Capitolo 1
Introduzione
1.1 Lâambiente e il quadro geografico
Questa prima parte del volume ha lo scopo di introdurre il lettore nellâambiente in cui si svolsero gli eventi dellâEtĂ del Bronzo relativi alle civiltĂ egee e cipriote e di definirne i confini. Ă nostra scelta, obbligata da questioni sia metodologiche che di spazio, lasciare ai margini le isole del Dodecaneso (compresa Rodi) e i siti costieri dellâAnatolia, le isole dellâEgeo nord-orientale, la Macedonia e la Tracia; queste aree, che solo in determinati periodi entrano nel panorama specifico delle civiltĂ egee e che in un certo senso possono essere considerate come âperiferiaâ, verranno trattate di conseguenza. La realtĂ cipriota, che geograficamente è esterna ai confini del mar Egeo, verrĂ invece considerata brevemente anche in questa introduzione, perchĂŠ discussa al pari delle aree piĂš propriamente egee per tutto il periodo qui considerato. Ciò premesso, lâambiente o, meglio, gli ambienti considerati, possono essere distinti in quattro aree principali (fig. 1).
Figura 1 â Carta geografica del Mediterraneo centro-orientale.
1.Grecia continentale (fig. 2): è caratterizzata da pianure e valli di piccola e media estensione, ben separate da rilievi montuosi, e adatte alla coltivazione di olivi, viti, varie piante da frutto, cereali e allevamento di pecore, capre, maiali e bovini.
2.Creta (fig. 3): geograficamente simile al Peloponneso, presenta larghe baie (in particolare il golfo di Mirabello, il golfo di ChaniĂ , la baia della MessarĂ ) e ricche pianure costiere e interne, delimitate da tre grandi catene montuose (le âmontagne biancheâ Lefka Ori, la catena dellâIda e la catena del Dikte).
3.Isole Cicladi (fig. 4): in ottima comunicazione fra loro, risultano un perfetto intermediario fra la Grecia, Creta, e isole del Dodecaneso e lâAnatolia Occidentale. Presentano fertili pendii e coste frastagliate.
4.Cipro (fig. 5): lâisola, situata geograficamente nel Mediterraneo orientale, costituisce una sorta di testa di ponte fra le coste dellâAnatolia meridionale e la costa siriana, da un lato, e il mondo egeo, dallâaltro. Caratterizzata da due sistemi montuosi (la catena del Troodos, massiccio che occupa lâarea centro-occidentale dellâisola, e la sottile fascia delle alture settentrionali di Kyrenia o Pentadaktylos), presenta unâampia area pianeggiante nel centro (pianura di Mesaoria), che raggiunge il mare sia a est che a ovest, e una costa suddivisa in una serie di baie (golfo di Morphou a nord; di Episkopi, di Limassol, di Larnaca a sud; di Famagosta a est).
Figura 2 â I siti della Grecia continentale nellâEtĂ del Bronzo (adattamento da R. Treuil et al. 2008: carte 5).
Figura 3 â I principali siti di Creta minoica (da H.-G. Buchholz, V. Karageorghis, Prehistoric Greece and Cyprus, Phaidon Press, Londra 1973: fig. 2).
Fig. 4 â Lâarcipelago delle Cicladi. Localizzazione dei principali siti preistorici (adattamento da E. Gaba,Wikimedia Commons user: Sting, consultato il 20/05/2015).
Fig. 5 â Cipro. Localizzazione dei principali siti archeologici (adattamento da K.D. Fisher, Archaeology of Cyprus, ÂŤEncyclopedia of Global ArchaeologyÂť, 2014, pp. 2000-2016: fig. 1).
Le quattro aree sono caratterizzate da un clima mediterraneo, con freddo invernale e caldo estivo, e le prime tre da una notevole mobilitĂ tettonica (maremoti, terremoti, eruzioni vulcaniche) che rappresenta una costante fissa con la quale le popolazioni egee debbono necessariamente convivere.
Dallâinizio dellâEtĂ del Bronzo, gli spazi coltivati cominciano a occupare le loro sedi definitive: fra le piante prevale lâolivo, seguito dalla vite, mentre i prodotti cerealicoli (in particolare granturco e orzo) diventano la maggior fonte di sostentamento. La pastorizia, soprattutto ovina, è sviluppata in modo considerevole, e la produzione di lana diventa a poco a poco superiore alle esigenze di sopravvivenza, cosĂŹ come la produzione di olio. Il progresso tecnologico porta alla lavorazione di oggetti in bronzo. Proprio lâuso del metallo denota come il mondo egeo non sia una realtĂ autosufficiente ma inserita in un sistema di scambi che necessitano capacitĂ di affrontare le insidie del mare. Il mare rappresenta quindi un fattore essenziale, sia inteso come âmezzo di trasportoâ che per le implicazioni climatiche. La pesca era sicuramente sviluppata, anche se sembra rappresentasse unâattivitĂ secondaria rispetto allâagricoltura e allâallevamento.
Nelle aree egee le materie prime non sono molte, a eccezione di argille lavorabili e di pietre. Lâossidiana sembra provenire solo da Melos (Cicladi) â e GialĂŹ (Dodecaneso) â, mentre il marmo bianco da Paros e Naxos (Cicladi) e dallâAttica (Grecia centrale). A Creta è attestato il cristallo di rocca. Anche le risorse metallurgiche sono scarse, insufficienti per un consumo superiore a un commercio su scala ridotta: rame e piombo argentifero provengono dalle miniere del Laurion in Attica e da varie isole cicladiche. Alcune fonti di rame sembra siano state usate a Creta fin dallâEtĂ del Bronzo, mentre in Laconia (Peloponneso) è probabile venissero giĂ sfruttati piccoli giacimenti di rame, argento e forse oro. Ma è del tutto assente lo stagno â essenziale per produrre gli oggetti in bronzo â che è sempre stato importato.
Molto diversa si presenta la situazione a Cipro per la presenza nella catena del Troodos di ricchi giacimenti di rame, che cominciano a essere sfruttati giĂ verso la metĂ del terzo millennio a.C., almeno nellâarea settentrionale, preludio di un precoce utilizzo in tutta lâisola durante il corso dellâAntico Bronzo. Pertanto, allo sfruttamento sistematico delle risorse agricole e allâallevamento, che accomunano Cipro alle aree egee, si aggiunge lo sfruttamento delle risorse minerarie. Queste risorse hanno costituito nel corso del secondo millennio a.C., quando i traffici in tutto il Mediterraneo orientale cominciarono a intensificarsi raggiungendo il loro apice nel Tardo Bronzo, il motivo primario per una centralitĂ dellâisola â centralitĂ quindi non solo geografica â e per il suo ruolo di primo piano negli scambi commerciali.
[A.M.J.]
1.2 Il quadro cronologico
Uno dei principali problemi a cui bisogna far fronte nella ricerca archeologica è rappresentato dalla difficoltà di collocare nel tempo i monumenti, gli oggetti, gli eventi e le fasi; di definire, cioè, la loro cronologia in termini relativi e assoluti.
1.2.1 La cronologia relativa e i sistemi di datazione assoluta in archeologia
Si usa lâespressione âcronologia relativaâ per far riferimento ai rapporti di anterioritĂ , contemporaneitĂ e posterioritĂ tra oggetti e fasi cronologiche stabiliti sulla base di stratigrafie, tipologie e ogni altro tipo di correlazione. Le sequenze di cronologia relativa che si possono ottenere confrontando e combinando i materiali recuperati in depositi archeologici stratigraficamente affidabili con quelli rinvenuti in analoghi strati archeologici di altre aree di per sĂŠ non forniscono indicazioni per quanto concerne le date assolute, quelle, cioè, corrispondenti agli anni solari a cui appartengono i singoli manufatti. Il problema risulta particolarmente complicato nel caso in cui si affrontino tematiche relative a culture per le quali non siano disponibili delle datazioni storiche a causa della mancanza delle informazioni fornite dai documenti scritti. Questo è il caso della Grecia dellâEtĂ del Bronzo, anche se, in questo caso, sono disponibili dei testi, redatti, però, in scritture non decifrate come il Geroglifico Minoico e la Lineare A oppure dei documenti a carattere essenzialmente amministrativo, come è il caso delle tavolette scritte in Lineare B della Grecia micenea. Pertanto, per fissare delle datazioni assolute nelle sequenze di cronologia relativa, si è fatto ricorso, quando è stato possibile, al sistema dei cosiddetti rinvenimenti incrociati (cross finds). Per datare i depositi archeologici di determinate aree, è stata quindi rivolta particolare attenzione ai manufatti importati da altre zone, in cui sono state stabilite delle sequenze cronologiche indipendenti e affidabili che consentano di datare in termini assoluti i singoli oggetti. Nel caso dellâEgeo, a tale scopo possono essere considerati particolarmente utili alcuni reperti provenienti dalle aree di alta civiltĂ del Mediterraneo orientale e che possono essere assegnati al periodo di regno di determinati sovrani mesopotamici ed egiziani. Sulla base di documenti storici, che attestano i rapporti di vario genere intercorsi tra i regnanti di regioni diverse, infatti, sono note le sequenze dinastiche e gli anni di regno dei sovrani, anche se bisogna ricordare che i sistemi cronologici seguiti dalle varie scuole di studiosi presentano talora significative oscillazioni. Nel caso dellâEgitto, per esempio, le liste di faraoni raggruppati in dinastie sono sostanzialmente derivate dallâopera dello storico-sacerdote Manetone (323-245 a.C.), ma presentano errori, ripetizioni di nomi e omissioni, senza considerare che le cronologie assolute relative al regno dei sovrani sono notevolmente condizionate dal sistema di computo degli anni basato sulle piene del Nilo che hanno determinato uno sfalsamento rispetto al calendario gregoriano. Ă per vari motivi, quindi, che gli studiosi moderni, per quanto concerne lâEgitto faraonico, seguono sistemi cronologici diversi (cronologia alta, media, bassa o ultrabassa). Sistemi cronologici alternativi sono stati proposti anche per altre aree del Vicino Oriente, per cui bisogna tener conto di tutte queste differenze nel considerare i rinvenimenti incrociati tra lâEgeo e le aree orientali.
Contrariamente alle datazioni archeologiche, i sistemi di datazione scientifica, entrati in uso dalla metĂ del Novecento, mirano invece a stabilire la cronologia assoluta di campioni prelevati da contesti archeologicamente affidabili, in modo da permettere di datare con precisione tutti i manufatti a essi associati e il loro contesto di appartenenza.
Il sistema di analisi al radiocarbonio tuttora è senzâaltro il piĂš utilizzato, soprattutto per le epoche preistoriche piĂš antiche, e non è necessario discuterne qui in dettaglio i principi basilari; si deve comunque sottolineare come gli sviluppi determinati dallâapplicazione di questa metodologia anche nel campo delle cronologie egee del Tardo Bronzo siano risultati per certi versi sorprendenti.
La tripartizione della cronologia egea
Secondo le suddivisioni cronologiche tradizionali, al Neolitico segue lâEtĂ dei Metalli, nel cui ambito viene generalmente distinto il periodo Calcolitico (o EtĂ del Rame) dallâEtĂ del Bronzo, ma è chiaro che queste suddivisioni non presuppongono nette distinzioni dal punto di vista tecnologico, perchĂŠ i manufatti litici continuarono a essere realizzati e utilizzati anche nellâEtĂ dei Metalli e la presenza degli oggetti di rame è ben attestata anche nei contesti dellâEtĂ del Bronzo.
Tabella 1 â Cronologie assolute e relative dellâEgeo (adattamento da Shelmerdine 2008, 4, fig. 1.1). N.B. EM ed EH = AM e AE, rispettivamente; LM, LC e LH = TM, TCicl e TE, rispettivamente.
Nel corso dellâEtĂ del Bronzo egea si devono comunque distinguere tre grandi aree geografiche, il Continente, le isole Cicladi e Creta, che, pur presentando evidenti peculiaritĂ culturali, sono anche cosĂŹ strettamente interconnesse che i loro sviluppi culturali possono essere considerati sostanzialmente paralleli (tab. 1). A Creta si sviluppò la civiltĂ che A. Evans denominò âminoicaâ, per cui lâAntico, il Medio ed il Tardo Bronzo cretese, vennero da lui definiti rispettivamente Antico, Medio e Tardo Minoico e convenzionalmente indicati con le sigle AM, MM e TM. La stessa suddivisione viene utilizzata sia per lâarea cicladica, in cui, appunto, si distinguono i periodi Antico, Medio e Tardo Cicladico (ACicl, MCicl e TCicl), che per quella continentale, per la quale viene però usata lâindicazione âelladicaâ, con conseguente suddivisione in Antico, Medio e Tardo Elladico (AE, ME e TE). Il TE è sinonimo anche di âMiceneoâ, perchĂŠ corrisponde al periodo in cui sul Continente si sviluppò la civiltĂ micenea. Sulla base dellâevoluzione della ceramica e di altri fattori di cambiamento, ciascuno dei tre periodi principali, in tutte le aree, è stato ulteriormente suddiviso in tre fasi. Pertanto, iniziando da Creta e seguendo il sistema tripartito proposto da Evans, nellâAM si distinguono AM I, AM II e AM III, MM I, II e III, TM I, II, III. Sono possibili anche ulteriori distinzioni in sottofasi, per cui, per esempio, lâAM II è stato suddiviso in AM IIA e AM IIB, il MM II in MM IIA e MM IIB. Periodizzazioni ancora piĂš puntuali sono state proposte per il Tardo Bronzo, quando la ceramica evolve piĂš rapidamente ed è pertanto possibile operare distinzioni stilistiche e cronologiche piĂš precise. Il TM I viene quindi suddiviso in TM IA e TM IB; non si procede, invece, ad ulteriori distinzioni per quanto concerne il TM II, che fino a non molti anni fa diversi studiosi non consideravano un periodo a sĂŠ stante. Il TM III viene invece suddiviso in TM IIIA, TM IIIB e TM IIIC, con ulteriori ripartizioni.
Lo stesso procedimento è stato seguito anche per lâarea cicladica e continentale, soprattutto per il periodo miceneo, quando le tappe dellâevoluzione della ceramica sono cosĂŹ marcate che, per esempio, si può distinguere uno stile (e quindi una fase cronologica) âTE IIIA 2 anticoâ da quello âTE IIIA 2 tardoâ e cosĂŹ via. Questi sistemi cronologici tripartiti sono generalmente accettati per quanto riguarda la sequenza delle cronologie relative, mentre per la determinazione delle cronologie assolute si è fatto ricorso sia al sistema tradizionale dei ârinvenimenti incrociatiâ, che alle procedure di datazione scientifica, come le analisi del C-14.
1.2.2 Il dibattito sulla data dellâeruzione del vulcano di Thera e le cronologie assolute del Tardo Bronzo nellâEgeo
Fino agli Ottanta del Novecento, sulla base dei sincronismi con le altre civiltĂ del Mediterraneo, gli studiosi unanimemente inquadravano il periodo TM IA nel XVI secolo a.C., ritenendo che fosse iniziato attorno al 1600-1580 a.C. e terminato verso 1500 a.C.; il passaggio dal Medio al Tardo Bronzo sarebbe cosĂŹ avvenuto nei primi decenni del XVI secolo a.C. Negli anni Ottanta del Novecento alcuni studiosi (tra cui in particolare P. Betancourt e S. Manning) proposero una datazione molto piĂš alta per il periodo TM IA, sostenendo che i suoi limiti cronologici erano situati allâinterno del XVII secolo a.C. Da quel momento in ...