro caffè con la moka di prima, imita il suono di quando sale e il gioco è fatto. Tra un sorso e l’altro, assapora anche l’aver capito come si pronuncia la “j” accanto a ogni vocale. Un esempio? Come hai notato, mi piacciono gli animali particolari: quindi dopo una visita al Polo Sud dai simpatici pinguini, perché non fare un salto nella savana africana a vedere le “Jirafas” che col loro collo lungo arrivano anche a oltre 5 metri di altezza?
 
Un ottimo esercizio per imparare questo strano suono: fatti una bella moka di caffè e intanto sfoglia l’atlante alla ricerca della cittadina spagnola di Gijón. Mentre la cerchi e il caffè sale, continua a pronunciare questa parola superstrana e superdifficile: le altre poi ti sembreranno quasi un sollievo. Tra le altre, prova a dire ad alta voce “gente”, “mágico”, “gigante” e “genio”. Si scrivono come in italiano, ma come le pronunceresti se fossi in Spagna?
 

1.6. Si scrive doppia, ma in realtà LL non è doppia
 

Non esiste un raddoppiamento della lettera “L”, e allora quando incontriamo parole come “Paella” il suono è come quello che si pronuncia nella parola “aglio”.
Sei stato a Barcellona? Potresti aver letto da qualche parte la stranissima lettera “L·L”, magari se hai preso la metropolitana nella stazione di “Paral·lel”: in catalano il puntino tra le due elle indica il raddoppiamento della consonante. Non esistendo in spagnolo, la pronuncia è come quella descritta sopra.
 

1.7. Un ingrediente per le lasagne? La Ñ!
 

Quanto sono buone le lasagne alla bolognese? Non per niente è il piatto preferito di molti italiani, e sono così buone che anche in Spagna vanno alla grande: basta andare in un qualunque supermercato, leggere “Lasañas” e acquistarle.
Comunque, per quanto mi riguarda il sapore di quelle fatte in casa è qualcosa di unico e imbattibile.
 

1.8. QUE-QUI: occhio al secondo tranello!
 

Creano problemi solo all’inizio questi trigrammi: infatti quando si impara che la pronuncia è la stessa dell’italiano “che-chi”, il gioco è fatto.

Conosci sicuramente il grande scrittore colombiano Gabriel García Márquez, quindi la pronuncia è già servita in tavola!

Oppure, sussurrando “te quiero” al tuo partner, di sicuro gli farai un piacere immenso.
 

1.9.X: tanti ma piccoli problemini
 

Sono molto rare le parole che contengono questa lettera, e per di più la pronuncia varia sensibilmente a seconda addirittura delle varie regioni spagnole, dette “Comunidades Autónomas”.
Un’indicazione abbastanza comune, ma comunque soggetta a variazioni, è che a inizio parola la “x” si pronunci come una “s” (xilófono), mentre normalmente in tutti gli altri casi.
Per fortuna le eccezioni sono poche, visto appunto il numero davvero molto ridotto di parole. Se è un problema, converrai che è assolutamente piccolo e rimediabile.
 

1.10. Y: un po’ come la LL

Nello spagnolo parlato in Spagna, definito correttamente come castigliano, il suono della Y corrisponde esattamente a quello della LL che già ormai conosci.
Nel resto del mondo che parla spagnolo invece questa è una delle caratteristiche che lo differenzia dalla Spagna. In che senso? E le altre? Con calma, nel prossimo capitolo trovi tutte le risposte.
Ti anticipo soltanto che parlare in spagnolo a Madrid, a Città del Messico o a Buenos Aires non è esattamente la stessa cosa, anche per una questione di pronuncia di altre lettere. Basta, ti ho già anticipato troppo!
Prova a pronunciare ad esempio “yogurt” (con l’ac...

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