Il berretto a sonagli
eBook - ePub

Il berretto a sonagli

  1. English
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Il berretto a sonagli

About this book

La commedia Il berretto a sonagli (1916-1918), di Luigi Pirandello, riprende le tematiche delle sue due novelle La verità e Certi obblighi, entrambe del 1912. Su suggerimento dello stesso Pirandello, nel 1936 il grande Eduardo De Filippo ne ricavò un adattamento in lingua napoletana. In questa edizione il testo è stato lasciato - a parte alcuni pochi interventi filologici - rispettosamente intatto nella sua originale stesura "primonovecentesca".

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Il berretto a sonagli by Luigi Pirandello in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Mezzi di comunicazione e arti performative & Teatro. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

ATTO PRIMO

Salotto in casa Fiorìca riccamente addobbato all’uso provinciale. Uscio comune in fondo; usci laterali a destra e a sinistra, con tende. La scena è uguale per tutti e due gli atti.

SCENA PRIMA
La Signora Beatrice, la Saracena e Fana.
Al levarsi della tela, la signora Beatrice, seduta sul divano, piange. La Saracena, seduta di fronte, la guarda contrariata.
Fana ( indicando la signora che piange): Siete contenta ora? Come non vi fate coscienza di attizzar questo fuoco? di rovinare così una famiglia?
La saracena ( donnone atticciato, terribile, sui quarant’anni; sgargiante, con ampio fazzoletto di seta, giallo, al petto, e scialle anche di seta, celeste, con lunga frangia, stretto alla vita. Alzandosi): Oh, che diavolo dite? Coscienza, foco... Mi faccia il piacere, signora!
Beatrice ( sui trent’anni, pallida, isterica, tutta furie e abbattimenti subitanei; seguitando a piangere): Non le date retta... lasciatela perdere...
La saracena: No, mi scusi: le dica che io non ho fatto altro che obbedire a un ordine preciso di Vossignoria.
Beatrice: Ma volete dar conto a lei?
Fana: A me? no, signora mia! Io sono la sua serva. Ma a Dio, sì, perché a Dio dobbiamo dar conto tutti!
Beatrice ( scattando): Fuori! In cucina! E fatevi gli affari vostri!
La saracena ( acchiappando per un braccio Fana e trattenendola): Ah, no no. Aspetti, signora. E anche voi, qua. L’anima l’abbiamo tutti, servi e padroni, davanti a Dio; e non voglio chiacchiere, io, sul mio conto. Qual è la coscienza, la vostra, che vedete codesta povera signora pianger lagrime di sangue, patir le pene dell’inferno, e: « Non è niente: Pazienza! L’offra a Dio!» Questa è la coscienza?
Fana: Questa! questa! Per chi ha timore di Dio!
Beatrice: Ah, e allora un uomo vi tartassa, vi pesta... così... sotto i piedi; è Dio, è vero?
Fana: No. Io dico che dobbiamo offrirlo a Dio, signora mia! Ma quando mai gli uomini, mi scusi, si sono presi così di fronte, a petto? Usar la forza con chi è più forte di noi? Piano piano, signora mia, d’accanto e non di fronte, col garbo e la buona maniera si riportano gli uomini a casa.
La saracena: E già! Mi piace! E per esser così, qua tutte le donne, gli uomini, oh! toppe da scarpe ne fanno di noi!
Fana: Questo, in coscienza, la mia signora non può dirlo, ché è trattata in casa come una regina. Il cavaliere è prudente e la rispetta, e non le ha fatto mancare mai nulla.
Beatrice: Vi volete star zitta? Prudenza, già! rispetto, abbondanza, la casa piena. E fuori lui, che fa? E la mia pace? e il mio cuore? Guardate dentro voi, e quello di fuori lo nascondete?
La saracena: La chiama coscienza, oh! Questo, al mio paese, si chiama nascondere il sole con la rete! Oh, alle corte. Siete venuta voi, sì o no, a chiamarmi fino a casa?
Fana: Comandata; non ho potuto fame a meno.
La saracena: Oh bella! E non sono stata forse comandata anch’io? «Sara cena, - parole della signora - ajutatemi! Mio marito, con la tal dei tali, così e così. Sappiatemi dire se è vero. La mia casa è un inferno; voglio uscirmene a ogni costo!» M’ha detto così?
Beatrice: Sì, sì, e voglio uscirmene! subito! una volta per sempre!
Fana: Oh Madre di Dio!
La saracena: Ma che Madre di Dio! Una casa dov’è entrata la gelosia? Ma distrutta è! finita! Terremoto perpetuo, ve lo dice la Saracena! Ci fossero figli di mezzo...
Fana: Questo è il vero guajo qua: che non ce ne sono!
La saracena: E dunque? Perché dovrebbe crepare in corpo, questa povera signora? Se dice che vuole uscirne!
Fana: Dice così, ma piange intanto!
Beatrice: Di rabbia, piango! Se lo avessi qua, lo squarterei! - Dite, dite, Saracena: posso sorprenderli insieme davvero, domani stesso?
La saracena: Come due uccellini dentro il nido. A che ora arriverà il padrone domani?
Beatrice: Alle dieci!
La saracena: Faccia conto che alle dieci e mezzo Vossignoria li prenderà tutti e due, a occhi chiusi, belli, vivi vivi. Una denunzia al Delegato. A tutto il resto penserò io. - Mi dica una cosa: è vero che il padrone prima che da Catania doveva passare da Palermo?
Beatrice: Sì, è vero. Perché?
La saracena: Ma... perché... perché so... no, niente...
Beatrice: Dite, dite... che sapete?
La saracena: Ma! D’un certo regalo che le ha promesso di portarle da Palermo.
Beatrice: A lei? un regalo?
La saracena: Una bella collana, sissignora, a pendagli.
Fana: Non siete donna, voi: diavolo siete!
La saracena: Scriva, scriva la denunzia, signora.
Beatrice ( friggendo): No ... no... è meglio... - oh Dio, scoppio... - meglio che faccia venire qua il Delegato Spanò, persona nostra (deve tutto a mio padre, sant’anima): Me lo dirà lui come devo regolarmi. Anzi, andate voi, Saracena, andate a chiamarmelo.
Fana: Signora, mia, per carità; signora mia, pensi allo scandalo!
Beatrice: Non me n’importa niente!
Fana: Badi che Vossignoria si rovina!
Beatrice: Mi libero! mi libero! mi libero! Andate, Saracena: non perdiamo più tempo!
Fana ( trattenendo la Saracena): Un momento... un momento... Signora mia, Ma a lui, mi perdoni, al marito di questa buona donna (se è vero!) a lui, a Ciampa, Vossignoria ci ha pensato?
Beatrice: A tutto, a tutto ho pensato, anche a lui, non v’immischiate! So dove debbo mandarlo.
La saracena: E che ce n’è bisogno? Dove vuol mandarlo? Ci pensano loro a mandarlo via! Ma già, stia certa che, appena il padrone arriva e sale al banco, lui volta le spalle e se ne va da sé.
Fana: Chi? Ciampa? Voi siete pazza! Che volete dare a intendere alla signora, che Ciampa sa tutto e si sta zitto?
La saracena: Ma zitta voi, che non sapete nulla!
Fana: Badate che voi sbagliate, sbagliate di grosso!
La saracena: Già, perché, se mai, finisce come ai fuochi: pim! pam! - Levatevi. - Ma come? Vede la moglie con le buccole da signora agli orecchi; quattro anelli alle dita; domani le vede in petto la collana a pendagli, e crede, è vero? che se li sia comperati lei, da sé, coi suoi risparmi? Levatevi! Quando il padrone è al banco, lui è sempre in mezzo alla strada, col naso all’aria, che va girando di qua e di là.
Fana: Comandato, comandato, il galantuomo! mandato in servizio! Se lo tengono per questo... Ma lo sanno tutti che, ogni qual volta esce dal banco, tira su la spranga e la mette alla porta della sua stanza accanto!
La saracena: Già! e il padrone la leva.
Fana: Ma se ci mette anche il catenaccio!
La saracena: Già! e il padrone ha la chiave.
Beatrice: O oh, insomma la finite? V’ho detto d’uscir fuori e di non immischiarvi! Alla Saracena: Ciampa ce lo leviamo dai piedi: lo farò partire questa sera stessa. Anzi... voi Fana, venite qua... Oh, ma... non v’arrischiate a fargli capire... Posso fidarmi di voi?
Fana: Signora mia, mi passa il cuore! Io l’ho tenuta in braccio da bambina! Non vuole fidarsi di me?
Piange.
Beatrice: Via, via, non piangete adesso!
Fana: Vossignoria ha un fratello; ha la mamma, Vossignoria: si consigli con loro, che sono sangue suo e non possono tradirla!
Beatrice: Basta, v’ho detto! Non voglio più sentir nessuno! Andate a chiamarmi Ciampa, subito! E voi, Saracena, il Delegato Spanò: pregatelo a nome mio di venire qua, subito subito.
La saracena: Al contrario, signora.
Beatrice: Come sarebbe, al contrario?
La saracena: Ci mandi lei indica Fana, ammiccando dal Delegato; che a Ciampa ci penso io.
Beatrice ( a Fana): E sapete andarci voi, dal Delegato?
Fana: Se Vossignoria me lo comanda...
La saracena: Oh, signora, ma non si ponga in mente - e neanche voi, oh! che qua debba nascere per forza una tragedia. Neanche per sogno! Vossignoria una lezioncina deve dare, e basterà. Mio marito, guardi, sono quattr’anni, lo cacciai a pedate fuori della porta. Mi viene ancor dietro come un cagnolino, e non s’allontana che quando mi volto a fulminarlo con gli occhi: così! - Trema tutto. - Una lezioncina, dunque... Si riducono con la coda tra le gambe, che è un piacere. Me ne vado. Siamo intese, è vero? Vossignoria è ferma? Non facciamo che...
Beatrice: Ferma, ferma: fermissima.
La saracena: Per domani?
Beatrice: Per domani.
La saracena: Bacio le mani a Vossignoria e vado a chiamarle Ciampa. S’avvia per l’uscio in fondo. Prima d’arrivarci, u...

Table of contents

  1. Copertina
  2. IL BERRETTO A SONAGLI
  3. Indice
  4. Intro
  5. IL BERRETTO A SONAGLI
  6. ATTO PRIMO
  7. ATTO SECONDO
  8. Ringraziamenti