Cultura generale For Dummies
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Virginio Sala

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Cultura generale For Dummies

Virginio Sala

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Orientarsi nel mondo non è facile. Ogni oggetto, ogni evento è carico di storia e di significati che in gran parte dipendono dalla nostra cultura: ce ne rendiamo conto leggendo un articolo di giornale, un libro o un blog, quando certi riferimenti o certe allusioni ci lasciano sorpresi o perplessi. Date, nomi, concetti chiave che hanno cercato di inculcarci ai tempi della scuola non servono solo per risolvere le parole crociate: sono strumenti di orientamento per riuscire a collocare le informazioni al posto giusto ed esercitare il proprio senso critico. Avere queste informazioni a portata di mano è come avere una mappa per girare in città senza perdersi. Ma un libro è anche un racconto: e magari si potrebbe scoprire che certe materie non erano poi così noiose come sembravano, soprattutto se narrate in un forma divertente e alla portata di tutti!L'8 dicembre 2009, durante una trasmissione tv, l'allora Ministro del Turismo dichiarava che la ripresa della Prima della Scala era stata trasmessa in ben 250 Paesi. Peccato che in quell'anno i Paesi ufficialmente riconosciuti fossero solo 194...In un mondo in cui la comunicazione è sempre più ricca nelle sue forme, veloce e globalizzata, è avvantaggiato non tanto chi sa molte cose (non si può comunque mai sapere tutto), ma chi sa inquadrarle al meglio: la cultura generale è strumento fondamentale per riuscire a collocare le informazioni al posto giusto ed esercitare il proprio senso critico. Questo volume vuole offrire, nella forma più semplice e alla portata di tutti, quella "cultura generale" che può essere più utile per muoversi nel mondo contemporaneo.

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Information

Publisher
Hoepli
Year
2014
ISBN
9788820364939

Parte III

Arte, letteratura e cinema

Mi disse che anche tutti i dipinti e le sculture
dell’antichità erano stati distrutti, in parte per lo
stesso motivo, in parte perché erano considerati
indecenti dalla società della Vigilanza Morale,
che aveva ormai un grande potere. Nello stesso
tempo, l’arte e la letteratura nuove erano
proibite, poiché esse tendevano a minare i
principi dell’eguaglianza. L’arte e la letteratura
stimolavano gli uomini a pensare, e gli uomini
che si mettevano a pensare diventavano più
intelligenti di quelli che non volevano pensare.
Naturalmente, quelli che non volevano pensare
avevano delle obiezioni in merito, ed essendo la
MAGGIORANZA le loro obiezioni
avevano la meglio.
JEROME K. JEROME, LA NUOVA UTOPIA, 1891

Capitolo 7

Architettura

In questo capitolo
L’architettura, dall’antichità ai giorni nostri
I grandi stili architettonici
I grandi architetti e gli edifici più importanti
La storia dell’architettura inizia con le prime società organizzate, con insediamenti stabili, strutture economiche e politiche già delineate. Le prime tracce risalgono al Mesolitico (fra l’VIII e il IV millennio a.C.). La documentazione comincia a essere significativa con le grandi civiltà dell’Egitto e della Mesopotamia.

Architettura antica

Egitto

Con l’inizio dell’età dei Faraoni, non molto avanti il 3000 a.C., l’Egitto è il primo grande stato unitario, retto da un sovrano tanto potente da essere considerato una divinità. Alla morte, si riunirà agli altri dei: il suo corpo andrà preservato e si dovrà fare di tutto per favorire la sua ascesa alla vita divina. Le piramidi, che sono rimaste fino ai nostri giorni, quasi simbolo dell’antico Egitto, sono le enormi tombe al cui interno è conservato il cadavere del faraone, ma anche la sua via di ingresso all’aldilà – e testimoniano quanto fosse il potere di quei sovrani, per poter mobilitare per anni migliaia di persone nella preparazione dei materiali e nella costruzione di monumenti simili.
L’architetto Imhotep (2649-2575 a.C.) realizza per Zoser, faraone della III dinastia, un complesso funerario, chiuso da un muro di cinta di calcare che occupa un’area di 150.000 m2, per la prima volta completamente realizzato in pietra anziché in materiali deperibili. L’area è dominata da una piramide a gradoni (o mastaba scalare), quasi una scalinata, a base quadrata, alta 60 m. A sud-ovest del Cairo sorgono ancora oggi le grandi necropoli di Saqqara (di cui fa parte il complesso di Zoser) e di Giza, dove si trovano le tre piramidi più belle, costruite per i faraoni Cheope (2528 a.C.), Chefren (2494) e Micerino (2472). La piramide di Cheope, la più grande, misurava in origine circa 230 m di lato ed era alta 146. Vicino alle tre piramidi si trova anche la Sfinge, enorme edificio-scultura che rappresenta il volto di Cheope su un corpo di leone, simbolo della sua potenza.
Intorno ai complessi funerari dei faraoni si estendevano, come piccole città, le tombe dei familiari e dei funzionari. Le più antiche sono a mastaba, cioè a forma di parallelepipedo, con una camera sepolcrale sotterranea e una struttura esterna con grandi vani adibiti al culto che rimanevano accessibili, mentre dopo la sepoltura l’accesso alla camera sepolcrale veniva chiuso. Elemento caratteristico della struttura superiore, in una camera sul lato orientale, la “falsa porta”, con stipiti e architravi ma senza apertura: rappresentava il punto di contatto fra questo mondo e l’aldilà.
Durante il Medio Regno, fra il 1580 a il 1085 a.C., le sepolture regali non sono più nelle piramidi, ma in grandi templi sepolcrali, con le stesse caratteristiche architettoniche dei templi dedicati alle divinità. Esempi tipici di questa architettura sono il tempio di Karnak, vicino a Tebe, sulla riva orientale del Nilo e, sulla riva opposta, quelli di Hatshepsout (1492-1458) e di Thutmosi III (1479-1420), con grandi cortili, porticati, terrazze. Non molto distanti, la Valle dei Re e quella delle Regine ospitano grandi necropoli, di cui fa parte il tempio di Luxor, del 1360 circa, costruito da Amenofi III (1387-1350), con il suo grande colonnato dalle colonne a forma di papiro.
Alla metà circa del secolo successivo risalgono i grandi templi di Ramesse II e Nefertari, ad Abu Simbel, spostati più a monte, in una colossale operazione di salvataggio, per la costruzione della diga di Assuan (1963-1972), che ne avrebbe determinato la scomparsa sotto le acque.

In Grecia

Quello che è giunto fino a noi dell’arte dell’antica Grecia non è molto, ma è sufficiente a darci un’idea di quanto fosse sviluppata: le fonti letterarie e storiche ci fanno capire meglio la sua ricchezza e quanta influenza abbia avuto sui periodi successivi.
Benché abbia accolto elementi dell’arte dell’Egitto, delle civiltà mesopotamiche, di Creta, l’arte greca ha avuto caratteri fortemente originali: in primo luogo per le diverse condizioni in cui operavano gli artisti, godendo della libertà e dell’autonomia tipici delle polis, rispetto al controllo centralizzato tipico dei grandi imperi mediorientali. Con la maggiore libertà muta anche il senso e il valore dell’attività artistica, non più legata al rispetto di modelli tradizionali imposti da una situazione sociale caratterizzata da una sostanziale immobilità. L’artista greco obbedisce al proprio gusto ed esercita la propria autonomia nella scelta dei soggetti così come delle forme; le note più generali, in parte idealizzate nelle epoche successive, che caratterizzano l’arte greca sono comunque quelle di ordine e razionalità, di compostezza e armonia.
Scomparse in gran parte le opere architettoniche e quelle pittoriche, le conoscenze migliori dell’arte greca ci vengono dalla scultura e dalla ceramica.
Al VII secolo a.C. si può far risalire la nascita dell’architettura greca: degli edifici di quell’epoca abbiamo solo resti ritrovati sotto costruzioni più recenti. Nasce in quest’epoca l’edificio più rappresentativo dell’arte greca, il tempio, nella forma originaria derivato dal mégaron. Sono della metà del VII secolo i primi templi dei due santuari più antichi, quello di Olimpia e quello di Delfi, il primo dedicato a Zeus, il secondo ad Apollo. Attorno a quel primo nucleo sorgono poi altri templi, sacrari per i doni votivi (i Tesori) e gli edifici per ospitare i visitatori, spesso assai numerosi, come in occasione delle gare e dei giochi, come le Olimpiadi e i giochi Pitici, che richiamavano spettatori da tutta la Grecia.
Si cominciano qui a vedere le prime differenziazioni stilistiche, che si consolidano negli anni successivi: gli ordini architettonici, cioè le regole costruttive che definiscono proporzioni e forma degli edifici e che prendono il nome dai centri di origine:
L’ordine dorico è il più antico, quello che definisce la struttura fondamentale del tempio: basamento a tre o più gradini, su cui sono elevate le colonne, dal fusto ampio, rigonfio a un terzo dell’altezza, con scanalature larghe e terminata da un capitello a forma di tronco di cono, al di sopra del quale si trova l’abaco, parallelepipedo a base quadrata. Sono di ordine dorico molti edifici della Magna Grecia, come la Basilica e il Tempio di Demetra a Paestum, i tempi di Selinunte.
L’ordine ionico si diffonde nel VI secolo a.C.: ha colonne più slanciate appoggiate su una base circolare composta di vari elementi, in seguito dotata anche di una seconda base quadrangolare, il plinto. Le scanalature sono in origine 24 e sono sottili, sormontate da un capitello a volute (forse di origine egizia). Di ordine ionico erano l’Artemision di Efeso, l’Héraion di Samo.
L’ordine corinzio si diffonde dal V secolo e si può considerare variante di quello ionico, con colonne più alte e capitello molto ornato con motivi vegetali. Questo ordine venne usato soprattutto nell’edilizia civile nel periodo ellenistico.
Risalgono a questo periodo anche alcune grandi opere di edilizia civile, che rappresentano i modelli del loro genere:
Lo Stadio di Olimpia, iniziato nel VI secolo e trasformato nei successivi, poi ancora in epoca romana: una pista ad anello e intorno gradinate (poi tribune) per il pubblico, fuorché nella curva inferiore, la parte da cui entravano gli atleti.
Il Teatro di Dioniso ad Atene, del VI secolo a.C., è il primo esempio di teatro all’aperto: una gradinata semicircolare, divisa in settori a cuneo da scale. Al centro l’orchestra, ovvero lo spazio semicircolare riservato al coro, il proscenio su cui recitavano gli attori e poi la scena, uno sfondo architettonico.
L’età classica
Le guerre persiane (492-478 a.C.) segnano un momento di transizione importante nella storia e nella cultura greca. Nel 480 a.C. Atene è distrutta dai persiani, ma viene ricostruita e torna una grande potenza economica sotto il governo di Pericle (461-429 a.C.). La ricostruzione dell’Acropoli richiede mezzo secolo e funge da polo di attrazione di grandi artisti, che rendono possibile un clima di fervida creatività e originalità (il cosiddetto periodo aureo). Vengono realizzati edifici civili e sacri, considerati i monumenti più importanti dell’architettura greca – purtroppo in gran parte profondamente modificati in epoche successive, fra cui il più grande è il Partenone, dedicato ad Atena Parthènos (cioè “vergine”), opera di due architetti, Ictino e Callicrate, di ordine dorico, delle dimensioni di 31 m (fronte) per 70 m (lato). Nulla si è salvato delle decorazioni: il Partenone è stato trasformato in chiesa cristiana nel V secolo, poi in moschea nel 1456, in deposito di polveri dai Turchi; i veneziani lo bombardarono nel 1687 – è un miracolo che la struttura sia giunta ai giorni nostri.
Fra gli altri edifici dell’Acropoli costruiti nel V secolo a.C.:
i Propilei, che costituivano l’ingresso al lato occidentale, opera di Mnesicle, completamente in marmo e affiancati da due edifici, uno dei quali costituiva la Pinacoteca, anch’essi distrutti nel 1687;
l’Eretteo, opera di Filocle, di ordine ionico, tempio dedicato a Poseidone, costituito da vari corpi, fra cui a sud la Loggetta delle cariatidi (ha sei figure di donna al posto delle colonne);
il tempio di Atena Nike, opera di Callicrate, di ordine ionico (andato distrutto, oggi ricostruito con elementi originali).
Tutta Atene, sotto Pericle e nel periodo immediatamente successivo, è oggetto di una profonda riorganizzazione urbanistica, di cui rimane traccia nella zona del Pireo (il porto di Atene). La struttura è quella della griglia ortogonale, secondo la quale sono ricostruite anche alcune città della Magna Grecia. Della metà circa del V secolo sono il tempio di Zeus di Agrigento e il tempio E di Selinunte.
Il IV secolo a.C. rappresenta la fase della maturità, fino al 323 a.C., anno della morte di Alessandro Magno – data co...

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