Io sono oltre
La separazione da Mogol, la pentalogia di Panella, il Grande Silenzio (1982-1998)
Qualcuno lâha visto su una barca a vela destreggiarsi tra boma, randa e tangone. Qualcun altro lâha riconosciuto mentre faceva footing, implacabile, determinato, per niente stanco. Altri ancora lâhanno notato stranamente espansivo per le vie di Milano, a spasso col figlio e la moglie. Lâhanno fotografato e non sâĂš incazzato, anzi: ha fatto uno di quei sorrisi grandi cosĂŹ, da persona felice, pronta a ripartire per un nuovo corso. Lâennesimo.
Qualcuno lâha spiato da un buchino della siepe mentre falciava il giardino, sotto lo sguardo attento di Grazia Letizia. Nessuno perĂČ lâha mai visto in casa, nascosto da una cortina di privacy invalicabile, chino al computer a giocare in borsa, sprofondato nelle sue letture sullâultimo Teorema di Fermat, isolato nel suo studio a percorrere le infinite vie dei sequencer con una sfilza di canzoni giĂ stampate in mente.
Gli anni Ottanta e Novanta di Lucio sono misteriosi: una landa spianata da silenzi estremi, assordanti, una sequenza regolare e cadenzata di album essenziali, ridotti allâosso, che colgono impreparati i fan e spiazzano anche i piĂč ostili al Verbo Battistiano. Dal 1982 Mogol non câĂš piĂč. Ă Lucio stesso a cercare la vita nella sua musica, a scolpirla in parole con una certa Velezia. Dal 1986 entra a gamba tesa tra le sue note lâautore piĂč comprensibile dâItalia. Garantisce Pasquale Panella.
Aprile 1980, Roma.
Nella sala B degli studi RCA Riccardo Cocciante comincia la lavorazione di un brano che farĂ fortuna, insieme allâLP che lo conterrĂ : Cervo a primavera. In calce câĂš una firma che fino a pochi mesi prima il pubblico aveva visto accanto a Battisti. I testi per Cocciante li ha scritti proprio Mogol. A qualche mese di distanza dalla separazione tra i due, Ăš nata una nuova esperienza artistica, ma i fasti di quella con Battisti non saranno mai piĂč replicati.
«Credo che sotto sotto Lucio non abbia mai amato Mogol, erano troppo diversi, due mondi lontani»
Pietruccio Montalbetti
Ci saranno questioni economiche o di principio, tutte lecite e meritevoli di tutela, ma quando una coppia scoppia le responsabilitĂ sono quasi sempre varie, reciproche, mai univoche. In un rapporto come quello tra Mogol e Battisti, costruito sullo sviluppo, sulla cura meticolosa del progetto, sullâaffinitĂ personale, coesistono fattori intimi e privatissimi accanto a quelli lavorativi ed economici. La coppia Ăš nata sbilanciata per motivi anagrafici, sociali e caratteriali, a partire dai sette anni di differenza tra Giulio e Lucio: la diversa estrazione, il successo immediato del primo, la sua vitalitĂ espressa sempre e comunque, contrastano con la pacatezza analitica e la sospettosa riservatezza del secondo, selvatico nella musica come nel carattere, timido pieno di rivalse verso un mondo â a partire dalla famiglia â che non lo ha capito e accolto.
Questa diversitĂ Ăš stata colta immediatamente da Pietruccio Montalbetti, primo storico confidente di Lucio: âCredo che sotto sotto lui non abbia mai amato Mogol, erano troppo diversi, due mondi lontani. Ricordo che giĂ dai primi tempi Lucio si lamentava di lui, lo infastidivano certi atteggiamenti prepotenti, non gli chiedeva mai come stava, non si informava sul suo stato di salute o se aveva bisogno di qualcosa, visto che viveva da solo a Milano. Lucio era sensibile, introverso e attento anche a queste cose che lo facevano soffrire. PiĂč di una volta mi confidĂČ che era tentato di mollarlo e fui proprio io â che non sono certo un amante di Mogol â a farlo desistere, perchĂ© sapevo benissimo che Mogol era lâunico ad aver trovato una chiave, una combinazione giusta per fare uscire il mondo di Lucio. Questo va riconosciuto ed Ăš un merito incalcolabileâ.
«Contrariamente a quanto si crede, io e Lucio non abbiamo mai litigato»
Mogol
Nonostante ciĂČ, la collaborazione cresce fino al successo, si apre allâamicizia, ma accanto alla cavalcata, alle case vicine, alla Numero Uno e al Mulino, pesano gli elementi artistici e imprenditoriali. Una prima crepa si apre durante Anima latina, non solo per il missaggio della voce, ma anche per la nuova divisione dei diritti dâautore (si passa dai canonici 8/24 per Lucio e 4/24 per Mogol a 7/24 e 5/24). La fine della Numero Uno, le mire internazionali di Lucio, la lavorazione allâestero, il cambiamento del rapporto con Giulio ormai concentrato in uno o pochissimi incontri prima di un nuovo LP, conducono alla fisiologica estinzione della collaborazione. Nel 1978 i due modificano i diritti fonomeccanici â relativi alla percentuale sulle vendite dei dischi â in chiave paritaria, Lucio fonda le edizioni Aquilone: nei suoi programmi evidentemente câĂš giĂ un progetto in solitudine.
«Lucio ha spesso rinunciato a considerevoli guadagni per essere fedele alle sue scelte: non so quanti artisti sarebbero stati capaci di fare la stessa cosa»
Mogol
Allâinterno di una cornice giĂ instabile per la diversa visione artistica, proiettata allâestero e al rinnovamento per Lucio, consolidata in Italia e conservatrice (reazionaria, direbbe Edmondo Berselli) per Mogol, il secondo ha una richiesta, fondata sul merito paritario del loro successo. Se i consensi sono dovuti al lavoro di entrambi, allora Mogol pretende una ripartizione equa dei 12/24 spettanti alle edizioni Acqua Azzurra, di cui ha il 10% a differenza di Battisti, titolare del 40%. âBattisti mi ha sempre riconosciuto i diritti dâautore, anche perchĂ© non si puĂČ non riconoscerli. [âŠ] Inizialmente io ero produttore, ma quando poi ho visto quanto stava lavorando, gli ho proposto di coprodurre e gli ho sempre riconosciuto la sua parte di lavoro: infine Ăš diventato lui lâunico produttore; pian piano si Ăš preso piĂč parti, fatto che non gli ho mai contestato. [âŠ] Ma i diritti editoriali sono di entrambi gli autori e per una ragione di principio su questo punto non cederĂČ mai. [âŠ] Non basta che io guadagni bene: deve esserci equitĂ â.
ACQUA AZZURRA CONTROVERSY
Il 5 marzo del 1969 nasce la S.r.l. Acqua Azzurra, che prende il posto di Elâ & Chris/Fama per la gestione delle canzoni firmate da Battisti e Mogol. Mi ritorni in mente Ăš la prima a uscire con le nuove edizioni. Ancora oggi la societĂ Ăš attiva, ma sta attraversando una fase assai critica. La presidente Ăš Grazia Letizia Veronese, il 56% Ăš della Aquilone S.r.l., il 35% della Universal (prima BMG, prima ancora RCA Italiana), il 9% dellâAltra MetĂ , S.r.l. di cui Mogol controlla lâ89%. La politica di protezionismo messa in campo dalla Veronese â nellâera del download e dello streaming, la musica di Battisti Ăš assente da tutte le piattaforme come iTunes e Spotify, con conseguenze economiche intuibili; per non parlare dellâinterventismo contro varie iniziative di tributo allâartista â ha cagionato un progressivo calo del fatturato, che nel 2012 ha spinto Mogol a intentare causa. Rapetti ha chiesto, infatti, il risarcimento di danni per otto milioni di euro âper aver ostacolato lo sfruttamento commerciale del repertorio Mogol-Battistiâ. Nel 2016 il Tribunale di Milano ha respinto la domanda, ma ha condannato la Acqua Azzurra per inadempienza. La controversia ha causato il disinteresse di Universal, che ha chiesto la messa in liquidazione della societĂ .
IO NON SO PARLAR DâAMORE
A 44 anni Mogol non ha affatto voglia di stare con le mani in mano e qualche mese dopo lâuscita di Una giornata uggiosa Ăš giĂ al lavoro per i testi di Cervo a primavera. Con Cocciante imbastirĂ una fortunata collaborazione, forse la piĂč vicina a quella battistiana per modalitĂ e temi. Cocciante non Ăš lâunico, la firma di Mogol sarĂ presente in lavori dalle vendite astronomiche: pensiamo al boom di Lâemozione non ha voce (1999), cantata da Celentano su musiche di Gianni Bella, con due milioni di copie. Non si possono non menzionare il Gianni Morandi di Canzoni stonate (1981) e La mia nemica amatissima (1983), Mango di Oro (1984) e Mediterraneo (1992), Vita per Dalla e Morandi (1988). E ancora Mia Martini, Marcella Bella, Umberto Tozzi, Anna Tatangelo, Eros Ramazzotti, Audio 2. Una cosa Ăš certa: il nuovo Battisti non lâha ancora trovato. Ha trovato invece il modo di unire il suo amore per la campagna, la natura e la musica, con la fondazione del CET â Centro Europeo di Toscolano, in Umbria. Nel 2013 lâUniversitĂ di Palermo gli conferisce la laurea honoris causa in Teorie della comunicazione. Continua ad andare a cavallo.
«Non ci sono state liti, parole, discussioni. Niente. Anche perché io e lui eravamo in questo molto simili. Due principi indiani»
Mogol
«Lucio lâho trovato ironico, autoironico, perfino spiritoso: ogni tanto faceva delle battute divertenti»
Giorgio Fieschi, RSI
Lucio risponde con il silenzio: un lungo silenzio carico di significati, forse anche per lâinfluenza di Grazia Letizia, che si incammina sulla strada del protezionismo che la caratterizzerĂ in futuro, quando diventerĂ la temuta e intransigente custode del patrimonio artistico del marito. Battisti Ăš tacitamente contrario alla nuova suddivisione, ma evidentemente â ecco lâaspetto piĂč interessante â considera la collaborazione superata, desideroso comâĂš di nuovi progetti nei quali Mogol sarebbe un fattore di staticitĂ . Dâaltronde la demolizione del monumento, Lucio lâha giĂ messa in pratica dal 1973.
«Lucio Battisti non si vendeva per soldi. Non lâha mai fatto»
Mogol
Al Dosso câĂš una striscia di terreno. Roba di pochi metri, ma la storia leggendaria della canzone italiana vuole che da una parte e lâaltra del fazzoletto vicino alla strada vivano Mogol e Battisti, confinanti. In altri tempi, quando volavano a Londra a cantare per gli Hollies, quando scendevano da Milano a cavallo, quando andavano a Lugano da Mina a farle ascoltare i pezzi o quando Giulio con la voce scassata sussurrava nellâorecchio di Lucio il testo di una canzone, la controversia sul confine si sarebbe risolta al volo, senza interposte persone, senza lungaggini sfiancanti. O piĂč probabilmente non sarebbe mai nata. Ma ora anche una risibile querelle territoriale rischia di detonare, soprattutto se arriva alle orecchie della stampa che amplifica la faccenda successiva alla separazione e oggettivamente irrilevante.
IL MOGOL CANZONATO
CâĂš una bella editoria effervescente alla fine degli anni Settanta, che compie i primi tentativi di storicizzazione della musica leggera italiana, con un taglio inevitabilmente ideologico, ma arguto. Il primo libro su Battisti esce nel 1979, si chiama Canzoni e spartiti (Lato Side) di Gianfranco Manfredi, aperto da un saggio con lâanalisi critica di alcuni tĂłpoi mogoliani. Mogol e Battisti sono in ottima compagnia in Donna canzonata (Newton) di Meri Lao, che passa in rassegna le varie figure femminili nella musica leggera italiana, soprattutto quelle cantate da Lucio. Non sparate sul cantautore (Mazzotta) di Claudio Bernieri contiene, tra le varie int...