Il manifesto del futurismo e altri scritti
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Filippo Tommaso Marinetti

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Il manifesto del futurismo e altri scritti

Filippo Tommaso Marinetti

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In questa raccolta sono riportati i piĂč importanti scritti del grande letterato futurista che all'inizio del XX secolo diedeun forte impulso al rinnovamento e al capovolgimento culturale in Italia e in Europa. Esaltando il progresso, la velocitĂ , il futuro, la forza e la potenza, criticando i retaggi di una cultura ormai obsoleta e defunta, Marinetti stila gli elementi di base del Futurismo, corrente di pensiero che invade tutti gli aspetti dei sensi, della vita e dell'arte. Ledizioni pubblica quest'opera fuori diritti in formato cartaceo ed ePub.

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Information

Verlag
Ledizioni
Jahr
2015
ISBN
9788867053292

Distruzione della sintassi - Immaginazione senza fili - Parole in libertĂ 

La sensibilitĂ  futurista
Il mio Manifesto tecnico della Letteratura futurista (11 Maggio, 1912) col quale inventai il lirismo essenziale e sintetico, l’immaginazione senza fili e le parole in libertà, concerne esclusivamente l’ispirazione poetica.
La filosofia, le scienze esatte, la politica, il giornalismo, l’insegnamento, gli affari, pur ricercando forme sintetiche di espressione, dovranno ancora valersi della sintassi e della punteggiatura. Sono costretto infatti, a servirmi di tutto ciĂČ per potervi esporre la mia concezione.
Il Futurismo si fonda sul completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche. Coloro che usano oggi del telegrafo, del telefono e del grammofono, del treno, della bicicletta, della motocicletta, dell’automobile, del transatlantico, del dirigibile, dell’aeroplano, del cinematografo, del grande quotidiano (sintesi di una giornata del mondo) non pensano che queste diverse forme di comunicazione, di trasporto e d’informazione esercitano sulla loro psiche una decisiva influenza.
Un uomo comune puĂČ trasportarsi con una giornata di treno, da una piccola cittĂ  morta dalle piazze deserte, dove il sole, la polvere e il vento si divertono in silenzio, ad una grande capitale, irta di luci, di gesti e di grida
 L’abitante di un villaggio alpestre, puĂČ palpitare d’angoscia ogni giorno, mediante un giornale, con i rivoltosi cinesi, le suffragette di Londra e quelle di New York, il dottor Carrel e le slitte eroiche degli esploratori polari. L’abitante pusillanime e sedentario di una qualsiasi cittĂ  di provincia puĂČ concedersi l’ebrietĂ  del pericolo seguendo in uno spettacolo di cinematografo, una caccia grossa nel Congo. PuĂČ ammirare atleti giapponesi, boxeurs negri, eccentrici americani inesauribili, parigine elegantissime, spendendo un franco al teatro di varietĂ . Coricato poi nel suo letto borghese, egli puĂČ godersi la lontanissima e costosa voce di un Caruso o di una Burzio.
Queste possibilitĂ  diventate comuni, non suscitano curiositĂ  alcuna negli spiriti superficiali, assolutamente incapaci di approfondire qualsiasi fatto nuovo come gli arabi che guardavano con indifferenza i primi aeroplani nel cielo di Tripoli. Queste possibilitĂ  sono invece per l’osservatore acuto altrettanti modificatori della nostra sensibilitĂ , poichĂ© hanno creato i seguenti fenomeni significativi:
1. Acceleramento della vita, che ha oggi, un ritmo rapido. Equilibrismo fisico, intellettuale e sentimentale sulla corda tesa della velocitĂ  fra i magnetismi contradittorii. Coscienze molteplici e simultanee in uno stesso individuo.
2. Orrore di ciĂČ che Ăš vecchio e conosciuto. Amore del nuovo, dell’imprevisto.
3. Orrore del quieto vivere, amore del pericolo e attitudine all’eroismo quotidiano.
4. Distruzione del senso dell’al di là e aumentato valore dell’individuo che vuol vivre sa vie secondo la frase di Bonnot.
5. Moltiplicazione e sconfinamento delle ambizioni e dei desideri umani.
6. Conoscenza esatta di tutto ciĂČ che ognuno ha d’inaccessibile e d’irrealizzabile.
7. Semi-uguaglianza dell’uomo e della donna, e minore slivello dei loro diritti sociali.
8. Deprezzamento dell’amore (sentimentalismo o lussuria), prodotto della maggiore libertĂ  e facilitĂ  erotica nella donna e dall’esagerazione universale del lusso femminile. Mi spiego: Oggi la donna ama piĂč il lusso che l’amore. Una visita a una grande sartoria fatta in compagnia d’un banchiere amico, panciuto, podagroso, ma che paga, sostituisce perfettamente il piĂč caldo convegno d’amore con un giovane adorato. La donna trova tutto l’ignoto dell’amore nella scelta di una toilette straordinaria, ultimo modello, che le sue amiche non hanno ancora. L’uomo non ama la donna priva di lusso. L’amante ha perso ogni prestigio, l’Amore ha perso il suo valore assoluto. Questione complessa, che mi accontento di sfiorare.
9. Modificazione del patriottismo diventato oggidì l’idealizzazione eroica della solidarietà commerciale, industriale e artistica di un popolo.
10. Modificazione della concezione della guerra, diventata il collaudo sanguinoso e necessario della forza di un popolo.
1l. Passione, arte, idealismo degli Affari. Nuova sensibilitĂ  finanziaria.
12. L’uomo moltiplicato dalla macchina. Nuovo senso meccanico, fusione dell’istinto col rendimento del motore e colle forze ammaestrate.
13. Passione, arte e idealismo dello Sport. Concezione e amore del «record».
14. Nuova sensibilitĂ  turistica dei transatlantici e dei grandi alberghi (sintesi annuale di razze diverse). Passione per la cittĂ . Negazione delle distanze e delle solitudini nostalgiche. Derisione del divino silenzio verde e del paesaggio intangibile.
15. La terra rimpicciolita dalla velocitĂ . Nuovo senso del mondo. Mi spiego: Gli uomini conquistarono successivamente il senso della casa, il senso del quartiere in cui abitavano, il senso della cittĂ , il senso della zona geografica, il senso del continente. Oggi posseggono il senso del mondo; hanno mediocremente bisogno di sapere ciĂČ che facevano i loro avi, ma bisogno assiduo di sapere ciĂČ che fanno i loro contemporanei di ogni parte del mondo. Conseguente necessitĂ , per l’individuo, di comunicare con tutti i popoli della terra. Conseguente bisogno di sentirsi centro, giudice e motore dell’infinito esplorato e inesplorato. Ingigantimento del senso umano e urgente necessitĂ  di fissare ad ogni istante i nostri rapporti con tutta l’umanitĂ .
16. Nausea della linea curva, della spirale e del tourniquet. Amore della retta e del tunnel. Abitudine delle visioni in scorcio e delle sintesi visuali create dalla velocitĂ  dei treni e degli automobili che guardano dall’alto cittĂ  e campagne. Orrore della lentezza, delle minuzie, delle analisi e delle spiegazioni minute. Amore della velocitĂ , dell’abbreviazione e del riassunto. «Raccontami tutto, presto, in due parole!»
17. Amore della profondità e dell’essenza in ogni esercizio dello spirito.
Ecco alcuni degli elementi della nuova sensibilitĂ  futurista che hanno generato il nostro dinamismo pittorico, la nostra musica antigraziosa senza quadratura ritmica, la nostra Arte dei rumori e le nostre parole in libertĂ .
Le parole in libertĂ 
Scartando ora tutte le stupide definizioni e tutti i confusi verbalismi dei professori, io vi dichiaro che il lirismo ù la facoltà rarissima di inebbriarsi della vita e di inebbriarla di noi stessi. La facoltà di cambiare in vino l’acqua torbida della vita che ci avvolge e ci attraversa. La facoltà di colorare il mondo coi colori specialissimi del nostro io mutevole.
Ora supponete che un amico vostro dotato di questa facoltà lirica si trovi in una zona di vita intensa (rivoluzione, guerra, naufragio, terremoto ecc.) e venga, immediatamente dopo, a narrarvi le impressioni avute. Sapete che cosa farà istintivamente questo vostro amico lirico e commosso?

Egli comincerà col distruggere brutalmente la sintassi nel parlare. Non perderà tempo a costruire i periodi. S’infischierà della punteggiatura e dell’aggettivazione. Disprezzerà cesellature e sfumature di linguaggio, e in fretta vi getterà affannosamente nei nervi le sue sensazioni visive, auditive, olfattive, secondo la loro corrente incalzante. L’irruenza del vapore-emozione farà saltare il tubo del periodo, le valvole della punteggiatura e i bulloni regolari dell’aggettivazione. Manate di parole essenziali senza alcun ordine convenzionale. Unica preoccupazione del narratore rendere tutte le vibrazioni del suo io.
Se questo narratore dotato di lirismo avrĂ  inoltre una mente popolata di idee generali, involontariamente allaccerĂ  le sue sensazioni coll’universo intero conosciuto o intuito da lui. E per dare il valore esatto e le proporzioni della vita che ha vissuta, lancierĂ  delle immense reti di analogie sul mondo. Egli darĂ  cosĂŹ il fondo analogico della vita, telegraficamente, cioĂš con la stessa rapiditĂ  economica che il telegrafo impone ai reporters e ai corrispondenti di guerra, pei loro racconti superficiali. Questo bisogno di laconismo non risponde solo alle leggi di velocitĂ  che ci governano, ma anche ai rapporti multisecolari che il pubblico e il poeta hanno avuto. Corrono infatti, fra il pubblico e il poeta, i rapporti stessi che esistono fra due vecchi amici. Questi possono spiegarsi con una mezza parola, un gesto, un’occhiata. Ecco perchĂ© l’immaginazione del poeta deve allacciare fra loro le cose lontane senza fili conduttori, per mezzo di parole essenziali in libertĂ .
Morte del verso libero
Il verso libero dopo avere avuto mille ragioni d’esistere ù ormai destinato a essere sostituito dalle parole in libertà.
L’evoluzione della poesia e della sensibilità umana ci ha rivelati i due irrimediabili difetti del verso libero.
1. Il verso libero spinge fatalmente il poeta a facili effetti di sonoritĂ , giochi di specchi previsti, cadenze monotone, assurdi rintocchi di campana e inevitabili risposte di echi esterni o interni.
2. Il verso libero canalizza artificialmente la corrente della emozione lirica fra le muraglie della sintassi e le chiuse grammaticali. La libera ispirazione intuitiva che si rivolge direttamente all’intuizione del lettore ideale si trova così imprigionata e distribuita come un’acqua potabile per l’alimentazione di tutte le intelligenze restie e meticolose.
Quando parlo di distruggere i canali della sintassi, non sono nĂ© categorico, nĂ© sistematico. Nelle parole in libertĂ  del mio lirismo scatenato si troveranno qua e lĂ  delle traccie di sintassi regolare ed anche dei veri periodi logici. Questa disuguaglianza nella concisione e nella libertĂ  Ăš inevitabile e naturale. La poesia non essendo, in realtĂ , che una vita superiore, piĂč raccolta e piĂč intensa di quella che viviamo ogni giorno, – Ăš come questa composta di elementi ultravivi e di elementi agonizzanti.
Non bisogna dunque preoccuparsi troppo di questi ultimi. Ma si devono evitare ad ogni costo la rettorica e i luoghi comuni espressi telegraficamente.
L’immaginazione senza fili
Per immaginazione senza fili, io intendo la libertĂ  assoluta delle immagini o analogie, espresse con parole slegate e senza fili conduttori sintattici e senza alcuna punteggiatura.
Gli scrittori si sono abbandonati finora all’analogia immediata. Hanno paragonato per esempio l’animale all’uomo o ad un altro animale, il che equivale ancora, press’a poco a una specie di fotografia. Hanno paragonato per esempio un fox-terrier a un piccolissimo puro sangue. Altri piĂč avanzati, potrebbero paragonare quello stesso fox-terrier t...

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