Al figlio lontano
eBook - ePub

Al figlio lontano

  1. English
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

About this book

La poesia di Mimosa Pulaj in quest'ultimo volume si è arricchita di un nuovo colore nel suo spettro, di una nuova dimensione nello spazio, della dimensione sottilissima ed infinita della maternità. Canti di una madre per il figlio: non ninne nanne per il bimbo, ma canti d'amore, d'incoraggiamento, di gioia, di nostalgia e di vittoria. L'io lirico dell'Autrice cammina parallelamente al Tu del figlio, che è presente e assente nella sua poesia. È la poesia di un'emigrante che si rivolge ad un altro emigrante che ha il suo stesso sangue. Una poesia che abbraccia due continenti, che sprofonda nelle viscere della Terra Madre, che s'innalza fino al cielo. Una poesia ermetica come un sole oscuro che irradia luce. Una poesia fra ermetismo e post-ermetismo. Madame De Staël affermò in una celebre frase "Il genio non ha sesso" e diceva il vero nel senso che, secondo la nostra convinzione, a livello estetico non esistono frontiere fra le letteratura maschile e quella femminile, che le differenze, se si ammettono, sono soltanto storiche e culturali (di numero, di contenuto). Uno dei più antichi poemi della storia (scritto nel 2150 a.c.) è opera di una donna, una principessa sumeriana, Enheduana, la figlia dell'imperatore Sargone il Grande. E Saffo, nell'antica letteratura greca, raggiunse i vertici della poesia lirica, pari ad Alceo. Nell'antichissimo genere della poesia, fin dai primi tempi, uomini e donne camminarono parallelamente. Più tardi vi furono autrici che determinarono svolte nelle letterature del loro paese (la Staël nella letteratura francese, nei tempi moderni la Woolf nella letteratura inglese, la Dickinson nella letteratura americana). La poesia (e in genere l'arte) è ermafrodita. Però i poeti maschi non percepiscono (o percepiscono assai difficilmente) in tutta la sua completezza il raggio ultravioletto della maternità, che scaturisce dalla profondità del sangue, dalle viscere delle poetesse donne. Il talento ha anche i suoi limiti. Se la poesia femminile è pari in bellezza a quella maschile, è necessario aggiungere che è maggiormente ricca di intuizione, freschezza e sensibilità, perciò più vicina all'ideale della "poesia pura", meno viziata dal contenuto ideologico. Questa freschezza e sensibilità caratterizza anche la poesia della Pulaj, per quanto la suddetta poesia, essendo profondamente moderna, sia poesia di pensiero ed elitaria che, in genere, rifugge dagli sfoghi appassionati del sentimento cari ai romantici. Vi sono poetesse in cui predomina il sentimento, una certa ingenuità quasi infantile (nel loro "io" lirico prevale il "fanciullino" del Pascoli), altre che raggiungono mirabili effetti di eufonia. La Pulaj predilige il verso libero (per cui si preclude le armonie di poesia che promette la sua lingua natale, ricchissima di suoni, armonie raggiunte da alcuni poeti albanesi, cultori della forma come Lasgush e Noli). Il ritmo della sua poesia non è ostacolato da regole di rima e metrica, è un ritmo interno, un ritmo di respiro e di spirito, perciò ammette una poesia bilingue come quella dell'autrice, poiché la perfezione di certi effetti musicali, caratteristici di date lingue, possono rendere alcune poesie intraducibili o quasi. È un ritmo caratterizzato da alti e bassi, con cadute e balzi improvvisi, con versi brevi come l'ansito del respiro, con esplosioni istantanee da cui scaturiscono parole – chiave. La poesia di Mimosa è dominata dalla metafora, è tutta pervasa dalle metafore che si trasformano di volta in volta in simboli. Queste metafore sono non di rado doppie ed anche triple con un sapore di poesia orientale. La fantasia ardita di Mimosa unisce in queste metafora l'astratto ed il concreto, in alcuni casi due nomi in altri nomi ed aggettivo. Sono, metafore che spesso si allargano fino ad abbracciare lo spazio carta dell'onda, tela dell'Universso, respiro della notte, bianche di bugie, scariche di luce, nudità della luce, lingua dei tramonti, lettere dorate di stelle, linfa dell'amore. Alcune di queste metafore sono ardite e originali. Tale è la metafora bianche di bugie con il curioso epiteto bianche che esprime l'ambivalenza delle cosiddette bugie innocenti (che in albanese sono chiamate "bugie bianche") che non sono sempre tali, a volte sono illusioni, autoinganni, a volte inganni consapevoli che si vestono d'innocenza. Bellissima è la metafora lingua dei tramonti, lingua di fuoco. Nasce spontanea la domanda; e perché non "lingua dell'aurora"? Probabilmente perché l'aurora simboleggia un inizio ed il tramonto la maturità o perché la lingua dei tramonti si addice all'età dell'autrice con cui il figlio, rappresentante dell'avvenire, deve comunicare. La poetessa si trova fra il passato ed il futuro, che apparterrà al figlio più che a lei, in un presente ardente di lotta. Poi troviamo epiteti sorprendenti, ma felici come quello che caratterizza la valigia: innocente. Perché "innocente"? La valigia è innocente del dolore della madre che deve separarsi dal figlio è inconsapevole delle speranze di avvenire di quest'ultimo, è un semplice oggetto privo di sentimenti e di responsabilità, ma viene caricato dei sentimenti e pensieri contrari della madre e del figlio, assurge a simbolo di sofferenza o di gioia, ma restando oggettivamente al di fuori di tale sofferenza e tale gioia. Le lettere dorate di stelle rappresentano con efficacia il codice con cui l'essere umano, la stessa poetessa, tenta di comunicare con il Cosmo ed insegnare al figlio questo linguaggio magico. Vi sono anche epiteti inventati come color crudeltà, vi sono epiteti composti per significare dei colori particolari come quel giallo – turchino. La poesia della Pulaj è ricca anche di sinestesie ed ossimori, figure che riuniscono in sé campi diversi ed antitesi interne: respiro azzurro, versi in abito azzurro, verde speranza, riccioli d'azzurro, sogni di legno, luce di fango, freddo inferno. Molto originale è l'immagine del sole di fango scarlatto, una metafora triplice, che riunisce in sé le immagini del dittatore e della dittatura, falsi soli sotto cui gli albanesi erano "obbligati a marciare felici". Due metafore – simboli ricorrenti nella poesia di questo volume che possono essere definite come parole –chiave sono la nave ed il treno che simboleggiano di volta in volta madre e figlio, due viaggiatori strappati dalla propria terra e che viaggiano verso l'ignoto. A queste metafore fanno riscontro altre due che ne generano delle altre: il mare ed il sole, le quali divengono radici di famiglie di parole e contemporaneamente dipingono paesaggi, quadri caratteristici dei due paesi in cui spazia il pensiero della poetessa: l'Albania e l'Italia. L'immagine del monte, tradizionale nella poesia albanese, appare anche nella poesia di Mimosa, ma più di rado e così pure l'immagine dell'aquila, tipicamente albanese. Manca invece un'altra immagine tradizionale, quella della quercia. La poesia di Mimosa è prevalentemente una poesia di fuoco, ricca di parole che lo ricordano, ma a volte odora anche di mare, del mare che la divide dalla propria patria e dell'oceano che la divide dal figlio. È una poesia concisa in cui domina la sintesi. Inoltre è una poesia in essenza visiva (non auditiva), con uno spettro ricco di colori. In qualche istante, si arricchisce anche dal lato olfattivo, attraverso il simbolo del profumo/ odore che si manifesta come aroma di creature o anche di fenomeni come la guerra. La poesia della Pulaj si sofferma su temi intimi che si allargano fino ad abbracciare vasti orizzonti e temi maggiori che si rifrangono in un'ottica particolare, individuale come nella lirica "Terra addormentata" dove la guerra è vista con gli occhi delle madri attraverso una vasta sintesi, in tutta la sua tragicità, ma senza sfoghi verbali d'indignazione e di pietà, atraverso al simbolo della rossa pioggia. La poesia della Pulaj non è impegnata in senso politico, ma neppure si chiude nella rocca del "arte per arte", per quanto elitaria e frutto del culto della forma. La poetessa sente e condanna attivamente i mali del suo tempo ed in concreto i mali della sua Albania e le sofferenze degli emigranti, condanna il razzismo, il ribaltamento dei valori e ammira l'umanesimo, la solidarità umana attraverso liriche profondamente sentite come "Ladro d'amore", "Albania 1997", "All'Europa", "Giunto dall'altra riva", "Finestra straniera", "Mani italiane", "L'uomo ed il lupo". La poesia della Pulaj è in essenza drammatica, a volte tragica, ma non pessimistica come la poesia di molti autori odierni. È una poesia combattiva che reca in sé un messaggio d'amore e di speranza. L'Autrice non è una cosmopolita indifferente che si dichiara cittadina del mondo, canta la sua Albania ed anche il paese d'accoglienza, l'Italia, nel suo duplice aspetto umanitario e razzista, canta l'America in cui vive il figlio, l'America il cui simbolo è la Statua della Libertà, ma che è anche contaminata dalla filosofia di lupi, che incarna drammaticamente l'antico detto "Homo homini lupus". L'uomo viene contrapposto dall'Autrice al lupo, non al lupo – belva, ma al lupo – uomo. La poesia della Pulaj ha un'apparenza di oggettività, ma esplode di volta in volta in brevi gridi. Tragica e commovente è la lirica "Fragile creatura" in cui è descritto il degrado di un essere umano, una donna, rivestita di falso splendore, in nome di falsi idoli come il Piacere ed il Denaro. La poesia di Mimosa è nella sua essenza, una poesia d'immagini, ma in essa qua e là germogliano all'improvviso dettagli come il bimbo che saltava nel letto, che reca alla madre le margherite, come il letto vuoto che sottolinea l'assenza del figlio in una festa. Il telefono appare nel volume con il suo nome concreto, ma anche sotto una veste metaforica e simbolica (la porta che unisce i petali del sole sotto la luna). E così pure i tram sono concretamente nominati, ma sono contemporaneamente simboli. Ma accanto al lessico moderno troviamo anche immagini tradizionali come il camino, il ballatoio, il pozzo, il prugno. Un sempli

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
No, books cannot be downloaded as external files, such as PDFs, for use outside of Perlego. However, you can download books within the Perlego app for offline reading on mobile or tablet. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Al figlio lontano by Mimoza Pulaj, 60e7ce20-f089-4697-98d5-521f4e2bb28f in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Literatura & Poesía. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Information

Publisher
Kimerik
Year
2019
eBook ISBN
9788855161930
Subtopic
Poesía

INCISA
Fanciulla:
formata
sulla stranezza di una bambina.
Macchia precoce di sangue:
sa ridere e sognare
sotto la gonna corta.
Gli occhi e le labbra baciati
sopra un verdeggiante tappeto.
Muta la parola.
Dalla collina al mare,
come matti corrono,
dietro la cometa insanguinata,
i capelli ondulati.
Dal buio esce
il primo pianto.
Un nome ,
che di più
di ogni cosa vale,
ha rubato al dolore:
MADRE.
Sopra un pozzo
di sangue
per sempre incisa.
Felice.

Mimoza Pulaj

DJALIT LARG
AL FIGLIO LONTANO
Finito di stampare nel mese di lugl.io 2019
per conto della Casa Editrice Kimerik
Casa Editrice Kimerik
PATTI (ME)
tel. 0941 21 503 - fax 0941 243561
www.kimerik.it [email protected]
Io sono la PAROLA
Io sono l’emozione
Non conta un bel nulla se mi sfiori o se mi sfogli
Io sono
Il libro

Kimerik® è un marchio registrato
Stampato in Ita...

Table of contents

  1. PARATHËNIE
  2. PREFAZIONE
  3. E PARË
  4. PRIMA
  5. E DYTË
  6. SECONDA
  7. E TRETË
  8. TERZA
  9. E KATËRT
  10. QUARTA
  11. E PESTË
  12. QUINTA
  13. E GJASHTË
  14. SESTA
  15. E SHTATË
  16. SETTIMA
  17. E TETË
  18. OTTAVA
  19. E NËNTË
  20. NONA
  21. E DHJETË
  22. DECIMA
  23. E NJËMBËDHJETË
  24. UNDICESIMA
  25. E DYMBËDHJETË
  26. DODICESIMA
  27. E TREMBËDHJETË
  28. TREDICESIMA
  29. E KATËRMBËDHJETË
  30. QUATTORDICESIMA
  31. E PESËMBËDHJETË
  32. QUINDICESIMA
  33. E GJASHTËMBËDHJETË
  34. SEDICESIMA
  35. E SHTATËMBËDHJETË
  36. DICIASETTESIMA
  37. E TETËMBËDHJETË
  38. DICIOTTESIMA
  39. E NËNTËMBËDHJETË
  40. DICIANNOVESIMA
  41. E NJËZETË
  42. VENTESIMA
  43. E NJËZETENJËTË
  44. VENTUNESIMA
  45. E NJËZETEDYTË
  46. VENTIDUESIMA
  47. E NJËZETETRETË
  48. VENTITREESIMA
  49. E NJËZETEKATËRT
  50. VENTIQUATTRESIMA
  51. E NJËZETEPESTË
  52. VENTICINQUESIMA
  53. E NJËZETEGJASHTË
  54. VENTISEIESIMA
  55. HAJDUT DASHURIE
  56. LADRO D’AMORE
  57. TIRANA 1997
  58. TIRANA 1997
  59. EUROPËS
  60. ALL’EUROPA
  61. PËRQAFIM I RREMË
  62. ABBRACCIO BUGIARDO
  63. ROJE E HESHTJES
  64. IL CUSTODE DEL SILENZIO
  65. ËNDRRAT
  66. I SOGNI
  67. MILANOS
  68. A MILANO
  69. BABAI
  70. IL PADRE
  71. NJË PENEL PERIFERIE
  72. UN PENNNELLO DI PERIFERIA
  73. DRITARJA E HUAJ
  74. LA FINESTRA STRANIERA
  75. NJERIU DHE UJKU
  76. L’UOMO E IL LUPO
  77. LIMFË E TËRBUAR
  78. LINFA FURIOSA
  79. PENGESA
  80. L’OSTACOLO
  81. TOKË E PËRGJUMUR
  82. ADDORMENTATA TERRA
  83. DUAR ITALIANE
  84. MANI ITALIANE
  85. ARRATISJE NGA VETJA
  86. FUGA DA TE STESSA
  87. MOMENTI I ÇMUAR I KARAMELES
  88. IL MOMENTO PREZIOSO DELLA CARAMELLA
  89. KRIJESË E BRISHTË
  90. FRAGILE CREATURA
  91. VARGJET DISIDENTE
  92. I VERSI DISSIDENTI
  93. BOTË E SAPOLINDUR
  94. NEONATO MONDO
  95. DUART QË PUNOJNË
  96. LE MANI CHE LAVORANO
  97. BOTË IMAGJINARE
  98. MONDO IMMAGINARIO
  99. NJE BISK I VOGEL
  100. UN MINUSCOLO GERMOGLIO
  101. E GDHËNDUR
  102. INCISA