CAPITOLO 1
I fondamenti del Forex
Il mercato delle valute (Forex, FOReign EXchange market) è quello piĂš liquido al mondo, con transazioni giornaliere che raggiungono un controvalore di circa 6.000 miliardi di dollari al giorno. Il vantaggio di questa vastissima liquidità è che i broker hanno sempre un prezzo in acquisto/vendita da proporre ai propri clienti, garantendo in questo modo lâimmediata esecuzione di tutte le operazioni. Il Forex è un mercato Over the Counter (OTC), che non ha una quindi sua sede fisica, ma è una âreteâ globale alla quale i diversi intermediari finanziari sono collegati in modo telematico e sulla quale alcuni grandi player svolgono il ruolo di dealer o di market maker (quotando e negoziando con continuitĂ le varie valute).
Nel corso del tempo lâoperativitĂ sul mercato delle valute ha subito cambiamenti significativi. Negli anni â80, per esempio, la maggior parte degli scambi avveniva su base bilaterale e per via telefonica. Le prime grandi novitĂ furono introdotte da Reuters con il Reuters dealing, che sostituĂŹ le conversazioni telefoniche tra i vari intermediari con lo scambio di messaggi scritti e poi, successivamente, con un sistema informativo che mostrava le quotazioni dei vari cambi in tempo reale.
Il vero cambiamento, tuttavia, è arrivato negli anni â90, con lâarrivo dei primi electronic broker che hanno esteso in modo significativo la platea dei soggetti in grado di accedere al mercato e hanno creato le premesse per il boom del trading online sul Forex degli anni 2000.
LA STORIA DEL FOREX
Prima di descrivere la parte operativa legata al trading sulle valute è opportuno richiamare gli eventi fondamentali che hanno caratterizzato la storia del Forex. Fino alla fine della Prima Guerra Mondiale lâandamento delle valute era regolato da un meccanismo chiamato Gold Standard, un sistema monetario in base al quale le banconote in circolazione erano convertibili in oro. Il fatto di legare il valore della moneta alla quantitĂ di oro implicava la presenza di cambi fissi tra le monete: il cambio tra due monete dipendeva infatti dal rapporto tra le diverse quantitĂ di oro che sottostavano a ciascuna moneta. Questa situazione dura fino alla crisi finanziaria del 1929, che interrompe la convertibilitĂ in oro delle monete e innesca notevoli fluttuazioni sui vari tassi di cambio.
Il primo evento chiave nella storia del Forex è costituito dagli accordi di Bretton Woods del 1944, conclusi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il cui obiettivo primario era favorire una ripresa generale dellâeconomia. A beneficiare di questo accordo (che istituĂŹ anche il Fondo Monetario Internazionale) fu soprattutto il dollaro americano, che sostituĂŹ la sterlina come valuta mondiale di riferimento e diventò il componente principale delle riserve valutarie detenute presso le diverse banche centrali. Il valore del biglietto verde venne legato allâoro a un prezzo di 35 $ lâoncia, mentre gli accordi stabilirono un âPEGâ, ossia un tasso di conversione fisso o limitato, allâinterno di una banda di oscillazione dellâ1%. Allâinizio degli anni 50, tuttavia, lâavvento del Telex aumentò in modo esponenziale i volumi sul Forex e mise in crisi i tassi fissi stabiliti a Bretton Woods. I cambi iniziarono infatti a muoversi a ridosso dei limiti stabili dalle bande di oscillazione, spinti da un forte aumento dellâattivitĂ speculativa.
Lâavvenimento che modificò decisamente il corso storico dei mercati finanziari fu il gigantesco aumento dei costi legati alla guerra del Vietnam. Tra la fine degli anni Sessanta e lâinizio degli anni Settanta, lâincremento della spesa pubblica americana da un lato accelerò la crescita economica, dallâaltro creò dei forti deficit nei pagamenti tra gli Stati mondiali. Le principali banche centrali europee decisero quindi di vendere le riserve per mantenere la paritĂ 1 $ = 35 once dâoro. Questa decisione salvò nel breve la situazione, ma indebolĂŹ il sistema finanziario. Le tensioni internazionali crebbero ulteriormente, fino alla storica decisione del Presidente USA Nixon, il 15 Agosto 1971, di porre fine alla convertibilitĂ del dollaro USA con lâoro, sancendo di fatto la conclusione del sistema di Bretton Woods.
Nel 1972 in Europa, per tentare di slegare le varie valute dalla dipendenza del dollaro, venne creato il âserpente monetarioâ (snake, in inglese). Il marco tedesco, grazie al positivo comportamento della propria economia, si rafforzò costantemente, mentre le valute legate a economie piĂš deboli (come la lira italiana) si svalutarono. Con la crisi petrolifera iniziata nel 1973 si arriva al fallimento dellâaccordo e alla âmorte del serpenteâ. Inizia un sistema di libera fluttuazione che dura fino al 1979, quando lâEuropa crea il Sistema Monetario Europeo (SME) che porta alla creazione di una nuova valuta, lâECU (European Currency Unit). Lâandamento delle varie valute europee viene legato attorno alla paritĂ centrale dellâECU. LâItalia, per esempio, entra nello SME con una âbanda largaâ del 6%, mentre le altre valute potevano fluttuare in un corridoio del 2,25%.
Negli anni â80, grazie allâavvento dei computer e delle varie innovazioni tecnologiche, i movimenti di capitali aumentano in modo considerevole.
Nel 1985, allâHotel Plaza di New York, i membri del G-7 spingono per una svalutazione del dollaro (risalito nel frattempo ai livelli del 1970) e lâanno seguente il dollaro cala del 25% contro le maggiori valute europee.
Nel 1992, sotto i colpi della speculazione, lira e sterlina abbandonano lo SME, con le bande di oscillazione che vengono allargate al 15%. Sempre nel 1992, il Trattato di Maastricht dĂ alla luce lâUnione Monetaria Europea (EMU, European Monetary Union). Negli anni successivi inizia il processo di convergenza che porta alla nascita della moneta unica europea, lâeuro (dal 1° gennaio 1999 come valuta di contrattazione e dal 2002 come moneta di scambio).
Tra il 1997 e il 1998 si verifica una forte crisi finanziaria nei Paesi asiatici (Corea del Sud, Indonesia, Tailandia), causata dallâelevato indebitamento del settore privato. Ciò provoca un improvviso ritiro dei capitali da parte degli investitori stranieri e una forte svalutazione delle valute dei Paesi coinvolti. In questo periodo si registrano anche forti turbolenze finanziarie in Russia che, per contenere le pressioni speculative sul rublo, decide di ancorare il valore della valuta domestica al dollaro statunitense.
Tra gli eventi piĂš importanti che hanno coinvolto il Forex nel corso degli ultimi anni ricordiamo:
â˘Le crisi valutarie di Argentina, Messico e Turchia.
â˘La âguerra delle valuteâ combattuta dai vari Paesi (Cina e Giappone in primis).
Queste portarono a politiche monetarie ordinarie (riduzione dei tassi di interesse) e straordinarie (in particolare con il celebre QE, Quantitative Easing), oltre che con interventi diretti sul mercato dei cambi. Lâobiettivo è stato quello di sostenere le varie economie tramite una svalutazione competitiva della moneta, al fine di favorire le proprie esportazioni.
â˘La celebre dichiarazione whatever it takes del 26 luglio 2012 (nel pieno della crisi finanziaria che stava colpendo i Paesi periferici dellâEurozona, ossia Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna, i cosiddetti PIIGS) del presidente della BCE Mario Draghi, con la quale comunicò che la Banca Centrale Europea era pronta a fare âtutto il necessarioâ per difendere lâeuro. Aggiungendo poi âE credetemi, sarĂ sufficienteâ.
â˘La decisione presa nel gennaio del 2015 dalla Banca Centrale Svizzera di abbondonare la soglia minima (floor) di 1,20 franchi per un euro, che ha innescato un vero e proprio crash sul mercato dei cambi (Figura 1.1), creando non pochi problemi a diverse istituzioni finanziarie.
FIGURA 1.1 â Lâabbandono del floor a 1,20 dec...