Il grande libro italiano della gravidanza
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Il grande libro italiano della gravidanza

Consigli e risposte dai più grandi specialisti italiani

Laura De Laurentiis

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Il grande libro italiano della gravidanza

Consigli e risposte dai più grandi specialisti italiani

Laura De Laurentiis

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Nuova versione ebook aggiornata 2018 Con il contributo dei migliori esperti in ginecologia, ostetricia, medicina perinatale e pediatria, Il grande libro della gravidanza è un manuale semplice, esauriente e aggiornatissimo, ricco di consigli utili e informazioni pratiche su tutto ciò che devono sapere i futuri genitori. Cosa troverete nell'ebook: • Come prepararsi all'arrivo di un bambino. I controlli, gli esami e lo sviluppo del feto, ma anche la scelta del nome e del corredino. • Il benessere della futura mamma. Le soluzioni ai piccoli problemi dei nove mesi, gli esercizi e le tecniche di rilassamento che preparano al parto, i consigli per un'alimentazione corretta e i suggerimenti per una serena vita di coppia. • Il grande giorno. Le fasi del travaglio e il momento della nascita, l'analgesia, il parto naturale o medicalizzato, i primi giorni in ospedale della neomamma e del bebè. • A casa con il bambino. L'allattamento, la cura del neonato, come affrontare le più comuni evenienze, la ginnastica per tornare in forma. • Risponde lo specialista. I medici più autorevoli d'Italia parlano in prima persona e affrontano tutti gli aspetti della gravidanza, sciogliendo i dubbi più frequenti con spiegazioni e approfondimenti.

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Information

Publisher
RIZZOLI
Year
2014
ISBN
9788858666333

1

Prima del concepimento

Dal momento in cui si prende la decisione di avere un figlio al concepimento di norma trascorre un arco di tempo abbastanza breve, se la coppia è sana e ha rapporti sessuali con quella ragionevole frequenza (circa due alla settimana) che costituisce la consuetudine nella maggior parte dei casi. A conferma del fatto che dare inizio a una gravidanza non è poi così difficile ci sono le statistiche, secondo cui circa il 90 per cento delle donne con meno di 35 anni riesce a concepire un bambino entro un anno dall’abbandono della contraccezione, pillola compresa, e il 75 per cento entro sei mesi. Il 10 per cento di queste coppie deve attendere di più, ma tra esse solo una piccola percentuale ha un reale problema di infertilità che, per essere risolto, ha bisogno del ricorso a una tecnica di fecondazione assistita. Dopo i 40 anni di età, invece, il 50 per cento delle donne ha problemi a dare inizio a una gravidanza per una pura questione anagrafica.
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Utero, tube e ovaie. Gli spermatozoi risalgono fino alle tube.
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L’uovo femminile viene fecondato nelle tube di Falloppio.
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L’embrione si annida nell’utero circa sei-otto giorni dopo la fecondazione.
Il concepimento è determinato dall’incontro di uno spermatozoo maschile con l’ovocita (o uovo) femminile. Quest’ultimo matura all’interno delle ovaie nei 10-16 giorni che seguono l’inizio del flusso mestruale. Mentre l’ovocita si sviluppa rimane all’interno di un involucro, detto follicolo di Graaf, che intorno alla metà del ciclo mensile si dischiude e lo libera: questo particolare momento è l’ovulazione. Dopo essere stato espulso dal follicolo (al riguardo, in ambito scientifico, si parla di “scoppio del follicolo”), l’uovo entra in una delle due tube di Falloppio, i condotti che collegano le ovaie all’utero, e la percorre in tutta la sua lunghezza, per poi raggiungere, come meta ultima, la cavità uterina. Ed è durante questo tragitto che, se viene raggiunto da uno spermatozoo efficiente, può essere fecondato. Se questo avviene l’uovo, dopo aver portato a termine il suo viaggio, si annida nell’endometrio, la mucosa di rivestimento interno dell’utero, dando inizio alla gravidanza. Altrimenti viene espulso attraverso il flusso mestruale.
Di norma, l’ovocita ormai fecondato, detto embrione, si stabilisce definitivamente nell’utero circa sei-otto giorni dopo l’incontro con lo spermatozoo: a questo punto è formato da alcune centinaia di cellule destinate a moltiplicarsi con incredibile rapidità.

I giorni sì

Per una convenzione stabilita su base statistica, cioè sulla rilevazione di quanto succede nella maggior parte dei casi, l’ovulazione viene collocata intorno al 14mo giorno del ciclo mensile, che è il periodo che intercorre tra una mestruazione e l’altra, della durata media di 28 giorni. In realtà, in molti casi, l’intervallo tra un flusso mestruale e l’altro è più lungo o più corto rispetto ai 28 giorni, per cui l’ovulazione non coincide con il 14mo giorno per tutte le donne. In ogni caso, il periodo di massima fertilità femminile dura circa 72 ore.
I giorni più favorevoli al concepimento sono comunque cinque, per identificarli si deve tenere conto anche del periodo di vita degli spermatozoi. In particolare sono:
i tre giorni che precedono l’ovulazione;
il giorno dell’ovulazione;
il giorno che segue l’ovulazione.
Va sottolineato che gli spermatozoi, una volta entrati nelle vie genitali femminili, conservano la loro capacità di fecondare l’uovo per un arco di tempo compreso tra un minimo di due giorni e un massimo di cinque. In genere, però, già dopo 72 ore tendono a perdere gran parte di quella motilità che permette loro di penetrare nell’uovo femminile per poi dare inizio a una nuova vita. Comunque, visto che lo spermatozoo di norma vive per un periodo relativamente lungo e che l’uovo femminile può essere fecondato con successo fino a un giorno dopo l’ovulazione (che dura 24 ore), è possibile che la gravidanza abbia inizio anche in seguito a un rapporto sessuale che si è svolto due-tre giorni prima dell’ovulazione stessa.

Come individuare i giorni giusti

Ci sono vari metodi, più o meno efficaci, per individuare il periodo ovulatorio, durante il quale è possibile che una gravidanza abbia inizio. Il più semplice è il vecchio metodo “Ogino-Knaus”, usatissimo in un passato non troppo lontano come sistema anticoncezionale e, di fatto, inaffidabile sia per evitare il rischio di gravidanze indesiderate, sia per indirizzare verso i giorni più idonei al concepimento.
Consiste nell’annotare per almeno sei mesi consecutivi la durata del ciclo, allo scopo di sapere con precisione quanti giorni trascorrono tra l’inizio di una mestruazione e l’inizio di quella successiva, eventualmente facendo una media tra i vari intervalli. Quando si possiede questo dato, è sufficiente dividerlo per due: il risultato, in linea del tutto teorica, dovrebbe coincidere con il giorno dell’ovulazione (in realtà il margine d’errore è molto ampio). Per fare un esempio: se il ciclo dura mediamente 32 giorni, l’ovulazione dovrebbe verificarsi circa 16 giorni dopo il primo giorno di inizio del flusso mestruale. In questo caso, il periodo fertile dovrebbe essere compreso tra il 13mo e il 18mo giorno dalla comparsa delle mestruazioni.
C’è poi il cosiddetto “metodo Billings”, che si basa sull’osservazione del muco trasparente e inodore che viene secreto dal collo dell’utero (o cervice) in quantità più o meno abbondanti a seconda del periodo del mese. Scarso nei giorni immediatamente successivi al termine delle mestruazioni, diventa via via più abbondante con l’avvicinarsi dell’ovulazione, in coincidenza della quale assume una consistenza filamentosa e talmente elastica da rendere possibile distenderlo tra le dita fino a una lunghezza di circa dieci, 15 o, addirittura, 20 centimetri. Il cambio di consistenza del muco cervicale ha lo scopo di favorire il cammino degli spermatozoi e di fornire loro il nutrimento necessario a una sopravvivenza di almeno tre giorni. In una certa percentuale di casi, nel periodo in cui si forma questa particolarissima secrezione, la donna avverte nella zona del basso ventre alcune lievi fitte, che provocano un modesto fastidio, chiamato Mittelschmerz, in quanto descritto per la prima volta da medici tedeschi. Il “dolore di metà ciclo” segnala l’imminenza dello scoppio del follicolo che contiene l’uovo.
C’è poi il metodo della temperatura basale, non approvato da tutti gli specialisti in quanto complicato e, di conseguenza, portatore d’ansia. La temperatura basale è la temperatura interna del corpo, rilevata dopo un periodo di riposo che si è protratto ininterrottamente per un minimo di sei ore. Il metodo consiste nel misurare ogni mattina al risveglio, prima di alzarsi dal letto, la temperatura corporea. Va bene un normale termometro, che può essere usato per via rettale, orale o vaginale. Il dato va annotato ogni giorno per un mese, allo scopo di ottenere indicazioni sulle variazioni termiche che avvengono nell’organismo nell’arco di un mese, di cui sono responsabili proprio gli estrogeni e il progesterone, gli ormoni prodotti dalle ovaie che preparano l’utero ad accogliere al suo interno l’embrione. Nei giorni immediatamente successivi all’inizio delle mestruazioni, la temperatura è compresa tra i 36,3 e i 36,9 gradi. In prossimità dell’ovulazione, quasi sempre circa 24 ore prima, si abbassa bruscamente di circa tre decimi rispetto alla temperatura del giorno precedente, poi risale nell’arco delle 48 ore successive fino a raggiungere i 37–37,3 gradi. Si mantiene su questo valore fino alla comparsa della successiva mestruazione. Con l’arrivo del nuovo flusso mestruale diminuisce fino ad arrivare ai 36,3-36,5 gradi. Se invece il concepimento è avvenuto non si abbassa, rimanendo stabilmente intorno ai 37 gradi (o qualcosa in più).
Si possono ottenere informazioni sul momento in cui si verifica l’ovulazione anche da uno speciale computerino (in vendita in farmacia o nei negozi di articoli sanitari) messo a punto come metodo contraccettivo naturale, ma usato anche per il concepimento, cioè per un obiettivo opposto a quello originario. Il computerino valuta la concentrazione di ormoni presente nelle urine, indicando il periodo fertile attraverso l’accensione di una spia luminosa di colore rosso.
Per finire, esistono in commercio speciali test fai da te che individuano l’ovulazione rilevando nelle urine la concentrazione dell’ormone luteinizzante (LH). Entrambi i metodi però possono produrre ansia e, quindi, rivelarsi controproducenti ai fini del concepimento. Lo stress è infatti un contraccettivo naturale in molti casi fin troppo efficace.

Frequenza dei rapporti e posizioni

Di norma, i ginecologi non forniscono volentieri indicazioni circa la frequenza con cui è consigliabile avere rapporti sessuali finalizzati al concepimento poiché simili suggerimenti possono avere conseguenze negative da un punto di vista emotivo. Potrebbero infatti privare il sesso di ogni spontaneità, rendendolo un’attività meccanica, foriera di ansia, dubbi, preoccupazioni. In una simile eventualità, si otterrebbe come unico risultato una diminuzione della fertilità della coppia, visto che lo stress svolge un vero e proprio effetto contraccettivo, per via delle reazioni che innesca nell’organismo e che, sia nella donna sia nell’uomo, coinvolgono anche la produzione ormonale. In più, nell’uomo lo stress compromette l’efficienza dell’eiaculazione, poiché determina l’emissione di un liquido seminale povero di spermatozoi mobili. Al contrario, la motilità degli spermatozoi è migliorata da un rapporto sessuale soddisfacente, affrontato con grande desiderio e trasporto erotico. In generale, due rapporti sessuali nei cinque giorni di massima fertilità della donna possono assicurare il concepimento meglio di un rapporto al giorno per tutto l’arco del mese. Questo significa che per dare inizio a una gravidanza non è necessaria un’attività sessuale particolarmente sostenuta sotto il profilo della frequenza: quello che conta davvero è che ogni singolo rapporto, oltre ad avvenire nella fase fertile del ciclo, sia carico di attrattiva erotica e venga vissuto con intensità.
È stato dimostrato che nei cinque giorni fertili il desiderio della coppia aumenta: nella donna è favorito dalla stessa ovulazione, nell’uomo dall’odore segreto e intrigante dei feromoni, sostanze presenti nel sudore femminile che agiscono da richiamo sessuale e che aumentano di quantità durante il periodo fertile.
Per quanto riguarda la posizione, un luogo comune vuole che la migliore per concepire sia quella “del missionario”, così denominata dall’abitudine degli uomini occidentali che vivevano in Africa di fare l’amore giacendo sopra la donna, a differenza della consuetudine indigena di avere l’amplesso mettendosi dietro la schiena dell’amante.
Di fatto, non è mai stato dimostrato che il cammino degli spermatozoi venga agevolato da una particolare posizione, mentre è certo che il traguardo della gravidanza viene raggiunto senza difficoltà se gli spermatozoi hanno una buona motilità e quindi riescono a risalire nel muco cervicale, che costituisce il loro habitat ideale.
Un’altra credenza da tempo smentita riguarda la necessità che la donna non si alzi dal letto nell’ora successiva al rapporto sessuale, per trattenere tutto il liquido seminale. Di fatto, è irrilevante che una quantità di eiaculato vada perduta, poiché gli spermatozoi (a cui si deve il concepimento) iniziano il loro spostamento, separandosi dal liquido seminale che li contiene, immediatamente dopo l’eiaculazione.

Influenzare il sesso del bambino

Il desiderio di influenzare il sesso del bambino è vecchio quanto il mondo e, nei secoli, ha dato vita a varie e fantasiosissime credenze. Per esempio, per favorire la nascita di un maschietto, gli antichi egizi ritenevano che fosse necessario fare l’amore nelle notti di luna piena, mentre Aristotele, filosofo greco, consigliava alla donna di...

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