Sezione 1
LâAPPROCCIO EMPIRICO NELLA RICERCA SOCIALE
âLa colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che regolano lâuniverso, la terra, il proprio corpo, di rifiutare lâinsegnamento calato dallâalto, in una parola Eva rappresenta la curiositĂ della scienza contro la passiva accettazione della fede.
MARGHERITA HACK
La differenza tra lâameba ed Einstein è una sola: allâameba dispiace sbagliare. Einstein, invece, è stuzzicato dal piacere di trovare un errore nella propria teoria. Mentre lâameba muore con la teoria errata, Einstein fa morire la teoria al posto suo. Il moscone sbatte contro il vetro e torna indietro, sbatte ancora e torna di nuovo indietro, e sbatte ancora⌠finchĂŠ muore, muore con la sua teoria errata.â
KARL POPPER
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La conoscenza: una questione di metodo
Il problema della conoscenza tra scienza e senso comune
Il problema fondamentale di ogni tipo di conoscenza â di quella scientifica come di quella ordinaria â consiste nel fatto che il nostro pensiero non è, e nemmeno può in qualche modo produrre, una copia fotografica della realtĂ che vuole conoscere, e nel fatto che il linguaggio a sua volta non è una riproduzione esatta del pensiero. Di conseguenza ogni nostra conoscenza della realtĂ non può che essere incerta, fallibile, rivedibile.1
Per introdurre i temi relativi alla metodologia della ricerca sociale, è indispensabile fare un passo indietro e interrogarsi su una questione ben precisa che riguarda il modo di relazionarci al mondo che ci circonda e di conoscerlo. Nello specifico, la domanda da cui vogliamo partire è la seguente: la conoscenza in quanto tale ha una natura univoca oppure, al contrario, esistono varie forme di conoscenza che hanno nature, origini, pregnanze e statuti diversi?
La domanda è ovviamente retorica, in quanto già per la nostra esperienza comune siamo consapevoli del fatto che ciascuno di noi nel corso della vita acquisisce conoscenze totalmente eterogenee, sia per ambiti (medica, umanistica ecc.) sia per provenienza (diretta o indiretta). Scendendo maggiormente nel dettaglio, possiamo dire che la nostra conoscenza sul mondo che ci circonda ha statuti diversi, come mostrato dalla Figura 1.1.
FIGURA 1.1 STATUTI DELLA CONOSCENZA.
Una qualche conoscenza dei fenomeni sociali può infatti essere raggiunta anche attraverso mezzi diversi dalla ricerca scientifica. Possiamo acquisire per esempio una conoscenza letteraria, perchĂŠ tutti i romanzi e i racconti hanno in qualche misura una componente autobiografica, riflettendo le esperienze sociali e le concezioni sul funzionamento del mondo e dei rapporti sociali maturate dallâautore. Come gli altri membri delle societĂ a cui appartengono, gli scrittori possiedono infatti una conoscenza di senso comune (cfr. Bagnasco, Barbagli e Cavalli, 2014), anche se poi hanno solitamente maggiore capacitĂ di analisi e di autoanalisi e sono in grado di esprimersi con acume e luciditĂ . Tutti i membri di qualsiasi societĂ vengono âsocializzatiâ, cioè alfabetizzati alla conoscenza delle regole che governano la societĂ di appartenenza: regole generalmente accolte, a volte rifiutate, ma comunque piĂš o meno conosciute. Ă una conoscenza a cui siamo tutti esposti tramite gli agenti di socializzazione (in primis la famiglia e la scuola) e che poi ampliamo per il fatto stesso di vivere e condividere lâesperienza quotidiana e i processi di scambio sociale (Jedlowski, 2008).
âLa conoscenza scientifica si basa infatti sullâempirismo, ossia sullâesperienza sul campo del ricercatore che applica i suoi âsensiâ amplificati dagli strumenti di rilevazione utilizzati, che possono essere dei semplici questionari, come nella ricerca sociale, o gli enormi acceleratori di particelle utilizzati nel campo della fisica delle particelle.â
La conoscenza derivata dal senso comune può essere però del tutto erronea: per citare un solo esempio, molti ritengono che le rivoluzioni si scatenino quando un popolo si trova a vivere condizioni di particolare miseria. La ricerca storico-sociale ha invece dimostrato che è piÚ probabile che avvengano quando una società attraversa un momento di mutazione che fa intravedere della possibilità di miglioramento sociale. Quando il miglioramento auspicato non avviene con la rapidità desiderata, oppure quando vi è il sentore di perdere le conquiste sociali già raggiunte, è piÚ probabile che il malcontento sociale possa produrre fermenti rivoluzionari (Davies, 1962).
Se quindi la conoscenza di tipo letterario può essere penetrante, ma spesso parziale, e se quella di senso comune è disponibile per tutti, ma a volte erronea, câè bisogno di altri metodi che integrino e perfezionino questi strumenti di conoscenza della realtĂ (sociale). In questo manuale affronteremo le questioni di cui si occupa lâepistemologia (da episteme = scienza), il cui oggetto di analisi è la conoscenza scientifica, che consiste nella duplice attivitĂ di speculazione teorica e di ricerca empirica.
La conoscenza scientifica si basa infatti sullâempirismo, ossia sullâesperienza sul campo del ricercatore che applica i suoi sensi (la vista nellâosservazione o nella lettura, lâudito nelle interviste); può essere raggiunta con diversi metodi, tutti egualmente importanti, e la metodologia della ricerca sociale si occupa proprio dei quesiti legati allâindividuazione di quelli piĂš appropriati in relazione al tema o problema specifico che si vuole indagare (Creswell, 2014).
âUn paradigma epistemologico è come un grosso frame attraverso cui si osserva la realtĂ .â
Quali sono le peculiaritĂ che distinguono la conoscenza scientifica da tutte le altre forme sopra citate? Possiamo dire dunque che la conoscenza scientifica sia piĂš âveraâ delle altre?
La risposta non è semplice. Quello che possiamo asserire senza dubbio è che la conoscenza scientifica è dimostrabile e allo stesso tempo confutabile e che, sostanzialmente, si contraddistingue per il metodo utilizzato per giungere alle conclusioni. Se il risultato è lo stesso ma il metodo cambia, quindi, indirettamente si asserisce che la veritĂ a cui si giunge tramite lâapproccio scientifico è âpiĂš veraâ rispetto alle altre (Babbie, 2010).
Per contro, tuttavia, possiamo affermare che il mondo su cui la scienza può posare gli occhi non si limita a una sequenza di fenomeni analizzabili e spiegabili, ma comprende anche tutta una serie di altri aspetti ed elementi che presentano livelli di complessitĂ superiore, difficilmente interpretabili sulla base dei canoni offerti dal metodo scientifico: si pensi per esempio alle istituzioni giuridiche come il matrimonio; ai sentimenti come lâamore, per sua stessa natura irrazionale; alle idee e ai concetti. Sulla base di questa considerazione, si può desumere che le forme della realtĂ siano ben diverse dalle forme della conoscenza e siano quindi affrontabili in termini di paradigmi.
I paradigmi delle scienze sociali
La nozione di paradigma ha una lunga storia: essa viene utilizzata fin dagli albori della filosofia greca, tanto da Platone (nellâaccezione di âmodelloâ), quanto da Aristotele (nellâaccezione di âesempioâ). Negli ultimi anni nella ricerca sociologica ha predominato invece la definizione di Kuhn (1962). Nel suo saggio sulla struttura delle rivoluzioni scientifiche, con âparadigmaâ si intende una prospettiva teorica condivisa e riconosciuta dalla comunitĂ di scienziati di una determinata disciplina, fondata sulle acquisizioni precedenti della disciplina stessa, indirizzando la ricerca in termini di scelta dei fatti rilevanti da studiare e di approntame...