Franca Florio
eBook - ePub

Franca Florio

Anna Pomar

Share book
  1. 320 pages
  2. Italian
  3. ePUB (mobile friendly)
  4. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Franca Florio

Anna Pomar

Book details
Book preview
Table of contents
Citations

About This Book

«Attraverso le parole e il racconto di Anna Pomar rivive il mito di Franca Florio.»
- STEFANIA AUCI, autrice de I leoni di Sicilia - Ha l'impeto coinvolgente di un romanzo, questa biografia dedicata a Franca Jacona di San Giuliano. Ha le tinte - ora pastellate, ora forti e decise - di una grande tela, in grado di offrire un quadro d'insieme senza però sacrificare alcun dettaglio. Di nobile famiglia siciliana, andata in sposa nel 1893 all'armatore Ignazio Florio, Franca è una figura straordinaria, di certo una delle personalità di maggior spicco nella élite internazionale della Belle Époque. Il suo charme e la sua eleganza suscitano l'ammirazione di sovrani e principi. Poeti ed artisti la immortalano nelle loro opere. Ma a farla emergere non è solo la sua avvenenza; con intelligenza e sensibilità, Franca Florio svolge anche un ruolo determinante nei delicati rapporti con personaggi del mondo della politica e della finanza che la potentissima Casa Florio intrattiene a livello europeo. Una personalità affascinante, che questa biografia rende fortemente umana, restituendo corpo e sostanza alla donna, alla moglie e alla madre che vive e palpita dietro l'icona.

Frequently asked questions

How do I cancel my subscription?
Simply head over to the account section in settings and click on “Cancel Subscription” - it’s as simple as that. After you cancel, your membership will stay active for the remainder of the time you’ve paid for. Learn more here.
Can/how do I download books?
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
What is the difference between the pricing plans?
Both plans give you full access to the library and all of Perlego’s features. The only differences are the price and subscription period: With the annual plan you’ll save around 30% compared to 12 months on the monthly plan.
What is Perlego?
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Do you support text-to-speech?
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Is Franca Florio an online PDF/ePUB?
Yes, you can access Franca Florio by Anna Pomar in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Letteratura & Letteratura storica. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Information

Year
2021
ISBN
9788858525944

Lutti in famiglia

Reduci dalla loro crociera in Tunisia, i Florio, dopo una breve stagione di bagni all’Acquasanta, si apprestano a lasciare la calda estate palermitana per recarsi in Baviera.
Al momento di partire, però, Giovannuzza si ammala.
Febbri altissime e una grande prostrazione costringono la bambina a letto. I medici non riescono a formulare una diagnosi. Si ipotizza una febbre tifoidea, si pensa a una affezione di carattere cerebrospinale, ma le cure somministrate non sortiscono alcun effetto. La piccola, invece di migliorare, peggiora.
La famiglia si trasferisce nella villa dei Colli, su suggerimento del medico di casa, che pensa un cambiamento d’aria possa giovare alla piccola inferma. Ma neppure questa scelta dà i risultati sperati.
Si decide a questo punto di fare un consulto col professor Augusto Murri, il più celebre clinico del tempo, padre di quella Linda che nel 1905 verrà coinvolta in un drammatico processo per la morte del marito, del cui assassinio sarà accusata insieme al fratello Tullio.
Da Bologna fino a Napoli Murri viaggia in un treno speciale predisposto da Florio e a Napoli s’imbarca su un piroscafo di proprietà di Ignazio, L’Elettrico, che l’industriale ha messo a sua disposizione perché possa giungere a Palermo senza indugi.
Secondo Murri la bambina ha una meningite, ma la diagnosi non serve purtroppo a sconfiggere la malattia, né a scongiurare lo spettro di una fine che si avverte ormai vicina. Giovannuzza, infatti, senza più riprendersi, spirerà, fra lo strazio dei genitori, il 14 agosto 1902. Avrebbe compiuto nove anni il prossimo novembre.
Franca è sconvolta. Per una settimana, giorno e notte, non si è mossa dal capezzale della piccola inferma, trepidando per la sorte della sua bambina.
Le manifestazioni di solidarietà e di affetto che le giungono da ogni parte, la partecipazione delle amiche al suo dolore, non riescono ad alleviare la sua disperazione. Nella villa dei Colli non vuole più stare, neppure un giorno.
Si torna all’Olivuzza ma anche qui la casa le sembra vuota, le stanze troppo grandi. Odia la ricchezza, i celebri medici, tutto quello di cui può disporre, che non è valso tuttavia a salvare la vita di sua figlia.
È Ignazio che decide, quasi di prepotenza, di condurla a Favignana. Baby Boy e Igiea restano con la nonna d’Ondes a Palermo, affinché Franca senza pensieri e preoccupazioni possa ritrovare un po’ di pace.
La lontananza dai bambini, però, non giova alla sua serenità, tanto che in breve il marito decide di ricongiungere tutta la famiglia nell’isola. Saranno proprio Igiea e il piccolo Ignazio ad aiutarla a superare lo strazio, a riportarla al suo equilibrio, scosso da un dolore tanto cocente e improvviso.
In ogni momento le sembra di sentire la voce di Giovannuzza, di vedere la sua graziosa personcina apparire sulla porta. La notte invece la visione della sua bimba sul letto di morte non l’abbandona.
Il ritorno a Palermo riaccende il suo dolore. Le visite al cimitero, i fiori davanti al ritratto della figlia, le sue bambole ancora per la casa, gli abitini che con religiosa cura Franca ripone in un baule, senza volersene disfare, gliela ricordano a ogni istante. Ha fra le mani il minuscolo vestito di satin verde acqua acquistato a Londra, per i quattro anni della sua primogenita e conservato poi per Igiea. Questo è invece l’abito che Giovannuzza ha indossato per il Ballo dei fanciulli, e che le stava tanto bene… qui ci sono le sue scarpette, la borsetta di raso… Ogni oggetto è motivo di nuove angosce, di rinnovato dolore.
Per distogliere la giovane donna dai suoi ricordi e dall’ambiente familiare, si decide di anticipare la partenza per la Costa Azzurra e si programma una lunga vacanza a Beaulieu dove Franca è sempre stata con piacere, e dove i Florio contano numerosi amici. Lentamente riprende il ritmo di vita consueto, riprendono le passeggiate, le gite, gli incontri in società.
Fino a una tragica sera, il 14 gennaio del 1903, quando Ignazio e Franca, invitati in casa di amici francesi, vengono precipitosamente richiamati dall’albergo, dove si trovano i bambini con la bambinaia. A quanto sembra Baby Boy sta male. Cosa esattamente quella notte sia successo, non si riuscirà mai a sapere.
Davanti l’albergo li attende il direttore ma Franca non si ferma neppure a sentire cosa vuol dire. Si precipita nella stanza che occupano i bambini e scorge una folla di gente intorno al letto del piccolo Ignazio. Qualcuno cerca di fermarla. La giovane donna è frastornata, non riesce a capire. Allontana bruscamente chi si frappone fra lei e il suo bambino e si china ad abbracciare Baby Boy. Solo in quel momento si rende conto che il piccolo è morto.
L’emozione è così violenta che la porteranno via dalla stanza svenuta. Il risveglio è terribile. Franca non vuole credere che la sorte si sia accanita con questa ferocia contro di lei, non vuole accettare la nuova, terribile perdita. Chiede spiegazioni ma nessuno è in grado di fornirgliele.
La bambinaia, che dopo un violentissimo scontro con Ignazio è stata opportunamente allontanata, ha dichiarato di essersi avvicinata al letto e di avere trovato il bambino già morto. Una morte subitanea quindi. Si avanzano però anche altre ipotesi: che la donna avendo un appuntamento galante fuori dall’albergo, avesse dato al bambino un forte sonnifero risultato fatale. Oppure che il piccolo Ignazio fosse caduto dal letto e avesse sbattuto la testa, rimanendo ucciso sul colpo. Si parla anche di una purga abitualmente somministrata al piccolo, in dosi forse non appropriate. Ma sono solo ipotesi.
L’autorità giudiziaria vorrebbe effettuare l’autopsia sul corpicino del bambino ma Ignazio si rifiuta energicamente di dare la propria autorizzazione e accetta per buono il referto che i medici hanno scritto sul certificato di morte: «Collasso cardiaco».
Chiuso Baby Boy in una piccola bara bianca, Ignazio e Franca, tornano mestamente a Palermo, col loro tristissimo carico, accompagnati da uno stuolo di amici, affettuosamente al loro fianco nella terribile circostanza.
Dei tre bambini, che costituivano la gioia e l’orgoglio dei due coniugi, resta solo la piccola Igiea, sulla quale si appuntano ora tutto l’affetto e le ansie dei genitori.
La perdita del figlio maschio è un colpo durissimo per Ignazio, che si è tuffato nel lavoro, cercando in ogni modo di stordirsi e di far tacere il dolore sordo e rabbioso che porta dentro di sé.
Franca trascorre molte ore con la madre, che in questi giorni le è costantemente vicina. Insieme fanno lunghe passeggiate in carrozza, e talvolta anche in automobile, spingendosi un po’ più lontano, alla Favorita, a Baida, a Monreale, al riparo da sguardi indiscreti e dalla curiosità della gente.
Nel pomeriggio non è mai sola. Le amiche più intime, Sofia e Wilma del Cugno, le cugine Villarosa, Felice Monroy, Giulia Trigona, Stefanina Pajno, vengono puntualmente a trovarla con un nuovo libro da farle leggere o con un lavoretto da mostrarle, pronte a distrarla con i loro discorsi, il racconto di qualche avvenimento mondano, suonando una nuova romanza al pianoforte o costringendo Franca a sedersi al tavolo da gioco per una partita a carte.
Stefanina e Giulia Trabia – che nel ricordo del figlioletto Blasco, strappato qualche anno prima al suo affetto, condivide con grandissima partecipazione il dolore della cognata – riescono di tanto in tanto a convincerla a uscire per andare da loro.
Stefanina la accoglie nel tranquillo e ombreggiato parco di Villa Pajno, dove nelle belle giornate le due amiche possono passeggiare o sostare sotto gli alberi ricordando gli anni della loro giovinezza. Giulia la riceve nelle fiorite terrazze di palazzo Butera, dove giungono appena smorzate le note dell’orchestrina che sul palchetto della musica allieta l’ora della passeggiata alla Marina. Le carrozze sfilano lentamente lungo i viali e a tratti si fermano presso il marciapiede perché le signore, nel chiuso dei loro landò, possano assaggiare i famosi gelati di «riso e chantilly» o di torrone e pistacchio, che i camerieri servono direttamente nelle carrozze. Giulia manda i propri domestici ad acquistarli per offrirli alla cognata.
Se la perdita di Giovannuzza suscita in Franca un dolore struggente, unito all’accorato rammarico di non poter più sentire la vocetta gentile della sua bambina, di non vedere più quel suo volto pensoso, di non potere carezzare quei capellucci così morbidi e sottili, il dolore per la morte di Baby Boy è lacerante e intenso. Il vuoto che ha lasciato il piccolo nella sua vita non è colmabile, perché Franca sa di avere perduto con lui una parte di Ignazio. Quel maschio che era il suo orgoglio, che avrebbe tramandato ai posteri il nome dei Florio raccogliendo i frutti di quello che faticosamente Ignazio, e prima di lui il padre e il nonno, avevano creato, l’erede del casato, non c’è più.
Nessuno può restituirglielo.
Tuttavia un paio di mesi dopo, quando ha la certezza di essere di nuovo incinta, prova una improvvisa e insperata gioia. È il suo piccolo Ignazio che ritorna – lo sente, le pare quasi un segno del destino – nascerà un nuovo Baby Boy, altrettanto caro e altrettanto bello, che colmerà il vuoto lasciato dal primo, dal suo bambino scomparso.
Questa convizione le dà la forza di riprendersi, di ricominciare a vivere, a sperare.
La nuova creatura che porta in sé la spinge a non trascurarsi, a pensare a se stessa, perché la gravidanza proceda bene, perché il parto sia felice.
A fine maggio, Ignazio e Franca, decidono di partire per Venezia, per trascorrere un lungo periodo di riposo sulla laguna, dopo aver presenziato insieme alla famiglia unita alla solenne cerimonia dell’inaugurazione di un monumento dello scultore Ferlazzo a Ignazio Florio senior, in piazza Olivuzza.
Fuori dalla scena i Florio, la vita a Palermo prosegue a ritmo intenso. Nel gennaio del 1903 è entrato in funzione sulla direttrice Berlino-Roma-Napoli-Palermo un nuovo treno di lusso, con vetture letto, destinato a dare ulteriore impulso a quel turismo di élite che continua a dirigersi verso la Sicilia.
Nell’aprile, a bordo del suo yacht personale Amelia, è stata a Palermo Amelia del Portogallo con i due figli, l’infante Manuel e l’erede al trono Luigi Filippo di Braganza, che cinque anni dopo verrà ucciso insieme al padre, Carlo I, in un attentato contro la famiglia reale a Lisbona.
La regina è una Orléans, figlia del conte di Parigi e sorella di Elena d’Aosta. Viaggia con i figli ai quali desidera far conoscere la Sicilia, storica e artistica.
L’aristocrazia palermitana ha riservato alla sovrana la sua ormai proverbiale ospitalità. Feste, ricevimenti, pranzi e anche una rappresentazione della Traviata in suo onore al Teatro Massimo, con Gemma Bellinzoni nel ruolo di Violetta.
Seconda tappa del viaggio della regina del Portogallo sarà Napoli, dove Amelia si incontra con Edoardo VII d’Inghilterra e con la regina Alessandra, anche loro in visita in Italia.
In maggio Tina Whitaker, in procinto di partire per la consueta vacanza all’estero, si congeda dagli amici palermitani con una gran festa a Villa Malfitano, che avrà larga eco nelle cronache mondane cittadine. Il cronista non mancherà di sottolineare il lusso e la cordialità di casa Whitaker, descrivendo con dovizia di particolari il grandioso salone da ballo, con le pareti coperte da splendidi arazzi Gobelin, la raffinata cena e le danze animatissime, che si protraggono fino a notte alta.
Mentre i giornali locali si occupano delle mondanità di casa Whitaker, la stampa nazionale dà ampio risalto alle solenni onoranze che la città di Roma tributa a Guglielmo Marconi, cui conferisce la cittadinanza onoraria. «Un giorno erano i poeti coloro che in Campidoglio venivano onorati, là ricevevano alloro. Oggi sono gli scienziati che in Campidoglio vengono proclamati cittadini di Roma», sottolinea «L’Illustrazione Italiana». «Questo alto onore eccezionale toccò all’inventore del telegrafo senza fili, Guglielmo Marconi.»
Dallo stabilimento meccanico Olivieri, di Palermo, esce in settembre la prima automobile. Porta la sigla Apis ed è stata interamente costruita nella fabbrica cittadina. È un avvenimento di importanza nazionale. Lo stabilimento Olivieri, l’unico del ramo nel meridione d’Italia, «è riuscito mirabilmente a superare qualunque difficoltà, dando alla città di Palermo una incontestabile supremazia nel nuovissimo ramo di industria» e «… ha intrapreso la costruzione di automobili che all’eleganza, alla velocità e alla squisita perfezione del macchinario, rivaleggiano coi migliori prodotti delle fabbriche estere». Purtroppo la Apis, malgrado le aspettative dei siciliani, non riuscirà mai a diventare né una Fiat né una Lancia!
In ottobre la città si arricchisce di un nuovo teatro, il Biondo, che sorge in via Roma, in quegli anni solo parzialmente tracciata. Opera dell’ingegner Mineo, è una costruzione moderna ed elegante che si ispira a quello stile liberty che caratterizza i quartieri della città nuova, a monte di via Libertà. Un teatro abbastanza capiente per contenere la folla delle prime, con una buona acustica, e ampia sala affrescata e decorata con pregevoli stucchi. «…Il plafond di questo magnifico salone è dipinto squisitamente dal Padovani e rappresenta una vaga danza muliebre. Le altre decorazioni della sale e volte pittoriche sono state eseguite dal Gregorietti e Tomaselli e dal La Cagnina. Gli stucchi riuscitissimi sono dei fratelli Li Vigni e i bellissimi lampadari sono del Garraffa… l’effetto è splendido, per le belle decorazioni in stile Rinascimento italiano con un leggero accenno al moderno… Le opere in ferro vennero eseguite dalla Fonderia Oretea, mentre il soffitto della sala, quello dello anfiteatro e gli altri due dello scalone di via Roma e dello scarrozzo sono in lamiera di acciaio americano della casa Friedley e Vashardt di Chicago.»
Ma le mirabilie del Teatro Biondo non finiscono qui: «Inoltre vi sono caloriferi per l’inverno mediante una canalizzazione di aria riscaldata nei forni Besana e poi filtrata, e 64 ventilatori per mantenere fresca la sala in estate.»1
Lontana dalla sua città, lontana dagli amici più cari, Franca Florio trascorre le giornate nel suo salottino privato all’Hotel Danieli di Venezia. È triste. La nuova gravidanza l’ha molto prostrata. Non sta bene, ha perso la sua agilità, ha continue nausee e un gran senso di debolezza. Il settembre sulla laguna le infonde malinconia. Il cielo è plumbeo e le calli, senza il riverbero del sole, appaiono grigie, monotone, troppo silenti.
Per tenerle compagnia l’ha raggiunta sua madre, la baronessa di San Giuliano. Franca infatti non ha voglia di uscire ed è costretta a rinunziare a molti inviti per i continui malesseri che le provoca la incipiente maternità.
Si svolge in quel periodo a Venezia l’Esposizione Internazionale di Belle Arti, e nella sala dedicata ai ritratti femminili è in mostra anche il quadro di Boldini raffigurante Franca Florio. La tenace mediazione di Ettore De Maria Bergler ha sortito il suo effetto e il ritratto, dopo l’iniziale rifiuto, è stato ammesso.
È la prima volta che l’opera di Boldini è esposta in una pubblica mostra. Pochi tuttavia sono in grado di apprezzarla. Il gusto corrente si orienta infatti verso una pittura di maniera, che riproduca la realtà nel modo più fedele, quasi che questa sia e debba essere la sola qualità che valga in un artista.
La spiccata personalità di Boldini, l’autonomia con la quale...

Table of contents