Tantra
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Tantra

La via dell'estasi sessuale

Elmar Zadra, Michaela Zadra

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Tantra

La via dell'estasi sessuale

Elmar Zadra, Michaela Zadra

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Le antiche tecniche del Tantra ci insegnano a sciogliere uno dopo l'altro, semplicemente e dolcemente, tutti i nodi che bloccano la scoperta dei tesori del nostro corpo e di quello del nostro compagno d'amore. Il segreto più grande, in queste tecniche, è che il desiderio e il suo soddisfacimento non hanno confini dentro di noi: li si può far crescere insieme, senza che l'uno esaurisca mai l'altro. Tensione, ansia, fatica fisica e psicologica scompaiono presto, in questa scoperta di una diversa sessualità, aprendo la via prima alla tenerezza, al rilassamento, e poi a una dimensione della conoscenza che va ben oltre il rapporto fisico, fino a congiungere le energie più sottili, l'io profondo dei due partner. Fondato sui testi originali indiani e tibetani e sul diretto insegnamento dei maestri tantrici, questo libro indica "una via occidentale" al Tantra, un percorso sia teorico che pratico per vivere a fondo - tramite l'energia dell'amore - l'affetto, la reciproca curiosità e la gioia dei sensi.

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Information

Publisher
Mondadori
Year
2018
ISBN
9788852090714
Parte seconda

LA VIA DEL PIACERE

5

Star bene nel sesso

Per quanto riguarda la sessualità viviamo in un’epoca di grande confusione, tra pochi riferimenti credibili e molte contraddizioni.
In genere, nostro padre e nostra madre – le persone che hanno costituito il nostro primo punto di riferimento – hanno raramente parlato di sesso, se ne parlavano era piuttosto in termini di divieti o di battute, ma non con quella naturalezza, quella apertura e quel coinvolgimento interiore, di cui avevamo bisogno; e ancora meno ci hanno insegnato come sentirci bene e rilassati nella nostra sessualità. Quante volte li abbiamo visti nudi?
Al contrario, ora assistiamo a una valanga di informazioni sul sesso: il sesso è uno degli argomenti più trattati dai mass media, sono in vendita tantissimi libri sul sesso, ogni rivista ha almeno un articolo sull’argomento, ma sembra che tutte queste parole non bastino mai, che le questioni che ci turbano rimangano sempre le stesse e che la gestione del rapporto di coppia stia diventando sempre più difficile e più problematica, invece che più semplice.
Quanto alla scienza, i sessuologi sanno certamente dare ottime informazioni, per quanto riguarda l’aspetto più meccanico e organico del rapporto sessuale. Ma nelle questioni che coinvolgono tutto il nostro essere, anche la scienza dà risposte abbastanza contraddittorie o si avvolge di silenzio.
Al cinema, nella pubblicità e sulle copertine delle riviste veniamo bombardati da una quantità di nudi che non hanno alcun rapporto con un qualche nostro desiderio di mostrarci nudi in prima persona. E in quelle rare occasioni in cui ci spogliamo davanti ad altri (sulla spiaggia, nella sauna, a una visita medica...) proviamo vergogna oppure siamo del tutto staccati dai nostri sentimenti, e ci mostriamo nudi più per voglia di apparire che non per sentirci a nostro agio.
Mentre la Chiesa cattolica va predicando concetti adatti a una società di cent’anni fa, la «donna moderna» accampa pretese quali la multiorgasmicità e l’indipendenza nell’espressione sessuale.1
Mentre quasi il 50% degli uomini ha il “problema” di una eiaculazione troppo rapida o di un’impotenza temporanea, la stampa parla di recordmen del sesso che fanno l’amore per diverse ore di seguito.
Perfino il Tantra, che insegna a provar gioia e distensione nell’ardore sessuale, viene utilizzato spesso per creare un’ulteriore «ansia di prestazione sessuale».
Fino a circa dieci anni fa le donne non dovevano far sesso, se tenevano alla loro buona reputazione; e se lo facevano, lo facevano di nascosto, e in modo sommesso, silenzioso, inibito. Oggi per essere in bisogna farlo, farlo spesso, avere degli orgasmi sconvolgenti e parlarne senza inibizioni.
Poiché è da questa situazione che noi tutti partiamo, prima di cominciare a estendere l’orgasmo con le tecniche tantriche e unire l’ardore del sesso al silenzio della meditazione, dobbiamo trovare un modo di sentirci veramente (e non solo apparentemente) bene nella nostra vita sessuale. Un modo di aprirci più a noi stessi e alla danza dei nostri sensi, che non alle esigenze esterne e a concezioni idealizzate.
In questo capitolo non vogliamo aggiungere nuove tecniche a quelle che già si trovano in tanti altri testi; vogliamo solo dare spazio a quelle potenzialità che ciascuno di noi porta in sé, e fornire indicazioni per capire perché quelle potenzialità non trovano attuazione. Non miriamo né a degli standard né a dei record, ma solo a trovare un’espressione della sessualità individuale e personale, così come essa è in realtà. Non occorre diventare diversi da come si è per essere pienamente soddisfatti a letto; basta comprendere i nostri automatismi corporei, sentimentali e mentali e portare alla luce quei tesori che ciascuno di noi ha già dentro di sé.
Prima di districarci da tutte quelle immagini artificiose che abbiamo coltivato e che ci siamo impresse nella mente riguardo ai modi di essere sexy, dobbiamo renderci conto di che cosa esse siano, e in qual modo riescano a boicottare il nostro benessere personale.

Cosa me lo impedisce?

Una convinzione è una frase, un pensiero, un giudizio che crea realtà. Se per esempio sono convinta che il sesso sia noioso, cercherò inconsapevolmente situazioni nelle quali il sesso sarà sempre noioso. Questa convinzione crea una sorta di visione ristretta e deformata della mia realtà personale e relazionale, che limita non solo la mia sessualità, ma anche tutti gli altri aspetti della vita.
La maggior parte di noi ha ricevuto poco incoraggiamento nella sua educazione sessuale e ha viceversa accumulato un ampio repertorio di affermazioni, regole, convinzioni e giudizi deprimenti, e decisamente inibitori. Anche il semplice non parlarne, non dire mai niente, far finta che il sesso non esista, la cortina di silenzio che avvolge un tema così importante per gli adolescenti conduce sempre a convinzioni inibitorie: ai vari «non si può», «non devi», e così via... Queste convinzioni apprese dai genitori, dagli educatori, dai preti, ecc. hanno un duplice effetto:
  1. diventano parte della nostra struttura mentale e danneggiano il nostro piacere personale;
  2. danneggiano anche il piacere di altre persone, sotto forma di giudizi, disapprovazione, ecc.
Queste convinzioni ci parlano continuamente sotto forma di «voci interiori», e possono avere due nature:
1) il top talk
Significa «una voce che viene dall’alto»: che cioè è avvertita come autorevole. Di solito ha un tono molto aggressivo che, indipendentemente dal contenuto delle sue frasi, produce veri e propri shock nel corpo energetico, frena improvvisamente tutta la nostra vitalità e ci mette in uno stato di allerta, di difesa o di fuga. Il top talk ha di solito un tono forte e attivo, ma pericoloso come un padre che picchia.
2) l’under dog
Letteralmente significa «il cane che c’è giù»: è una voce che viene dal basso o che comunque tende a tirarti giù, a toglierti la tua energia; ti priva della forza vitale lasciandoti una sensazione di pesantezza e di stanchezza. È la voce di una vittima, e il suo tono è paragonabile al tono d’una madre che soffre e si lamenta.
Tipici top talks sono:
Non mi devo toccare e gemere così.
Dovrei essere più sensuale.
Non comportarti come una puttana.
Dovrei essere in grado di soddisfare sempre mia moglie.
Devo riconoscere la mia sessualità.
Voglio controllarmi e tenere duro.
Dovrei essere più bravo a letto.
Tipici under dogs sono:
Non posso far nulla per star bene.
Bisogna adattarsi al partner.
Non ci provo nemmeno a dirglielo, tanto non lo capisce.
Non riuscirò mai ad avere una buona erezione.
Non mi merito il suo amore.
Ho tanta paura, non ce la faccio.
Non sono abbastanza bella per piacergli.
Ora che ti sei fatto un’idea, prendi un foglio di carta, piegalo a metà e scrivi su un lato tutti i top talks e sull’altro lato tutti gli under dogs che riguardano la tua sessualità e in particolar modo il piacere che provi nel sesso.
Poi, esamina la struttura delle tue voci:
  • In quale delle due categorie le tue voci interiori sono più numerose.
  • Quali sono gli operatori modali più frequenti: devo, non devo, non posso, dovrei, voglio (con tono insistente), non voglio.
  • Dove potresti averle imparate: da tuo padre, da tua madre, dai tuoi coetanei, dai partner che hai avuto...?
  • In che modo limitano il tuo piacere: quale sensazione provi nel corpo se dici ad alta voce quelle frasi, rivolto a te stesso?
  • In quale misura giudichi anche altre persone secondo i criteri di queste voci?
Una volta che hai individuato le voci, le frasi, le convinzioni con le quali ostacoli il tuo benessere sessuale, non avrai certo risolto ogni cosa, ma avrai comunque fatto il primo passo per prender le distanze da questo tuo programma negativo: la prossima volta che senti una di quelle voci, potrai pensare «ah, eccola di nuovo» e ciò ti impedirà di identificarti con essa; la riconoscerai come tua, ma potrai scegliere se seguirla o se seguire di più il tuo piacere. Potrai anche domandare al tuo partner se lui pensa la stessa cosa che tu credi che lui pensi.
Quanto più spazio dai al tuo piacere, tanto più udibili divengono le voci interiori che vogliono ostacolarlo.
Talvolta queste voci interiori non si limitano a singole frasi, ma espongono interi ragionamenti, del tipo: «io non mi merito di provare molto piacere, e devo semmai faticare prima, per guadagnarmelo, devo accontentare il partner per riceverlo e, se per caso il mio partner mi fa sentire felice, gli devo dare subito qualcosa in cambio».
Queste voci infernali sono la nostra prigione, sono i limiti che non ci vengono imposti dall’esterno ma che ci creiamo e manteniamo da dentro; è attraverso queste voci che noi siamo violenti con noi stessi, ostacoliamo la nostra strada verso il piacere, ci comprimiamo energeticamente, ci rendiamo deboli o rigidi. Quando ti accorgerai che è così, potrai avvertire una certa collera contro queste voci e questa collera è necessaria per affrontarle, e per decidere da che parte starai in futuro: se dalla parte del piacere, o da quella dell’inibizione.
Ci sono diversi modi per affrontare queste voci infernali nel nostro dialogo interiore:
  1. rivolta: rimandare il messaggio al mittente con un «ora basta!»
  2. ammettere la verità: «questa frase mi offende»
  3. umorismo: dissolve la forza distruttiva della voce
  4. esagerare: «Ah, ma posso essere ancora più porca, se voglio»
  5. aggredire la voce che ti giudica: «Come puoi tu giudicare cos’è un buon amante?»
  6. equanimità: rimanere radicato nel corpo, considerando la voce con distacco
  7. ristrutturare la voce: per esempio, se dice «il sesso è sporco» voi rispondete, spostandola in un contesto dove è più utile «ora faccio il sesso come mi viene, e poi farò pulizia sulla mia scrivania che è disordinata».
Ma non crediate che la mente, con le sue voci e le sue convinzioni, sia l’unico ostacolo a una sessualità serena. Le cose sono più complesse: a quelle voci corrispondono blocchi muscolari e blocchi emotivi. E, d’altra parte, anche il potenziale della sessualità liberata si trova sia nella mente (i desideri, le fantasie, le voci del bambino interiore) sia nel corpo (sensualità, slanci spontanei, voglia di allargarsi). Alle voci che dicono «sì» o «no» all’energia sessuale, si aggiungono le forze dei sensi che tendono ad allargarla, e dei blocchi che tendono a comprimerla e a frenarla.
Nel vissuto sessuale della coppia si possono creare svariati equilibri, che dipendono dalla distribuzione dei potenziali e dei freni che agiscono nel corpo e nella mente. Possiamo distinguere quattro forme di comportamento tipiche, che una coppia può adottare nel corso della sua storia.
LA COPPIA SPENTA: fanno poco sesso e a 30 anni sembrano già anziani. Questa coppia può assumere due forme:
a) i partner socializzano volentieri con gli altri, e sono allegri ma un po’ piatti, poco vitali, non «irradiano»;
b) sui due partner pesa una sorta di cappa, sono depressi o rigidi e fanno una vita difficile, passano le sere davanti al televisore o a discutere dei difetti degli altri, si sentono frenati sia nel corpo che nella mente.
LA COPPIA DRAMMATICA: fanno una vita movimentata, vivono le emozioni, fanno sesso, a volte litigano e piangono, hanno frequenti scenate di gelosia; ma tutto ciò ha una netta tendenza a divenire ripetitivo: «È sempre la solita storia», mancano i cambiamenti, le prospettive nuove, la profondità.
a) Spesso, lei frequenta diversi gruppi ne...

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