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L'orto naturale for dummies
Grazia Cacciola
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L'orto naturale for dummies
Grazia Cacciola
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Coltivate il vostro orto in armonia con la natura! Il libro indispensabile per imparare a coltivare un orto (anche sul proprio balcone) con i principali metodi naturali: biologico, biodinamico, sinergico, permacultura. Ogni argomento è affrontato dettagliatamente con ampie schede che illustrano la coltivazione dei singoli ortaggi e i lavori del mese, e approfondimenti su come incrementare la produzione, consigli su quali attrezzature utilizzare e su come proteggere l'orto da malattie e parassiti.
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Information
Thema
Biological SciencesThema
Horticulture1
I primi passi
IN QUESTA PARTEâŚ
Scoprire lâorto naturale.
Tipologie di agricoltura naturale.
Orti sul balcone, urbani e sociali.
Progettazione e caratteristiche di un buon orto.
Attrezzatura adeguata e sistemi di irrigazione.
Capitolo 1
Cosâè un orto naturale?
IN QUESTO CAPITOLO:
Le regole della coltivazione felice
I principi della coltivazione naturale
Biologico e biodinamico
Orto urbano e orto sul balcone
Le regole del coltivatore felice e dellâorto produttivo
Parlate con alcuni anziani che coltivano lâorto e vi diranno che le loro coltivazioni sono sane, naturali e genuine. Quindi a cosa serve parlare di orto naturale? Sono convinti di farlo giĂ e noi ci convinciamo di conseguenza che lâorto del nonno, pulitissimo, senza nemmeno unâerbaccia, di qua i peperoni e di lĂ le insalate, sia un orto naturale. Non è cosĂŹ: è probabilmente il tipo di orto familiare che nasconde piĂš insidie per la salute.
Ă possibile che il nonno stia coltivando in modo naturale, ma nella maggior parte dei casi non è cosĂŹ. In genere ci sono delle brutte abitudini che rendono questi orti delle vere bombe chimiche. Per esempio, la maggioranza dei provetti coltivatori domestici utilizza il lumachicida, dei granelli di colore blu che spargono allegramente sul terreno per limitare lâinvasione delle lumache, divoratrici di insalate. Il problema è duplice: in primis non vengono quasi mai rispettati i tempi di carenza, ovvero il numero di giorni che devono intercorrere tra il trattamento e la raccolta delle verdure, che quindi risulteranno tossiche. Non tanto da farci star male al primo assaggio di insalata, ma abbastanza se la pratica è costante. Il secondo problema, ben piĂš grave, è che il lumachicida lo spargono direttamente sul terreno invece che in contenitori isolati con entrata e uscita per le lumache. Spargendolo sul terreno, le piogge e le annaffiature lo faranno sciogliere e penetrare in profonditĂ , inquinando la verdura in crescita. Il lumachicida, in genere, è un prodotto a base di metaldeide e oltre al terreno può intossicare gli animali, non solo le lumache. I veterinari, purtroppo sanno bene quanti cani e gatti domestici vanno incontro allâavvelenamento da metaldeide! Altri tipi di lumachicidi naturali sono invece a base di fosfato di ferro, che non è tossico per lâuomo e gli animali domestici ma penetra anchâesso nel terreno, creando spesso degli squilibri nutritivi alle piante.
Le pratiche di questo tipo di solito vengono ignorate o affrontate superficialmente e lâelenco potrebbe essere lungo, dallâuso delle piretrine allo spargimento di concimi provenienti da allevamenti intensivi. Le piretrine, per esempio, sono insetticidi naturali non molto tossici e con un tempo di carenza breve, solo un paio di giorni. Però la maggior parte di quelle in vendita non sono estratti naturali bensĂŹ dei composti chimici simili, i piretroidi. Verso quale acquisto si orienterĂ il nostro orticoltore provetto? In genere sul prodotto che costa meno e garantisce successo immediato, ovvero i piretroidi, tanto è âconsentito in agricoltura biologicaâ. Nel caso delle piretrine e piretroidi, si vanno a spargere sulle verdure e nel terreno dei composti tossici che possono interferire con il sistema nervoso, mentre nel caso del concime ânaturaleâ o stallatico ânaturaleâ, si possono immettere nel terreno una quantitĂ impressionante di antibiotici, ormoni e altri farmaci utilizzati negli allevamenti. Inoltre, il letame può acidificare molto il terreno, rendendolo sempre meno produttivo e sempre piĂš dipendente dalle concimazioni.
Coltivare un orto naturale non ha niente a che fare con lâentrare in un vivaio e comprare tante scatolette per sconfiggere le lumache, le muffe, gli insetti e le erbacce. Non stiamo andando in guerra, stiamo preparando un orto e dobbiamo guardare al prodotto finale: degli ortaggi sani, gustosi e non tossici. La natura ha fatto in modo che gli ecosistemi siano equilibrati: se un insetto è molto presente in un orto, vuol dire che manca il suo predatore oppure che stiamo esagerando con la coltivazione di un tipo di verdura che attira in particolare quel tipo di parassita e gli permette di riprodursi facilmente. Coltivare un orto naturale vuol dire ristabilire un equilibrio con la natura, senza utilizzare, in quantitĂ massiccia o per niente, quelle scatolette magiche dei vivai che promettono risultati strabilianti in breve tempo.
Nel corso dei secoli, molti hanno studiato i metodi migliori per coltivare in accordo con la natura e questi criteri possono essere impiegati tranquillamente da tutti. Non serve seguire una linea di pensiero o una scuola in particolare, non bisogna diventare specialisti di una tecnica, va bene anche prendere un poâ dallâuna e un poâ dallâaltra. Nel mio caso, utilizzo molto il metodo sinergico (Capitolo 13) e alcune tecniche di permacultura (Capitolo 14), ma per stabilire i momenti di semina e trapianto mi affido alla biodinamica (Capitolo 12). Nel posto in cui ho piantato il mio orto, il suo microclima, il suo terreno e la sua ecologia specifica, mi sembra di ottenere risultati migliori in questo modo. Questo libro offre una panoramica completa sui metodi di coltivazione naturali, perchĂŠ ognuno possa scegliere quello piĂš adatto al suo tipo di coltivazione e di personalitĂ o di stile di vita, dallâorto del far niente di Fukuoka, ai complessi sistemi di riprogettazione ambientale della permacultura.
Le 5 regole di un felice coltivatore naturale
1.Ă un viaggio di scoperta che non finisce mai, in cui si entra in contatto con la natura e la si osserva per imparare. Collaboriamo con la natura, facciamo squadra con lei, non contro di lei.
2.Nellâorto naturale tutto è facile. Non è un corso di fisica quantistica e non è agrotecnica avanzata: è una pratica semplice e millenaria, alla portata di tutti. Se ci è riuscito lâuomo neolitico, ci possiamo riuscire anche noi.
3.Non è necessario utilizzare una sola tecnica: possiamo utilizzare quello che ci serve, prendendolo da piÚ tecniche, per esempio possiamo utilizzare i cassoni della sinergica perchÊ sono piÚ comodi e un macerato biodinamico per arginare una muffa.
4.Scegliamo sempre piante adatte al nostro microclima, al nostro terreno, alle ore di luce che abbiamo a disposizione. Ă inutilmente frustrante cercare di coltivare i cocomeri in un orto esposto a nord a 1200 m s.l.m., cosĂŹ come pretendere che sopravvivano le lattughe in agosto in un orto in pieno sole.
5.Non demoralizzarsi, câè sempre una soluzione. Se state leggendo che lâideale per il vostro orto è essere situato vicino a una fascia boschiva ma avete solo un balcone in cittĂ o un orto in mezzo a una pianura brulla, si può fare qualcosa lo stesso. Per esempio le piante di bambĂš sono ottimi frangivento e lâhumus si può produrre anche in una lombricompostiera da balcone, non solo nel sottobosco.
La coltivazione naturale e Masanobu Fukuoka
Teofrasto, filosofo greco e uno dei primi botanici della storia, affermava che non erano le lavorazioni del terreno a fare il raccolto, ma le condizioni meteorologiche, sole e piogge. âAnnus fructificat, non tellusâ, ovvero è il tempo che fa lâannata e non il terreno. Questo è il motto che Teofrasto ha lasciato in ereditĂ agli antichi romani e che ancora oggi si utilizza per indicare che, per quanto si rivolterĂ e concimerĂ il terreno, saranno il sole e le piogge il fattore cruciale per un buon raccolto.
Lâagricoltura naturale, sviluppatasi a partire dalla fine del XIX secolo come contrapposizione allâagricoltura industriale intensiva, ha fatto suo questo principio. Il maggiore sostenitore e divulgatore di questa idea è stato Masanobu Fukuoka, autore de La rivoluzione del filo di paglia (1975) un libro di successo mondiale che ha letteralmente rotto gli schemi del modo di coltivare e che tuttâoggi viene indicato come testo principale per lâagricoltura naturale. Si tratta di un libro sia tecnico che filosofico, infatti Fukuoka non si limita a trattare solo di agricoltura ma piĂš ampiamente di stile di vita, di cosa mangiamo, come viviamo, come ci alimentiamo e di conseguenza come coltiviamo e come invece dovremmo farlo. Ha avuto la grande intuizione che ha portato oggi alla permacultura: non possiamo isolare i diversi aspetti della vita, coltivare quello di cui ci nutriamo deve essere unâazione integrata.
Fukuoka nasce nel 1913 in un piccolo villaggio agricolo dellâisola di Shikoku, nel sud del Giappone, dove studia microbiologia. AllâetĂ di venticinque anni si rende conto di quanto fosse faticoso e innaturale il modo di coltivare e alimentarsi, concludendo che gli uomini non erano piĂš realmente umani e che la natura non era piĂš realmente naturale. Questa consapevolezza lo porta a mettere in discussione tutto quanto ha studiato e con esso il sistema agricolo della societĂ industriale: lâagricoltura deve diventare unâattivitĂ dedicata soprattutto ad avvicinare lâuomo alla natura. Critico verso la chimica e lâindustria, per il peso troppo grande che avevano persino negli orti familiari, accusava lâuomo moderno di voler sfruttare la natura senza conoscerla, cosa che finisce, inevitabilmente, per distruggerla.
Secondo Fukuoka, se si impiegano prodotti chimici e trattori in una coltivazione, avviene un forte consumo di energia, aumentano i costi di produzione e si distrugge la fertilitĂ naturale della terra, situazioni che portano al peggioramento della qualitĂ degli alimenti. Infatti ancora oggi possiamo constatare la grande differenza di sapore che câè tra un frutto coltivato in un orto familiare con metodi naturali e lo stesso frutto acquistato in un supermercato, proveniente da coltivazioni intensive su terreni impoveriti.
I QUATTRO PRINCIPI FONDAMENTALI DEL METODO DI FUKUOKA
Non arare. La terra si lavora da sola grazie alle radici, allâattivitĂ dei microrganismi e dei lombrichi. La lavorazione della terra destruttura il terreno e, rendendo le particelle sempre piĂš piccole, finisce per indurire il suolo e ottenere il risultato contrario. Invece di aumentare la porositĂ e il contenuto di aria e di acqua, si produce un terreno pesante. Secondo Fukuoka infatti non câè bisogno di arare o migliorare un terreno, perchĂŠ la natura sta lavorando per quel terreno, con i propri metodi, da migliaia e migliaia di anni. Lâuomo ha legato le mani alla natura con lâutilizzo dellâaratro, pessima imitazione del lavoro che essa può svolgere con le sue forze.
Non fertilizzare. Le piante dipendono dal terreno per crescere. Se il terreno viene lasciato a se stesso è in grado di conservare la propria fertilitĂ grazie ai cicli naturali che si compiono in esso (decomposizione, attivitĂ dei microrganismi, dei lombrichi e di altri animali). Il terreno è ricco di vita e lâutilizzo dei fertilizzanti chimici interferisce con questo sistema. I fertilizzanti, infatti, provocano una crescita accelerata dei raccolti ma contemporaneamente diminuiscono la resistenza delle piante. Ă scientificamente dimostrato che molto del concime chimico non viene utilizzato dalle piante e provoca lâacidificazione dei terreni, danneggiando e uccidendo i m...