Investimenti. La guida completa
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Investimenti. La guida completa

Le tecniche e gli strumenti per raggiungere i propri obiettivi finanziari

Marco D'Epifanio

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Investimenti. La guida completa

Le tecniche e gli strumenti per raggiungere i propri obiettivi finanziari

Marco D'Epifanio

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Il libro spiega come far fruttare i propri risparmi e accrescere la propria ricchezza in modo consapevole. L'autore, tramite un percorso finanziario a 360 gradi, fornisce tutti i mezzi necessari per costruire, in completa autonomia, una strategia di investimento che sia adeguata alle proprie esigenze e consenta di raggiungere i propri obiettivi di medio-lungo termine.Questa strategia permette di ridurre il livello di rischio al quale ci si espone, impiegando una minima quantità di tempo per la gestione dei propri investimenti e riducendo anche i vari costi operativi (commissioni, tasse e "costi occulti"). Come una bussola, indica la strada per ottenere la maggiore efficienza possibile.All'interno del volume, che condensa numerosi contenuti dispersi in una moltitudine di fonti, vengono approfonditi tutti gli strumenti di investimento esistenti, illustrati nei loro pregi e difetti. Sono descritti anche gli strumenti finanziari che hanno iniziato a diffondersi solo negli ultimi anni come ETF, robo-advisor, crowdfunding, criptovalute, PIR e copy trading.L'opera, una vera guida completa agli investimenti, utilizza un linguaggio estremamente chiaro e semplice senza compromettere la precisione tecnica. Per questo risulta accessibile a tutti, anche a chi ha scarse conoscenze in ambito finanziario.

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Information

Publisher
Hoepli
Year
2022
ISBN
9788836008407

CAPITOLO 1

Nozioni di base

INTRODUZIONE AGLI INVESTIMENTI

Definizione di investimento

Investire vuol dire impiegare delle risorse con la concreta possibilità di ottenere un rendimento nel tempo.
Le risorse che si possono investire sono il capitale, cioè le risorse monetarie di cui si dispone, e il lavoro, cioè il proprio tempo e impegno. Un investimento in cui si investe solo capitale è un mezzo di gestione della propria ricchezza economica, ovvero un mezzo passivo di guadagno. Un investimento in cui si investe la propria attività lavorativa, da sola o in aggiunta al capitale, è un mezzo di produzione di ricchezza, ovvero un mezzo attivo di guadagno. Il focus di questo libro è l’investimento del capitale, quindi l’investimento come mezzo di gestione passiva della ricchezza.
Investire il capitale vuol dire far “fruttare” i propri soldi. Questo sottintende privarsi della loro disponibilità per un periodo di tempo con la speranza che alla fine se ne avranno di più. L’investimento si compone quindi di 3 ingredienti:
Tempo, un aspetto imprescindibile e fisiologico che è richiesto per vedere “maturare” i propri frutti.
Rendimento, è l’esito dell’investimento. Può essere positivo (un profitto) oppure negativo (una perdita).
Incertezza, non sapere quale sarà l’andamento dell’investimento, cioè se il rendimento sarà positivo o negativo e in quale misura.
Il livello di incertezza è dato dall’ampiezza che intercorre tra il rendimento nel caso migliore e il rendimento (positivo o negativo) nel caso peggiore. L’incertezza fa parte di ogni investimento (come di ogni aspetto della vita si può dire), ma questa deve essere accompagnata dalla concreta possibilità di avere un profitto. Questo vuol dire che si devono avere solide ragioni per credere in un esito positivo. Le ragioni sono solide quando hanno un senso logico, sono supportate da fatti o statistiche e dimostrano che le probabilità di successo siano superiori a quelle di insuccesso. La concreta possibilità di ottenere un profitto è ciò che distingue l’investimento dalla scommessa, dove le probabilità di successo non sono favorevoli e si hanno meno strumenti per valutarle.
I tre elementi che costituiscono l’investimento (tempo, rendimento, incertezza) sono i primi da considerare per valutare un investimento e confrontarlo con un altro. Generalmente questi tre elementi vanno di pari passo: quando aumenta uno aumentano anche gli altri. Possiamo quindi enunciare i tre princìpi degli investimenti:
1.Investimenti che richiedono un tempo maggiore comportano un maggiore rendimento.
2.Investimenti che offrono maggiori rendimenti comportano maggiore incertezza.
3.Investimenti che richiedono un tempo maggiore comportano una maggiore incertezza.
Il primo principio si riferisce al reddito che produce un investimento. Per fare un esempio, i prestiti di denaro a lunga scadenza prevedono generalmente un tasso di interesse maggiore di quelli a minor scadenza.
Il secondo principio vuol dire che maggiori sono le aspettative di guadagno e più aumenta l’ampiezza delle possibilità, nel bene e nel male. In altre parole, a maggiori promesse di guadagno corrispondono maggiori rischi di perdita. Sarà poi la bravura dell’investitore a scegliere gli investimenti migliori, cioè con le possibilità di perdita ridotte al minimo rispetto a quelle di guadagno.
Il terzo principio si basa sul fatto che le previsioni sono sempre più difficili con l’allungarsi dell’orizzonte temporale. Facendo l’esempio di un prestito, è difficile valutare se l’ente che abbiamo finanziato sarà in grado di ripagare il debito tra molti anni di distanza, per questo si chiederà un rendimento maggiore.

Definizione di rischio

Un rischio è l’eventualità di subire un danno, che per gli investimenti è di carattere monetario:
Il rischio di un investimento è l’eventualità che il suo rendimento sia inferiore a quello atteso: ciò si può manifestare come un guadagno mancato ma anche come la perdita parziale o totale della somma investita.
Un rischio si può quantificare attraverso la probabilità che questo accada e l’ammontare di danno monetario che provocherebbe. La moltiplicazione di questi due fattori restituisce il valore atteso del danno. Ognuno di noi ha la propria percezione del rischio. Questa corrisponde a un giudizio soggettivo sull’entità del rischio in termini di probabilità e portata dell’impatto. Ovviamente una percezione potrebbe non coincidere con la realtà. L’essere umano è soggetto a diversi pregiudizi (bias) che possono impedirgli una corretta valutazione dei rischi. Nel paragrafo sulla finanza comportamentale vedremo quali sono i principali.
Il rischio rappresenta una componente imprescindibile dell’investimento, è il prezzo da pagare per avere un guadagno. Investire vuol dire mettere a rischio il proprio capitale con buone ragioni di credere che andrà a fruttare. Non esiste investimento senza rischio; anche istituzioni che riteniamo “sicure” come le banche o gli Stati possono andare incontro a difficoltà economiche o fallire (per cui ci restituiranno meno se non nulla del nostro capitale). Anche gli investimenti garantiti sono soggetti a rischi, in particolare che l’ente garante non sia in grado di adempiere ai suoi doveri. Per avere un guadagno bisogna correre qualche rischio. Se non vogliamo correre rischi i rendimenti saranno molto bassi mentre se vogliamo ridurre i nostri rischi dobbiamo sostenere un costo (per esempio: una polizza assicurativa). Oggigiorno gli investimenti “senza rischio” (vale a dire con il rischio più basso possibile) hanno rendimenti non solo a zero ma diventano addirittura negativi. Investimenti a rischio minimo sono per esempio i titoli di Stato (che sono prestiti per finanziare la spesa pubblica) con il massimo merito creditizio, come quelli della Germania. I Bund tedeschi hanno a oggi un rendimento negativo, quindi promettono di restituire con grande affidabilità un capitale a scadenza che tuttavia è inferiore a quello prestato. Chi vuole le certezze non riceve profitti, ma deve pagarli. Nella finanza non esistono pasti gratis. Una storiella universitaria racconta del professore di finanza che passeggia con un suo allievo. Quest’ultimo vede una banconota per terra e quando va per raccoglierla il professore lo ferma dicendo che, se fossero soldi veri, qualcuno li avrebbe già presi.
Come vedremo più avanti, tutte le tipologie di investimento comportano una o più tipologie di rischio. Tuttavia anche il semplice possesso di denaro comporta dei rischi. In fin dei conti, ogni aspetto della vita avrà sempre una dose di incertezza e quindi di rischio.
Tra rischio e rendimento c’è una relazione direttamente proporzionale: all’aumentare di uno aumenta anche l’altro. Questa relazione deriva dal secondo principio degli investimenti, vediamola più a fondo.
A maggiori rischi corrispondono maggiori rendimenti: un livello di rischio è necessario per avere un rendimento, se vuoi la sicurezza assoluta rassegnati ad avere bassi rendimenti. Questo vuol dire che in periodi in cui si ha grande stabilità economica e previsioni politiche ottimistiche, è ovvio che i rendimenti attesi saranno bassi. Saranno i momenti di stress e di incertezza a dare possibilità di maggior guadagno. “Quando scorre il sangue per le strade, è il momento per comprare” (cit. Barone Rothschild). Le migliori possibilità di guadagno saranno quindi quelle più incerte sul loro sviluppo, perché sono appena nate o perché stanno attraversando un momento difficile.
A maggiori rendimenti corrispondono maggiori rischi: un rendimento elevato è sinonimo di un rischio elevato. Un investimento che ha raddoppiato rapidamente il suo valore è probabile che con altrettanta velocità possa dimezzare il suo valore. Dunque, ogni volta che c’è entusiasmo su un investimento che ha dato grandi rendimenti bisogna prestare particolare attenzione. “Per diventare ricchi basta avere paura quando gli altri sono avidi ed essere avidi quando gli altri hanno paura”, questa è una citazione di Warren Buffet, probabilmente l’investitore più famoso e di successo al mondo (che sarà citato spesso nel corso del libro).

Tipologie di rischio

Di tutti i rischi che possono avere gli investimenti, è fondamentale fare prima una distinzione:
Rischi oggettivi, riguardano lo specifico investimento in sé e per sé.
Rischi soggettivi, dipendono dall’individuo che compie lo specifico investimento.
Mentre i rischi oggettivi riguardano il “cosa”, cioè quale strumento di investimento si usa, i rischi soggettivi riguardano il “come”, ovvero come lo strumento viene usato dall’investitore.
Questo vuol dire che due individui possono fare lo stesso identico investimento, impiegando la stessa somma di denaro e correndo lo stesso rischio oggettivo, ma andando incontro a rischi soggettivi completamente diversi. Un ottimo investimento per qualcuno può essere pessimo per qualcun’altro.
I rischi oggettivi di un investimento non si possono cambiare. Vedremo più avanti quali sono e quali tipologie di investimento riguardano.
I rischi soggettivi di un investimento sono quelli che si possono gestire, in altre parole possono essere ridotti fino anche a essere annullati. Questi rischi dipendono da come le scelte di investimento dell’individuo si incastrano nella sua pianificazione finanziaria, ossia nel suo piano per raggiungere i propri obiettivi. Se le scelte di investimento non tengono conto della situazione complessiva dell’individuo, questo rischia di andare incontro a difficoltà economiche. Per questo motivo uno stesso investimento può essere più rischioso per un individuo rispetto a un altro.
Nella situazione complessiva dell’individuo si considera la situazione economica, le caratteristiche personali e anche i suoi obiettivi. Nella situazione economica rientrano il reddito, il livello di spesa e il patrimonio disponibile nella sua composizione specifica. Nelle caratteristiche personali rientra l’età e la tolleranza al rischio (detta anche propensione al rischio) che rappresenta la capacità emotiva di assumersi dei rischi. Questa può dipendere da molti fattori quali la personalità, caratteristiche demografiche come l’età o il genere, la fiducia nelle proprie capacità e la confidenza che si ha con gli investimenti (spesso gli individui con esperienze passate positive sono quelli che prendono più rischi, in caso di esperienze negative si diventa avversi al rischio). Negli obiettivi dell’individuo rientra il tenore di vita che vuole avere nel tempo, cioè il livello di spesa che vuole sostenere ed eventuali desideri particolari.
Vedremo più avanti quali sono i rischi finanziari soggettivi di un individuo. Alcuni vanno gestiti prima di investire, in altre parole si crea una sorta di rete di sicurezza per evitare il rischio di dover smobilizzare l’investim...

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